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Autore: _Fire_and_Blood_    26/12/2020    5 recensioni
[Storia interattiva - Iscrizioni chiuse]
Il Dono di viaggiare nel tempo è ambito da secoli, ma solo in pochissimi possiedono il Gene che permette di farlo. Per la precisione in Dodici, sparsi in diverse epoche e luoghi. La missione della Loggia è trovarli, unirli, e raggiungere l'Ascesa e un misterioso fine più elevato.
Ma è davvero tutto così fantastico e altruista come lo dipinge la Loggia... e il misterioso Conte di Saint Germain è davvero il redentore che tutti credono alla Loggia credono sia?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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II

 

 

 

Londra, 1737

 

 

 

Mikhail colpì il preparatore con vigore, centrandolo con un montante proprio sotto il mento. Lo vide ondeggiare, prima di sbilanciarsi all’indietro, e ne approfittò per mettere a segno una spazzata precisa. L’uomo ruzzolò a terra, ingoiando un’imprecazione, e rimase fermo a osservarlo per qualche istante.

Poi si alzò in piedi, massaggiandosi con espressione dolente il gomito contuso, e si aprì in un sorriso soddisfatto.

- Molto bene, Mika -, gli battè una mano sulla spalla, - colpisci senza esitazione come hai fatto poco fa e non avrai problemi ad affrontare i nostri nemici. –

Compiaciuto, Mikahil si concesse uno sguardo all’operato della sua compagna di squadra. La vide muoversi in modo aggraziato mentre lanciava un incantesimo dopo l’altro contro il manichino all’altro capo della sala d’allenamento.

- Dovresti lavorare un po’ anche sul corpo a corpo. Se dovessi ritrovarti senza bacchetta saresti in difficoltà. –

La giovane lo degnò a malapena di un’occhiata, mentre lanciava l’ennesimo preciso Schiantesimo.

- Se dovessi essere a distanza ravvicinata e non potessi usare la bacchetta farei affidamento sui miei coltelli. –

- Nondimeno, ritengo che… -

- Ricordami, Mikahil, quando mai ho manifestato il desiderio di conoscere la tua opinione riguardo qualsivoglia mio comportamento? –

Il tono di voce di Sibilla era dolce e garbato, lo stesso che avrebbe utilizzato se si fosse ritrovata in presenza di qualche nobiluomo a una serata di gala, ma la scintilla nel suo sguardo tradiva la poca sopportazione che provava in quel preciso momento. Era una delle poche donne che fossero state arruolate dalla Fratellanza Fiorentina e, per qualche strano motivo, sembrava che tutti gli uomini dell’organizzazione fossero determinati ad elargirle consigli circa il suo modo di comportarsi o di combattere.

Mikhail aggrottò la fronte, imponendosi di tenere a freno la rispostaccia che gli era salita alla gola. Dopotutto Sibilla era pur sempre una giovane nobildonna, non sarebbe stato corretto rivolgerlesi in modo inappropriato.

- Sibilla, Mikhail! –

La voce di Lord Ashbrown interruppe lo scambio tra i due giovani, salvandoli da una probabile accesa discussione.

Smisero di allenarsi e lo raggiunsero, chinando appena il capo quando si fermarono davanti a lui.

- Dovreste smetterla di bisticciare tra di voi e concentrarvi sui vostri allenamenti -, li redarguì, - specialmente quando è ormai chiaro che il Conte sia riuscito ad infiltrarsi nella cerchia nobiliare inglese. Solo nostro Signore sa di cosa potrebbe essere capace la progenie del demonio se attecchisse il seme tra i nostri regnanti. –

- So che Lord Brompton ne è rimasto particolarmente affascinato – confermò Mikhail.

- Lord Brompton rimane ammaliato da tutto ciò che esula dalla convenzione -, replicò Sibilla, - ma è tanto incostante che dubito il suo interesse nei confronti del Conte sia destinato a protrarsi nel tempo. –

- Entrambi avete ragione, ma non commettete mai l’errore di dimenticare quanto le carezze del demonio possano essere seducenti per il fragile animo umano -, li rimbeccò Ashbrown, - né la sacrale importanza della missione che siete chiamati a portare a compimento. Tornate ad allenarvi, ordunque, e cessate queste vostre infantili diatribe. –

Mikhail e Sibilla si scambiarono una rapida occhiata, stipulando una silenziosa tregua, per poi assicurare che avrebbero obbedito.

