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Autore: Signorina Granger    23/12/2020    5 recensioni
Piccola Raccolta a tema natalizio dedicata ad alcuni personaggi e coppie di storie concluse o ancora attualmente in corso🎄❤️
Enjoy
I. Christmas Dinner
II. Last Christmas
III. Christmas Tree
IV. Can I have this dance?
V. Happy Birthday
VI. Letters to Santa
VII. Advent Calendar
VIII. Secret Santa
IX. Ice Skating
X. Holiday sleepover
XI. Christmas Marathon
XII. Christmas photoshoot
XIII. Christmas Eve of and extended family
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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II. Last Christmas


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“La cena è pronta, ti stiamo aspettando per tagliare il tacchino. Vuoi scendere?”

Loki annuì e si alzò con un sospiro, anche se prima di seguirla fuori dalla stanza decretò di dover prendere una cosa. Ebe lo guardò cercare qualcosa con la fronte aggrottata e la strega sgranò gli occhi scuri quando lo vide mettersi degli straccali rossi che lei conosceva molto bene.

“Immagino non sia necessario sottolineare che il primo che farà una foto o un commento farà una brutta fine, vero?”

Ebe non rispose, ma in compenso lo abbracciò appoggiando la testa sul suo petto, lasciandolo di stucco. Per qualche istante il mago non si mosse, poi alzò gli occhi chiari al cielo e le diede qualche colpetto sulla schiena, sibilando che tutto quell’affetto lo commuoveva ma che non era affatto necessario.

“Taci per una volta, elegantone. Forse un giorno ti vorrò anche bene. Ma non oggi.”
“Che sciagura… Ahia!”

 
Un anno dopo
 
 
Loki Lokied EbeEbe
 
 
Una canzone così terribile da far venire voglia di nascondere la testa sotto la sabbia a qualsiasi struzzo riempiva il salotto del cottage completamente immerso nell’atmosfera del Natale.
Qualsiasi cosa trasudava Natale, in quella villetta di mattoni dove viveva da ormai quasi un paio d’anni: le luci all’esterno, le renne finte di legno che una stramba nanetta aveva montato con gioia disarmante, l’enorme albero decorato nel salotto, le ghirlande ed i festoni, il profumo di tacchino e di biscotti alla cannella che stuzzicava l’appetito di tutti provenienti dalla cucina.
Persino i suoi abitanti sembravano più felici e allegri del solito, ciascuno con qualcosa di rosso o con renne e fiocchi di neve addosso.
 
O meglio, quasi tutti.
Louis Murray, Loki, il Peccato della Lussuria con il simbolo dell’ariete tatuato sul corpo, stava cercando di restare immune a tutta quella roba isolandosi sulla sua poltrona, vestito di scuro come sempre e con un libro pieno di versi francesi in mano.
Le gambe accavallate, un paio di occhiali dalla montatura circolare sul naso, il mago stava cercando di contrastare l’aura natalizia con tutto se stesso, così come quella terribile canzone.
 
Non lo stupiva che la persona a cui si rivolgeva l’autore avesse gettato il suo cuore, lui a sentirsi dedicare una simile lagna avrebbe fatto molto di peggio.
 
“Laaaaaaaaaaast Christmas, I gave you my heart!”
 
Un sospiro appena percettibile lasciò le sue labbra sottili quando udì una voce. Non una qualsiasi, quella di una delle sue coinquiline, compagne e “colleghe”.
Colei che più di ogni altra cosa gli rendeva impossibile estromettersi completamente dal melenso e zuccheroso clima natalizio.
 
Sollevò appena la testa, Louis, e lanciò un’occhiata di sbieco da sopra gli occhiali alla fonte di quella voce. Se la canzone era terribile di per sé, l’aggiunta della voce di Ebe la rendeva degna di un girone infernale.
 
“Mi domando sempre perché tu lo faccia.”
But the very next day, you gave it away! Thiiiiiiiiiiiiis year… fare cosa, elegantone?”
 
Sorrise, Ebe, le morbide labbra carnose dipinte di un rosso abbinato al maglione che indossava. Un sorriso che sapeva riempire ogni stanza in cui la strega si trovava e arrivare ad ogni cuore. Forse persino al suo.
La strega, che stava sistemando il puntale dorato in cima all’albero in punta di piedi – Loki era pronto a vederla inciampare e crollare sul tappeto portandosi dietro albero e decorazioni da un momento all’altro – , saltò giù dallo sgabello con evidente soddisfazione mentre lui, tornando a guardare il libro, rispondeva cercando di ignorare le note che uscivano dal giradischi.
 
