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Autore: Sayuri_91    24/08/2009    5 recensioni
una raccolta di situazioni dolci, divertenti, malinconiche, imbarazzanti, romantiche che vedono protagonista la coppia Zoro/Nami. La mia prima fan fiction ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

 

 

Ma perché quel compito ingrato era toccato proprio lui? Disturbare Nami mentre era impegnata a disegnare le sue cartine equivaleva ad un suicidio, e questo lo sapevano tutti sulla Sunny.                                    Più Zoro si avvicinava allo studio della navigatrice, più sentiva un macabro presagio.                                                 

Sanji gli aveva ordinato di andare a chiedere alla sua dea se preferiva un dolce al cacao o uno alla vaniglia. Per una domanda così futile sarebbe stato sicuramente pestato di botte, ma quel maledetto cuoco lo aveva ricattato: o il cibo o la vita.                                                                                                                                                       

  E lui aveva scelto il cibo.

Bussò un paio di volte alla porta dello studio, ma nessuno rispose.                                                                                  

Si decise ad entrare per dare una sbirciatina, ma della ragazza non c’era traccia. Probabilmente era tornata nella sua cabina, oppure al suo agrumeto.

Si avvicinò alla scrivania per prendere un foglietto su cui scrivere la domanda di Sanji, ma l’occhio gli cadde su un grosso blocco per gli schizzi posto su un’alta pila di cartine.

Con circospezione lo prese e sfogliò velocemente le pagine, per paura che Nami lo sorprendesse a farsi gli affari suoi.

Per un attimo pensò a quanto fosse scorretto il suo comportamento, specialmente considerando quanto fosse attaccato all’onore e alla lealtà, ma poi la curiosità che provava nei confronti della navigatrice spazzò via ogni dubbio.

Allora cominciò a sfogliare con più lentezza, e poté constatare che c’erano disegni raffiguranti tutta la ciurma: Rufy che rideva, mangiava, osservava il mare rapito; Usopp impegnato a costruire qualcosa, a raccontare con convinzione le sue frottole; Sanji che cucinava con aria assorta; Chopper con gli occhioni dolci; Robin mentre leggeva, osservava delle antiche rovine; Franky in una delle sue strane pose; Brook che suonava il violino.

Infine c’era lui. E, cosa che non lo stupì poco, era il protagonista della maggior parte dei disegni.

Si vide mentre dormiva placidamente, si allenava, combatteva, si arrabbiava, sorrideva, quando si alterava con il cuoco, indossava la bandana nera , e compiva altre sue azioni abituali.                                                               I disegni che lo riguardavano poi, erano stati fatti con maggior cura e attenzione, e questo quasi inconsciamente lo rese felice e soddisfatto.

L’ultimo disegno riuscì addirittura ad intenerirlo. C’erano le caricature di tutti i componenti della ciurma nei loro comportamenti più assurdi: Rufy che si ingozzava di carne con la pancia piena,  Usopp che si fingeva coraggioso, ma con le gambe tremanti di paura, Sanji circondato da una scia di cuoricini, Nami stessa con gli occhi a forma di Berry, Chopper che assaliva dello zucchero filato, Robin… mentre sorrideva, Franky che ballava, Brook che cercava di sistemarsi la pettinatura Afro, e poi lui intento a fare uno dei suoi sbadigli giganti. Al centro del foglio c’era scritto “La mia famiglia”.

Un sorriso da ebete gli si disegnò sul volto.

Quella mocciosa…

La porta si aprì e senza poter far niente Zoro si ritrovò a fissare Nami, con in mano i suoi disegni.

Lei lo guardò confusa per un attimo, quasi sorridente. Ma quando gli occhi le si posarono sul blocco degli schizzi ancora fra le mani di Zoro, divenne gelida e distaccata.

-Vattene subito- sibilò, e lui non se lo fece ripetere due volte. Posato il blocco sulla scrivania sgusciò dalla cabina con la sensazione di aver fatto una grossa, grossissima cavolata.

E in effetti ci aveva visto giusto, perché per il resto della serata Nami lo ignorò, e così il giorno dopo.                 

Se gli passava accanto non lo degnava di uno sguardo, e se poteva gli dava anche una gomitata, a cena si era scambiata di posto con Robin per non stargli vicino, se lui la chiamava non rispondeva, se la provocava girava i tacchi e se ne andava.

Tre giorni dopo Zoro rischiava seriamente di impazzire. Tutti si erano accorti che qualcosa fra lui e la navigatrice non andava, ma saggiamente ne erano rimasti fuori.

Quel giorno c’era un’insolita calma. La brezza primaverile che soffiava era ideale per un pisolino, e lo spadaccino era l’unico,oltre a Nami, ancora in piedi, intento ad allenarsi sul ponte.

Dopo l’ennesima volta che perdeva il conto Zoro lanciò via i suoi pesi, dato che veniva costantemente confuso dalla vista di Nami che leggeva un libro all’ombra dei suoi mandarini, apposta per non farci andare lui.

Con passo deciso si diresse proprio là: era stufo del suo comportamento da bambina capricciosa. Preferiva di gran lunga quando lo prendeva a pugni.

