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Autore: Fafanella    23/12/2020    8 recensioni
Un po' di romanticismo abbinato al Natale non guasta mai.
Il ramoscello di vischio ha un unico significato, anche dove questa festa viene vissuta diversamente.
1) Kojiro e Maki.
2) Genzo e Naoko.
3) Ryo e Yukari.
4) Jun e Yayoi
5) Hikaru e Yoshiko
6) Taro e Kumi
7) Tsubasa e Sanae
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23 DICEMBRE
 
 
E’ quasi Natale, da noi non si festeggia come nelle altre parti del mondo, qui le ragazze regalano cioccolata all’individuo di sesso maschile del quale sono innamorate.
Io per arrotondare e per continuare a mantenermi agli studi, ho accettato di fare questo lavoro al limite del ridicolo, ma molto ben pagato.
Ed eccomi qui, fuori dal centro commerciale a fare il cuore di cioccolata.
Che vergogna!
Ma vediamo il lato positivo, il costume che indosso è caldo e sono difficilmente riconoscibile.
Qualcosa di gelido si posa sul mio naso, alzo gli occhi al cielo e tanti piccoli fiocchi di neve scendono gioiosi.
Quando da ragazzina volevo nevicasse per saltare la scuola, non ne cadeva uno e adesso… Mi guardo intorno e sembra già posarsi… Che rabbia!
E’ inutile innervosirsi e soprattutto, questo lavoro mi consentirà di non toccare il fondo che mi ha aperto Kojiro.
Lui ce l’ha fatta da solo e ci riuscirò anche io!
Ancora sento la sua risata fragorosa mentre gli dicevo che avrei dovuto indossare questo costume. Fortuna che rientrerà in Giappone domani e per allora, questo lavoro sarà già diventato un ricordo.
Sbircio, attraverso le vetrine, l'ora sul grande orologio nel centro commerciale, ne mancano ancora due e avrò terminato.
Sorrido all’ennesimo passante, gli regalo un cioccolatino e anche il coupon con il buono sconto, poso un attimo il cestino e infilo i guanti, in genere mi danno fastidio, ma ora fa decisamente freddo.
Nel giro di poco intorno a me è diventato tutto bianco, sarà un problema anche tornare a casa.
Ok, pensa positivo Naoko, non lasciarti abbattere, pensa alla faccia di Kojiro quando si renderà conto che non hai toccato un centesimo dei suoi soldi e all’orgoglio che leggerai negli occhi di tua madre.
Faccio qualche passo e non bado alla piccola rampa per le carrozzine, che essendosi ghiacciata, è diventata scivolosa e… finisco di sedere a terra!
“AHI, CHE BOTTA!” urlo senza accorgermene.
Faccio un respiro profondo colmo di rassegnazione e cerco di alzarmi, ma con questo costume è una vera impresa.
Ok Naoko, sta calma, respira e cerca una soluzione.
Provo a darmi una spinta con un colpo di reni, ma l’imbottitura della punta del cuore rende vano qualsiasi mio tentativo.
Va bene dovrò chiedere la cortesia a qualche passante, poco distante da me parcheggia una moto, chi diavolo va in giro in moto con questa aria gelida?! Scende un tipo molto ben vestito, mi faccio coraggio e prima di alzare la voce per attirare la sua attenzione, mi rincuoro “Naoko Hyuga peggio di così non può andare, quindi metti da parte l’orgoglio e chiedi aiuto” stringo i pugni e quando riapro la bocca non ho il tempo di far uscire nessun suono, perché quel tipo togliendosi il casco afferma “In verità non c’è mai fine al peggio, tipo: sono quasi certo che tu sia la sorellina pestifera e maleducata di un mio compagno di nazionale che… in una partita di una vita fa, mi sbraitava contro, senza neanche conoscermi.”
