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Autore: Meramadia94    29/12/2020    0 recensioni
Dominick Carisi jr aka Sonny, è un giovane aspirante avvocato che per mantenersi agli studi ha ripiegato sul '' mestiere più vecchio del mondo''. Rafaèl Barba è un procuratore di successo, annoiato che non ha una propria vita privata. I due si incontreranno e sconvolgeranno l'uno il mondo dell'altro fino diventarne parte integrante
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Amanda Rollins, Odafin Tutuola, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il confronto avuto con il detective Amaro in centrale, Sonny era tornato a casa sua di volata. Ringraziò Iddio che Mike non fosse in casa. Non voleva dargli spiegazioni, che gli avrebbe sicuramente chiesto vedendolo con gli occhi fuori dalle orbite, rosso in viso e con l'espressione sconvolta.
Si era tolto tutti i vestiti in fretta e furia e si era infilato sotto la doccia. 
Le parole di Nick gli ronzavano in testa. 
'' Di solito questi tizi sono gli stupratori, non le vittime''- ed era stato come se gli avesse detto che era al corrente di quello che faceva per pagare i conti, e che non poteva definirsi stupro se un cliente si prendeva libertà eccessive con uno che era andato a casa sua per avere un rapporto a pagamento. 
E gli era parso di tornare in quella casa... con quell'uomo che gli toglieva a forza i vestiti, mentre lo sbatteva con violenza sul letto, mentre lo schiaffeggiava e lo mordeva per costringelo a stare fermo... e mentre lo guardava con gli occhi carichi di desiderio. Desiderio di vederlo soffrire. 
Anche quando fu uscito dalla doccia, non potè fare a meno di aprire il lavandino e continuare a lavarsi. 
Solo il suono del campanello lo riscosse un poco dai suoi pensieri. 
- Un attimo... non sono vestito.- fece Sonny asciugandosi in fretta e furia per poi mettersi una camicia blu e dei pantaloni neri. 
Quando aprì la porta si trovò davanti Rafaèl. 
- Ciao...- fece Barba - posso... posso entrare?- 
- Prego.-  fece Sonny scostandosi - che posso fare per te?- 
- Dimmelo tu.- fece Barba. Non ebbe bisogno di specificare a cosa si stesse riferendo. 
- Sto bene.- 
- Si, ed io affitto barche ai turisti.- fece Barba sarcastico - Parliamo?- 
- Non ho niente da dire.- fece Sonny armeggiando con la moka - sto bene. Non ho nessun problema ok? Solo che mi infastidiscono i discorsi di chi non crede che a tutti può succedere qualcosa contro la sua volontà.- 
- Nick non voleva dire questo.- fece Barba - Ha qualche difficoltà a dire quello che pensa realmente...- 
- Beh, allora ha un problema serio.- fece Sonny cercando di avvitare nervosamente la macchinetta per fare il caffè senza riuscirvi - se non impara a trattare le vittime da vittime ed i colpevoli da colpevoli, si troverà male lì.- 
- Carisi.- fece Barba levandogliela di mano - Tu non stai ancora bene... ascolta, se vuoi prenderti qualche giorno di ferie, se non te la senti di lavorare a questo caso, non c'è nessun problema.- prima che Sonny potesse rispondere aggiunse - ma forse sarebbe meglio che lo seguissi. 
Carisi, tu hai subito un trauma. E il non parlarne non ti servirà a fingere che non sia mai accaduto.- 
Sonny lo fissò con gli occhi lucidi - Che dovrei fare secondo te? Andare a dire in giro che il bravo ragazzo cattolico che tutti credono, quello tutto casa, scuola e lavoro, si mette in vendita per pagare le bollette e che è stato quasi stuprato da un cliente? Non mi crederebbe nessuno e mi rovinerei la vita, no grazie.-
- Ascolta.- fece Barba prendendogli cautamente le mani - se potessi, io quel bastardo lo seppellirei vivo in un pozzo buio e profondo per aver osato farti del male... ma non è mandandolo in prigione che riuscirai a superare questo dolore.- 
- E come posso secondo te?- fece Sonny. 
- Io pensavo che sarei riuscito ad aiutarti in un modo... ma forse ho sbagliato a pensare di poter risolvere tutto così in fretta.- fece Barba - quindi ecco cosa faremo. Il caso è tuo. Sarai tu a dirmi la linea d'accusa da tenere, a dirmi cosa fare.- 
- Ma... ne sei sicuro?- fece Sonny. 
