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Autore: LadyHeather83    31/12/2020    3 recensioni
Seguito di BEST FRIENDS. Ma non è necessario averla letta.
Marinette ed Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ma c'è qualcosa che turba la mente della ragazza, in particolare il ricordo di Chat Blanc, questo influirà nel loro rapporto visto che Papillon non è ancora stato sconfitto?
E Papillon riuscirà a scoprire chi si cela dietro le maschere di LadyBug e Chat Noir?
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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LE ALI DELLA FARFALLA*

Capitolo 5 – Padre e figlio

*

Lady Bug, Chat Noir e Rena Rouge, rimasero un’oretta buona a pattugliare i tetti e le strade di Parigi, ma di Volpina non vi era più traccia, sembrava essersi dissolta come accade per le sue illusioni, quando venivano stanate.

“Mannaggia a Volpina” Grugnì Chat Noir, che se l’avesse avuta sotto le sue zampe, le avrebbe sicuramente scatenato uno dei suoi cataclismi, solo per aver interrotto sul più bello lui e Marinette.

“Non te la prendere, la troveremo, anche se a questo punto credo sia scappata” Disse Rena Rouge sospirando, pensando di non essere stata in grado di fare abbastanza.

Lady Bug, atterrò sul luogo dove si erano dati appuntamento “Niente?”.

“Niente” Risposero all’unisono i due super eroi.

“Direi che è meglio ritornare a casa.” Si stava facendo buio “…accompagno Rena a casa, così mi potrà restituire il miraculous” Si rivolse alla volpe che d’istinto si coprì la collana che portava al collo.

“Non potresti fare un eccezione questa volta?” Piagnucolò.

Lady Bug increspò un labbro “Sai che non posso”.

“Uffa” Sospirò “…a presto Chat Noir” Lo salutò, ed insieme a Lady Bug si diressero a casa di Alya, dove lei avrebbe sciolto la trasformazione, salutato Trixx e restituito la collana a Lady Bug.

“Mi chiamerai ancora, se Volpina si dovesse ripresentare?”

“Certo! Non potrei chiedere a nessun altro di portare questo miraculous”.

“Grazie, Lady Bug” L’abbracciò amichevolmente.

“Ciao, Alya! A presto” Si lanciò dalla finestra, e la ragazza castana, la guardò sognante, mentre si ricongiungeva con Chat Noir, nel tetto difronte.

“Lo sapevo che quei due hanno una storia, devo dirlo a Marinette”.

*

Volpina era tornata a casa, come Papillon le aveva ordinato, una volta che l’avrebbe aggiornato sulla situazione, avrebbe richiamato la sua akuma.

“Papillon, oggi ho scoperto una cosa, non ne sono certa, ma forse so chi si cela dietro la maschera di Lady Bug”.

“Stupendo”.

MarinetteDupain-Cheng”.

MarinetteDupain-Cheng?” Ripeté sorpreso, e per una frazione di secondo, ebbe l’impressione che la mascella si staccasse dal volto, fece cadere persino il bastone, quell’oggetto che gli conferiva un’aria più snob, com’era la sua personalità “Ne sei sicura?”.

“L’ho vista entrare nella casa di Marinette oggi”.

“L’hai vista ritrasformarsi?”

“No, è entrata ed è uscita dopo poco”.

Papillon scosse la testa, questo non provava che Marinette e Lady Bug fossero la stessa persona, l’unico che poteva saperlo era suo figlio, visto che, da quanto sa, sono molto amici, però non è detto che Adrien, sia a conoscenza della sua identità di super eroina, doveva assolutamente indagare.

“Grazie, Volpina, sei stata molto d’aiuto.”

“Per servirti, Papillon”.

Richiamò poco dopo la sua akuma, facendola dissolvere, quando si posò sulla sua mano.

Azionò l’ascensore e una volta arrivato allo studio, chiamò la sua assistente Nathalie.

“Si, Gabriel’” Si presentò con la solita posa impostata al suo cospetto.

“Come sono messo domani pomeriggio? Ho bisogno di parlare con mio figlio”.

“Gabriel, se posso permettermi, per parlare con Adrien, non ha bisogno di un appuntamento”.

“Lo so benissimo, ma Adrien, non deve sospettare di nulla”.

“Non capisco”.

“Forse grazie a Volpina, ho scoperto chi può essere Lady Bug, e sono sicuro che Adrien lo sappia”. Si grattò il mento.

Nathalie controllò subito l’agenda, e comunicò che dopo domani, avrebbe avuto il pomeriggio libero.

“Perfetto, puoi avvisare mio figlio, allora”.