“L’impegno che metti nel rendere tutto così… natalizio. Lo fai perché ti piace il Natale o per farmi dispetto?”
“Oh, Loki, darti arie pensando che tutto ruoti attorno a te e al tuo sedere è molto… Beh, da te. No, amo il Natale e basta, e che c’è di male? Capita solo una volta all’anno!”
“Deo gratias…”
Il volto pallido del mago venne attraversato da una debole smorfia: la sola idea di subire quella roba più di una volta all’anno faceva sembrare Azkaban un villaggio vacanze.
 
“… to save me from tears, I'll give it to someone special! Avanti, datti una mossa Scrooge.”
 
La strega, i lunghi capelli scuri raccolti in una coda alta e una camicia bianca che faceva capolino da sotto il maglione scarlatto con delle renne bianche e fiocchi di neve ricamati – anche se, Loki doveva concederglielo, era comunque migliore rispetto a quello con la renna pelosa dell’anno precedente – sorrise di nuovo mentre porgeva una mano verso di lui.
Lui che la guardò, sinceramente perplesso – era una novità non comprendere la gente, ma quella strega era più imprevedibile del tempo atmosferico – e senza capire cosa volesse mentre sorrideva e muoveva i piedi a ritmo di musica.
 
“Cioè?”
“Pf, non sai che non si dice mai di no ad una signorina che ha voglia di ballare? Che razza di seduttore sei, tu?”
“Uno che non balla questa roba. Anzi, nessuno balla questa roba, solo tu.”
 
Ma la piccoletta non demorse. Non demordeva mai. Sorrise e lo prese per mano, costringendolo ad alzarsi e ad abbandonare Charles Baudelaire. Fece per togliersi gli occhiali, Loki, ma prima di rendersene conto era in piedi in mezzo al salotto con una mano sulla schiena di Ebe e l’altra che stringeva quella color caffelatte di lei, che era alta alcune spanne in meno e che gli arrivava al petto.
Sbuffò, ormai impossibilitato ad andarsene – tanto valeva accontentarla, così l’avrebbe lasciato in pace per un po’, come una bambina a cui badare – mentre Ebe ridacchiava e li faceva girare su loro stessi.
 
“Ovviamente non hai messo gli straccali dell’anno scorso, vedo.. tranquillo, ti ho comprato un maglione abbinato al mio!”
“Sai che non lo metterò mai, vero?”
 
Louis inarcò un sopracciglio mentre le faceva fare un giravolta, guardandola sorridergli e chiedendosi, in cuor suo, perché non lo chiedesse a Flagro, di ballare con lei.
 
“Magari non quest’anno, ma un anno fa avresti detto che ti avrei convinto a ballare con me? L’anno prossimo tutto sarà possibile, il mio Scroogie sta crescendo e sono fiera di lui.”
 
Loki alzò gli occhi al cielo, ma decise di non contraddirla mentre, sorridendo, lo faceva girare a sua volta.
 
“Siamo tornati, abbiamo preso quella maledetta melassa per la torta… Che succede?!”
Flagro, in piedi sulla soglia, strabuzzò gli occhi mentre Alanis, accanto a lui, quasi perdeva la mascella: Ebe e Loki, lui vestito di tutto punto e lei con calzini di lana a tema natalizio abbinati al maglione, ballavano scompostamente e tra le risate di lei, che lo abbracciava stringendolo per il petto mentre il mago la faceva girare sollevandola leggermente da terra.
 
“PORCA PRISCILLA…. MAC, CHIAMA UN’ESERCISTA!”
Alanis attraversò di corsa la stanza e raggiunse trafelata la cucina, con Flagro che cercava di non ridere: appoggiò tutto in un angolo e poi, dopo aver salutato i due sfilandosi il cappotto, seguì la strega sollevandosi le maniche del maglione sugli avambracci.
 
 
Loki si fermò, rimettendola sul pavimento prima di scuotere la testa, un accenno di espressione divertita sul volto pallido e dagli zigomi leggermente sporgenti:
 
“Sei impossibile, piccoletta.”
“E’ vero, ma l’anno scorso hai quasi calpestato il mio cuoricino… per fortuna quest’anno sei un po’ un altro Loki. Sempre noioso e vanesio, ma un po’ meno Grinch. Ti voglio bene, elegantone.”
 
Abbracciandolo e sollevando la testa verso di lui, ormai ferma sul tappeto mentre la canzone cambiava, Ebe sorrise. Di nuovo, il suo sorriso riempi la stanza più della musica che usciva dal giradischi, e forse arrivò persino al suo cuore.
 
 
   
 
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