- Non ho mai permesso ad un tirocinante di dirmi come gestire un caso.- fece Barba - se te lo permetto, vuol dire che credo veramente che tu sappia cosa fare.- inoltre, permettere a Carisi di gestire il caso di stupro di uno studente universitario appartenente a quella che a tutti gli effetti era considerata '' una setta di stupratori'', e quindi una vittima poco credibile equivaleva a permettergli di salvarlo. E spesso salvare una persona da un inferno che si viveva in prima persona, equivaleva a fare pace con sè stessi ed il proprio passato. 
- Vado... a parlare con Nicholas allora...- fece Sonny ancora incredulo.
...
...
...
Quando Sonny raggiunse la loro vittima nella sua stanza d'ospedale lo trovò rannicchiato su sè stesso nel letto, con gli occhi spenti e vacui, il volto arrossato e gonfio dal pianto. 
- Se sei venuto anche tu a dirmi di tenere la bocca chiusa non disturbarti.- fece Nicholas - appena esco presento la rinuncia agli studi, torno a casa e non dico una parola.- 
Sonny lo guardò stranito. 
- Scusa ma di che parli?- 
- L'università ha mandato una consulente. Per aiutarmi a metabolizzare la cosa diceva.- fece Nicholas rosso in viso e con gli occhi lucidi - e dopo neanche cinque minuti ha iniziato a dire che probabilmente avevo frainteso, che devo pensarci bene prima di fare una tragedia per una sciocchezza e che '' se voglio'' ho la possibilità di non procedere legalmente.- 
Sonny ascoltò quel resoconto basito.
Aveva sentito parlare che nei campus universitari c'erano i cosiddetti tribunali farsa, che tendevano a convincere le vittime di aver frainteso ogni cosa e che nella migliore delle ipotesi ''punivano'' gli stupratori con qualche ora di servizio sociale. Il tutto per impedire alla vittima di rivolgersi a dei veri poliziotti a ad un vero tribunale, in modo da proteggere la reputazione della scuola. 
Se lui avesse avuto figli, non avrebbe mai acconsentito a permettere loro di passare quattro lunghi anni in un edificio in cui lo stupro avveniva con la stessa frequenza con cui si organizzavano le feste di confraternita. 
- La consulente non voleva aiutarti, io si.- fece Sonny - Dominick Carisi. Puoi chiamarmi Sonny. Lavoro nell'ufficio della procura.- 
- Si mi ricordo di te... tu sei quello che mi ha impedito di buttarmi.- fece Nicholas.
- Appunto. Pensi davvero che mi sarei disturbato a salvarti la vita se non avessi creduto che ti fosse successo qualcosa di terribile?- fece Sonny - Ho avuto anch'io vent'anni. E so per certo che non si minaccia di buttarsi a fiume se la cosa non è davvero grave.- 
Nicholas abbassò lo sguardo. 
- Ti va di dirmi cos'è successo?- 
- Devo ripetere quello che è successo un'altra volta?- fece Nicholas - A che scopo?- 
- Io ti credo e voglio aiutarti.- fece Sonny - Facciamo così: dai tu il ritmo alla conversazione. Dimmi solo quello che ti senti di dirmi e che ti ricordi. Nessuna pressione, nessuna indagine.- 
Il ragazzo annuì. 
- Ero appena tornato dagli allenamenti in piscina. Alla Tau Omega c'era una festa, ma io non ci sono andato. Fra qualche giorno ho una gara, e sarebbe venuto un selezionatore per la squadra olimpica e non volevo distrazioni. Sono salito in camera mia... e lui era lì.- 
- Chi? Il tuo compagno di stanza?- 
Nicholas annuì. 
- Era mezzo ubriaco, aveva gli occhi di fuori... gli ho detto '' cavolo amico, che brutta cera, quanto hai bevuto?''... lui non mi ha risposto, e poco dopo ha detto... '' mi piaci un casino''... pensavo che scherzasse, così ridendo gli ho detto... '' si, anch'io'' ... ma stavo scherzando.- 
- Ma per lui è stato come se gli avessi detto '' prendimi''.- 
Nicholas ingoiò per non scoppiare a piangere. 