 

 

 

Robert intinse la piuma nel calamaio e riprese a scrivere fittamente, il capo chino sui fogli accuratamente rilegati, consapevole dello sguardo di suo fratello che non lo perdeva di vista nemmeno per un istante.

Miro non era mai stato il tipo che perdeva tempo in cose frivole come l’annotare i propri pensieri e considerazioni, ma sapeva che per Robert le sue memoire erano quanto di più importante avesse. Scritti tramandati nel corso dei secoli, destinati ad essere letti da tutti i Viaggiatori che si sarebbero susseguiti e ad indirizzare la Loggia nel suo operato.

- Credevo avessi detto che avremmo avuto ospiti – disse d’un tratto, visto che Robert sembrava deciso a scrivere per tutto il resto del pomeriggio.

- Naturalmente. I nostri visitatori dovrebbero arrivare esattamente ora. –

Come confermando le sue parole, una coppia di giovani si materializzò a mezz’aria e atterrò con leggiadria sul tappeto finemente lavorato del salone.

La ragazza era bionda, incredibilmente attraente, e si guardava attorno con manifesta curiosità. L’anello che portava all’anulare destro denotava la sua appartenenza alla Loggia e la identificava come la tanto attesa Ametista. Il suo accompagnatore era un giovane uomo, di qualche anno più grande di lei, e dal modo in cui le stava accanto e dalla postura che sfoggiava era palesemente il Guardiano che le era stato assegnato.

- Perfettamente in orario, mes enfantes[1]. –

A Miro non sfuggì il modo in cui il giovane uomo serrò la mandibola, irrigidendosi visibilmente. Non che potesse biasimarlo, lui per primo avrebbe manifestato la sua disapprovazione nel sentirsi appellare in quel modo da qualcuno che all’apparenza aveva la medesima età.

Nondimeno il Guardiano s’inchinò davanti al Conte, imitato prontamente dalla riverenza della Viaggiatrice.

- Fare la vostra conoscenza è un immenso privilegio Conte di Saint Germain. –

- Il privilegio è tutto mio, mia cara. Non hai idea di quanto ti abbia impazientemente attesa. Presumo che tu abbia già inserito il sangue all’interno del Cronografo, vero? –

Brigitta annuì.

- Sì, non è il primo salto che compio. –

- Abbiamo già avuto modo d’incontrare alcuni membri della Fratellanza nel 1800 – aggiunse Bartholomew.

- Erano quattro uomini. Sembravano aspettarci – confermò Brigitta.

- Eppure ne siete usciti illesi a quanto posso constatare -, osservò Miroslaw sondando il ragazzo dalla testa ai piedi, - notevole. –

Bartholomew si aprì in un sorriso compiaciuto.

- Non è stato nulla di trascendentale. –

Robert battè le mani, richiamando l’attenzione su di sé. – Dove ho lasciato le mie maniere… mademoiselle, accomodatevi pure, sono certo che la servitù sarà ben lieta di portarci qualcosa. Magari del the? –

- O del gin – offrì Miroslaw.

- Del the andrà benissimo – assicurò Brigitta, proprio mentre Bart affermava a sua volta che del gin sarebbe stato accettato di buon grado.

Sorseggiarono le loro bevande lentamente, discorrendo delle innovazioni presenti nella loro epoca, fin quando la coppia proveniente dal futuro non accusò la sensazione di essere prossima a Trasmigrare nel proprio tempo.

Quando scomparvero, dopo aver promesso che avrebbero presenziato alla soiré a casa di Lord Brompton, il Conte rivolse un’occhiata indagatrice al fratello.

- Che ne pensi della nostra nuova coppia? –

- Penso che non vedo nulla di particolare nell’Ametista. Non capisco perché l’attendessi tanto febbrilmente – ammise.

Si aprì in un sorriso sghembo: - Lo scoprirai presto. –

 

 

 

*

 

 

 

Londra, 1735

 

 

 

- Mi stai pestando i piedi – sbuffò Quinn, mentre faceva volteggiare Louise sul posto.

- E tu mi stringi troppo forte, sembra quasi che mi voglia soffocare – rilanciò lei, piccata dal commento sulla sua difficoltà nel compiere i movimenti del minuetto.

Amber ed Elizabeth sorrisero davanti alla buffa scena della coppia, che continuava a muoversi e battibeccare al contempo. Loro due, proprio come Quinn e Louise, venivano da epoche molto moderne ed erano a dir poco confuse da quei movimenti così cerimoniosi e composti che caratterizzavano i balli settecenteschi.

