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Autore: alexptt    01/01/2021    0 recensioni
Bellatrix Lestrange è la serva più fedele del signore Oscuro e sarà lei a rimanere con lui proprio fino alla fine. Ma se la fine non arrivasse con la seconda guerra magica? Sarebbe l’inizio di un nuovo impero? La fedeltà dimostrata dalla sua serva smuoverà qualcosa nell’anima di Lord Voldemort?
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Delphini Riddle, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“Padre, che cosa devo fare?” dice nel silenzio tombale delle segrete di Villa Riddle, la voce lamentosa e tremolante di Draco Malfoy

Lucius Malfoy ha un’espressione disgustata e affranta in volto. Risponde senza neppure guardare il figlio negli occhi

“Niente Draco, non devi fare niente. Siamo tutti e tre condannati. Il signore oscuro di ucciderà comunque”

“Non è così, Bellatrix ha detto che...” interviene una donna dai capelli biondi sporchi, il vestito polveroso, la voce grave e autoritaria

“Cosa credi che possa fare, tua sorella, eh?” la interrompe il marito “Pensi davvero che Bellatrix abbia il potere di cambiare la mente del signore oscuro?”

“Draco è un giovane mago molto dotato, sarà molto utile...”

“Nostro figlio non è dotato di alcuna straordinaria abilità, Narcissa. Lo abbiamo sempre viziato troppo e tenuto lontano dai veri combattimenti”

“Io non voglio morire” prende coraggio il ragazzo. La madre fa per abbracciarlo, sporgendosi verso di lui con fare rassicurante, ma il figlio la respinge “Spostati, non toccarmi. Io non pagheró per i vostri errori”

“Cerca di essere riconoscente, Draco...” inizia il padre perentorio

“Riconoscente? E di cosa? Moriró da codardo per colpa vostra. Io non sono come voi” ormai la sua lingua ha perso ogni freno. Non é chiaro se sia la paura a parlare, o la rabbia, o se questi siano davvero i pensieri di Draco Malfoy. Narcissa vorrebbe piangere, maledire Lucius per averli trascinati nell’orbita oscura e senza via d’uscita di Lord Voldemort. Ma non può fargliene una colpa, la sua stessa famiglia, i Black, ci sono sempre stati dentro fino al collo. La sua mente torna all’infanzia, all’adolescenza felice trascorsa con Bella e ...Dromeda. Ripensa a quegli ultimi anni prima dell’arrivo di quel mago oscuro e spietato che aveva sconvolto per sempre le loro vite. Ripensa al coraggio di sua sorella Andromeda. Lei aveva scelto, si era ribellata, era stata felice ma soprattutto era stata libera. Non aveva dovuto fare da schiava a nessuno, come invece tutti loro, Bellatrix compresa, si erano ridotti a fare. Narcissa realizza con dolore che morirà senza potersi scusare con Dromeda, senza poterle dire addio, dirle che in tutti questi anni aveva sentito la sua mancanza. Stringe la mano di suo marito, rendendosi conto che, dopo tutto, è stata felice con lui ed è sempre stata fiera di essere Narcissa Malfoy. 

La porta dei sotterranei si apre, facendo penetrare uno spiraglio di luce ; dei passettini si affrettano lungo il corridoio fino alla loro cella. Una figura minuta, dal viso pallido e dai denti sporgenti, si avvicina alle sbarre e con voce sottile squittisce “Signorino Malfoy, il signore Oscuro vi attende nelle sue stanze private, di sopra. Seguitemi”. Apre il pesante lucchetto della cella, la bacchetta sempre alzata, per timore che i Malfoy, tre contro uno, possano cercare di scappare. Draco, senza congedarsi dai genitori, anzi, senza degnarli neppure di uno sguardo, esce dalla cella e segue Codaliscia fuori dai sotterranei. Le gambe gli tremano, ma non vuole darlo a vedere. Vuole essere coraggioso, per una volta nella sua vita 

 

*****************************

 

Il signore oscuro mia ha ordinato di restare fuori dalla villa, oggi, così da poter conferire con Draco da solo. 

