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Autore: Helena Hufflepuff    23/12/2020    0 recensioni
Vigilia di Natale 1980, Godric's Hollow. In un paese che si prepara a festeggiare un altro Natale, Lily Evans prevede per sé è la famiglia una festa tutt'altro che gioiosa, ma presto scoprirà che non serve molto per essere felici...
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Have Yourself a Merry Little Christmas


Lily Evans si sedette sul divano e sospirò.

Era il 24 dicembre, era la vigilia di Natale, ovunque si vedevano le luci degli alberi, le carole e le canzoni natalizie dagli altoparlanti delle radio, le risate dei bambini che si godevano quei preziosi giorni di vacanza. Il Natale era ovunque; ovunque, tranne che in casa Potter.

Solo pochi giorni prima Silente li aveva informati che le file di Colui Che Non Deve Essere Nominato si stavano ingrossando a dismisura, ed era meglio che l’Ordine non si riunisse, non prima di aver trovato una sede adatta. Non aveva bisogno di dire quello che temevano tutti da un po’ di tempo: c’era il rischio di una talpa nel gruppo, e finché non fossero riusciti a scovarla era meglio evitare incontri e luoghi non abbastanza sicuri e protetti. Così avevano lasciato il piccolo appartamento londinese con vista su Diagon Alley (un bel misero spettacolo, da quando il terrore scorreva ovunque come un fiume maleodorante e velenoso), dove erano troppo esposti, e s’erano trasferiti nella casa dei genitori di James, a Godric’s Hollow, un paese tranquillo con una comunità magica numerosa e coesa, in cui vivevano anche alcuni membri dell’Ordine: si sarebbero controllati e protetti a vicenda.

Lily guardò le pareti spoglie: aveva ripulito la tappezzeria floreale del salotto, ma la mancanza dei quadri appesi si notava ancora, come dei moniti silenziosi di un tempo in cui la casa era viva, e non un rifugio scelto frettolosamente. Erano partiti nel giro di poche ore: avevano riempito un baule dei soli vestiti pesanti e s’erano separati: James s’era Smaterializzato per primo, portandosi dietro il bagaglio che racchiudeva le loro vite, mentre Lily era arrivata con la sua Scopalinda, passando inosservata grazie al Mantello di James.

Il motivo per cui aveva scelto quel modo di viaggiare anziché una più pratica Smaterializzazione era spalmato su due poltrone, accostate in modo che formassero un lettino in salotto: Harry, cinque mesi di argento vivo. Quando erano partiti era crollato non appena s’era levata in volo, e aveva dormito beatamente per tutto il tempo in aria: evidentemente aveva preso dal papà, aveva pensato Lily mentre teneva gli occhi ridotti a due fessure, un po’ per l’aria gelida di dicembre e un po’ per una santissima paura di perdere il controllo della sua vecchia scopa nel caso avesse guardato in basso. Al momento dormiva beato, ma Lily sapeva che la pace sarebbe durata poco, e neanche questa volta fu delusa.

“Tesoro, sono a casa!” Il rientro esuberante di James venne accolto da un altrettanto esuberante strillo di Harry, che evidentemente riteneva che tutto quel vuoto meritasse di essere riempito con la sua voce stentorea.

“Bentornato, caro. Bathilda come sta?”

“Sempre più vecchia, e sempre pignola” James aveva chiesto un permesso al suo lavoro presso il Ministero, e arrotondava un po’ le entrate facendo dei piccoli lavoretti per alcune sue vecchie conoscenze, come Bathilda Bath, la storica della Magia che lui considerava un po’ come una zia. “M’ha fatto sgobbare mezz’ora perché insisteva che la punta del suo albero pendeva di mezzo grado a destra. Non l’ho strozzata perché sai, un’entrata sicura ci serve” Lily prese in braccio il piccolo Harry per farlo calmare mentre James appendeva il cappotto vicino al camino e cercava di scongelarsi.

“Comunque ti sarei grata se la prossima volta entrassi in casa come una persona per bene, anziché fare la tua entrata a uragano” disse lei con finta severità, mentre Harry si rilassava poco a poco.

“Così ferisci i miei sentimenti, Evans. E pensare che credevo tu amassi la mia naturale esuberanza…” gemette lui, melodrammatico.

“E mi piace molto… ma non quando Harry sta dormendo da cinque minuti, dopo aver fatto il diavolo a quattro per tutto il giorno” puntualizzò lei, mentre Harry, finalmente sereno, scalciava per andare a distruggere i suoi giocattoli nel box.

“Ma suppongo che quella piccola ruga di preoccupazione che staziona tra le tue sopracciglia da giorni non sia dovuta alla naturale vivacità di nostro figlio, o sbaglio?” disse lui, cingendola con un braccio e sfiorando quel piccolo avvallamento sul viso lentigginoso della moglie.

“Non sbagli” Lily sospirò, diede un’altra occhiata a Harry che giocava sereno con il suo pupazzo e prese James per mano, accompagnandolo in cucina. Era una tecnica collaudata: quando dovevano parlare di cose serie, andavano in una stanza diversa da quella in cui si trovava Harry, solitamente in cucina, e parlavano a bassa voce, mentre padellavano per preparare la colazione, il tè o la cena. Ma James non dovette aspettare che lei estraesse il bollitore per sapere quello che le frullava in testa da giorni.

“Domani è Natale, James” mormorò lei, sostenuta dall’eco nella cucina semivuota.

“Lo so” rispose lui, circospetto, temendo di dire troppo.

“Sarà il nostro primo Natale come famiglia, con Harry” gli ricordò lei. “Lo sai che ho sempre amato il Natale, fin da bambina; il pensiero che il primo Natale di nostro figlio sia così spoglio e anonimo mi fa piangere il cuore”.

“Ma dov’è il problema? Un paio di quegli incantesimi bellissimi che sai fare tu e questa casa farà invidia a quella di quel Babbanatale o come caspita si chiama” esclamò lui mulinando le braccia.

“Devo ricordartele io le eccezioni alla legge di Gamp o fai da solo? Senza contare che non ho nemmeno una base da cui partire” lo rimbeccò lei. “E poi mi sarebbe piaciuto poter fare anche qualche decorazione non magica – sai, l’albero con le candele, i festoni – e festeggiare un Natale con tutti i crismi, con la cena e i regali e… perché mi guardi così?”

“Sembra una di quelle cartoline smielate che si scambiano i Babbani” disse lui con un sorriso e tendendo le braccia verso di lei.

A merry, little Christmas” disse lei, sciogliendosi nell’abbraccio di lui. “Come la nostra canzone. Ricordi?”

“Come dimenticarla?” disse lui, ritornando esattamente a un anno prima, quando fecero il loro primo ballo da marito e moglie la notte di Natale, sulle note di quella canzone. Una piccola parentesi di pura felicità; una canzone piena di speranza come una fiammella nell’oscurità di quei tempi difficili. Dopo un bacio dolce come quelli dei primi giorni, si divisero e Lily si mise a preparare il tè e il latte per Harry.

Dopo cena, stranamente, James propose di badare lui a Harry mentre Lily si riposava un po’, e lei, troppo stanca per ribattere, accettò.

Le sembrava di aver appena chiuso gli occhi, e forse era davvero così, quando si svegliò di soprassalto, richiamata alla dura realtà da un frastuono infernale che veniva dalla cucina. Senza alcun indugio, si infilò la vestaglia e corse giù con la bacchetta sfoderata. Scese le scale come un gatto, si appostò vicino alla porta del salotto semilluminato e…

“Ehi, vorrai mica cavare un occhio a qualcuno, con quell’affare?” Lily vide che la punta della sua bacchetta era a due millimetri dal naso aristocratico di Sirius Black. Abbassò la guardia e lo abbracciò.

“Sirius, che bella sorpresa! Ma che ci fai qui? Ti sapevo negli Stati Uniti”

“Sono rientrato in tempo per festeggiare il mio primo Natale da padrino” disse lui con quel sorriso che faceva cadere tutte le ragazze ai suoi piedi. “Chiedo scusa per il fracasso, ma è James, mi ha fatto distrarre e potrei aver fatto schizzare ogni singola padella della cucina fuori dai mobili”

“Non preoccuparti, Lily” la rassicurò una voce calma che conosceva bene. “Ho risistemato io. Del resto, è una mia specialità… o almeno dovrebbe esserlo”

“Remus, ciao! Vedo che anche tu non hai resistito all’idea di un bel Natale britannico” sorrise lei.

“Avrei mai potuto mancare il primo anniversario di matrimonio dei Potter?” disse lui con un sorriso: la luna piena era ancora lontana, e il suo viso aveva perso l’aria malaticcia delle notti peggiori; in quel momento, era solo un ragazzo gentile di vent’anni.

“Grazie, Remus, sei un tesoro. Ci credi se ti dico che James se l’è dimenticato? E sì che la vigilia di Natale non è una data che passa inosservata” si lamentò lei, tra il serio e il faceto. Proprio in quel momento un sibilo sommesso li richiamò in cucina, e i tre si diressero nella stanza, dove sul tavolo faceva bella mostra di sé una scatola piena di dolci di Natale di ogni tipo, che fece brillare di gioia gli occhi di Lily. Poi si accorse del grande assente.

“Dov’è James? Harry?”

“Tranquilla, Lily, Harry sta dormendo e James ne ha approfittato per farsi una doccia” disse Remus arricciando le labbra.

“Già, il vostro prezioso pargolo ha ricordato a papino tutto quello che ha mangiato oggi… gettandoglielo direttamente in testa!” esclamò Sirius, ululando dalle risate. “Avresti dovuto vedere, Lily: è stata una scena comica esilarante!”

“Be’, almeno la prossima volta impara a non fargli fare 'vola-vola' prima del ruttino” disse lei, ma non riuscì a trattenere una risatina.

Proprio in qual momento la testa di James comparve in cucina, fortunatamente priva di ogni traccia di vomito. “Eccovi qui, ragazzi! Ma non restiamo qui in cucina, è un buco… perché non torniamo in salotto a berci il tè? Remus, prendi la tua scatola di dolcetti; alla teiera qui ci penso io”

Lily entrò nel salotto e rimase senza fiato. La stanza nella quale era entrata pochi minuti prima era completamente Trasfigurata: il caminetto scoppiettava più vigoroso che mai, e davanti alle tende tirate della finestra troneggiava un maestoso albero di Natale, che sfiorava il soffitto con il suo puntale luminoso, decorato da centinaia di fiammelle rosse e dorate, e sotto i suoi rami alcuni pacchetti colorati.

“Buon Natale, tesoro!” sussurrò James alle sue spalle, mentre faceva atterrare il vassoio col tè sul tavolino del salotto. Vedendo che Lily non parlava, chiese: “Ti… ti piace?”

“Se mi piace? Lo adoro!” si voltò, attaccandosi al collo di James. “Ti adoro”

“Il primo di una lunga serie di Natali felici” disse lui baciandola, ignorando il conato di Sirius. “Magari non sono grandi feste sfarzose, ma…”

“Abbiamo tutto ciò che ci serve: amici, un tetto sulla testa, un attimo di respiro dall’ansia di tutti i giorni… e l’amore, l’arma più potente di tutte”

Fu forse il Natale più sereno di Lily, soprattutto quando Harry ricevette i suoi regali dal padrino e dallo zio Remus tra gridolini di gioia. E quando, poco prima di mezzanotte, alla radio passarono quella canzone, Lily canticchiò sottovoce: “And have yourself a merry, little Christmas now…

* * *
NdA: questa FF l'ho scritta più di un mese fa, ed era mia intenzione scriverne altre tre da pubblicare ogni domenica, ma dato che io non rispetto mai i tempi prestabiliti (che gli altri lo sappiano o meno :P) le ho pubblicate così, quando mi veniva; così eccoci qui, prima di essere coinvolti in un Natale che, per forza di cose, sarà decisamente più "little" rispetto a quelli soliti, e colgo l'occasione per augurarvi un buon Natale! ^_^
   
 
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