Era proprio per quella ragione che il gruppo era saltato nel passato, affinchè potessero farsi assistere da un preparatore della Loggia certamente più esperto. Avevano mosso i primi passi con nervosismo, cercando d’imitare il modo armonioso e perfettamente complementare con il quale si muovevano Iara e Jérémy, ma sembrava che non ci fosse nulla da fare e fossero destinati a una figura alquanto grama in qualità di ballerini.

- La Loggia dovrebbe prepararci a combattere, non a danzare – sbuffò Quinn, mollando la presa su Louise.

- Le soiré di Lord Brompton sono un’occasione fantastica per acquisire informazioni -, replicò Iara, - ed è per questo che il Conte insiste che ci siamo tutti. –

- Non proprio tutti – la corresse Elizabeth con un sorriso.

- È un po’ che desideravo chiedervelo -, Louise colse l’occasione al volo per dare voce alla sua curiosità, - ma voi sapete perché tra la vostra generazione di Viaggiatori e la nostra siano passati tanti anni? Non è possibile che il Gene sia rimasto latente tanto a lungo. –

L’occhiata che si scambiarono Jérémy, Iara e i rispettivi Guardiani non le sfuggì.

Quei quattro sapevano qualcosa che lei e Quinn ignoravano. Ma se il suo Guardiano sembrava poco interessato a tutta quella faccenda e si limitava a svolgere il compito assegnatogli dalla Loggia, lei non poteva fare a meno di farsi delle domande a riguardo. Forse c’entrava il fatto che fosse quella che proveniva da un’epoca più moderna, una dove le donne erano abituate ad essere ascoltate e ad avere risposta ai propri interrogativi, ma proprio non riusciva ad accettare passivamente l’idea di fare ciò che il Conte le ordinava senza interrogarsi al riguardo.

- Voi sapete qualcosa – insistè.

Amber, dopo qualche secondo d’indecisione, annuì.

- Credo sia giusto che ne siano messi al corrente anche loro. Gli altri lo sanno già. –

Quelle parole parvero riuscire a incuriosire persino Quinn, che inclinò il capo al loro indirizzo e la invitò a proseguire.

- I Viaggiatori che sono nati nel corso dell’ultimo secolo hanno operato scelte diverse e queste hanno portato a sorti opposte alle nostre. –

- Alcuni sono morti e altri… - mormorò Iara, lasciando vagare lo sguardo nervosamente verso la soglia della porta, quasi si aspettasse di essere ascoltata da orecchie indiscrete.

- Altri hanno voltato le spalle alla Causa. Si sono rifugiati in vari secoli, in compagnia dei loro Guardiani. –

Fu Jérémy a concludere la sua frase, venendo ricompensato da uno sguardo grato dell’amica.

- La Loggia non ci ha mai detto nulla a riguardo – intervenne Quinn, improvvisamente davvero partecipe alla conversazione e con palese sospetto.

- Credo vogliano essere certi che nessun altro possa avere la tentazione d’imitarne le sorti –, replicò Jérémy, - è stato un grave colpo per il Conte e per tutta la sua organizzazione. I suoi piani sono stati enormemente rallentati. –

- E alcuni di noi ritengono che sia una vicenda legata alla misteriosa missione della quale vorrà incaricarci alla soiré di Lord Brompton – concluse Amber.

- E dobbiamo davvero continuare ad esercitarci! Ancora una volta, mademoiselle Louise, s'il vous plait. –

Il brusco cambio d’argomento da parte del Viaggiatore annunciò loro che aveva sentito un rumore di passi in avvicinamento.

A conferma di ciò, la porta del salone da ballo venne aperta e fece la sua comparsa un membro della Loggia. Il giovane adepto si bloccò sul posto, avvampando vistosamente, cercando di nascondere dietro di lui la giovane con la quale aveva evidentemente intenzione d’intrattenersi.

- Le mie più sincere scuse, non era mia intenzione interrompere un allenamento delle loro signorine. Vi prego di scusarmi ancora e di permettermi di congedarmi, non vorrei per alcuna ragione arrecarvi maggior disturbo di quanto non abbia già fatto. –

S’inchinò profusamente varie volte, scortando via la sua accompagnatrice e richiudendosi la porta alle spalle.