Busso tre volte ad una porta di legno scuro, tenendo il cappuccio alzato e guardandomi intorno per assicurarmi che nessuno sappia che sono stata qui, oggi.  La porta si apre, rivelando una donna alta, dai lunghi capelli castani arricciati in morbidi boccoli, occhi color nocciola intensi. I lineamenti inconfondibili del volto, dopo così tanto tempo, provocano in me un brivido. È come guardarmi allo specchio. La somiglianza fra me e Andromeda è sempre stata evidentissima. Andromeda porta subito la mano alla bacchetta, sul volto un’espressione di disprezzo e di paura. Mia sorella ha paura di me. Prima che odiarmi, mi teme? Il suo volto bellissimo è scavato da profonde occhiaie, come se non dormisse da giorni. Il dolore per la morte del marito e della figlia è ancora vivo in lei, è evidente. 

“Metti via la bacchetta, Dromeda” cerco di rassicurarla facendo un passo in avanti

“Non siete venuta qui per completare il lavoro, Madame Lestrange?...”  mi stupisce la freddezza con cui ha pronunciato il mio nome (un nome che ormai non mi appartiene piu da tempo). Poi prosegue, dandomi la spalle per nascondere le lacrime “...mi avete portato via tutto, cosa vuoi ancora? Vattene!” poi fa per sbattermi la porta in faccia, ma io la blocco prima che possa riuscirci

“Ho bisogno di parlarti, ti prego. Non sono stata io ad uccidere Tonks, nè la tua Ninfadora...a dire il vero...le ho parlato poco prima di morire”

Andromeda finalmente si decide a guardarmi negli occhi, poi si avvia lungo il corridoio della sua casa lasciando la porta aperta, ma senza invitarmi esplicitamente ad entrare. La seguo in salotto e mi siedo sul bordo del divano. Lei se ne sta rigida sulla poltrona difronte al caminetto spento, il volto impassibile. 

“Dromeda...in tutti questi anni...mi sono sempre chiesta se...se tu avessi voluto avere di nuovo a che fare con me e Cissy, se ci fosse una speranza per noi tre di tornare ad essere unite come un tempo”

“Voi mi avete rinnegata, chiamata traditrice, avete bruciato il mio nome sull’arazzo di famiglia. Tu hai ucciso Sirius....” 

“Si, hai sposato un sanguemar... una nato babbano, Andromeda, cosa ti aspettavi che facesssimo, eh? Che fossimo felici e contente per te?”

“E allora che cosa ci fai qui? Cosa direbbe il tuo padrone se sapesse che sei qui a parlare con me?”

“Andrebbe su tutte le furie... ma come vedi, sto correndo il rischio per te. Quella notte...io volevo risparmiare mia nipote, non mi importava che fosse una auror o che avesse sangue babbano, era così simile a te, a noi...che non ce l’ho fatta. Goyle l’ha uccisa, davanti ai miei occhi e io ho ucciso Gotle per vendicarla”

“Stai mentendo”

“Ho ancora una coscienza, sorella, ho ancora dei sentimenti, anche se sembra impossibile. L’amore per te e per Cissy non si è mai affievolito. Ti prego di perdonarmi, Dromeda, e mi dispiace per il dolore che stai provando”

“Ti...ti dispiace? La colpa è solo tua e di quel gruppo di fanatici estremisti di cui fai parte! Amore, pietà, tutte menzogne. Sei più arida di un deserto, Bellatrix, sei folle, malata. Hai torturato fino alla follia i Paciock, per loro ti è dispiaciuto? Hai ucciso innumerevoli donne e bambini nella battaglia di Hogwarts! Per loro non provi rimorso? Hai venduto la tua anima al demonio, sorella, non puoi più tornare indietro. Non potrai mai capire il dolore di una madre!” 

Normalmente non permetterei mai a nessuno di rivolgersi a me in questo modo, ma davanti a lei non riesco a reagire come dovrei

“Invece posso capire..ho avuto anche io una figlia...Delphini...se me la portassero via...”

“Ooh, felicitazioni a te e Rodolphus” asserisce acida

“Rod è morto” ci tengo a precisare. Notando la sua espressione interrogativa prendo nuovamente la parola “io...ho sempre amato un altro uomo, lo sai bene. Ne ho sempre parlato con te e Cissy”

“La tua era ed è un’ossessione, Bellatrix, sei arrivata ad uccidere il tuo stesso marito? Non mi è mai piaciuto, ma non meritava questa fine” mi mancava il modo in cui pronunciava il mio nome per ammonirmi. Sebbene io fossi la sorella maggiore, quella saggia e responsabile era sempre stata lei. 

“Ma finalmente mi ha dato quel che volevo; il signore oscuro ricompensa sempre i suoi servi più fedeli”

L’espressione sul volto di andromeda si fa sempre più inorridita e disgustata

“Hai avuto un figlio da...da Voldemort?”