Mi passo una mano sul viso mentre lui si piega sulle ginocchia e mi fissa, lo faccio anche io con fare assassino e aggiunge “Bene, bene, non mi sono sbagliato, sei la sorella di Hyuga, avete lo stesso sguardo accigliato.”
Incrocio le braccia, o meglio ci provo visto il costume che ancora sto indossando stesa su un marciapiede, ai piedi di Genzo Wakabayashi.
So che userà questa cosa contro mio fratello.
Hanno imparato a non pestarsi, ma non sono propriamente amici.
“Mi sembri in difficoltà, ti posso aiutare in qualche modo?”
“No, amo guardare la neve scendere dal cielo e tu sei un folle ad andare in giro in moto” alzo gli occhi al grande orologio, sono ancora in servizio e così aggiungo “Stavo facendo una pausa.”
“Mi era sembrato non riuscissi ad alzarti, ma avrò frainteso! Forse stavi solo cercando di mantenere in circolo il sangue. Per la moto hai ragione solo che me l’hanno appena consegnata e volevo provarla, però non mi aspettavo iniziasse a nevicare, vuol dire che la lascerò qui e andrò via in auto.”
Si solleva e mi sorride, non quel suo solito sorrisetto sornione, un bel sorriso a bocca piena.
Improvvisamente mi sento accaldata e senza che possa frenarmi in nessun modo “Ho finito la mia pausa, mi aiuteresti ad alzarmi?”
Si piega nuovamente e con quel sorrisetto sghembo “Non ho capito, cosa hai detto?”
“Ecco perché mio fratello ti ha preso spesso a pugni, sei irritante” e cerco di alzarmi da sola, ma più che un grande dolore agli addominali non ottengo, sotto il suo sguardo vigile e quella faccia da schiaffi compiaciuta “Ok, ok, aiutami cortesemente!” sbraito.
“Mi stai ordinando qualcosa?”
Respiro profondamente e cerco di migliorare la mia richiesta “Mi potresti aiutare a mettermi in piedi, per favore?”
Mi afferra la mano tornando retto e finalmente anche io riprendo a guardare il mondo nella giusta prospettiva.
Ruba un cioccolatino dal mio cestino e afferma “Preferisco le praline, ma non è male!” fa un passo, mi gira di forza e poi mi riporta di fronte a lui “Mi sembri tutta intera, quindi posso andare.”
Ho l’orgoglio sotto le scarpe, però il costume ha attutito il colpo ed effettivamente non mi sono fatta niente.
Mi toglie una po' di neve dai capelli, mi aggiusta il cerchietto con una freccia d’orata sopra, che avevo completamente dimenticato e mi fa vergognare ancora di più, mi sorride e mi saluta “E’ stato un piacere incontrarti sorella di Hyuga.”
“Non ne dubito affatto” e scompare oltre le porte scorrevoli.
Dopo un quarto d’ora dal bar del centro commerciale ci viene offerto del tè caldo, il ragazzo vestito da mochi al cioccolato domanda se è abituale o se dobbiamo ringraziare qualcuno, scopriamo che è stato Wakabayashi.
Non so cosa pensare, poi gli altri mi informano che questo centro commerciale fa parte delle loro proprietà e che hanno l’abitudine di cenare qui, all’interno del ristorante dello chef stellato Kiu Katenaka, ogni 23 dicembre.
Ora si spiega tutto.
Nel frattempo il mio turno è terminato e mentre mi dirigo verso gli spogliatoi, mi imbatto nuovamente in lui.
