Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Signorina Granger    23/12/2020    3 recensioni
Piccola Raccolta a tema natalizio dedicata ad alcuni personaggi e coppie di storie concluse o ancora attualmente in corso🎄❤️
Enjoy
I. Christmas Dinner
II. Last Christmas
III. Christmas Tree
IV. Can I have this dance?
V. Happy Birthday
VI. Letters to Santa
VII. Advent Calendar
VIII. Secret Santa
IX. Ice Skating
X. Holiday sleepover
XI. Christmas Marathon
XII. Christmas photoshoot
XIII. Christmas Eve of and extended family
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Some Christmass Tales
 
 


I. Christmas Dinner 

b4aa67af3a77197fe2d873eff1d43888


24 Dicembre 2008, Londra, 6:30 pm

 
Audrey Simmons, AudreyHenry Simmons Henry
e Erik Murray Erik
 
 
La morbida sciarpa rossa di cashmere che si era avvolta con cura attorno al collo prima di uscire le solleticava dolcemente il mento, e i suoi stivali neri affondavano nella soffice coltre di neve creando delle impronte sul marciapiede.
Audrey Simmons abbassò lo sguardo con un sorriso colmo di tenerezza mentre guardava il bambino che teneva per mano saltellare sulla neve per creare più impronte possibili lungo la strada, un berretto blu con pompon in testa e sciarpa abbinata che gli copriva metà del visino sorridente.
“Ti piace la neve, mi amor?”
Sì, non è male, ma preferisco guardarla da una finestra, al caldo, invece che stando per strada…”
 
“Non stavo parlando con te, Murray.”
L’espressione dolce della strega mutò rapidamente, facendosi improvvisamente torva mentre scoccava un’occhiata eloquente al ragazzo che stringeva l’altra manina guantata del bambino.
Erik, i corti capelli biondi pieni di piccoli fiocchi di neve, si sistemò la sciarpa nera con la mano coperta dal guanto di pelle scoccando all’amica un’occhiataccia, sibilando qualcosa che il piccolo Henry – impaziente di giungere a destinazione – non udì:
 
“Hai mangiato latticini a pranzo, Audrey?”
“No, perché?”
Chiedo, ti sento quasi più acida del solito… Henry, devi insegnare alla zia che se non si comporta bene Babbo Natale non le porterà neanche un regalo.”
“Ma Tia Odri è buona, quindi avrà sicuramente un regalo!”
Henry alzò lo sguardo sullo “zio”, così chiamava da che aveva imparato a parlare il migliore amico della donna che lo stava crescendo, mentre la suddetta strega sorrideva soddisfatta:
“Sentito? Sono buona, io.”
“Guarda che me la riprendo subito, la sciarpa che ti ho regalato.”
“Dovrai passare sul mio cadavere, fatti sotto.”
 
 
Nel frattempo, ad un paio di isolati di distanza
 
Maxine, MaxineHunter Hunter
e Penny
Penelope
 
 
Hunter infornò le lasagne e si pulì le mani sullo strofinaccio che la sua “assistente” – così aveva battezzato la fidanzata per la serata – gli passò con un sorriso carico di soddisfazione: anche quella era fatta. Forse sarebbe davvero riuscito a superare il cenone illeso mentalmente.
“Bene, il dolce è pronto, l’arrosto e le patate li mettiamo in forno mangiando le lasagne… gli antipasti?”
“Pronti chef.”
Penelope, in piedi accanto al ragazzo con i lunghi capelli biondi legati sulla nuca e un grembiule bianco allacciato in vita sopra alla minigonna in tartan, sorrise allegra e accennò ai piatti pieni di tartine e alle ciotoline di salse che aveva allineato sul tavolo.
“Bene. Non ci resta che preparare le verdure e la purea… MAX! Cosa stai facendo?! Ti ho bandita dalla cucina!”
Hunter si era voltato su se stesso per prendere la bacchetta e riordinare – con gli ospiti in arrivo, di certo non aveva tempo di pulire manualmente – quando aveva colto in flagrante la sorella maggiore: Maxine, avvicinatasi quatta quatta al tavolo con una ghirlanda rossa attorno al collo a mo’ di boa di struzzo, stava per portarsi alle labbra un cucchiaino di salsa al tonno e cipolla rossa. Il mago sbuffò e indicò perentorio la “linea” che aveva tracciato sul pavimento usando una ghirlanda argentea tre ore prima, ordinando alla sorella di non oltrepassarla mentre cucinava.
 