*

Le occasioni per stare assieme a suo figlio, erano diminuite drasticamente da quando sua moglie Emilie, era venuta a mancare, complice, la doppia vita che conduceva.

Essere Papillon, e alla ricerca dei miraculos di Lady Bug e Chat Noir, gli portava via molto tempo, tempo che sperava di recuperare una volta fatta ritornare sua moglie tra i mortali.

Era costretto a dare degli appuntamenti in orari specifici ad Adrien, per assicurarsi di mantenere la promessa, sarebbe stato sicuramente deluso se suo figlio si aspettasse di cenare con lui, ed invece all’ultimo non si presentava.

Le loro conversazioni si limitavano all’aggiornamento sull’andamento scolastico, e se Adrien osava chiedergli qualcosa sul suo lavoro, questo si indispettiva e non rispondeva, sui suoi modelli, vigeva il più rigido silenzio, non poteva permettersi che, anche solo parlando, Adrien potesse rovinare ore di duro lavoro.

“Il prossimo appuntamento con suo padre, sarà mercoledì pomeriggio dalle 16.00 alle 16.45” Esordì Nathalie mentre appuntava qualcosa sul suo palmare.

Il biondo prese il vassoio con il piatto vuoto, con l’intento di portalo in cucina “Grazie”.

“Non è necessario che sparecchi tu, ci sono i camerieri apposita”.

“Lo so, ma fare questo mi darà l’illusione che il tempo passi più velocemente”. Uscì dalla stanza con la solita espressione triste e sconsolata impressa sul volto.

Quanto avrebbe voluto abbracciarlo, avere una parola di conforto per lui, fare conversazione mentre pranzava o cenava, non pretendeva di sostituirsi ad Emilie, ma da donna, sapeva che a quel ragazzino, gli serviva una figura materna, oppure paterna, ma che fosse più presente nella sua vita.

Non pretendeva nemmeno di cambiare Gabriel.

*

Sulle rive della Senna, su una panchina appartata e lontana da occhi indiscreti, Adrien e suo padre, si stavano gustando un gelato di Andrè.

Il biondo, si era meravigliato che suo padre gli avesse fatto saltare l’allenamento di scherma per poter passare un intero pomeriggio assieme a lui, si sarebbe aspettato mezz’ora, massimo un’ora, ma un intero pomeriggio, questo non gli era mai e poi mai passato per l’anticamera del cervello.

Quando aveva dato la notizia a Marinette, lei era contentissime fu entusiasta, sapeva cosa significa suo padre per lui, e quella era un’occasione irripetibile, e se la loro relazione l’avessero potuta vivere alla luce del giorno, sicuramente gliela avrebbe presentata ufficialmente.

“Ci saranno altre occasioni” L’aveva liquidata lei “…intanto goditi questo pomeriggio”.

“Tu che farai?” Le aveva chiesto.

Mmm…qualcosa mi inventerò”

Il sole splendeva e i suoi raggi si riflettevano sulle acque del fiume, facendolo sembrare coperto da tanti piccoli diamanti.

“Venivo sempre con tua madre qui” Fu lo stilista a proferire parola per primo.

“Ti manca tanto?”

“Più di quanto immagini” Mise in bocca un po’ di gelato che si sciolse immediatamente con il calore della sua lingua.

“Manca molto anche a me, a volte mi siedo sugli scalini dell’ingresso e aspetto che da un momento all’altro apra la porta, come se stesse ritornando da uno dei suoi viaggi di lavoro”.

“Se ci fosse un modo per riportarla indietro, lo faresti?” Da quella risposta, sarebbe dipeso il rivelargli o no quello che stava facendo.

“Ovvio che risponderei di sì, ma so che un modo per farla ritornare, purtroppo non c’è”. Sospirò.

Un modo invece c’era, solo che ne lui e ne Marinette, avevano mai pensato di unire i loro miraculous ed usarli per esprimere un desiderio, sapeva benissimo che sarebbe stato pericoloso.

“Anch’io” Non ebbe il coraggio di dirgli niente di più, forse non era il luogo adatto per fargli quella confessione “…visto che siamo in argomento, che mi dici ti te? C’è una persona speciale nel tuo cuore?” Era meglio cambiare discorso.

Adrien arrossì, non si aspettava di certo una domanda del genere da suo padre “S-si” Balbettò tenendo lo sguardo basso ed avvampando.

“La conosco?”

Suo figlio annuì con il capo, avrebbe voluto tanto dirgli che la ragazza che amava era Marinette, ma non era ancora arrivato il momento di confessarglielo, meglio non dirgli che ci usciva anche, avrebbe rischiato di venire segregato in casa per il resto dei suoi giorni, e sapeva che ne era più che capace.

