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Autore: Roxanne Potter    28/12/2020    1 recensioni
[Questa storia partecipa alla challenge “Slot Machine!” indetta da Juriaka sul forum di EFP]
Fred e George decidono di rallegrare le riunioni dell'ES organizzando un torneo di scommesse, la cui regola principale è semplice quanto preoccupante; chiunque perda una scommessa deve scontare una penitenza decisa dal vincitore insieme ai gemelli Weasley.
Cosa succede quando Harry perde contro Ron, trovandosi così costretto a chiedere a Luna di uscire con lui?
Harry camminava lungo il corridoio del secondo piano, il pugno stretto intorno alla tracolla della borsa e lo stomaco che ribolliva in un misto di furia e quieta disperazione.
Non poteva rifiutarsi di chiedere un appuntamento a Luna; davanti alle sue proteste, Fred e George avevano tirato fuori la pergamena su cui erano segnati i nomi dei partecipanti al torneo di scommesse e gli avevano spiegato di averla stregata con un incantesimo simile a quello che Hermione aveva utilizzato sulla lista dei membri dell'ES.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Harry/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-Buongiorno, Harry.
-Siamo qui per darti una notizia.
-Una bella notizia.
-Una notizia fantastica!
Harry alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta; Fred e George Weasley si erano appena seduti davanti a lui, al tavolo di Grifondoro, e lo guardavano con due identici sorrisi beffardi stampati sulle labbra.
-Buongiorno, ragazzi.- rispose, mettendo via il giornale e afferrando un bicchiere di succo di zucca. Con suo enorme sollievo, quel mattino la Gazzetta non aveva riportato storie di morti o sparizioni misteriose. -Quale sarebbe questa grandiosa notizia?
-Ti ricordi quella scommessa che hai fatto con Ron?- disse Fred, tirando verso di sé due piatti pieni di uova strapazzate.
-Certo che mi ricordo. Aspettate, volete dirmi che...
Harry sentì il suo umore schizzare di colpo alle stelle.
Poco prima delle vacanze di Natale, durante una riunione dell'ES passata a bere Burrobirra, giocare a Sparaschiocco e discutere di Quidditch con tanta animosità che Angelina Johnson aveva quasi Schiantato un Anthony Goldstein reo di aver criticato la tecnica di gioco delle Holyhead Harpies, i gemelli Weasley avevano avuto la brillante idea di organizzare un giro di scommesse per movimentare la vita a Hogwarts.
-Dividetevi in coppie. Poi scrivete su questa lista i vostri nomi e il tipo di scommessa che avete deciso di piazzare.- aveva detto Fred, indicando un foglio affisso sulla bacheca.
Gli sguardi eccitati dei membri dell'ES si erano adombrati di una lieve preoccupazione quando George aveva aggiunto; -Ricordate la regola principale; chi perde una scommessa è tenuto a scontare una penitenza che verrà scelta dal vincitore... dopo che quest'ultimo si sarà consultato con me e mio fratello.
Harry e Ron si erano scambiati uno sguardo grave, ma alla fine avevano deciso di iscriversi e di scommettere sulla finale del campionato di Quidditch; il primo aveva puntato sulla vittoria dei Ballycastle Bats, il secondo su quella dei Tutshill Tornados.
Certo, Harry avrebbe dovuto immaginare che non c'era nulla di cui preoccuparsi e che vincere quella scommessa sarebbe stato facile come bere un bicchier d'acqua; i Bats erano sempre stati migliori dei Tornados sotto tutti i punti di vista.

