Gentile e crudele
«Gentile o crudele?»
Ginny alza lo sguardo, confusa.
Non si aspettava che in assenza di Neville – andato a prendere da bere –
qualcun altro l’approcciasse, ma soprattutto non si aspettava quella bizzarra
domanda.
«Hai accettato il suo invito
anche se ti piace un altro. Sei gentile o crudele?»
Punta sul vivo, Ginevra
assottiglia gli occhi. Sa chi ha davanti, lo conosce – poco, ma lo conosce. Sa
anche dove può colpire per ricambiare lo sgarbo. «Mi stupisce che tu sia
venuto» commenta, senza rispondere, «dopo che Luna ha rifiutato il tuo invito».
Rolf Scamander, sorprendendola
di nuovo, reagisce ridendo. Ha un calice in mano, diversamente da lei, e
catalizza la sua attenzione sul liquido ambrato al suo interno: oscilla con una
lentezza ipnotica. «Hai ragione» afferma, d’un tratto. Riporta lo sguardo su di
lei. «Siamo simili, in fondo».
L’espressione di Ginny si fa
altera. «Questo lo dici tu, Scamander».
Scorge Neville a pochi passi e,
senza un’altra parola, gli va incontro. Accetta il calice offertole e sorride
grata, ma nota Harry dall’altra parte della sala – non è solo – e
abbassa lo sguardo indispettita.
A fine serata dei balli con
Neville ricorda ben poco, se non qualche inciampo di troppo. Il ragazzo le
sorride impacciato, davanti al ritratto della Signora Grassa. Lei pronuncia la
parola d’ordine e lo precede all’interno. «Grazie, Ginny» mormora lui, dandole
la buonanotte.
Ginny sorride e saluta a sua
volta, ma non ringrazia. “Gentile o crudele?”
Ammetterlo le costa, ma Scamander
non aveva poi torto.
«Sei proprio perso».
Rolf sussulta sorpreso; Ginny
sogghigna, gli ha ricambiato il favore. Riporta lo sguardo sulla pozione e
inizia a mescolare. «La tua relazione con Luna non cambierà solo perché passi
il tempo a guardarla».
«Lo so».
Ginny rotea gli occhi – non è
divertente se reagisce così. «Perché ti piace tanto, comunque?»
«A te perché piace Potter?»
«Mi stai seriamente chiedendo
perché mi piace il Campione dietro cui sbava mezza Hogwarts?» replica,
riuscendo a non arrossire troppo.
Rolf scuote la testa, finendo di
tagliare un ingrediente. Lo getta nel calderone, poi porta lo sguardo sulla
compagna. «Ti piace da prima che diventasse Campione, o sbaglio?»
«Non ti riguarda» afferma,
terminando la pozione. Ha l’impressione che Piton non approverà il colore
violaceo, ma non crede di aver fatto un lavoro tanto pessimo.
«Mi piace la sua onestà»
dichiara Rolf dopo qualche secondo. Ginny nota che il suo sguardo è nuovamente
su Luna e deduce che ha deciso di risponderle. «È fedele a sé stessa, anche a
costo di allontanare gli altri. L’ammiro perché è spontanea…» fa una pausa,
emettendo uno sbuffo amareggiato. «Immagino che siano gli stessi motivi per cui
non ho speranze».
Ginny si scopre a fissarlo,
sorpresa da quella confidenza improvvisa – certo, ha chiesto, ma non si
aspettava davvero che si aprisse con lei. Luna “Lunatica” Lovegood… ci ha
parlato un paio di volte, ma non ha mai riflettuto più di tanto su di lei. Facendolo
ora, si trova a pensare che Scamander ha ragione. «È bello» mormora, mentre
Piton annuncia la fine della lezione. Si lascia Rolf alle spalle, uscendo
dall’aula.
Sarebbe bello, sentire qualcuno
parlare di lei con quel tono ammirato.
♦
È iniziata per gioco: uniti nel
non ottenere attenzione dai rispettivi interessi, frecciatina dopo frecciatina,
si sono avvicinati. Rolf capisce che qualcosa è andato decisamente storto
quando, nell’ottobre del quarto anno, vede Ginevra Weasley baciare Michael
Corner sulla riva del Lago Nero e avverte una fitta sgradevole alla bocca dello
stomaco.
Lei è andata avanti – e lui?
Ritorna a passo rapido in Sala
Comune, senza riuscire a spiegarsi il perché.
«Oh, ciao, Rolf» lo saluta Luna
sognante, alzando lo sguardo dalla sua copia del Cavillo. «Hai mangiato melassa
di glumbumble, a colazione?»
La fissa, preso alla sprovvista
dalla domanda. «No» mormora, avvicinandosi. Luna è seduta su una poltroncina a
leggere il giornale, isolata dagli altri gruppetti presenti a quell’ora nella
Sala.