“Ma ho fame! E c’è tutto questo buon profumino…”   Maxine, inghiottita in fretta la salsa, si affrettò a sorridere speranzosa al fratello e a sfoggiare il tono più lacrimoso di cui era capace. Lanciò anche un’occhiata implorante a Penny, che sorrise debolmente mentre si rivolgeva al fidanzato trattenendo una risatina:
“Dai Hunter, dalle almeno un crostino…”
“Penny, tu non sai di cosa è capace questa strega. Appena entra in una cucina in qualche parte del mondo c’è un cataclisma.”
“Non è vero, ho solo fatto esplodere delle cose un paio di volte, ma sono certa che capiti a tutti!”
“E a chi?!”

 
“Oh, non è affatto giusto, tu e Erik mi… mi bistrattate, ecco cosa. Me ne vado in camera mia, finchè non arrivano.”
Maxine alzò la testa e si allontanò a grandi passi e col naso per aria, sdegnosa, mentre Penelope cercava di non ridere e di fa ragionare il fidanzato:
 
“Posso portarle uno spuntino, almeno?”
“Penny, te lo dico sempre, sei troppo buona. Tranquilla, farà la vittima per venti minuti, quando impiatterò la cena correrà qui per sfamarsi.”
 
*
 
 
“Pensi che la gente smetterà mai di prenderci per un’allegra famigliola quando usciamo con Henry?”
“No, penso proprio di no. Di certo quando tu mi insulti in mezzo alla strada e informi le persone sconvolte di passaggio che sono un marito adultero non aiuta…”
“Cosa vuol dire adultero?”
“Te lo dirò quando avrai sei anni, mijo.”
 
Henry aggrottò la fronte, si guardò la manina sollevando tre dita mentre saliva le scale tenendo l’altra stretta in quella della zia. Sollevate le altre due per cercare di capire quanto tempo ci sarebbe voluto il bambino, non potendo contare sull’altra, dopo essersi scervellato per qualche istante si rivolse disperato allo zio, chiedendogli quanto tempo mancasse ai suoi sei anni.
“Quasi tre anni, campione.”
“Io voglio saperlo oggi!”
“Te lo dirà la zia Max, allora. Forza, vai a bussare.”
 
Giunti sul pianerottolo giusto Audrey indicò la porta coperta da ghirlanda e festoni natalizi al nipotino, che sorrise allegro e trotterellò verso la porta prima di bussare.
Fu Penelope ad aprire, sorridendo allegra al bimbo prima di invitarli ad entrare.
 
“Avete nascosto i regali, vero?”       Audrey si sfilò la sciarpa rossa e mormorò quelle parole in un sussurro quasi minaccioso mentre Henry, sorridendo, schizzava verso l’albero chiedendo quando sarebbe arrivato Babbo Natale. Penelope, chiusa la porta alle spalle di Erik, annuì e sorrise, accennando alla porta della stanza della “cognata” quando si rivolse ad Erik:
“Ma certo. Max è in isolamento in camera sua, comunque… Vuoi pensarci tu?”
“Che cos’ha?”
“Si è offesa perché Hunter l’ha severamente bandita dalla cucina… Sai com’è.”
Audrey ridacchiò, sfilandosi il cappotto nero mostrando un tubino rosso carminio prima di raggiungere Hunter in cucina. Solo all’ora Erik notò che i suoi stivali erano diventati delle vertiginose decolletè nere a spillo, ma preferì non farsi domande – era ormai fatto noto che la sua amica in fatto di scarpe avesse poteri straordinari persino i canoni magici – e fece cenno al bambino di avvicinarglisi con tono serio:
“Ci penso io. Henry, vieni qui, ho una missione da darti.”
“Che cosa?”   Henry, ancora bardato con sciarpa, guanti, berretto e giubbotto, corse da lui con gli occhi scuri luccicanti, emozionato.
 
“La zia Max è triste, devi andare a consolarla, intesi?”
Erik gli sfilò berretto, sciarpa e guanti, e lo aiutò a togliersi il giubbotto prima di arruffargli i riccioli castani. Il bimbo, che indossava un maglione dello stesso colore del vestito della zia con un orsetto ricamato sopra, il colletto bianco di una minuscola camicia che spuntata sotto di esso, annuì con la stessa serietà che avrebbe avuto un Auror in procinto di accettare un incarico.
“Sì. Tià Maaaaaaaax!”
 