-Allora ho vinto, eh?- disse allegramente Harry. -A questo punto devo iniziare a pensare a una penitenza per Ron. Voi cosa mi proponete? Vi avverto, voglio andare sul leggero per lui.
Fred e George si scambiarono uno sguardo eloquente e scossero la testa.
-Harry, ma non hai letto la rubrica del Quidditch stamattina?- disse George con una risata. -La scommessa l'ha vinta Ron. Ieri pomeriggio i Tornados hanno stracciato i Bats con uno scarto di ben duecentosettanta punti.
Il succo di zucca gli andò di traverso. Harry tossì un paio di volte e mise via il bicchiere, per poi fulminare i gemelli con un'occhiataccia.
-Siete seri? Questo sarebbe il vostro concetto di bella notizia?
-Noi ti abbiamo detto solo che avevamo una bella notizia.- replicò Fred, con un'alzata di spalle. Afferrò due forchette e ne passò una a George. -Non abbiamo specificato per chi fosse bella.
Harry alzò gli occhi al cielo, anche se sulle sue labbra era comparso l'accenno di un sorriso divertito. Va bene, aveva perso la scommessa, ma dubitava che Ron e i gemelli gli avrebbero chiesto di fare qualcosa di particolarmente stupido o imbarazzante.
-Sentiamo un po', avete già pensato alla mia penitenza?
I ghigni che comparvero sui volti di Fred e George gli fecero correre un improvviso brivido lungo la spina dorsale.
-Vedi, amico... io, Fred e Ron ci siamo consultati a lungo prima di prendere questa decisione.
-All'inizio pensavamo di star esagerando ma alla fine George è riuscito a convincerci che l'idea era semplicemente perfetta...
-Ragazzi, niente giri di parole.- Harry inarcò le sopracciglia. -Sputate fuori il rospo.
-Va bene.- George sorrise e infilzò un uovo con la forchetta. -Devi invitare una ragazza a uscire con te.
-Io devo... cosa?
-Esattamente quello che abbiamo detto.
Harry tirò un respiro profondo, cercando di placare l'ansia che aveva iniziato a farsi strada in lui. La situazione non era poi così tragica; ne avrebbe approfittato per chiedere finalmente a Cho di uscire con lui. Certo, sarebbe stato imbarazzante, ma forse i fratelli Weasley stavano solo cercando di aiutarlo, di dargli la spinta necessaria per prendere quella decisione rimandata troppo a lungo.
-C'è di più, Harry.- disse George in tono giovale. -Non avrai libertà di scelta, altrimenti che penitenza sarebbe stata? Siamo stati noi a decidere chi sarà la tua donzella. Inoltre, dovrete uscire voi due da soli, senza altra gente di mezzo.
Harry fissò i gemelli Weasley a bocca spalancata e l'ansia tornò a serrargli lo stomaco. In che diavolo di guaio lo stavano cacciando?
-Siamo lieti di comunicarti...- iniziò Fred, e lanciò un'occhiata a George per invitarlo a concludere la frase.
Ti prego, fa che abbiano scelto Cho... sì, deve essere per forza Cho...
-... che dovrai chiedere di uscire a Lunatica Lovegood.