- Mi ha afferrato e sbattuto sul letto... aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto...- fece Nicholas - non so nemmeno io perchè l'ho fatto. Forse volevo solo tranquillizzarlo... gli ho dato un bacio.
A quel punto mi ha slacciato i pantaloni, ha iniziato a toccarmi ovunque e poi mi ha sodomizzato.-
Sonny annuì comprensivo, nonostante sentisse che il suo stomaco ribolliva come una pentola di fagioli. 
- Devo chiedertelo. Gli hai detto di no, che quello che ti stava facendo non era gradito...- 
Nicholas rimase in silenzio per un lungo attimo. 
- Preferisco non rispondere. L'ho già detto a quelli della Hudson e hanno provato a ri-impastare la vicenda, che il fatto che non ho reagito e che non ho emesso un fiato era un chiaro segno di consenso...- fece Nicholas - e forse hanno ragione, insomma io sono un atleta, sono in grado di difendermi, se non avessi voluto avrei trovato il modo di impormi...- 
- Non necessariamente.- fece Sonny - Si chiama immobilità tonica. In quel momento il tuo cervello ha deciso che il modo migliore per sopravvivere era non fare niente. Il fatto che tu l'abbia baciato e che tu non ti sia più mosso non significa affatto che tu fossi consenziente.- 
- Quindi ora che si fa?- 
Sonny gli passò un cellulare. 
- C'è il mio numero in chiamata rapida.- fece Sonny - Meglio se non usi il tuo per un po' di tempo. Devi limitare al minimo i contatti con il tuo aggressore ed il personale universitario. C'è qualche familiare che potrebbe ospitarti per un po'? Non so, magari i tuoi genitori...- 
- Sono morti quando avevo quattordici anni.- fece Nicholas - pensavo che finalmente la mia vita avesse preso una piega diversa... ed invece...- 
Sonny gli carezzò una mano con cautela - Andrà tutto bene. Ci vorrà un po', ma te lo butterai alle spalle. Non permettere al tuo stupratore  di rubarti anche il futuro...
Ti troveremo noi un posto dove stare. Tu pensa solo a stare tranquillo e a rimetterti.- fece Sonny prima di andarsene, ma non senza avergli raccomandato di chiamarlo a qualunque ora del giorno e della notte se per caso avesse avuto bisogno di parlare con qualcuno.
...
...
...
Quella sera, Sonny raccontò del suo colloquio a Barba. 
- Quello che non riesco a capire è, come hanno fatto quelli della Hudson a sapere dell'aggressione?- 
- E' meno misterioso di quel che credi.- fece Barba - Un po' di tempo fa abbiamo avuto un caso circa episodi di violenza carnale ai danni di studentesse da parte di quella confraternita... il modus operandi degli stupratori è precedere le vittime dal capo della sicurezza, sostenendo di non essere sicuri delle loro azioni, che temono di aver fatto un errore di valutazione...- 
-... ed il capo della sicurezza li esorta a fare qualcosa di carino per le vittime, per confondere  le idee alla parte lesa.- ed allo stesso tempo giocando con lo stato emotivo delle vittime si mettevano al sicuro. Nel suo periodo trascorso con Barba e all'SVU aveva imparato che spesso le vittime, per illudersi di avere un minimo di controllo sulla situazione tentavano di rimanere in buoni rapporti con il loro aggressore. E per chiunque sarebbe stato difficile credere che una vittima dopo essere stata abusata continuava a frequentare amichevolmente il suo aggressore. 
- Sicuramente è quello che ha fatto l'aggressore di Nicholas.- fece Barba - è andato dalla commissione disciplinare, ha raccontato la storia a modo suo e loro hanno promesso di occuparsi della vicenda.- 
- Facendo passare Nicholas per uno che non è in grado di capire cosa vuole e cosa no.- fece Sonny. 
- Il tipico modus operandi dei campus universitari.- fece Barba - dicono di avere una polizia interna ed un tribunale per tutelare il benessere dei loro iscritti, ma quello che vogliono in realtà è proteggere la loro immagine.- 
- Vorrà dire che allora ci penseremo noi a tutelare l'immagine di Nicholas.- fece Sonny. 
L'indomani mattina i poliziotti sarebbero andati a parlare con la parte avversa, come da copione. Se lo stupratore era così convinto di poterla fare franca la miglior cosa da fare era farlo parlare liberamente in modo che potessero inchiodarlo con le sue stesse parole. 
  
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