“E’ Kagami?” Chiese “…lo vedo come le brillano gli occhi quando è in tua compagnia. E’ una brava ragazza e un ottimo partito”.

Si stava già facendo dei film mentali, quando suo figlio gli disse che non era lei la ragazza dei suoi sogni.

“Se non è lei, allora chi? Marinette?” Osò dire.

Colpito e affondato, Adrien si morse la lingua e dalla sua espressione, lo stilista capì che tra i due ci fosse più di un’amicizia.

“E’ un’amica, una buona amica” Aggiunse quasi balbettando.

“Per quanto la posso conoscere, mi sembra una ragazza apposto, un po’ timida, se vuole intraprendere la carriera di stilista, deve aprirsi un po’ di più. Questo è un mondo spietato, che ti divora se non rispondi a modo, e non puoi mostrare a nessuno le tue debolezze”.

Da quelle parole, il biondo, forse iniziava a capire un po’ di più suo padre, ecco perché era sempre così rigido con tutti, perché non rideva mai.

“A volte devi anche saper mostrare qualche debolezza, giusto perché gli altri capiscono che sei umano”.

“Non in questo mondo Adrien, le useranno contro di te”

“Lo so papà, vedrai che Marinette lo capirà da sola, e saprà cavarsela, come sempre”.

“Hai proprio fiducia in lei”.

“Le affiderei la mia vita” Lo disse ad alta voce, come se non stesse parlando con un genitore, come se volesse far intendere al suo interlocutore, i suoi sentimenti.

Gabriel si sistemò gli occhiali sul naso “Si vede che ci tieni a lei”.

Adrien arrossì per l’ennesima volta e sperava di non aver fatto un casino parlandogli di Marinette, ma era così liberatorio, così bello poter parlare apertamente e naturalmente con suo padre di certe cose, e poi aveva comunque mantenuto la promessa, non gli aveva confessato che stavano insieme, ma solo che ci teneva molto a lei, sperando che questo non avrebbe comportato un trasferimento in qualche città lontana.

“E dimmi…secondo te, nasconde qualcosa?”.

Adrien inarcò un sopracciglio “In che senso?”.

“Non saprei, qualche segreto…”

“Tutti abbiamo dei segreti papà, ma sono sicuro che Marinette, non mi nasconde niente”.

“Ho notato una certa somiglianza tra lei e Lady Bug”. Disse mellifluo.

Adrien scoppiò a ridere così forte e ad agitarsi, che una pallina di gelato andò a finire dritta sul marciapiede e poi dentro lo stomaco di alcuni piccioni, che alla vista di quella merenda gratis, si precipitarono a beccarla.

“Tu pensi che Marinette sia in realtà Lady Bug?” Ahahahaha…ma dai papà…sono due mondi agli antipodi…ahahahah…Marinette ha sempre la testa tra le nuvole, inciampa su sé stessa, Lady Bug, è tutta un’altra cosa. E poi scusa, hai avuto modo anche te di parlare con Marinette…avrai notato il suo carattere introverso”.

Gabriel increspò un labbro di dissenso, non ne era convinto, ma non credergli, significava non avere fiducia in lui.

Forse si era sbagliato, Adrien magari non era a conoscenza della doppia identità della ragazza, se mai fosse stato così, se Lila non si fosse sbagliata.

L’avrebbe tenuta d’occhio anche a scuola e lo avrebbe avvisato se avesse scoperto qualcosa.

Ma di Lila non poteva fidarsi totalmente, per quel poco che la conosceva, l’aveva già inquadrata, per lavoro ha e aveva avuto a che fare con persone subdole e meschine come Lila Rossi, persone che gli avevano messo molte volte i bastoni tra le ruote, cercando di infangare il suo nome, ma per fortuna ne era sempre uscito a testa alta.

“Comunque perché me lo hai chiesto, papà?”

“Ecco vedi, Lady Bug e Chat Noir fanno molto per la città di Parigi e mi sono sempre chiesto chi c’è dietro la maschera, a dire la verità tutti i parigini se lo stanno chiedendo.” Si salvò con quella risposta.

“Già, è vero…chissà chi si cela dietro quei travestimenti, soprattutto dietro a quello di Papillon”. Gli volse uno sguardo, ma non di malizia.

*

Continua

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti miei cari affezionati lettori, innanzitutto vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino qui, grazie anche a chi mi lascia sempre un commento, (fanno sempre piacere) , a chi ha inserito questa storia tra le preferite, seguite e ricordate.

GRAZIE GRAZIE e ancora GRAZIE.

Con questa breve postilla, e visto che è l’ultimo capitolo per quanto riguarda il 2020, vi volevo augurare un BUON ANNO!

  
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