Li ammazzerò. Giurò che li ammazzerò tutti e tre.
Harry camminava lungo il corridoio del secondo piano, il pugno stretto intorno alla tracolla della borsa e lo stomaco che ribolliva in un misto di furia e quieta disperazione.
Non poteva rifiutarsi di chiedere un appuntamento a Luna; davanti alle sue proteste, Fred e George avevano tirato fuori la pergamena su cui erano segnati i nomi dei partecipanti al torneo di scommesse e gli avevano spiegato di averla stregata con un incantesimo simile a quello che Hermione aveva utilizzato sulla lista dei membri dell'ES.
-Ti conviene fare quel che devi fare, amico.- aveva detto Fred. -A meno che tu non voglia passare una settimana in infermeria a cercare di farti aggiustare la faccia.
Harry si fermò a qualche metro di distanza dalla porta dell'aula di Trasfigurazione, si appoggiò al muro e incrociò le braccia al petto, meditando su come avrebbe potuto uccidere i tre Weasley ed evitare una condanna ad Azkaban – certo, l'aveva già scampata una volta, ma temeva che l'omicidio fosse un crimine un po' più grave dell'utilizzo della magia in presenza di un Babbano.
La porta dell'aula si aprì all'improvviso e Harry iniziò a sudare freddo quando vide Ginny e Luna in mezzo al gruppo di studenti che si riversò in corridoio.
No. Non posso farlo. Forse sono ancora in tempo per scappare...
Ginny intercettò il suo sguardo, gli sorrise e scosse la mano.
-Ciao, Harry!
Lui le rispose con un cenno del capo e un sorriso nervoso. Si sentì riempire di sollievo quando Ginny salutò Luna per seguire gli altri Grifondoro verso la stretta scala di pietra che portava ai piani superiori – non sarebbe mai riuscito a fare ciò che doveva fare in presenza di altre persone.
Luna invece non si unì al gruppo di ragazzi di Corvonero che si stavano allontanando lungo il corridoio. Andò dritta verso Harry e disse in tono allegro; -Ciao. Come mai qui?
Panico. Vuoto mentale. Harry aprì e richiuse la bocca più volte, poi buttò fuori d'impulso; -Ah, niente, facevo un giro.
-Io stavo per salire in sala comune, devo finire un tema di Divinazione. Ma visto che tu eri qui tutto solo ho pensato di salutarti.
-Oh, beh... grazie?
Dopo qualche istante di silenzio, in cui Luna lo guardò come in attesa che lui aggiungesse qualcos'altro, Harry iniziò a balbettare; -Senti, io volevo... volevo... chiederti una cosa.
-Sì?- rispose Luna, un pizzico di curiosità che si accendeva nei suoi occhi.
-Ecco, io... volevo sapere se ti andrebbe di venire a Hogsmeade con me, domani pomeriggio.
Non appena ebbe finito di pronunciare quelle parole, sentì le guance andargli a fuoco. Luna sbatté le palpebre e mormorò; -Venire a Hogsmeade con te? Noi due da soli, intendi?
Harry annuì e, dentro di sé, pregò che la terra si spalancasse e lo inghiottisse in quel preciso istante.
Non solo i Weasley lo avevano costretto a chiedere un appuntamento a una ragazza che non gli piaceva sentimentalmente e che solo negli ultimi tempi aveva iniziato a considerare una buona amica, anche se non stretta quanto Hermione o Ginny; non aveva la più pallida idea di come avrebbe gestito la situazione se avesse finito per illudere Luna, facendole credere di provare un vero interesse per lei.
Ti prego, fa che dica di no, così metterò fine a questa storia ridicola...
-Ma certo, Harry!
Il viso di Luna si illuminò di un sorriso radioso.
-Mi fa davvero piacere che tu me lo abbia chiesto. Detta così è come se il nostro fosse un appuntamento, non trovi?
Harry impiegò qualche secondo per elaborare una risposta vagamente intelligente.
-Beh... sì, insomma... noi due da soli però nel senso di un'uscita amichevole, se per te va bene.
-Sì, anche un'uscita amichevole mi va più che bene. Beh, io ora torno in sala comune. Ci vediamo domani!
Luna gli rivolse un ultimo sorriso, gli voltò le spalle si allontanò, fischiettando tra sé e sé. Harry si passò una mano tra i capelli e sospirò, grato che quell'ultima frase gli avesse permesso di salvarsi in extremis; dopotutto, le condizioni poste dai Weasley non contemplavano il divieto di pronunciare le parole “uscita amichevole”.