«Sei un po’ sconvolto» afferma
lei, nel tono che si usa per constatare che fuori c’è il sole, prima di tornare
a leggere il suo articolo. «Spero che non ti abbia morso un Nargillo, sarebbe
spiacevole».
«Sì» conviene Rolf, distratto –
non riesce proprio a togliersi il bacio spiato per caso dalla testa. «Sarebbe
spiacevole».
«Scamander» l’ha chiamato Ginny,
notandolo dopo che Michael si è allontanato. «Dovresti venire anche tu domani,
alla Testa di Porco». Si è fatto dire l’ora e, senza chiedere molto di più, ha
stabilito di andare.
Adesso è lì con Luna, ma non è
lei a occupare buona parte dei suoi pensieri. Anche durante il discorso di
Potter, lo sguardo gli corre un po’ troppo spesso alla chioma rossa di cui, si
rende conto, ha sentito la mancanza nelle ultime settimane. I loro scambi
dell’anno prima possono appartenere solo al passato, ora che lei è con Michael. Li rimpiange.
«Sei distratto» commenta Luna
serafica, mentre rientrano a Hogwarts.
Rolf sorride – c’è qualcosa di
ironico nell’essere notato da lei proprio quando un’altra ha preso il suo posto
come interesse. Ammira ancora Luna, sempre vera e perspicace; ma è Ginny che
cerca costantemente, è di Michael che è geloso. Quando ha iniziato a vederla in
questi termini? Non saprebbe dirlo.
«Mi passerà» dice soltanto,
chiedendosi se sia vero.
Luna sorride e lo saluta, saltellando
via per il corridoio.
«Weasley!»
Le è venuto istintivo chiamarla,
vedendola insieme a Luna nel corridoio. «Stai bene» aggiunge, a metà tra
affermazione e domanda.
Luna mormora qualcosa all’amica,
fa un cenno a lui e si allontana.
«Scamander» risponde Ginny al
richiamo, andandogli incontro. «Sembri aver visto un fantasma».
Il divertimento nel tono della
ragazza non lo disturba, anzi, contribuisce a sollevarlo. «Ho saputo
dell’Ufficio Misteri» afferma, terminando di squadrarla – sembra proprio
illesa. «Ero preoccupato» ammette.
Ginny gli sorride. «Mi ero
ferita una caviglia, ma Madama Chips l’ha già guarita» racconta, riprendendo a
camminare. Rolf annuisce e la segue, senza chiedere dove stiano andando.
«Luna me l’ha accennato» dice,
ricordando l’interrogatorio a cui ha sottoposto la compagna – in compagnia di
quasi tutti i Corvonero, per la verità – al suo ritorno nella Sala Comune.
«Vederlo, però, è un’altra cosa».
«Se continui così, penserò che
ti importi».
Rolf si ferma, a quelle parole.
Sono ai piedi della scalinata che porta alla Torre di Astronomia. Penserò
che ti importi. Sta giocando con lui? Vorrebbe dirle che sì, gli
importa e gli è mancato chiacchierare con lei come stanno facendo ora, ma il
pensiero di Michael lo frena. O è solo paura rivestita di lealtà?
«Più che a Michael, comunque»
prosegue Ginny, che si è fermata a sua volta e ora lo guarda negli occhi.
«A Michael non importa?» ripete
Rolf, stupito e quasi speranzoso. Non sa neanche lui in cosa speri, di preciso
– spera e basta.
«Mi ha rivolto una mezza frase,
quando sono tornata» spiega lei con un’alzata di spalle. «Probabilmente ce l’ha
ancora per la sconfitta di Corvonero. Che idiota».
Significa davvero quel che sta
pensando?
«Ti ha lasciata per una partita
di Quidditch?» chiede, un po’ incredulo.
Ginny inarca un sopracciglio. «Certo
che no» risponde – il coraggio di Rolf inizia a creparsi. «L’ho lasciato io,
era diventato insopportabile».
Oh.
«Allora, vuoi restare qui
impalato ancora a lungo?» domanda poi, rilassando l’espressione. «Sei strano,
Scamander».
Rolf sostiene il suo sguardo.
Ginny Weasley è cambiata rispetto all’anno prima, è un’impressione fugace che
ha avuto già a settembre – prima che si mettesse con Michael. È come se si
fosse liberata di un peso, come se si facesse meno problemi – non che se ne
sia mai fatti tanti, con lui, riflette increspando le labbra. È la stessa,
ma è anche diversa: più sicura, forse più onesta.
«Mi importa di te» dichiara d’un
fiato, raccogliendo il coraggio. «Certo che mi importa, Weasley – Ginny.