- Sei così arrabbiata perché ho visto che il tuo soggetto preferito da disegnare sono io, oppure perché ho scoperto che ci consideri la tua famiglia anche se non ce lo hai mai detto apertamente?- esordì andando subito al punto.

Lei lo osservò con disprezzo e rispose con voce astiosa.

-Sono arrabbiata perché hai violato la mia privacy! Non mi pare che io sia mai venuta a rovistare fra le tue cose, quindi cosa ha dato a te il diritto di farlo, di grazia?!?!?-

Zoro perse subito la sua decisione.

- Nami… perdonami- disse con umiltà. -Non intendevo offenderti…-

-Sì, però non ti sei fatto problemi a guardare i miei disegni. Spero almeno che tu eviti di prendermi in giro o di ricattarmi- rincarò la dose lei.

-Non lo farei mai Nami, lo sai. -

-Sì, lo so- dichiarò la navigatrice, forse un po’ meno arrabbiata.

-Però mi dà fastidio ce tu abbia visto i miei disegni… soprattutto quelli che ti riguardano. -

Zoro fu colto da un’illuminazione improvvisa.

-Ti vergogni perché mi sono accorto che ti piace… disegnarmi?-

Seppur con ritrosità lei fece cenno di sì con il capo.

- Nami…- cominciò sollevato per aver trovato il centro del problema e sicuro delle cose da dire.                                    

 -Non devi certo vergognarti. Sono lusingato delle attenzioni che mi dai, e poi quei disegni sono bellissimi, segno che mi conosci bene come pochi. E poi…- esitò, un po’ imbarazzato da ciò che stava per dire.                        - Se sapessi disegnare bene, disegnerei di sicuro te, e se sapessi cucinare, cucinerei solo per te, se sapessi suonare, suonerei solo per te. Purtroppo però sono bravo solo con le spade, ed è per questo che combatto per te, oltre che per Kuina. Ultimamente non mi alleno tanto per diventare il più forte spadaccino del mondo, ma per proteggere te, perché sei… importante, davvero!- concluse con trasporto.

Nami lo guardò a lungo con gli occhi sbarrati, e Zoro poté leggervi varie emozioni: confusione, sorpresa, incertezza, e alla fine… gioia.

Eh sì, la navigatrice era davvero contenta che quello scorbutico di Zoro le avesse detto quelle cose, così dolci e insolite per lui.                                                                                                                                                                   Capiva infatti che gli era costato un grande sforzo aprirsi a quel modo, lui che era così rigido e orgoglioso.

-Come posso restare arrabbiata con te se mi dici queste cose?- domandò con un flebile sorriso.

-Allora perdonami. Ti va?- suggerì lui con gli occhi colmi di speranza.

Vedendo che lei esitava aprì le braccia a mo’ di invito, pronto ad accoglierla.

A quel punto Nami non si fece attendere e gli si fiondò addosso. Caddero a terra ridendo come bambini, finalmente rilassati.

Nami, finita sopra di lui, gli baciò teneramente la punta del naso.

-Ti basta come perdono?- gli domandò ridendo.

- Mmmh… no, non credo proprio!- sentenziò lo spadaccino.

Capovolse la situazione adagiandosi sopra di lei senza gravarle addosso con il suo peso, e senza pensarci un attimo di più la baciò sulle labbra.

- Nami?- riuscì a chiamarla tra un bacio e l’altro.

-Si?- gli chiese in un sospiro.

-Fammi una promessa: quando ti farò arrabbiare in futuro, pestami di botte anziché ignorarmi, lo preferisco di gran lunga. Però promettimi anche che tutte le volte faremo pace in questo modo. -

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Sono tornata ieri dalla Bosnia e già vi rompo le scatole! xD Ho scritto questo capitolo tra una città e l’altra, e spero che l’ispirazione che ho avuto dai paesaggi bellissimi che ho visto non vi deluda. Che dire… non credo sia un male se Zoro sa usare bene solo le spade… XD (il doppio senso mi è venuto solo adesso, e non mentre la scrivevo). Giuro! u_u

Passiamo come al solito ai ringraziamenti:

Rolo: ti vorrei dire così tanti grazie che è meglio smettere di ringraziarti! xD                                                                                                                                                                              Che poi… me ne sono accorta poco fa… ma mi hai aggiunta anche tra gli autori preferiti??? Troppo gentileeee!!!                                                      

 

xmirax: tranquilla, le ferie sono una mano santa, e anche io avevo molte fic arretrate ^^

Sherry: grazie, mi fa piacere che tu sia stata contenta di trovare nuovi capitoli al ritorno dalle vacanze (io a vederli sarei scappata via urlando XD XD)

kyo250: mi sa che con tutte le ragazze che vorrebbero dormire insieme a Zoro, il sacco a pelo esploderebbe! xD Ihihihih mi fa piacere che questa fic ti piaccia assai!

 

Grazie anche a:

Le dragonballine

Jemanuele 8891

ny152

che l’hanno aggiunta tra i preferiti. Vi meritereste una medaglia all’onore per il coraggio!

 

Rolochan105

kyo250

Le dragonballine

dubhe93

che l’hanno aggiunta tra le seguite.

E infine grazie a chi legge soltanto!

E ora… basta con tutti ‘sti grazie! A dormire!!! ^^

 

 

 

 

 

 

   
 
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