-Harry, questa storia della scommessa è la cosa più stupida che abbia mai sentito in vita mia.
Lievi fiocchi di neve volteggiavano nell'aria sfiorando il viso di Hermione, in quel momento arrossato dal freddo e indurito da un'espressione accigliata. Harry rispose all'amica con un'alzata di spalle e lanciò un'occhiata ai cancelli spalancati della scuola, da cui presto sarebbero dovuti arrivare Ron e Luna.
-Lo sai che non ho avuto scelta, Fred e George hanno stregato la lista...
-Già. Ti rendi conto che hanno rubato la mia idea per un'idiozia simile?- sbuffò lei. -Comunque se hai detto a Luna che la vostra doveva essere un'uscita amichevole e lei è stata più che d'accordo... beh, non ti rimane che comportarti in modo amichevole con lei. Così non si farà strane idee.
-Certo. In che altro modo dovrei comportarmi?- disse Harry. -Però rimane il fatto che dobbiamo vederci da soli. Non voglio che lo interpreti in modo sbagliato...
Si zittì di colpo; Luna, in cappotto azzurro e berretto in tinta, era appena uscita dai cancelli e camminava svelta nella loro direzione.
-Ciao, ragazzi! Bella giornata, vero?- disse Luna, fermandosi davanti a Harry e Hermione. Indossava gli orecchini a rapanello e portava a tracolla una grossa borsa di stoffa blu, a forma di fiore, ma nel complesso non aveva un aspetto eccessivamente eccentrico.
-Ciao, Luna. Già, una gran bella giornata.- rispose Harry, per poi affondare le mani nelle tasche dei pantaloni e mordersi l'interno della guancia, cercando di placare il lieve nervosismo che l'aveva colto.
-Vieni anche tu con noi, Hermione?- Luna spostò lo sguardo su di lei; aveva parlato con voce tranquilla, priva di qualsiasi punta di fastidio per la presenza dell'altra ragazza.
-Oh, no, ecco... io sto aspettando Ron.- rispose Hermione con un sorrisetto imbarazzato.
-Ho capito. Allora divertitevi. Harry, vogliamo andare?
Harry lanciò a Hermione un'ultima occhiata prima di seguire Luna lungo il sentiero che si snodava tra due file di alberi ammantati di neve candida; la ragazza camminava con lo sguardo svagato e sognante fisso davanti a sé, come se fosse immersa nei suoi pensieri.
-Allora.- disse Harry, cercando di rompere il ghiaccio. -Come ti è sembrata l'ultima riunione dell'ES?
Luna lo guardò e rispose; -Mi è piaciuta un sacco. Gli Schiantesimi sono piuttosto divertenti, credo che siano i miei incantesimi preferiti tra tutti quelli che abbiamo provato finora. E poi tu sei davvero un bravo insegnante, sai?
-Grazie.- Harry le sorrise; dopotutto Luna non era affatto male, come persona, e non credeva che sarebbe stato troppo difficile parlare con lei. Ma era la prima volta che passavano davvero del tempo da soli ed era preoccupato che lei potesse uscirsene fuori con argomenti fin troppo strambi; non si sentiva in grado di passare un intero pomeriggio a farsi riempire la testa di chiacchiere sui Nargilli e sull'identità da rockstar maledetta di Sirius Black.

-Ieri Ginny mi ha detto che le piacerebbe Schiantare la Umbridge.- continuò Luna. -Ginny mi piace molto, ha questa abitudine di dire sempre tutto ciò che pensa, senza peli sulla lingua.
-Sì, è vero. E se la cava anche molto bene alle riunioni...
La loro conversazione sulle esercitazioni dell'ES continuò finché non raggiunsero la High Street di Hogsmeade, affollata di studenti e abitanti del villaggio. Mentre camminavano in silenzio lungo il marciapiede, guardando le vetrine dei negozi, due ragazzine passarono accanto a loro e si voltarono per fissarli con un interesse tanto palese da metterlo a disagio.
-Credo che quelle ragazze ci abbiano guardati perché trovano strano che tu sia qui con me.- commentò Luna in tono disinvolto.
-Ah, beh... ecco... immagino di sì. Comunque fa un po' freddo.- si affrettò a dire Harry. -Che ne dici, andiamo a prendere una Burrobirra?
-Sì, va bene. Alla fine non c'è molto altro da fare in questo villaggio, vero?
Harry annuì; gli piaceva un sacco Hogsmeade, ma non poteva negare che il villaggio offrisse una varietà molto ristretta – per non dire quasi inesistente – di intrattenimenti.
Appena entrati ai Tre Manici di Scopa, Harry si sentì addosso gli occhi di mezza Hogwarts. Si sedette a un tavolo vicino alla finestra, mentre Luna si allontanava per ordinare da bere, e tamburellò nervosamente con le dita sul ripiano di legno finché lei non tornò con due boccali schiumanti di Burrobirra in mano.
Harry non poté fare a meno di ammirare la sua disinvoltura e la sua compostezza – Luna non aveva degnato neanche di un'occhiata il ragazzo e la ragazza che, seduti a pochi tavoli di distanza, li guardavano di sottecchi e ridacchiavano tra loro.