Adesso basta

“Non osare pronunciare il suo nome, Andromeda!”

“Altrimenti?” mette nuovamente mano alla bacchetta. 

“Non ti faró del male, sorella. Adesso è meglio che vada, prima che cambi idea. So che non potrai mai perdonare me e Cissy ma...noi ti ameremo per sempre, sarai sempre la nostra Dromeda” poi, prima di andarmene, con una punta di dolore nella voce aggiungo “Perdona almeno Narcissa, entro la fine di questo mese credo che... sarà morta. Ha tradito il signore oscuro per salvare Draco, ma dovrà pagarne le conseguenze” deglutisco pronunciando queste ultime parole. Non mi giro a guardare Andromeda, ma credo di averla sentita sussultare. Mi smaterializzo senza salutarla. Non ce ne era bisogno, sapevo che di li a poco, purtroppo, la avrei rivista. 

 

 

************************************

 

Lord Voldemort sta accarezzando lentamente la sua amata Nagini, seduto alla scrivania di ebano. Quando la porta si apre, rivelando Codaliscia seguito da un giovane ragazzo, alto e biondo, la bocca del signore oscuro si inclina in un’espressione fintamente sorpresa 

“Giovane Malfoy, che cosa ti porta qui, oggi?”

“M...mio signore...non avete c-chiesto d-di me?” balbetta con un tono che ricorda fastidiosamente a Voldemort quello del padre, Lucius.

“Oh...sì,giusto. Come stanno i tuoi genitori, spero che le mie umili segrete siano di loro gradimento”

Draco deglutisce ma non risponde. Cosa mai potrebbe rispondere a quella affermazione carica di ironia e disprezzo? 

“Sono davvero un ottimo luogo per pentirsi delle proprie azioni”. Voldemort inarca le sopracciglia vagamente stupido 

“Risposta davvero saggia, giovane Draco. Tuttavia insufficiente a farmi risparmiare quei codardi traditori dei tuoi genitori”

“Mio padre è un vigliacco, ma mia madre...”

“Oh, il piccolo Draco teme per la mammina?”

“Mio signore...mia madre non è una mangiamorte...”

“Mi stai confermando che non mi è mai stata davvero fedele, dunque? Il fatto che non possegga il marchio nero significa che non posso disporre della sua vita come preferisco? Attento con le parole, Draco, potresti peggiorare la vostra assai precaria posizione” 

Draco abbassa lo sguardo, consapevole di non essere un bravo diplomatico...anzi... consapevole di non essere bravo veramente in niente. 

Leggendo nei suoi pensieri, il signore oscuro prorompe in una risata di scherno 

“Davvero patetico. Mi aspettavo più determinazione da te. Tuttavia, ritengo che la vita di un giovane mago purosangue abbia troppo valore per essere sprecata al primo errore. Un altro passo falso e farai di nuovo compagnia ai tuoi genitori. Ho deciso di lasciarli marcire nelle segrete...fino a nuovo ordine”  ghigna malevolo godendosi l’espressione afflitta sul volto di Draco 

“Tuttavia non sei pronto per servirmi a dovere. 

Potter, per quando lo disprezzassi, sarebbe stato un aiuto molto più valido” continua Voldemort acido; è convinto di toccare un nervo scoperto, ritirando fuori lo spirito competitivo di Malfoy. Poi, come colpo di grazia, aggiunge “Persino la Granger sarebbe stata una degna collaboratrice. Ragazza scaltra...chissà lei e quel traditore di un Weasley dove saranno andati a nascondersi. Senza Potter a comandarli a bacchetta brancolano nel buio...” riflette, parlando più con sè stesso che con Draco. Poi sembra accorgersi di essere ancora in compagnia del giovane Malfoy, in attesa di sapere che cosa ne verrà fatto della sua vita

“Dunque, ti allenerai con Bellatrix finchè lei non deciderá che sei abbastanza pronto. Credimi, Draco, servire me non è cosi facile come sembra. Quando e se andrai in missione, rimpiangerai di non potertene stare al sicuro nella tua cella con mamma e papà”. 

Draco resta impassibile, vuole dimostrare di non essere più un bambino, ma un uomo, un mago vero, più di quanto non lo siano mai stati Potter e la Granger...Hermione Granger...Draco non riesce a spiegarsi il perchè, ma quel nome provoca un brivido lungo la sua schiena.

   
 
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