“Non dirmi che vuoi il mio autografo?” mi domanda con grande sicurezza.
“E cosa me ne dovrei fare?” replico spavalda.
Scoppia a ridere e afferma “Tuo fratello dice sempre che il tuo più grande pregio è anche il tuo più grande difetto.”
“E sarebbe? E poi da quando parli con Kojiro?”
“Che dici sempre ciò che pensi! E’ un chiacchierone negli spogliatoi e tu sei fra i suoi argomenti cardine.”
“E’ vero, dico sempre quel che penso!” e mi tolgo il frontino.
“Proviamo, ti va?”
“Cosa?”
“Io ti faccio una domanda e tu mi dici quel che pensi veramente.”
“Ok, ci sto!” affermo con arroganza, cosa mai potrebbe chiedermi? Nulla a cui non vorrei rispondere, non mi conosce e non può domandarmi niente di imbarazzante. Lo fisso in attesa e tolgo i guanti, qui dentro fa più caldo.
Solleva lo sguardo un solo secondo, poco oltre la mia figura, sorride e mi trascina qualche passo più a destra rispetto a dove stavamo.
“Cos’è, qualche fan troppo esuberante? O non vuoi farti vedere con un mega cuore con le gambe?”
“Eravamo d’intralcio” sostiene, ma ha un’aria furba che mi mette in allerta, meglio velocizzare i tempi “Allora, questa domanda?”
Si avvicina e con fare sicuro “Ti comporti così con tutti i ragazzi o sono io a farti sfoderare gli artigli?”
“Sei tu!” asciutta e senza esitazioni, la sua reazione però mi fa tremare le gambe; perché sorride compiaciuto? Meglio se gli puntualizzo “Non è una cosa di cui essere fieri, Wakabayashi.”
“Perché non dovrei? Se lo fai solo con me, indipendentemente da quale sia il motivo, è qualcosa che resterà mio per sempre” mi ruba un altro cioccolatino e mi domanda ancora “Ho forse torto? E’ pur sempre un primato.”
“Ma che dici? E cosa te ne faresti di un primato del genere? Sei proprio un tipo strano, ha ragione Kojiro” lo supero per andarmi a cambiare, ma mi afferra per un braccio e nel girarmi lo trucido, cosa che sembra compiacerlo anziché disturbarlo.
“Se proprio mi vuoi regalare il tuo sguardo truce, la posta in gioco dovrebbe essere più alta” mi indica qualcosa sopra le nostre teste ed è del vischio.
Scoppio a ridere e gli domando “Oddio, allora è vero che fai il Casanova per hobby!”
“Non era questa la reazione che mi aspettavo” dice imbronciato, facendomi ridere di più.
Fa spallucce e mi chiede “Come mai una Hyuga fa il cioccolatino umano?”
“Per iniziare la mia scalata alla conquista del mondo.”
“Progetto impegnativo.”
“Ambizioso.”
“Tuo fratello dice che studi marketing o qualcosa di simile.”
“E’ giusto, ora però devo andare, altrimenti perdo l’ultimo treno.”
Mi ferma ancora, mi rimette il cerchietto, mi libera i capelli dall’imbottitura lasciandomeli ricadere sul lato destro e mi dà un casto bacio… sulla fronte.
Si allontana stringendo un occhio e aspettandosi, con ogni probabilità, una mia reazione violenta, ma la verità è che mi ha spiazzata, così argomento “Sei salvo, solo perché siamo ancora sotto il vischio e…  tranquillo non lo riferirò a mio fratello, non voglio far perdere alla nazionale uno dei suoi giocatori.”
“E’ stato… è stato bello incontrarti” replica.
Sorrido e inizio a camminare all’indietro, mi volto e proseguo spedita verso gli spogliatoi, con una strana sensazione allo stomaco.
 
