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Autore: Manto    30/12/2020    0 recensioni
♦ Raccolta ideata per il BSD Writober 2020 (ci ho provato, la porto avanti comunque!)
♦ Possibili riferimenti a Dead Apple e alle light novel
Trentuno prompt per trentuno o più personaggi, relazioni e sogni diversi. Alte dosi di angst, fluff e hurt/comfort, a seconda dell'umore dell'autrice.
Essendo questa in pari con le uscite online del manga, alcune vicende/personaggi citati saranno spoiler per gli anime only.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Akiko Yosano, Altri, Osamu Dazai, Ranpo Edogawa
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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14# — Solo; 15# — Freddo

 

Personaggi: Karma, Fyodor Dostoevskij
Canzoni: Stratosphere ~ Starset
Numero parole: 893

 

Ho attirato i tuoi occhi, rapace
E ora non posso cauterizzare
la ferita aperta che hai inflitto
… Tu mi riempi i polmoni, e sottrai l’aria.

«La tua anima è in pace, fanciullo smarrito? La purificazione ti ha portato a casa? Dimmelo, voglio sapere ogni cosa.»
La città che sorge alle sue spalle, imperlata dalle lacrime del mattino e quieta come mai l’ha udita — ora che motivo c’è di urlare, chi soffre più? Anche le voci che ha conosciuto hanno perso forza e sono precipitate insieme alle lacrime —, è più distante dall’oceano rispetto alla corrispettiva reale; è per questo, si dice Karma, che non ha ancora trovato la voglia di ritornare a camminare in quel grembo di pietre e ombra.
No, non ha paura, non di lei; ma prima di quel viaggio, ha bisogno di percorrere per intero la lunga spiaggia sulla quale si è risvegliato dopo la fine, la stessa che allora ha guardato da dietro una finestra, nei giorni immobili e nel buio sussurrante.
I piedi affondano dolcemente nella sabbia dorata e le piante sentono tutto il calore che i granelli hanno raccolto dal sole, le vibrazioni delle onde che portano la schiuma a riva e subito tornano a giocare al largo; ora che non ha bisogno di mangiare né dormire, può passare tutte le ore che vuole a inseguirle, avanti e indietro e sempre più in là, fino a quando la luce si tramuta nella carezza degli abissi.
I giorni volano sulle ali della libertà finalmente giunta e disfano la tela delle paure, anche se è solo — così com’è stato in vita; eppure, questa volta ha scelto lui di non avere nessuno dal quale fuggire o con il quale scambiare unicamente silenzio.
Quando si è per proprio conto, niente può ferire o tormentare, non esiste pericolo di sentirsi spezzare dal vuoto; e se la memoria rimarrà distante, se non incontrerà i volti dei vecchi compagni e la traccia di ciò che è stato, non potrà che essere un bene.
È questo che il giorno protegge, il giovane e la sua calma; perché nella notte lui giunge, portato dalle stesse ali del buio, e Karma non può chiamare i sogni come scudo, ora che non esistono più.
Perché non accade sempre, ma a volte il corpo è pervaso da un fantasma che brucia e congela al medesimo tempo, immobilizza e allontana il canto dell’oceano, trasporta tutto il mondo dentro al sospiro dell’inverno; perché è quello il momento in cui le stelle si spengono a una a una e la notte s’ammanta di un velo rosso, mentre nel cielo e proprio accanto a lui appaiono due occhi viola, arrivati attraverso porte che né mortali né anime possono attraversare — ma lui non è come gli altri. Questi lo scrutano e rifulgono del sorriso che si apre non appena Karma gli rivolge attenzione, e nell’assenza continua a parlare solamente una voce calma: Ho visto quello che emani e ho stretto la mano per prenderne un pezzo con me. Ti ho tolto dalla corruzione, emendato dalla colpa.
Il ragazzino non riesce mai a rispondere con ciò che prova veramente: ma il freddo sembra comprendere le parole non dette, così come il giovane che lo conduce ovunque. Quanti ha reso come lui, e chi torna a visitare con la stessa curiosità? Il mondo respira già nelle ombre che lui ha promesso, o qualcuno ha trovato il coraggio di contrastare il suo cammino?

Perché non torni in città?
«… Ognuno ha luoghi che non può e deve raggiungere. Considerala un’espiazione.»
Il suo assassino assottiglia gli occhi quando risponde così, ma resta quieto; e Karma non replica, tuttavia lancia uno sguardo alla Yokohama che attende le anime dei suoi abitanti, per poi farsi più vicino alle onde.
Dostoevskij è un vento niveo che spira sul collo di chiunque lo abbia chiamato, e il rosso non fa eccezione: non si sfugge all’abbraccio del buco nero nemmeno quando questi ti ha ormai schiacciato, e se all’inizio Karma ha trovato una sorta di pace nell’andarsene per mano di un’anima tanto singolare, ora rivederlo sotto ogni luna, all’interno della sua stessa ombra come un riflesso rovesciato e annerito, gli instilla anche il timore di cosa potrebbe succedere se si recasse in città. Se le ferite guariscono, le cicatrici rimangono: non può portare la mano del demone in mezzo a chi ha vissuto troppo e ora ha bisogno di pace, su coloro che sono innocenti… è una questione e una compagnia solamente sua.
Ed ecco che la solitudine ritorna a essere la realtà che più si adatta a lui, per proteggerlo e proteggere, anche in questa notte popolata da voci: qualcuno, più di uno, si sta avvicinando alla spiaggia riempiendola di risate e richiami, facendo tremare l’aria.
Per un solo istante, l’impulso caldo di andare incontro ai nuovi arrivati e unirsi a loro, anche se per un unico attimo, è talmente forte che il ragazzino prova la sensazione di un brivido; ma la sua ombra e l’altro lo afferrano per i polsi e lo tengono ben stretto al luogo in cui si trova, ricordandogli il suo posto.
Rimarrà indietro un’altra volta, distante da ciò che anche lui meriterebbe almeno in parte: non è stato un eroe in vita, ma qualcosa ora può fare.
E non si dica che i giovani non sanno prendersi le proprie responsabilità, o sapere come soffre un uomo.

 

 

 

 

ANGOLO DI MANTO

Salve **
Ok, questa storia è stata pensata per essere angst ed è venuta anche più ombrosa del previsto, allegria!
E nonostante io sia tra quelle povere anime che vorrebbero vedere Karma vivo e magari come aiutante di Fyodor perché sì, sono consapevole del fatto che, per quanto ne sappiamo su Dostoevskij, non ci sono motivi per pensare che sarebbe potuta andare diversamente *piange forte*; invece, è per me più verosimile che il ragazzino se lo riveda intorno spesso anche dopo la morte.
La shot è il riflesso della precedente, dove là era un morto che andava a trovare un vivo, ma è anche legata a una che verrà successivamente, e qui entreranno in scena personaggi ben diversi… il mio cuoricino già freme *^*
Un abbraccio,

Manto

   
 
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