Fumetti/Cartoni americani > She-Ra e le principesse guerriere
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Autore: rekichan    26/12/2020    2 recensioni
Non c’è più, cercò di convincersi, Lui non c’è più. Adora l’ha distrutto. Noi, assieme, lo abbiamo distrutto.
[Per Alice][Catradora]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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It’s (not) going to be ok

 

Le ore della notte erano le più difficili. Non appena chiudeva gli occhi, lo rivedeva: algido, controllato e feroce nel suo utopico e fallace senso di giustizia e ordine universale. Una follia celata da vesti immacolate, serpeggiante sotto la pelle e pronta a scattare e colpire con deleteria precisione. La voce, nient’altro che uno schiocco di frusta: puntuale e letale.

Ordine distruttivo e composta pazzia, così diverso dal caos disordinato, emotivo e controllabile di Hordak, il Grande Horde aveva lasciato in lei cicatrici più profonde di quelle che segnavano il suo corpo. Le aveva sottratto la volontà, la sicurezza della propria mente, e il sonno. Ogni volta che si coricava nel grande letto di Adora a Bright Moon, sentiva la viscida presenza di Horde strisciare dentro di sé. Così attendeva che il respiro della compagna venisse sostituito dal flebile russare e si alzava per sfuggire all’incubo, per sentirsi un poco ancora, prima di crollare per la stanchezza, sé stessa.

Ma l’aria di Bright Moon aggiungeva inquietudine al terrore. Poco importava che Bow e Sparkly l’avessero accolta: passare dall’essere nemici giurati a migliori amici era troppo rapido per lei, abituata agli inganni e ai tradimenti. Non riusciva a fidarsi di nessuno e resisteva in quella stessa città che aveva giurato – e ci era perfino quasi riuscita – di distruggere solo per lei, per Adora. Così resisteva, lottava, elargiva sorrisi invece di unghiate, smussava il suo carattere indocile per essere come lei voleva che fosse, per adeguarsi a quell’universo di brillantini e opulenza. E man mano che i giorni passavano, la sensazione di sentirsi fuori posto aumentava e più questa veniva meno, più il ricordo di Horde si ancorava alla sua mente, al suo cervello.

Non c’è più, cercò di convincersi, Lui non c’è più. Adora l’ha distrutto. Noi, assieme, lo abbiamo distrutto.

L’eco dei pensieri cozzò con le pareti di marmo adamantino. Rimbombò a lungo e poi svanì, richiamato dall’aria frizzante della notte, oltre il balcone. Oltre le mura ormai inutili di Bright Moon, retaggio di un tempo di guerra che non sarebbe tornato. E ancora si espanse, giunse fino alle rovine della Zona della Paura, dove ora fiorivano ranuncoli, primule e rampicanti, a parassitare carcasse di metallo.

Si girò sul fianco. Adora dormiva a stella, un rivolo di bava le scivolava lungo la gota e Catra la trovò al tempo stesso adorabile e disgustosa. Provò l’istinto di svegliarla, di dirle che il sonno non arrivava, di confessare di quel tarlo che continuava a rosicchiarle la vita e la sanità. Invece, si rannicchiò contro il suo fianco, chiuse gli occhi e attese il giorno, nella speranza che arrivasse presto, maledicendo sé stessa per non farcela da sola e Adora, che le aveva mentito quel giorno, quando l’aveva rassicurata che tutto sarebbe andato bene.

   
 
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