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Autore: Fragolina84    29/12/2020    0 recensioni
Ti prego, Dio. Fammele ritrovare vive. Sono tutto quello che ho: ti scongiuro, non lasciare che me le portino via. Non potrei sopravvivere.
Sequel de "Il sapore della libertà"
Nicole e Steve McGarrett sono diventati genitori e la piccola Evelyn è entrata a far parte delle loro vite. Sarà anche lei protagonista di questa nuova storia, in cui i McGarrett saranno chiamati a fare i conti con i loro incubi peggiori.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve McGarrett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I miei Five-0'
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Prologo


Sedevo compostamente sulla sedia di plastica, le gambe accavallate e le mani intrecciate e appoggiate in grembo. Guardavo di fronte a me, in attesa, ma del tutto rilassata. Ero certa che mi stessero guardando perciò ero ben attenta ad ogni movimento.
Sospirai, sollevando una mano per portarmi una ciocca bruna dietro l’orecchio. Mi guardai la mano, dalle unghie corte e del loro rosa naturale. Non vedevo l’ora di potermi dare di nuovo lo smalto.
Una porta si aprì dietro di me e mi imposi di non lasciar trasparire l’ansia. Sarebbe andato tutto bene, doveva andare tutto bene.
Un uomo in camice si avvicinò e aggirò la scrivania presso cui ero seduta. Prese posto sulla poltrona in pelle, appoggiando la cartellina blu che aveva in mano e alzando infine gli occhi su di me. Mi sorrise e io ricambiai.
«Dunque, signorina Bensen» disse con voce profonda. «Come si sente oggi?»
«Magnificamente, dottore» replicai.
«Molto bene» rispose compiaciuto, come a dire di essere lui la causa del mio stare bene. Prese un foglio dalla cartellina e lo girò verso di me che mi sporsi in avanti per leggerlo.
«Sono lieto di poterle consegnare il suo foglio di dimissioni» spiegò e faticai a trattenere la gioia selvaggia che provai in quel momento.
Per cinque lunghissimi e tediosi anni ero rimasta segregata in quel maledetto ospedale psichiatrico. Tutto era cominciato quando avevo scoperto il mio ragazzo a letto con la mia migliore amica. Cameron mi aveva sempre accusata di essere troppo gelosa, dicendo che non ne avevo motivo, che amava solo me e non c’era né ci sarebbe mai stata nessun’altra. La verità era stata ben diversa e i due avevano una tresca da molto tempo.
Quando l’avevo scoperto, avevo perso la testa. Avevo iniziato a seguire Cameron e la sua nuova compagna: li pedinavo ovunque andassero, andavo negli stessi ristoranti, frequentavo gli stessi posti. Avevano anche ottenuto un’ordinanza restrittiva, ma questo non mi aveva certo fermata finché un giorno avevo cercato di sfregiare quella stronza della mia ex migliore amica.
Cameron e suo padre erano ricchi avvocati e, ne ero più che certa, avevano manovrato le cose in modo che la perizia psichiatrica a cui ero stata sottoposta avesse come esito quello di farmi finire in quel posto da incubo. Io non ero pazza: io volevo soltanto un uomo che si preoccupasse per me, che mi facesse sentire amata, un uomo per il quale davvero non esistesse altra donna all’infuori di me.
Avevo odiato ogni singolo istante di quella ingiusta prigionia, e avevo giurato a me stessa che avrei fatto di tutto per uscire al più presto.
Avevo imparato ben presto a reprimere ciò che avevo dentro e a rispondere come i medici si aspettavano che facessi. Non appena avevano visto la mia buona volontà, i controlli si erano diradati così come la sorveglianza, le cui maglie si erano nettamente allargate, permettendomi di smettere di prendere quei maledetti farmaci che mi rendevano un automa privo di volontà.
Ma adesso quell’incubo era finito e quel foglio con il logo dell’ospedale era il mio lasciapassare per la libertà.

  
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