“Bene, tornerà allegra come sempre in cinque minuti. Ehy, ma dov’è il musone?!”
“Erik, non chiamarlo così.”
 
Audrey, appoggiata al divano con cucchiaino e ciotola di salsa in mano, lo rimbeccò senza alzare lo sguardo su di lui mentre Penny apparecchiava magicamente il tavolo allungato affinchè ci stessero tutti.
“Sì, va bene, come ti pare… Cosa mangi? Fammi assaggiare.”
Raggiunta la strega, Erik cercò di sottrarle il cucchiaio con scarsi risultati, scatenando un’espressione scandalizzata sul bel volto della ragazza, che si ritrasse con una prontezza di riflessi dovuta ad anni di addestramento:
“E molla la mia salsa, avvoltoio!”
“Mollala tu, ingorda! Guarda che se ti ingozzi poi non ti entreranno più, i tubini.”
 
Il bel volto di Erik venne trasfigurato da un sorrisetto malandrino, gli occhi azzurri luccicanti mentre un’espressione offesa si faceva largo sul viso di Audrey, che lo colpì sulla spalla:
 
“COSA HAI OSATO DIRMI? Brutto cafone!”
“Egoista in tacchi a spillo!”
 
Penelope stava mettendo i segnaposti quando alzò gli occhi al cielo, ringraziando mentalmente che Hunter fosse in bagno mentre i due si contendevano la ciotolata con ardore.
Per fortuna aveva messo quei due seduti ai capi opposti del tavolo, come saggiamente suggerito da Max poco prima.
 
“Ma che succede… Ehy! Non dovete mangiarvela adesso, quella!”
Hunter, uscito dal bagno, incrociò le braccia al petto e rivolse uno sguardo truce ai due, che si bloccarono di scatto proprio quando Erik era appena riuscito ad appropriarsi dell’ambita salsa.
Audrey, dopo un istante si esitazione, si ridestò e scosse la testa muovendo le morbide onde lunghe fino alle spalle, lanciando all’amico la sua occhiata più sprezzante:
Ma insomma Erik, ti pare il modo? Vai ospite a casa altrui e ti metti a mangiare di soppiatto prima di cena? Insomma, un po’ di creanza! Uomini…”
 
Penelope si premette una mano sulla bocca, cercando di trattenere le risate mentre Erik guardava, umiliato e offeso, l’amica fare il giro del divano con nonchalance e sedervisi sopra accavallando elegantemente le gambe.
“Ma… ma… Tu, brutta…”
Il mago assottigliò pericolosamente lo sguardo, giurandole vendetta mentre Hunter, sbuffando, gli prendeva la ciotola dalle mani:
“Questa ma le riprendo, se non ti dispiace. Mi sembra di gestire un asilo, e dire che c’è n’è solo uno, di bambino. A proposito, dov’è Henry?”
“In missione, che domande.”
 
 
“Tia? Dove sei?”
Henry aprì la porta timidamente, facendo cigolare i cardini prima di scorgere la strega distesa sul piumone blu del suo letto.
“Feliz Navidad, Tia!”
Il volto dalla pelle olivastra del bambino si illuminò mentre correva verso il letto, salendoci sopra con un enorme sorriso rivolto alla strega:
“Grazie tesoro, anche a te. Sei pronto per i regali?”
“Sì, Tia Odri dice che sono stato bravo quest’anno, quindi avrò di certo qualcosa.”
“E’ ovvio, che domande, sei il bambino più bravo del mondo.”
 
Maxine sorrise, dandogli un pizzicotto sulla guancia prima di abbracciarlo. Henry si lasciò piacevolmente coccolare per qualche istante ma poi, rimembrando qualcosa, si affrettò a parlare di nuovo con la dolce vocina squillante che conquistava chiunque incontrasse:
“Tia, che cos’è adultero?!”
“Chi l’ha detto?”
“Tia Odri a Tio Erik.”
“Come sarebbe a dire?! Vieni piccolo.”
 
Maxine scattò in piedi e allungò, seria in volto, una mano per prendere quella del bambino, che innocente e incurante si lasciò trasportare fuori dalla stanza con un sorriso allegro sulle labbra.
Henry adorava gli amici di sua zia. Erano tutti un po’ strani, ma molto divertenti.
 
