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Autore: ___Page    22/12/2020    2 recensioni
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi»
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*Questa fanfiction partecipa alla challenge "Christmas Lokcdown" indetta dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
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Starring: Izou, Koala, Ishley, Killer, Trafalgar Law, Penguin, Sabo.
Con la partecipazione di: Bepo e Lindbergh
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Izou, Koala, Penguin, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LET IT SNOW

Giorno: 22 dicembre
Stanza: Salotto
Prompt: A ama la neve, B odia il freddo





 
20 dicembre 2020
trentunesimo giorno di lockdown - terza ondata



 

Law non aveva mai capito il senso di avere un caminetto, elettrico o reale che fosse. 
Nell'era moderna in cui viveva, era pura estetica e che a Law piacessero le cose belle non faceva di lui un'esteta. 
Quando avevano visitato l'appartamento, non aveva visto nel caminetto un particolare valore aggiunto. Semmai un ottimo presupposto perché la casa finisse in cenere o che Bepo si desse fuoco ma quel caminetto era elettrico e, per quel che riguardava Law, meglio così che vero poi non è che lo avrebbe mai usato. 
Almeno così credeva. Come credeva che la casa non sarebbe stata addobbata, che quel periodo di festa gli avrebbe regalato solo la gioia di non doversi inventare scuse per non dover socializzare al di fuori del lavoro, che Sabo sarebbe stato eccessivamente euforico, come tutti gli anni, e che Pen sarebbe stato eccessivamente acido, come tutti gli anni. 
Law aveva sbagliato su tutto. E si era scoperto così incredibilmente rilassato da non aver provato neanche fastidio per quella rivelazione. 
D'altronde tra Sabo depresso e Pen innaturalmente di buonumore e furtivo, ci voleva qualcuno di normale in quella casa. E non che Law avrebbe mai osato definirsi normale, neppure in quello stato. 
Ma lei lo era. E in mezzo agli addobbi di Natale e il camino che Law alla fine aveva acceso, tanto per provare una cosa nuova una volta, Koala completava il quadro seduta sul loro  divano con una fetta di torta di riso a cui stava dando un morso. 
«Ma è buonissima!» sgranò gli occhi, il sapore ancora sulla lingua. 
«Ci ho messo la marmellata di arance amare» si limitò a ribattere Law.
Non era come se avesse mai avuto in programma di invitarla lì. A dirla tutta, non l'aveva neanche invitata in senso stretto. 
Aveva la giornata di riposo e gli era venuta voglia di quel dolce che sapeva di infanzia e di inverno. Che poi Sabo avesse avvisato che non mangiava e che Pen si fosse fatto un panino da portarsi in camera dov'era stato rintanato tutto il giorno, era stato un caso. Così com'era stato un caso averla trovata nella sua cucina nello stesso momento in cui lui era nella propria a mettersi insieme una cena in solitaria. Le chiacchiere erano state inevitabili, la latitanza dei suoi coinquilini era venuta fuori casualmente, e che poi Koala gli avesse proposto di mangiare insieme gli era sembrato solo naturale. 
«Sono curiosa. Sabo e Pen hanno mentito sul tuo conto o sei un clone alieno di Trafalgar Law?» guizzò con gli occhi Koala e Law la guardò di striscio, tornando poi a fissare senza vederle, le fiamme olografiche del caminetto. 
Avrebbe potuto rispondere caustico, chiederle se non si fosse fatta ormai un'autonoma idea di lui in quel quasi mese di conoscenza. Ma la verità era che Sabo e Pen non avevano mentito, e come lo sapeva lui lo sapeva anche Koala. Ed avendo Koala il privilegio di un Law ben più aperto rispetto alla media storica, osava di più della media delle sue conoscenze. 
Law non poteva biasimarla, glielo aveva concesso lui, pur consapevole di avere di fronte una creatura estremamente curiosa. Se poi Koala desiderava qualche dettaglio più approfondito, era solo reciproco scambio visto che lei si era aperta senza riserve praticamente da subito. 
«Sono uno degli uomini più tamponati della città, non sono mai dovuto stare sigillato in casa a nessun lockdown, e al tempo stesso quando stacco al lavoro ho la scusa perfetta per non dover socializzare a tutti i costi. Senza che nessuno insista per farmelo fare» ammise, con una scrollata di spalle, girandosi poi verso Koala, in attesa di un commento, che arrivò dopo un momento di riflessione. 
«Tu non sei il Grinch» lo scrutò lei. «Tu sei più tipo il vecchietto di Up. Vuoi essere lasciato in pace da tutti tranne che dal tuo cane e dai due minorenni che vivono con te» affermò, indicando con un cenno del capo verso la zona notte, da cui Sabo e Pen non erano ancora, e probabilmente non sarebbero affatto riemersi. 