-Sai, io non vado matta per la Burrobirra.- disse Luna, dopo aver mandato giù qualche sorso. -Una al giorno fa bene, ma mio padre dice che berne troppa ti fa crescere dei foruncoli verdi spaventosi su tutto il corpo.
-Ah, davvero?- disse Harry in tono neutro, sforzandosi di non ridacchiare.
Luna non era affatto male, pensò. Nonostante fosse complicato stare dietro alle sue stranezze, era una ragazza simpatica e piacevole, nonché una delle prime persone che avesse creduto alle sue parole sul ritorno di Voldemort.
-Davvero. Uno dei giornalisti che lavora per mio padre ha pubblicato un articolo a riguardo. È un peccato che le persone non vogliano dare retta ai nostri consigli...
Chissà perché.
-Trovo triste che la gente critichi tanto ciò che non comprende. Non so se ricordi quando ci siamo incontrati sul treno, il primo giorno di scuola, e la tua amica Hermione ha detto che il Cavillo è solo spazzatura. Non mi ha fatto piacere per niente.
Harry finì di bere un lungo sorso di Burrobirra, poi poggiò la bottiglia sul tavolo e si sforzò di trovare qualcosa di intelligente da dire. Anche lui pensava che il Cavillo non pubblicasse altro che sciocchezze, ma d'altronde era comprensibile che Luna si fosse sentita offesa alle parole di Hermione; dopotutto, si parlava pur sempre della rivista gestita da suo padre.
-Già, immagino che non ti abbia fatto piacere. Però sono sicuro che Hermione non volesse offenderti. È una bravissima ragazza, è una delle mie migliori amiche...
-Questo lo so.- Luna sorrise. -Sul momento mi sono arrabbiata ma adesso non ce l'ho più con lei per quello che ha detto. Portare rancore verso le persone è inutile. E poi Hermione ha iniziato a comportarsi molto meglio con me. Anche se la persona con cui ho stretto di più è Ginny. A essere sincera, Ginny è la prima vera amica che mi sono fatta a Hogwarts.
Luna ricominciò a bere la sua Burrobirra e Harry la osservò; la sua sincerità disarmante aveva appena stimolato in lui una dolorosa consapevolezza.
Anche lui aveva pensato – e a volte continuava ancora a pensare – che Luna fosse stramba e difficile da comprendere. Ma era una brava persona, una ragazza gentile che non aveva mai fatto del male a nessuno e che sicuramente non meritava di farsi soprannominare “Lunatica” e di non avere amici.
Si ritrovò a immaginare come si sarebbe sentito lui se non avesse mai studiato in compagnia di Ron e Hermione, se non avesse avuto una piccola comitiva con cui visitare Hogsmeade, se fosse stato costretto a mangiare e frequentare le lezioni da solo per ben tre anni.
Certo, c'erano stati dei periodi della sua vita in cui anche lui si era sentito solo ed emarginato; l'anno prima, dopo che il dannato Calice di Fuoco aveva sputato fuori il suo nome, mezza scuola l'aveva odiato e persino Ron gli aveva voltato le spalle – ma perlomeno Hermione era rimasta al suo fianco.
Ricordò la lontana estate passata senza ricevere lettere dai suoi amici, inconsapevole che queste fossero state tutte intercettate da Dobby, e gli anni alla scuola elementare Babbana, quando i bambini lo ignoravano perché fare amicizia con lui avrebbe significato mettersi contro la gang di Dudley...
In un attimo, Harry decise che avrebbe dovuto spingere gli altri a essere molto più gentili con Luna e che lui stesso avrebbe dovuto mostrarsi più accomodante anche davanti a discorsi assurdi come l'esistenza dei Ricciocorni Schiattosi.
-Sei immerso in pensieri profondi?
La voce di Luna lo riportò di botto alla realtà.
-Ecco, stavo pensando che sono felice che tu ti sia fatta degli amici grazie...- abbassò di colpo il tono di voce. -... grazie all'ES.
Luna sorrise e rispose con voce altrettanto leggera ma ben udibile; -Grazie, è una cosa molto carina da dire. Io penso che questo gruppo sia importante non solo perché ci prepara a ciò che ci aspetta là fuori ma anche perché crea solidarietà tra studenti di Case diverse. Anche se, certo, prepararci a combattere rimane sempre la cosa più importante. Era proprio ora che qualcuno prendesse l'iniziativa. Sei un esempio per tutti noi, Harry.
Harry si sentì arrossire leggermente.
-Beh, sai che l'idea è stata principalmente di Hermione.- mormorò. -Ma sono felice di essermi fatto trascinare da lei in tutto questo.
-Già. Anche perché sempre più persone ti stanno credendo sul ritorno di Voldemort.
Luna pronunciò quel nome senza battere ciglio, il che provocò in Harry un istintivo moto di rispetto verso di lei.
-Non abbastanza persone, purtroppo.- disse in tono amaro.
-Pian piano tutti si accorgeranno che stai dicendo la verità. Per me è terribile che la gente possa credere che tu menta per attirare l'attenzione o addirittura che tu sia pazzo... è sempre una cosa terribile da dire, su chiunque. Nessuno dovrebbe sentirsi definire così.
Aveva parlato in tono tranquillo, privo di tristezza o rancore, ma era impossibile che non si riferisse a se stessa. Harry sentì un groppo in gola e cercò di mandarlo giù con un altro sorso caldo di Burrobirra.
Un pensiero fulmineo gli attraversò la mente; Forse io e Luna siamo molto più simili di quanto pensavo.
-Grazie. Sono felice che lo pensi.
Luna gli rispose con un sorriso dolce e Harry si ritrovò a pensare che il suo viso fosse piuttosto grazioso. Nonostante i grandi occhi grigi un po' sporgenti, le sopracciglia di lei erano bionde e sottili, le labbra rosee, i lineamenti delicati.
Si affrettò subito a scacciare quel pensiero. Lui e Luna continuarono a bere in silenzio, un silenzio disteso e confortevole.