…5 anni dopo… sempre il 23 dicembre…
 
Scendo rapidamente al piano terra, le decorazioni delle scale mobili vanno sistemate, potrebbero bloccare il meccanismo e soprattutto qualcuno potrebbe farsi male.
Mi avvicino a passo spedito a Katai, il tuttofare, lo trovo a sorseggiare una tazza di tè bollente, un ricordo mi attraversa la mente e mi volto a guardare oltre le vetrate del centro commerciale, anche i ragazzi travestiti da dolciumi giganti ne stanno bevendo. Do le mie direttive e puntualizzo “Te la reggo io la tazza, ma mi occorre che quei festoni vengano sistemati rapidamente!”
Annuisce e ci avviamo, risolviamo il tutto rapidamente ed esco fuori.
Fa freddo esattamente come quella sera.
Inspiro profondamente e alzo gli occhi al cielo, non mi dispiacerebbe se qualche fiocco di neve venisse giù adesso.
“Signora la cerca il Signor Wakabayashi!” mi informa Katai, distogliendomi dal mio ricordo.
“Certo, lo raggiungo subito nel suo ufficio!”
“Non il Direttore generale, il Signor Wakabayashi Genzo.”
Improvvisamente mi tremano le gambe, cerco di mantenere le apparenze, sono il vice direttore del Marketing, non posso mica avere reazioni puerili?!
“Certo, dove lo posso trovare?”
“E’ nel suo ufficio, Signora.”
“Mi farebbe la cortesia di farlo scendere e di dirgli di aspettarmi nei pressi delle porte degli spogliatoi del personale?”
“Sì, Signora!”
Cerco con lo sguardo fra i cioccolatini giganti e in lontananza la vedo, la povera ragazza che indossa il mio mega cuore.
Mi avvicino, le chiedo in prestito il cerchietto con la freccia dorata e le rubo qualche cioccolatino dal cesto, che successivamente dispongo come le briciole per pollicino e mi nascondo dietro una colonna.
Lo vedo arrivare, so per certo che non si occupa affatto degli affari di famiglia, non sa neanche che lavoro per lui, o meglio per suo padre, quindi mi incuriosisce molto che voglia parlarmi. E’ probabile che gli sia stato imposto di salutare lo staff o per lo meno i direttori e i vice.
Il primo cioccolatino non lo vede affatto, ma il secondo attira la sua attenzione, si china e sorride incuriosito.
Alza gli occhi e vede il terzo, è sempre più colpito e un gran bel sorriso gli si dipinge sul viso, l’ultimo è proprio sotto un’immensa palla di vischio.
Gli arrivo alle spalle, indosso il cerchietto e schiarendomi la voce “Cosa posso fare per lei Signor Wakabayashi?”
Si volta con un’espressione che andrebbe immortalata, fra l’incredulo e il piacevolmente colpito.
“Mio… mio padre mi ha… mi ha chiesto…”
“Di salutare lo staff, tuo padre ci tiene a certe formalità.”
“Io… io… non mi aspettavo… sì, io…”
“Se proprio mi vuoi regalare il tuo balbettare, la posta in gioco dovrebbe essere più alta!” e lo induco ad alzare la testa.
Nel frattempo mi avvicino a lui e quando la riabbassa lo bacio delicatamente sulle labbra, è sempre più incredulo, così affermo “Avresti dovuto farlo tu cinque anni fa. Non dovresti dirle certe cose, se poi non passi all’azione!”
Sorride e replica “Giusto! Tu dici sempre quel che pensi. Ma vedi, cinque anni fa avevi piani di conquista mondiale e… mi hai molto impressionato e…”
“Spaventato. Sì, faccio questo effetto!”
“Sì, fai questo effetto!” ripete avvicinandosi e domandandomi “Come va con i tuoi piani di conquista?”
“Non lo so, dimmelo tu.”
Ride e mi bacia appassionatamente, si allontana e con una faccia furba “Questa freccia che hai nei capelli, non mi dispiace affatto, possiamo rubarla?”
Rido a mia volta e nego con la testa.
“Neanche se facessi pressioni…” e mi stringe di più “Sulla vice-direttrice del Marketing?”
Gli faccio il mio sguardo truce e lui precisa “Non ho pensato a nulla di perverso, giuro. Era per aver un cimelio!”
“Certo, ti sto credendo Genzo.”
“Dov’è finito Signor Wakabayashi?”
“Non ho idea di dove sia tuo padre adesso” assottiglio lo sguardo e gli tamburello il petto con le unghie, trattenendomi dal ridere.
“Continuo ad avere il mio primato… mi piacciono gli artigli… ora sì che ho pensato a qualcosa di perverso.”
“Kojiro ti aspettavo solo fra un paio d’ore” dico con voce squillante.
Genzo si irrigidisce all’istante e sussurra “Non tutti gli artigli mi piacciano. Dopo che mi avrà pestato ricordati che dovrai essere molto, molto carina con me.”
 
 
 
 
 
 
NOTE: DEVO FARE I MIEI PIU’ SINCERI AUGURI A UNA DELLE MIE LETTRICI PIU’ AFFEZIONATE, LA QUALE E’ DIVENTATA ANCHE UNA MIA CARISSIMA AMICA. BUON COMPLEANNO STERNBOZZOLA. IL GIORNO DEL MIO GENZO/BENJI IN GENERE E’ IL GIOVEDì, MA PER FARTI UN PICCOLO REGALO L’HO ANTICIPATO DI UN GIORNO.
AUGURIIIIIIIIIII KISS KISS!
P.S. DATO CHE LA GIOVENTU’ TI STA ABBANDONANDO VOLEVO SEGNALARTI IL BONUS OCCHIALI, NON VOGLIO PERDERE UNA LETTRICE PER MANCANZA DI DIOTTRIE… AHAHAHAHAHAHA. LO SAI CHE TI VOGLIO BENE! KISS KISS KISS!
   
 
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