Law non aveva idea di come prendere quella frase. Sapeva di essere vecchio dentro sotto certi punti di vista ed era la prima volta che qualcuno gli diceva che non era affatto il Grinch, eppure era poco incline a considerarlo un complimento. Non perché ci fosse qualcosa di male, ma perché in qualche modo sapeva che non era quello l'intento della ragazza. 
Era stata una constatazione. Quella frase era semplicemente Koala che metteva a parole un lato di lui che aveva appena scoperto e a Law quel pensiero non dispiaceva affatto. 
In fin dei conti, ormai, dividevano la casa e i drammi dei loro amici da venti giorni. Era normale che condividessero anche altro. 
«Come sta Ishley?» 
«Si tiene impegnata. Dipinge. Nella cabina armadio, dice che c'è la luce migliore» 
«Siamo circondati da artisti, insomma» 
«E non hai ancora sentito Kira quando canta il blues della sua gente» 
«È molto piacevole, immagino»
«Almeno quanto Sabo negli ultimi giorni» si mise in bocca l'ultimo pezzo di torta, Koala, mentre Law sospirava lentamente. 
«L'altro ieri mi sono quasi pentito di aver...» Law sgranò impercettibilmente gli occhi, stringendo appena le labbra. 
«Di aver?» 
Law la guardò di striscio, impassibile per alcuni istanti, per poi riaprire bocca e venire interrotto, prima ancora di aver fiatato, da Bepo che si gettava scodinzolante alla portafinestra. 
Si fissarono ancora una manciata di secondi prima di voltarsi entrambi per sbirciare oltre la testata del divano. 
«Nevica!» esalò Koala con occhi brillanti e Law percepì un piccolo brivido lungo la schiena. 
Perché, se c'era una caratteristica che Law aveva in comune con Bepo, indubbiamente era l'amore per la neve e per il freddo. E ciò nonostante in quel momento non si sarebbe voluto allontanare dal caldo salotto e dal divano rischiato dalla luce del caminetto elettrico, neppure per la sua tanto amata neve. 
«Ti sei quasi pentito di aver fatto quel buco nel muro?» 
Law si irrigidì, occhi ancora alla finestra e avrebbe potuto dargli fastidio quell'interruzione, se solo non lo avesse salvato dal pensiero che tutta quella situazione rasentava il romantico. 
Si girò a guardarla, in ginocchio sul divano, rivolta verso la testata. E la verità era che Law non si sarebbe infastidito comunque, perché il bello di quella situazione che rasentava il romantico era proprio che la stava condividendo con qualcuno. 
«Tecnicamente non l'ho fatto io» ghignò Law, colpito da quanto fosse perspicace, mentre si chinava a baciarle una spalla.
«Che fai?» lo guardò di striscio lei e Law sollevò solo lo sguardo. 
«Non c'è speranza che Sabo e Pen riemergano prima di domani ormai. Siamo soli» 
«Tecnicamente non lo siamo» 
Law segui la traiettoria dei suoi occhi, che si fermarono su Bepo, ansante vicino alla finestra. Poteva lasciarlo uscire per un po' a giocare nella neve, non si sarebbe allontanato e non esitò ad alzarsi e andargli ad aprire. Forse era stata la boccata di aria fresca ma si sentiva fin troppo euforico.
«Hai messo le mutande col vischio?» sorrise beffardo nel tornare al divano ma Koala non era da meno, in quanto a sorrisi beffardi. 
«Forse. E se anche fosse me ne sto pentendo» lo guardò eloquente e Law sospettò di avere appena ricevuto un miracolo di Natale quando ebbe l'impressione di aver capito cosa stesse facendo Koala. 
Perché probabilmente non era sembrata una situazione romantica solo a lui. E Law era conscio di quanto fosse difficile capire cosa pensasse realmente di certe situazioni, anche per Koala.
«Hai un modo tutto tuo di cercare rassicurazione» commentò Law e si sarebbe innervosito del silenzio di Koala se i suoi occhi non fossero stati così pieni di risposte e di domande, che Koala gli stava lasciando leggere. «Ho detto "quasi"» Law si allungò verso di lei e sul divano. «E io non sono un uomo da "quasi"...» la guardò sospirare suo malgrado, sdraiata sotto di lui. «...se non con le persone che trovo molto interessanti» 
Koala non riuscì a trattenere un sorriso, mentre si arrendeva e gli circondava il collo con le braccia. 
«Credevo amassi la neve»
«Sì ma tu odi il freddo» Law si abbassò a baciarla sul collo, senza scherno né provocazione nella voce. «Ci penso io» 
 
 
 
 
 
 
 

Angolo autrice: Si, lo so, l'ho fatto di nuovo. Che posso dire? Neve, caminetto acceso, scaldarsi facendo cose a me ispirano questi due. Spero abbiate apprezzato e grazie per essere passati di qui. Un bacione. Page.
  
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