-Ti va di fare un giro per i negozi? Dovrei comprare delle pergamene nuove.- disse infine Harry, mettendo giù il boccale ormai vuoto. Frugò nella tasca del mantello e tirò fuori quattro falci, quanto bastava per pagare le due Burrobirre.
-Sì, va bene. Comunque non preoccuparti, Harry. Non devi sentirti costretto a offrirmi da bere. Mi pago la mia Burrobirra da sola.

-Quindi passo l'estate a pescare Plimpi d'Acqua Dolce. Sai, ci sono un sacco di creature magiche nella zona intorno casa mia... molte sono abbastanza piccole e furbe da sfuggire agli occhi dei Babbani.
Mentre tornavano al castello, Luna aveva iniziato a raccontargli nel dettaglio come trascorreva le estati e Harry si beveva con piacere ogni parola. Quando avevano raggiunto il corridoio del settimo piano, invece di salutarsi per tornare nelle rispettive sale comuni, erano rimasti lì, seduti su una panca di pietra, a parlare fino a perdere la cognizione del tempo.
Quel pomeriggio passato con lei si era rivelato sorprendentemente piacevole; avevano parlato come semplici amici, Luna non aveva dato segno di voler cercare un contatto fisico e gli articoli del Cavillo da lei citati erano talmente assurdi che Harry si era ritrovato più volte a trattenere le risate.
Doveva ammettere a se stesso che era passato un sacco di tempo dall'ultima volta che aveva passato una giornata così divertente, in cui era riuscito a dimenticare i pensieri cupi che gli vorticavano costantemente nella testa e a sentirsi un normale ragazzo di quindici anni. Un ragazzo che non era costretto a preoccuparsi ogni singolo giorno, ogni singola ora e ogni singolo minuto del regime dittatoriale della Umbridge o del ritorno di Voldemort.
-Sai, mi piacerebbe fare la Mazioologa dopo la scuola.- disse a un certo punto Luna, rigirandosi una ciocca bionda tra le dita, gli occhi velati da uno sguardo pensieroso. -Viaggiare per il mondo, scoprire nuove creature... sarebbe veramente un sogno.
-Già, mi sembra davvero una bella idea.- rispose Harry. -Molto particolare.
-Se entro l'anno prossimo non avrò cambiato idea, dirò questo al professor Vitious. Tu hai già fatto il colloquio d'orientamento? Cosa hai detto alla McGranitt?
-A dire il vero no, i colloqui non sono ancora iniziati.- rispose Harry. -Non so ancora bene cosa voglio fare dopo la scuola ma... beh, mi attira molto la carriera di Auror.
Luna si voltò a guardarlo e sorrise.
-Ma è un'idea magnifica, Harry. Dopo aver visto il modo in cui insegni durante le riunioni dell'ES, non ho dubbi che questo sia il lavoro perfetto per te.
Harry ricambiò il sorriso, sentendosi invadere da un piacevole calore all'idea che lei pensasse così bene di lui.
-Ora penso che tornerò in sala comune, sai? Voglio studiare un po' prima di scendere a cena. Comunque sono stata davvero bene con te.
L'agitazione che Harry aveva provato il giorno prima, quando aveva invitato Luna, tornò a contorcergli lo stomaco. Adesso che erano arrivati alla fine di quell'uscita, per quanto amichevole fosse stata... lei si sarebbe aspettata qualcosa in più? Magari un altro invito?
-Sì, credo che tornerò anche io alla torre.- mormorò il ragazzo, evitando lo sguardo di Luna. -Ecco, anche io sono stato bene oggi.
-Allora buona serata, Harry. Ci vediamo alle riunioni.