 
“MURRAY!”
“Ciao Max, finalmente sei uscita.” Erik si era alzato dal divano con un sorriso, pronto a salutare la fidanzata con un bacio che, però, non arrivò: Maxine, seria in volto, lo raggiunse con sguardo fiammeggiante e poi lo colpì alla spalla sinistra, facendolo gemere di dolore: ancora gli doleva la destra, dopo il manrovescio donatogli generosamente da Audrey poco prima.
 
“AHI! Smettetela di picchiarmi, dannate streghe!”
“Mi spieghi perché Audrey ti da dell’adultero?! Non che siamo sposati, ma comunque… parla, Murray!”
“Ma io che c’entro… lo sapevo che dovevo starmene a casa, stasera.”
 
 
HazeHaze
 
 
Haze salì le scale due gradini alla volta e lanciando occhiate preoccupate all’orologio: Audrey non era mai in ritardo e teneva molto alla puntualità. Non poteva far altro che pregare che la fidanzata non attentasse alla sua vita sotto al vischio, invece di baciarlo.
 
Fu Penny ad aprirgli la porta e ad accoglierlo con un sorriso, ma la pace durò ben poco: aveva appena messo piede nell’appartamento con la cassa di bottiglie in mano quando scorse Maxine ed Erik a litigare vicino all’albero mentre Audrey, seduta beatamente sul divano con Henry vicino ad abbracciarla, sorseggiava del vino con nonchalance ed eleganza innata, facendo dondolare debolmente una gamba.
 
“Emh… che succede, esattamente?”
Penelope sospirò mentre prendeva il suo cappotto, mormorando che preferiva starne fuori mentre Hunter imprecava contro chiunque avesse saccheggiato gli antipasti.
“AUDREY, puoi dire a Max che scherzavi, quando mi davi dell’adultero?”
“Oh, come vorrei, ma proprio non ricordo…”
“Tia, c’è Heiz!”
 
Henry saltò giù dal divano e corse da lui sollevando le braccia nella sua direzione, facendolo sorridere mentre lo prendeva in braccio:
“Ciao campione… che cosa fanno questi matti?”
“No sè, Tia dice che sono scemi, ma che gli vuole bene comunque.
 
Henry sorrise, e il mago ricambiò mentre Audrey, alzatasi in piedi e sistematasi la gonna rossa, si dirigeva verso di loro con un largo sorriso sulle labbra:
“Alla buon’ora… ti perdono solo perché è Natale e perché non mi arrabbio mai di fronte ad Henry. Ora ho finalmente le mie persone preferite sotto lo stesso tetto.”
 
La strega si sporse, dandogli un leggero bacio sulla guancia per non sporcarlo di rossetto mentre Haze la guardava aggrottando la fronte:
“Non vedi tua madre?”
“Domani andiamo da abuela a pranzo, vero piccolo? Insieme ad Erik, ovviamente, lo invita sempre perché preferisce lui a me, anche se non lo ammeterà mai.”
 
Audrey roteò gli occhi e accennò all’amico che, dopo averla convinta, stava finalmente abbracciando Maxine, accarezzandole la schiena con le dita mentre la strega lo stringeva per il petto.
 
“Scusa se ti ho picchiato…”
“Tranquilla, non importa.”
Erik alzò gli occhi al cielo e, intercettato lo sguardo della storica migliore amica, le rivolse uno sguardo truce che giurava vendetta. Audrey, dal canto suo, gli mandò un bacio aereo con la mano e poi si diresse con passo disinvolto verso la cucina.
 
 
“Bene, iniziamo per favore, mi sta per andare in pappa il cervello…”
Hunter sospirò, accendendo le candele disseminate per tutto il tavolo imbandito mentre Penny, sorridendogli teneramente, lo abbracciava e gli dava un dolce bacio sulla guancia:
“Sei stato bravissimo. Mio eroe dei cenoni.”
“Sarà sempre così ogni anno? Dimmi di no…”
“Ho idea che sarà sempre peggio, tesoro, e domani vengono Rafe, Larisse e Lud.”
 
“Porca Morgana.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………………….
Angolo Autrice:
Per questa OS devo ringraziare una certa persona che mi ha provvidenzialmente ricordato quanto questi OC fossero meravigliosi. Grazie Chemy <3
Spero che intanto abbiate gradito questa, ma presto ne arriveranno delle altre XD
 
Signorina Granger
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger