Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nemesis01    24/12/2020    3 recensioni
Scorpius è un Auror e lavora a stretto contatto con Harry Potter. È innamorato di Albus che però ha una relazione con un suo collega. Infine c'è James, un cantante in erba e gestore di uno dei pub più in voga del Mondo Magico che porta su di sé il peso di un amore non ricambiato. Le loro vite (incasinate, complesse, maldestre) sono collegate da tanti cavilli che, una volta svelati, scioglieranno la matassa.
[ James x Scorpius ]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fortis Manes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

12. You stole my heart, S.

 

Scorpius era seduto sul letto sfatto con addosso ancora la maglietta recuperata dall'armadio; la verità era che lui aveva lasciato quasi tutta la sua roba nella camera al Paiolo Magico e non sapeva cos’altro indossare. Non aveva avuto di questi problemi fintanto che era da solo con James: era davvero difficile indossare qualcosa senza che finisse a terra pochi minuti dopo. Di fare il bucato non se ne parlava, mettere su le stesse cose del giorno prima era stata un’ipotesi già scartata, per cui non gli rimase altro da fare che restare in contemplazione davanti all'armadio disordinatissimo di James, come se fosse un adolescente che non sa in quale abito infilarsi per il primo appuntamento.
Gli erano bastate le notti di meraviglioso sesso con quel testone e tutta la sua lucidità mentale era scomparsa, lasciando spazio al senso di colpa che si faceva largo nella sua coscienza; aveva già deposto per quanto riguardava il Pandemonium ma non aveva consegnato al suo capo quanto trovato nella cassettiera di James. 
Perché? 
Aveva litigato con Albus per eccesso di moralità e senso di giustizia, gli aveva urlato contro di dover denunciare la questione del ricovero di James e il suo dannato utilizzo di droghe e ora… che stava facendo? Aveva scelto di essere complice di quella trasgressione che aveva tanto rimproverato all'amico?

In quell'istante capì che il legame che si era instaurato tra lui e Potter era diventato così forte che aveva perfino superato la sua rettitudine ed ebbe paura. - Scorpius, che ci fai ancora qui? –
- Vanessa! Non ho niente da mettere… -
- Beh, è vero che a fare colazione di là c'è anche il signor Potter ma questo non vuole dire che devi presenziare a una serata di gala… -
- C'è Harry Potter? - chiese Malfoy sorpreso, - Perché è qui? –
- Ha detto di voler parlare con te e James… sarà per l’articolo! –
- Allora devo necessariamente vestirmi bene, ma non ho abiti puliti e quelli di James sono decisamente troppo grandi per me! –
- A saperlo ti avrei portato qualcosa di mio, - lo schernì la ragazza, che rise un attimo dopo.
- Ti preferivo sotto shock, quasi, - si imbronciò Malfoy.
- Andiamo, che permaloso! Ci sarà qualcosa nell’armadio… magari di quando era più piccolo, no? –
- Certo, la divisa di Hogwarts con quell’insulso e pomposo stemma Grifondoro cucito sopra! –
- Comunque… non siamo in un atelier di alta moda, quindi devi arrangiarti in qualche modo! Che ne dici di questi? - domandò e gli mostro un paio di pantaloni neri; erano strappati sulle ginocchia e scoloriti in qualche punto ma tutto sommato non sembravano male.
Scorpius li guardò storcendo il naso; d’altronde la ragazza aveva ragione, quello era il monolocale di Potter e non la sartoria di Madama McClan, per cui doveva accontentarsi del meglio che riusciva a trovare.
Malfoy afferrò i pantaloni e si fiondò in bagno con l’intento di indossarli. Ricordava quei jeans neri, James li aveva indossati quando, in un festino improvvisato nel dormitorio di Grifondoro, avevano giocato al gioco della bottiglia. Nel chiudersi la zip, Scorpius rimuginò su quella serata: lui e Albus si erano imbucati nella sala comune dei rosso oro insieme ad alcuni membri dei Weasley e degli Scamander. C'era così tanta Burrobirra illegale e musica ad alto volume che se la Preside fosse entrata li avrebbe espulsi senza obiezioni o sconti di pena, probabilmente gettandoli dal punto più alto della torre con un grosso calcio nel sedere.

Quella sera James era stato diverso dal solito: sebbene fosse nella sua Sala Comune si era conciato come se dovesse andare in qualche locale cool. Indossava quegli stessi pantaloni neri e una camicia bianca che ne usciva al di fuori: aveva messo addirittura l’eyeliner nero intorno agli occhi e aveva sistemato i capelli medio-lunghi con del gel. 
Sostava seduto in maniera del tutto scomposta, col piede destro sul bracciolo di una poltrona vermiglio e quello sinistro per terra, e aveva sempre una bottiglia di Burrobirra nelle mani. 
Avevano avuto modo di restare da soli qualche minuto e Scorpius gli aveva confessato i sentimenti che provava verso suo fratello. James si era torturato le unghie fino a togliersi parte dello smalto nero che le ricopriva, tuttavia l'aveva ascoltato, abbracciato e rincuorato. Era stata una serata strana per come si erano evoluti i fatti; avevano preso parte a uno stupido gioco che li aveva fatti baciare. A ripensarci lui aveva dato il suo primo bacio a James, lo stesso ragazzo con cui aveva fatto l'amore la prima volta… per quale motivo non si era reso conto della presenza costante del ragazzo nella sua vita?
Era stato cieco a tal punto?

Si accomodò sulla tazza e avvertì qualcosa pungergli la coscia; scavò nella tasca destra dove trovò un foglio che era stato piegato in quattro e su uno di quei lati c'era scritto “per Scorpius”. Deglutì; sapeva che non fosse corretto sbirciare ma non si era fatto scrupoli a leggere l'agenda personale e segreta del ragazzo, quindi perché doveva trattenersi ora che quel biglietto era indirizzato a lui?
Continuò a scartare quel foglio con le mani che gli tremavano e lesse la seconda frase, “la solita stupida canzone d'amore”. L’aria faticò a raggiungergli i polmoni e aprì per intero quella lettera ma se solo il titolo era stato tanto d’impatto, il contenuto di quel documento era distruttivo.

 

“14 febbraio 20xx | You stole my heart, S.

 

This one may be a strange love,
burning out here and there;
only one sight and the flame is already on,
should I escape, flee or go back?
It’s hard to live in this world,
oh, how hard is to love in this world,
if we can never go wrong?

I would like to escape,
then I decide to stay… 
I will never leave because I already know
that you stole my heart, S.

There’s no peace in my destiny,
none makes me smile like you do;
you put on your smiling face and
the flame is already on…
I think I’ll stay all day long.”

 

Lo sguardo di Scorpius era a dir poco sbalordito e aveva iniziato a piangere senza rendersene conto. Le parole somigliavano a quelle della canzone che il ragazzo aveva improvvisato in esclusiva per lui la sera della cena a casa di Albus. 
Il giorno precedente, infatti, James gli si era dichiarato dopo aver nascosto quei sentimenti tanto profondi per anni ed era stato l'amore, solo quello, a far sì che gli girasse intorno in quel tempo. Cosa aveva spinto, invece, Scorpius ad avvicinarsi a lui? Una questione di principio, l'idea di raggirarlo ed estorcergli informazioni… eppure, un essere tanto subdolo come lui aveva conquistato un amore tanto fedele. Così continuò a piangere per altri lunghi e interminabili minuti, fino a quando qualcuno non bussò alla porta.

- Scorpius, tutto bene? –
La voce ovattata di James suonò delicata e preoccupata allo stesso tempo. Quest'ultimo, infatti, era stato avvisato da Vanessa sulla presunta e prematura morte di Malfoy e si era, quindi, recato verso il bagno per sincerarsi che l’Auror fosse ancora vivo.
- Sì, arrivo, - rispose. Dal tono singhiozzante che aveva usato era ovvio che stesse piangendo.
- Posso entrare? –
- Io… no, sì, non lo so, - ribatté Scorpius senza riuscire a staccare gli occhi dal foglio di carta. 
Due secondi dopo, Potter entrò nel bagno e chiuse la porta alle sue spalle.
- Quelli sono i miei jeans! –
- Sono terribili! –
- Beh, ora sono fuori moda, ma piangere per questo mi sembra vagamente eccessivo… -
- C’è sicuramente di peggio, - rispose stropicciandosi gli occhi. James gli si avvicinò e l’abbracciò, cosa che fece singhiozzare di nuovo il ragazzo.
- Perché piangi? –
- Sono stupido, forse deve venirmi il ciclo… -
- Sicuro che non siano i pantaloni? – chiese Potter e iniziò a dondolare nel tenerlo ancora stretto, come se volesse cullarlo per calmarlo. Malfoy socchiuse gli occhi nel godersi il tepore emanato dal corpo di James e la sola vicinanza del ragazzo servì a tranquillizzarlo.
- Sono belli i pantaloni in realtà, - disse. Avvertì le guance surriscaldarsi ma non si sciolse dalla presa, anzi, la fortificò e proseguì, - Mi sono ricordato che li avevi messi quando… cioè… sai, uno di quei festini illegali nei dormitori Grifondoro… -
- Che memoria, - lo schernì l'altro.
- Me lo ricordo perché quella sera ho dato il mio primo bacio. A te, - specificò. 
James sorrise tra sé e sé e poi gli diede un bacio sulla testa; si sentiva leggero, come se si fosse tolto un grosso peso dallo stomaco e, in effetti, era stato così.
- E la cosa ti rende tanto sconsolato? –
- Questo mi rende triste, - chiarì mostrandogli il foglio. 
L’altro lo afferrò e lo aprì per leggerlo, incuriosito. - Dove l'hai trovato? –
- Era nella tasca, mi pungeva e sopra c'era scritto il mio nome, così l’ho letto… -
- È solo una cosa vecchia, - si giustificò.
- Perché non me l'hai fatta leggere prima? – 
- Volevo dartela quella sera ma tu mi hai detto che provavi qualcosa per Albus e quindi… -
- …non l'hai più fatto. –
- No, - rispose storcendo le labbra. – L’altra sera, quando hai detto quelle cose, non avevo ben chiaro per quanto tempo tu ti fossi tenuto dentro quel mostro. Per questo, dopo aver letto quelle parole e aver visto la data, mi sono dispiaciuto che tu ti sia messo da parte per così tanto tempo. –
Potter rimase in silenzio per dei secondi, poi, dopo essersi staccato da lui, rilesse quel foglio che gli era capitato tra le mani e sembrò pensieroso.
- Cosa c'è? –
- Sai, io… ho provato più volte a modificare il testo ma nessuna parola riusciva a soddisfarmi, - provò a spiegare, poi si strinse nelle spalle e sospirò.
- Perché queste parole sono perfette, - ribadì Scorpius, - non troverai parole migliori di queste perché non ce ne sono altre. –
- Avrei davvero voluto cantarla su un palco, ma non te l'avevo mai fatta leggere e, nonostante ci fosse una base musicale, non sono mai riuscito davvero a esibirmi con questo pezzo. Era tuo ma tu non c’eri… - 
- È già la mia canzone preferita, - dichiarò.

Nell’udire quelle parole Potter mise su un’espressione serena; gli si avvicinò, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Malfoy poggiò le sue dita sui polsi nudi dell'altro ragazzo e ricambiò il gesto. Le loro labbra si erano unite con delicatezza ma quel bacio divenne sempre più appassionato; il crescendo delle emozioni, nuove o finalmente rivelate, trasformò il bacio in una vera e propria manifestazione di libidine. James iniziò ad accarezzarlo ovunque al di sopra dei vestiti; di tanto in tanto gli mordicchiava le labbra o gli pizzicava i fianchi, lasciò che il suo corpo aderisse a quello dell'altro ragazzo e lo fece indietreggiare fino a farlo finire con le spalle al muro.
Benché si fossero dati molto da fare la notte appena trascorsa, Potter voleva di nuovo fare l'amore con lui e il suo corpo non esitò a darne prova. 
- James, - mugolò Malfoy, e infilò le mani sotto la maglia dell'altro, - ti voglio ancora… -
- Anche io, - mormorò Potter; era evidente che non gli importasse del fatto che nella stanza accanto ci fossero i suoi amici e suo padre; c’era un’unica cosa che per lui era degna di nota in quel momento e si trattava del corpo eccitato di Scorpius che reclamava le sue attenzioni. 
Non ebbe neanche il tempo di infilare le dita fra i passanti della cintura che qualcuno bussò nuovamente alla porta.
- James, Scorpius! –
Potter riconobbe subito quella voce, l'unica femminile che ci fosse in quella casa, per questo roteò gli occhi e sbuffò seccato per l'interruzione.
- Ehi, qui c'è qualcuno che vorrebbe farsi una sveltina, - ironizzò. 
Malfoy lo guardò allibito e fece per dire qualcosa ma l’altro gli coprì la bocca con la mano per chiedergli di reggergli il gioco.
- James, smettila! C'è tuo padre che vuole parlare con te e Scorpius, quindi uscite di lì o sfondo la porta! –
- Ma siamo nudi! –
- Capirai che mi frega! Conto fino a tre! –
- Sei una rompipalle, - sentenziò James aprendo la porta, - lo faresti venire moscio anche a chi ha usato qualche pozione eccitante! –
- Sei cattivo con lei, - commentò Scorpius, riservandole uno sguardo di scuse. 
- Figurati, ci sono abituata, - disse la ragazza. 

Qualche minuto dopo, i due erano seduti di fronte al signor Potter, circondati dal resto dei presenti. Vanessa si era occupata degli scones: ne aveva farciti alcuni con della crema al cioccolato e li aveva serviti a tavola con del caffè.
Scorpius era seduto accanto a James e, con addosso i vestiti larghi, aveva gli occhi bassi per nascondere l’umidità e il rossore dovuto al pianto.
- Quindi, invece di essere convalescente a casa, vi siete divertiti in quel postaccio che è il Babylon? –
- È stata una mia idea, sono scappato mentre il capo era sotto la doccia, - mentì James, - poi Scorpius mi ha seguito e… dai, ho gli occhi chiusi in quella foto, sono bruttissimo, li denuncio a questi! –
- James! Ma cosa ti dice il cervello? –
- Non sei in ritardo per fare il padre premuroso? - chiese e sollevò un sopracciglio; non seppe dire se fosse più irritato per il fare del genitore o per la fotografia venuta male.
- Non fare di tutto una questione di principio, - l’ammonì Harry. - Dico solo che sei in pericolo, hai rischiato la vita! –
- È stato un caso! –
- James, - intervenne Scorpius, - il tuo pub ha subito due attacchi nel giro di un mese, e in uno di questi sei quasi morto! Se non fosse un caso? Se qualcuno ce l’avesse con te? –
- Mi amano tutti, chi mai vorrebbe vedermi morto? –
- Non so, magari chi ti ha prescritto la gomma di guar per le ustioni… -
- Scorpius, Albus è mio fratello! –
- Gomma di guar per le ustioni? -  chiese Harry sconcertato. Anche Vanessa e i ragazzi sembravano essere perplessi.
- Quella non serve per le bruciature, - farfugliò la ragazza, - lo sanno anche i ragazzini… -
- Vedi? – chiese retoricamente Malfoy.
- Mio fratello non mi avrebbe mai prescritto qualcosa di inutile! –
- Tu vuoi fidarti di Albus, - ribatté Scorpius, - e va bene, ma un errore non vuol dire che lui l’abbia fatto di proposito. Magari ha sbagliato, si è confuso, si è distratto… forse era preoccupato per te e quindi è stato disattento, - suggerì. Non intendeva passare per quello che voleva incolpare il secondogenito del capo ma c'erano delle cose che andavano dette e quella rientrava nella categoria.
I Sevendust e Vanessa si lanciarono uno sguardo dubbioso e fu Aaron a rompere il ghiaccio dovuto allo sgomento generale.
- La gomma di guar si usa per idratare la pelle, non fa male alle scottature ma non le cura in breve tempo né fa sparire le cicatrici… -
- In effetti se vuoi che vengano rimosse per il nostro prossimo concerto penso che dovresti andare al San Mungo per farti dare qualcosa di più efficace, - suggerì Vince.

Harry era rimasto esterrefatto dall’appunto del suo sottoposto; Albus era sicuramente un tipo distratto ma si parlava di due fratelli, peraltro legati fra loro, e gli risultava impossibile credere a uno sbaglio tanto palese, era troppo perfino per lui.
- Non c'erano prescrizioni di Albus… -
- Cosa? –
- Per quell'altro caso, - specificò, rendendosi conto solo in un secondo momento di aver pensato a voce alta rischiando di rivelare un fatto ministeriale.
- Signor Potter, non crederà che… -
- Forse è una coincidenza, ma potrebbe non esserlo, magari le due cose non sono collegate fra loro come credevamo. –
Il tono usato da Harry fu così grave che Scorpius avvertì tutto il peso di quella carica gravargli sulla schiena; se era difficile per lui, che era innamorato della sua progenie, quanto era faticoso in quel momento essere Harry Potter? 
Non aveva senso, non voleva credere che Albus potesse essere complice di qualcosa del genere; per questo, provò a ricostruire mentalmente i due casi.
Da un lato c’erano una lunga serie di ricette fasulle pronte a essere utilizzate per creare stupefacenti, con erbe medicinali perfettamente legali, spacciati poi da gruppi di maghi a caro prezzo; dall'altra c’era il figlio problematico del Capo del Dipartimento Auror, sempre sui giornali e sotto i riflettori… un diversivo brillante, dato che sfruttava alla perfezione il punto debole di Harry.
Eppure qualcosa continuava a non quadrargli. Ripensò alla sera della discussione e alla reazione tanto furibonda che ebbe l’ex amico; se la sua ipotesi fosse stata vera, l’immagine di James ricoverato al San Mungo in una quasi-overdose avrebbe dato tanto, tantissimo, scalpore. Perché, quindi, opporsi in quel modo quando Malfoy voleva rivelarlo a Harry?
Arricciò le labbra pensieroso, rimuginò nuovamente su tutto quello che aveva vissuto per trovare una quadra. Effettivamente quello non era il tipo di scandalo che avrebbe potuto fare al caso suo, una cosa tanto grave avrebbe voluto dire stuzzicare la curiosità di Harry e la sua smania di giustizia, avrebbe comportato sguinzagliare l’Auror migliore in circolazione e…

- Cazzo, - bisbigliò Scorpius.
Quasi fossero arrivati alla stessa conclusione, i due si scambiarono un'occhiata eloquente e angustiata.
- Vi sbagliate, - gridò James nel rimettersi in piedi, - Albus non farebbe mai nulla di male! Toglietevi dalla testa tutto quello a cui state pensando! –
Il signor Potter si massaggiò le tempie con fare stanco e, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di caffè, si alzò.
- Ragazzi, voi avete da fare? –
- No, - risposero in coro i maghi.
- Allora fate attenzione a mio figlio, ho bisogno che Scorpius vada al San Mungo per prendere qualcosa di più utile della gomma di guar… James, - disse, infine, - scrivimi un gufo con la tua deposizione. Racconta quello che hai visto, i tuoi ricordi, quello che provavi durante la sera dell'incendio. Devo chiudere questo caso prima possibile. –
James gli lanciò uno sguardo irriverente prima di spostare gli occhi verso la finestra per fingere indifferenza.
- Prendi sempre le decisioni sbagliate, - sentenziò.
- A chi credi di somigliare? – rimbeccò il padre.

- Sono pronto, la seguo, andiamo! – s’intromise Scorpius nel tentativo di evitare l'insorgere di una lite focosa tra i due, che in ogni caso erano molto simili sotto quel punto di vista.
Si chinò a salutare James con un bacio veloce sulle labbra e dedicò ai ragazzi uno sventolio della mano. 
Infine uscì insieme al capo con addosso un’unica certezza: quella sarebbe stata una giornata tremenda. Ed era appena iniziata. 

♪♪♪♪♪♪♪

- Buongiorno, come posso esserle utile? –
- Buongiorno, sono l’Auror Malfoy, - esordì Scorpius, mostrando il distintivo alla donna che sedeva sorridente dietro al banco accettazione.
- Mi dica, come posso esserle utile? – ripeté, assumendo una postura migliore.
- Vorrei parlare con il guaritore Dunn, se possibile. –
- Controllo subito, - disse la donna. Controllò tra i cartellini timbrati quella mattina e vide che la persona che l’Auror cercava aveva fatto l’accesso alla struttura un’ora prima, per cui gli spedì un biglietto incantato con la richiesta di presentarsi al primo piano. – Perfetto, vedrà che il guaritore Dunn sarà qui a momenti. Posso portarle qualcosa di caldo da bere nell’attesa? –
La voce squillante e gentile della signora suonò fuori campo alle orecchie di Scorpius che si limitò a scuotere la testa per esprimere dissenso. 
L’Auror si guardava intorno con circospezione; non voleva rischiare di incrociare Albus né di destare sospetti nei guaritori. Del resto, per quello che ne sapeva, potevano essere tutti colpevoli (o innocenti) fino a prova contraria. 
Come preannunciato dalla donna, il guaritore si presentò in accettazione pochi minuti dopo. 
- Eccomi qui! –
- Buongiorno signor Dunn, - salutò Scorpius, allungandogli la mano. L'uomo gliela strinse e gli rivolse un sorriso cordiale.
- Come posso aiutarla? –
- Vorrei parlare di James Sirius Potter e vorrei farlo in privato, se possibile. –
- Certo, venga pure con me, - rispose il guaritore e lo condusse in uno stanzino nel corridoio adiacente. 
Era un posto angusto e arredato con solo due sedie e scrivania di legno: evidentemente dovevano utilizzarlo poco e solo per comunicazioni che richiedevano una certa privacy. Ma quel pensiero non riuscì a far distogliere l’attenzione di Scorpius sul vero motivo di quella visita e, infatti, si accomodò attento di fronte a Dunn. 
- Allora, di cosa voleva parlarmi? -  
Malfoy gli rivolse un sorriso cordiale, quasi volesse preannunciare un tipo di discussione che non lo sarebbe stata affatto. Estrasse il tubo di crema di guar dalla tasca e lo poggiò sulla scrivania, di fronte agli occhi esitanti del guaritore.
- Mi sa dire a cosa serve questo prodotto? – chiese.

Il guaritore lo guardò scettico e irritato, tanto che non nascose un certo disappunto nell’espressione; inarcò le sopracciglia e gli rivolse la parola indignato. 
- Vuole testare la mia preparazione? –
- La prego di attenersi alla mia domanda, - rispose Malfoy nello sfoderare parte dell'autorità di cui era capace.
- Gomma di guar, - sbuffò risentito il guaritore, - è un addensante e viene usato nelle creme idratanti come questa qui. –
- Bene, e la prescriverebbe a chi è stato ricoverato qui con gravi ustioni di secondo grado, per altro causate da un Ardemonio? -  chiese Malfoy aggrottando le sopracciglia. 
- Assolutamente no! –
- Come mi spiega questo allora? - domandò e per trasparenza gli mostrò la ricetta firmata da Albus. 
Dunn diede una rapida occhiata alla prescrizione e strabuzzò gli occhi, - deve essere stato un errore! –
- Immagino che lei possa disporre una terapia più utile per il signor Potter… -
- Sì, sicuramente, provvedo nell'immediato! Le sue ustioni erano veramente molto gravi, avevamo elaborato una pozione a base di aloe vera e doveva essergli fornita dal mio laboratorio, - spiegò. Imbarazzato, il guaritore fece apparire il proprio ricettario con un incantesimo; lo aprì e iniziò a scrivere nome e dosi dei farmaci che avrebbe dovuto assumere James. 
Scorpius osservò con fare attento quel fare e gli rivolse l'ennesima domanda curiosa. - Come funziona il sistema di archiviazione qui? –
- Beh, diciamo che in questo momento, in uno degli armadietti nell'ufficio del capo, si sta duplicando la stessa prescrizione. Tutti gli albi sono incantati in questa maniera e solo il capo può interrompere l'incantesimo, così riusciamo ad avere sempre copia di cosa somministriamo ai pazienti. –
- Anche i guaritori assunti da poco possono farlo? –
- Certo, sono guaritori a tutti gli effetti! Ecco a lei, - disse poi, porgendo il foglio all’Auror. Quest’ultimo l’osservò distrattamente prima di piegarlo in due e infilarselo in tasca.
- Comunque, ho solo l'ultima domanda che dovrebbe prendere come una mia semplice curiosità… -
- Mi dica pure! –
- Cosa mi sa dire di Albus Potter? –
- Albus è il mio allievo migliore, mi occupo io di fargli da mentore, gli ho insegnato io il lavoro e… -
- Come si comporta? –
- È un buon guaritore, è bravissimo, attento e di buona famiglia… si vede che fa questo lavoro con dedizione! – 

Scorpius storse un po' le labbra dato che non sembrava molto appagato da quella risposta ma sapeva capire i rifiuti e non chiese altro; probabilmente il guaritore non voleva esporsi e parlare male del figlio del Salvatore del Mondo Magico con il suo tirapiedi.
- La ringrazio, - farfugliò alzandosi. Allungò nuovamente la mano verso di lui per salutarlo e gli sorrise con fare garbato.
- Si figuri, anzi, mi tenga informato sulle condizioni del signor James Potter! –
- Senz'altro, - rispose, - mi scusi ancora per aver interrotto il suo lavoro. –

Detto questo l’Auror lasciò lo stanzino e si diresse prima verso l’accettazione e poi verso l’uscita, insieme alla sua insoddisfazione. Non era riuscito a ottenere le notizie che voleva dal guaritore Dunn e sapeva che avrebbe dovuto ricavarne in altri modi, magari per vie traverse. Sovrappensiero, fece per lasciare la hall quando qualcosa lo fermò.

- Scorpius! –

Una voce familiare.
Malfoy sgranò gli occhi, incredulo per quello che aveva appena ascoltato. Forse l’aveva immaginato, non perché non avesse riconosciuto la voce (anzi, sarebbe riuscito a identificarla fra mille) ma perché il proprietario gli aveva tolto il saluto troppi giorni prima, e non si era degnato di rivolgergli la parola neanche quando gli si era presentato davanti con delle ferite lungo il corpo. 
Deglutì con fatica e si voltò lentamente, come se non volesse farsi prendere per pazzo dall’espressione confusa che doveva aver messo su, e lo vide proprio lì, in piedi di fronte a lui, con addosso la divisa verde lime del San Mungo.

- Albus? – 

 

♪♪♪♪♪♪♪

 

♪ Note a margine:
Tadan! A sorpresa, e solo perché oggi è la vigilia di Natale, un aggiornamento inaspettato di Fortis Manes! Cosa succederà ora che Scorpius e Albus si sono incontrati? 
Mentre ci pensate, sappiate che mando tanti abbracci virtuali a Pally93 per aver revisionato anche questo capitolo (spoiler: ha betato tutta la storia). 
Un grazie, ma anche un augurio speciale, a tutti voi che leggete la storia, e che vi siete presi la briga di leggere anche il giorno della vigilia di Natale. Un abbraccio a Eevaa e a Dorothy <3 .

La canzone "You stole my heart, S." ha qualcosa di familiare? Se la risposta è no, siete troppo giovani. Se è sì, allora vi dirò che è la sigla di Lamù (Mi hai rubato il cuore, Lamù) che mi ha ispirato durante il plotting iniziale di Fortis Manes.
 

Buon Natale a tutti!

Per spoiler, info, chiacchiere e insulti, vi invito a visitare la mia pagina facebook!
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! 
PS: io non mordo, sono una personcina deliziosa. Quindi se volete lasciarmi un segno del vostro passaggio, lo apprezzerò.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nemesis01