Luna si alzò dalla panca ma, prima che potesse allontanarsi, Harry disse d'impulso; -Ehi, Luna...
-Sì?
-Volevo dirti che... insomma, se ti va ogni tanto potremmo vederci di nuovo. Uscire... come amici, intendo.
Luna annuì e, per un attimo, Harry giurò di aver visto un accenno di rossore sulle sue guance.
-Certo. Mi va benissimo uscire con te come amica. Fammi sapere tu quando vuoi.
Si voltò e si incamminò lungo il corridoio. Harry tenne lo sguardo puntato su di lei, sui lunghi capelli biondi che le ricadevano fino alla vita, finché non la vide sparire oltre l'angolo.
Si alzò e iniziò a camminare verso la torre di Grifondoro con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e la mente alla deriva. Presto avrebbe visto Ron, Fred e George e provò una punta di fastidio all'idea che loro potessero ridere della sua uscita con Luna o chiamare la ragazza “Lunatica”.
Beh, avrebbe detto loro che l'uscita era andata più che bene. Che si erano limitati a parlarsi e comportarsi come amici, che Luna era una persona davvero piacevole al di là delle sue stramberie... anzi, forse proprio in virtù di queste.
Quando raggiunse la sala comune, trovò Ron e Hermione seduti davanti al caminetto acceso. Li salutò con un cenno distratto del capo, al quale Ron rispose con una risatina soffocata.
-Ehi, Harry, stavamo per scendere a cena.- disse Hermione, fissandolo con una palese curiosità nello sguardo.
-Così potrai raccontarci del tuo appuntamento con Luna.- aggiunse Ron, con un ghigno che si trasformò presto in un'espressione lievemente colpevole. -Comunque devi perdonarmi. Ti giuro che l'idea di base della penitenza è stata mia ma sono stati Fred e George a insistere perché chiedessi di uscire proprio a lei...
-Non preoccuparti, Ron.- lo liquidò Harry con un'alzata di spalle. -Non hai nulla di cui scusarti.
-Quindi è andata bene, vero? Lo sapevo che sarebbe andata bene.- disse Hermione, lasciandosi andare a un sospiro di sollievo. -Immagino che tu sia riuscito a non metterle in testa delle idee sbagliate...
-Beh, a dire il vero non so che tipo di idee le ho messo in testa.- la interruppe Harry. Davanti agli sguardi perplessi e poi sempre più sbigottiti di Ron e Hermione, aggiunse; -Le ho chiesto di vederci di nuovo.
I suoi amici spalancarono la bocca e rimasero immobili a fissarlo per qualche secondo.
-Tu... - balbettò infine Ron. -Hai... cosa... hai chiesto a Lunatica... a Luna Lovegood di vedervi...
-Sì, come amici.- rispose Harry, scuotendo la testa con aria divertita. -Comunque, preferirei che non la chiamassi Lunatica. Che ne dite di scendere a cena adesso?
Ron e Hermione seguirono Harry verso il buco del ritratto, il primo che lo tempestava di domande – ma di cosa avete parlato? Voglio dire, non ti sei sentito un po' a disagio? Insomma, Luna è simpatica però a uscirci... mica ti ha fatto qualche stramba dichiarazione, vero? – e la seconda che sbuffava e lo reguardiva – Ron, cerca di essere un po' meno invadente! Però, ecco, anche io sono curiosa...
Harry non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso; sì, era passato decisamente parecchio tempo dall'ultima volta che si era sentito così leggero, come avrebbe dovuto sentirsi un qualsiasi normale ragazzo di quindici anni.

