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Autore: SarettaStyles1D    22/12/2020    0 recensioni
Uno sprazzo di vita di un(')adolescente.
L'apostrofo fra parentesi rappresenta la scelta di non aver specificato un genere all'interno della storia, così da potersi immaginare protagonisti.
Con questo mio scritto non intendo in alcun modo incentivare l'uso di sostanze illegali.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla fermata del pullman, resto distante dalla massa di studenti che parlano animatamente fra di loro. O almeno, questo è quello che immagino, dato che io non sento nulla oltre alla mia musica.

Appena arriva l'autobus, tutti in massa si schiacciano per entrare il più in fretta possibile. Sta piovendo forte. Aspetto che il marasma generale sia finito e salgo piano anche io.

Non vi sono più posti liberi, quindi mi schiaccio contro una finestra, reggendomi con la mano ad uno dei pali. Dopo qualche minuto si libera un posto, mi avvicino per occuparlo, ma subito qualcuno si siede prima che possa farlo io. Quindi mi fermo.

Passa qualche altro minuto e se ne libera un altro, più vicino a me, e riesco a sedermi, sfilandomi lo zaino e poggiandolo fra le mie gambe divaricate.

Adoro questa canzone, chiudo gli occhi. Sono proprio persa nella musica.

La mia solita mezz'oretta di camminata diventa una decina di minuti di pullman, quindici se c'è traffico.

La canzone finisce, apro gli occhi e prenoto la fermata.

Mi alzo recuperando lo zaino e mi avvio verso la doppia porta, quasi cadendo quando l'autobus frena per fermarsi.

Scendo, aspetto che l'autobus riparta e, dopo aver controllato le corsie, attraverso la strada. Giro l'angolo ed entro nel mio vialetto, dopo aver aperto il cancelletto con le chiavi. Salgo i due scalini del portico, mi fermo davanti alla porta di casa e recupero la chiave. Il mazzo mi cade, lancio uno sguardo esasperato al cielo e mi abbasso per recuperarlo. Trovo la fantomatica chiave e la inserisco nella serratura.

Una volta dentro casa, lancio lo zaino a terra vicino alla porta e tolgo le scarpe, riponendole nella scarpiera. Vado verso la cucina, apro il frigorifero e prendo un sorso di succo di frutta.

Mi muovo per mettere subito a bollire l'acqua per la pasta, aggiungendoci il sale.

Mi allontano tornando all'ingresso per togliermi giubbotto e sciarpa, ballando una canzone particolarmente movimentata.

Mi tolgo le cuffie, recupero lo zaino e salgo in camera mia. Appoggio lo zaino sotto la scrivania e le cuffie sopra di essa. Mi cambio i vestiti indossando qualcosa di più comodo per stare in casa, togliendomi quegli scomodi jeans.

Faccio il tutto con calma, lentamente, non ho fretta. Infatti quando torno in cucina, con il cellulare rigorosamente in tasca, l'acqua già sta bollendo. Butto la pasta, mescolo e infilo la mano in tasca.

Giro un po' Tumblr nei minuti in cui la pasta cuoce, successivamente la scolo e ci aggiungo un po' di sugo.

Mangio in silenzio, scorrendo le bacheche delle mie pagine sullo smartphone.

Hanno aggiunto una nuova funzione carina su Tumblr, dopo la provo, così come un nuovo filtro di Instagram.

Dopo aver finito, lavo le stoviglie e torno in camera. Mi sdraio sul letto, prendo il portatile dal comodino e apro YouTube. Passo il pomeriggio a guardare video di varia natura, non accorgendomi di mia sorella che è rientrata. La noto solo quando passa davanti alla porta della camera, salutandomi. Balzo leggermente sul letto - credevo di essere sola a casa - per poi ricambiare il saluto.

Meglio, mi ha un attimo svegliata. Mi alzo per andare alla scrivania e fare i compiti; comincio anche a studiare per la verifica di dopodomani.

***

Dopo cena, parlo un po' con mio padre sul divano, davanti ad un film d'azione che aveva precedentemente iniziato.

Do la buonanotte a tutti, prima di salire e rifugiarmi in camera.

Prendo un cappello dall'armadio e la coperta del mio letto, apro la porta-finestra che dà sul piccolo balcone della camera ed esco. Recupero l'accendino dalla tasca, voglio fare in fretta dato che non ho nemmeno la giacca.

Rientro, infreddolita, e lancio il cappello verso lo zaino: non so se l'ho mancato o meno.

Torno a sdraiarmi sul letto, con le gambe stese, recuperando il portatile e coprendomi bene con la coperta.

Cerco qualche informazione a proposito dei vaporizzatori, sembrano la scelta più intelligente e sana. Sì dai, domani ne cerco uno che non costi troppo.

Soddisfatta, spengo il portatile, alzandomi per posarlo bene sulla scrivania.

Vado in bagno per la solita "pipì-pre-nanna", torno in camera e mi infilo sotto le coperte.

Prendo il cellulare, controllo le notifiche e, successivamente, apro una scheda in incognito. Non ho voglia di una categoria in particolare, quindi niente siti specifici. Cambio idea e chiudo la scheda aperta, chiudo l'applicazione e apro Twitter. Da quando hanno oscurato i video per maggiorenni di Tumblr, hanno tutti ripiegato su Twitter. E han fatto bene.

Dopo un'ora, ho già messo in carica il cellulare, spento internet e sto guardando il soffitto della camera, al buio.

Cosa sto sbagliando?

Mangio sano.

Vado bene a scuola.

Ho una buona famiglia.

Ho un tetto sopra la testa.

Perché sento solo apatia?

Io ci ho provato a farmi degli amici, credo… Ma temo non cambierebbe molto.

Di una relazione non ne ho bisogno. Non mi interessa occupare il mio tempo con una persona in particolare.

E, anche se avessi amici, non mi interesserebbe ubriacarmi in qualche pub. La trovo una cosa stupida e inutile.

Non capisco la necessità.

Non capisco cos'abbia che non va.

Il problema sono io?

No.

   
 
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