- Pericolo scampato -, mormorò Elizabeth con un sospiro sollevato, - ma credo che sia davvero meglio continuare ad esercitarci con le danze. Non è il luogo adatto né il momento per parlare di queste cose. –

Annuirono tutti all’unisono, seppur visibilmente toccati dalle possibili implicazioni, e si ripromisero di affrontare l’argomento quando tutti i Viaggiatori e i loro rispettivi Guardiani fossero stati riuniti la sera seguente da Lord Brompton.

 

 

 

*

 

 

 

Londra, 1823

 

 

 

 

Celia incrociò la lama della spada con quella di Dante, rispondendo colpo su colpo agli affondi del suo sfidante in un volteggiare di capelli rossi. Sorrise quando il ragazzo tentò un affondo laterale, certa di essere in vantaggio, e si spostò in fretta.

Tuttavia quella di Dante era stata un’abile finta.

La lama non mirò al fianco, ma al petto, e si arrestò non appena la punta sfiorò l’elegante stoffa della casacca da schermidore della ragazza.

- Colpita -, sorrise, - dovreste sapere, mademoiselle McKinnon, che non è saggio essere tanto impulsivi in uno scontro con un avversario molto più forte. –

- E voi dovreste sapere, monsieur Zabini, che l’arroganza poco vi si addice – replicò, sfruttando quel momento di gongolamento per scartare di lato e puntare la lama dritta verso il suo stomaco.

Rimasero fermi così, in evidente empasse, finchè non scoppiarono a ridere ed entrambi rinfoderarono la propria arma.

Evelyn e Bel, fino a quel momento intenti a giocare a una partita particolarmente avvincente di scacchi, sollevarono lo sguardo verso i rispettivi Guardiani.

- Conservate un po’ d’energia per la soiré di domani -, intervenne Bel, - perché si può star certi che Lord Ashbrown invierà qualcuno dei suoi seguaci. È fin troppo determinato ad attentare alla vita del Conte. –

- La Fratellanza non ci preoccupa -, asserì Celia, - siamo fin troppo pronti ad affrontarli. –

- Anche se l’ultima volta Sibilla Alfieri ha quasi appeso la tua testa nella sua sala trofei? – la provocò Dante, ironicamente, ricevendo per tutta risposta una smorfia scontrosa.

- Quella strega mi ha colta in un momento di distrazione, ero troppo occupata a tenere d’occhio Bel. –

- Non ho bisogno che tu mi tenga sempre d’occhio -, replicò il diretto interessato, - sono in grado di cavarmela da solo. –

- Forse, ma sono la tua Guardiana e tua sorella gemella. Sei una mia responsabilità. –

Evelyn sorrise al di sopra della scacchiera, osservando i gemelli McKinnon battibeccare. Non aveva mai avuto fratelli o sorelle, perciò un po’ li invidiava, ma da quando il Gene si era risvegliato in lei e aveva conosciuto Dante era stato un po’ come se quel fratello tanto desiderato fosse finalmente giunto da lei.

Come se stesse pensando la stessa cosa, Dante incrociò il suo sguardo e le sorrise con sincero e totalizzante affetto.

Il legame tra Guardiano e Viaggiatore era potente, indissolubile, e imprescindibile. Era perfettamente logico che Celia volesse difendere il fratello a ogni costo, era quello che anche Dante avrebbe fatto per lei.

Purtroppo la Fratellanza Fiorentina lo sapeva e l’avrebbe sfruttato a proprio vantaggio se solo glielo avessero permesso.

Si alzò dal divano color crema e asserì: - Vi va se facciamo uno scambio di coppie e combattiamo un po’ anche io e Bel? Dobbiamo essere pronti a domani. –

Bel le sorrise, riconoscente per quel cambio d’argomento e per la possibilità di mettersi in gioco che le offriva.

- Mi sembra un’ottima idea. Io duellerò con Dante e tu con Celia, così almeno saremo certi che nessuno farà dei favoritismi all’altro. –

Celia parve tentennare, ma Dante le rivolse un’occhiata rassicurante.

- Riavrai tuo fratello tutto intero quando avrò finito con lui – assicurò.

- Sarà meglio. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Dopo tanta attesa eccomi finalmente qui con il primo vero capitolo. Spero che vi sia piaciuto e che abbiate passato delle piacevoli feste. Avrei qualche domandina per voi:

- Che abito volete che indossi il vostro OC alla soiré di Lord Brompton?

- Come pensate che si comporterà?

A presto.



[1] Miei bambini. Poiché, essendo nati molto dopo il Conte, egli li considera come giovani e del tutto inesperti.

   
 
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