*

NdA

La meravigliosa Challenge per la quale ho scritto questa storia richiedeva di stilare una lista di 10 personaggi e seguire dei prompt che mettono insieme alcuni di questi personaggi in maniera casuale. (Vi lascio lista e prompt in fondo alle note)
Non ho mai scritto una Harry/Luna prima d'ora anche se il pairing mi ha sempre incuriosita. Ho deciso di farli avvicinare evidenziando i punti di contatto tra di loro, facendo scoprire a Harry (che per buona parte del quinto libro pensa che Luna sia stramba e prova un certo disagio a rapportarsi con lei) che in realtà questa ragazza ha molte cose in comune con lui, relative a una dimensione intima e profonda. Di certo questa storia non può definirsi propriamente romantica, ho immaginato che far avvicinare troppo in fretta i due personaggi in questo contesto sarebbe stato poco realistico, per questo ho deciso di non inserire il "Romantico" tra i generi. Ho comunque cercato di gettare le basi per una possibile cotta/interesse di Harry nei confronti di Luna.
Inoltre ci tenevo ad ambientare questa storia al quinto anno, raccontando però di una vicenda dai toni leggeri e permettendo ai personaggi di rilassarsi e comportarsi come dei normali ragazzi adolescenti.
Ringrazio chiunque lascerà una recensione! Probabilmente alla prossima pubblicazione creerò una serie dove raccogliere tutte le storie che scriverò per questa Challenge :)

Lista

1 Ginny Weasley
2 Neville Paciock
3 Albus Silente
4 Draco Malfoy
5 Hermione Granger
6 Sirius Black
7 Harry Potter
8 Luna Lovegood
9 Remus Lupin
10 Ron Weasley

Prompt

7 perde una scommessa, deve invitare per finta un personaggio a vostra scelta ad un appuntamento.
Imprevisto!Bonus
: quella persona finirà per piacergli sul serio.


   
 
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