E Michael è un idiota, ma un po’ sono contento che lo sia, perché… mi sei
mancata».
«Sono sempre stata qui. Avresti
potuto cercarmi prima» gli fa notare lei, ma non sembra che la sua confessione
l’abbia offesa. Sorride.
«Per trovarti con Michael?»
ribatte, un po’ indispettito. «Vedervi insieme era…» inizia, ripensando al
malessere che l’ha tormentato tutto l’anno e ha imparato a identificare come fitte
di gelosia, «…irritante».
«Capisco» asserisce Ginny, come
distratta. «Saliamo, ti va?» propone, salendo il primo gradino.
Lui la segue in silenzio, un po’
deluso da quella reazione. D’altra parte ricorda ciò che le ha chiesto una
volta, forse la prima che le ha davvero parlato: gentile o crudele?
Escono sulla torre e raggiungono
i bastioni merlati; solo allora Ginny parla di nuovo. «Dean Thomas» mormora.
«Anche lui sarebbe irritante?»
Rolf s’irrigidisce. «È il tuo
nuovo ragazzo?»
«Non so» replica Ginny, riportando
lo sguardo dal parco sotto di loro a Scamander. «Potrebbe diventarlo».
Decisamente crudele.
«Credo che troverei irritante
anche Potter, accanto a te». L’ha detto – non ha molto da perdere, a
questo punto.
Lo sguardo di Ginny si oscura un
pochino a quella menzione. «Vuoi batterti con il Prescelto?» domanda ironica.
Rolf la fissa pensoso. Non è
indifferente a Harry Potter, non ancora, glielo legge negli occhi; ricorda con
un sorriso che l’ha notata proprio per questo, all’inizio. «Non avrei
possibilità» risponde sincero, muovendo un passo indietro. I suoi sentimenti
sono cambiati, ma quelli di Ginny sembrano più solidi. In fondo la stima, per
questo – anche se fa male.
Lei gli afferra la mano e lo
costringe a guardarla ancora. «Forse no» dichiara, onesta, «ma Harry non è qui,
ora». Avvicina il volto, facendolo avvampare – non se l’aspettava. È un attimo,
tuttavia; si riprende e le sfiora le labbra come desiderava da mesi. Ginny
risponde al bacio quasi con furia, assaggiando – esigendo – le sue labbra.
«Vorrei che l’avessi fatto
prima» gli sussurra poi, quando si separano.
Rolf sorride malinconico,
tornando al dormitorio – gentile.
♦
«Sei così contento di tornare a
Hogwarts?»
Rolf sorride divertito. «Non è
il castello a essermi mancato per tutta l’estate» asserisce.
«Ci siamo scritti» ribatte
Ginny, seguendolo dentro allo scompartimento. Le è un po’ dispiaciuto dover
lasciare Harry, ma Rolf è mancato anche a lei; il consiglio di Hermione è stato
davvero prezioso, se ne convince ancora una volta. Lascialo stare per un po’,
vivi la tua vita. È difficile, però, eliminare del tutto il ragazzo, per
quanto possa legarsi ad altri.
«Allora, hai passato una bella
estate?»
Ginny fa una smorfia. «No»
dichiara, ripensando a quel che ha dovuto sopportare per due mesi. «Flebo
l’ha resa impossibile». Non specifica altro (gli ha già scritto di Flebo), ma
il suo tono basta perché Rolf recepisca il messaggio; si affretta infatti a cambiare
discorso, raccontandole del viaggio per le riserve zoologiche d’Europa in cui
ha seguito suo nonno.
«Ho visto specie di cui avevo
soltanto letto nei libri» racconta, entusiasta.
Ginny accenna un sorriso. «Devi
conoscere Arnold, allora!» esclama poi, sporgendosi per prendere la gabbietta
del suo nuovo cucciolo e mostrarlo al ragazzo. Scamander le ricorda un po’ Charlie,
con la sua passione per le creature magiche; beh, nel caso di suo fratello l’interesse
è assorbito quasi completamente dai draghi, ma non fa troppa differenza.
«Arnold, eh?» mormora Rolf,
esaminando la Puffola Pigmea. «Somiglia a un Puffskein, vedi…»
Non c’è bisogno che Ginny dica
nulla: Rolf le legge le parole negli occhi. Non sa cosa dire neanche lui; in
fondo se l’è sempre aspettato, sapeva che questo momento sarebbe arrivato.
Certo, ha sperato di no – non ha
diritto a credere nell’impossibile, chi ama?
«Mi dispiace» afferma Ginny, senza
sfuggire il suo sguardo. Diretta, onesta – decisa. Forse è vero, forse le
dispiace un po’; non si pente, tuttavia, ne è certo. Forse è proprio per
questo che la ama.
Come dovrebbe reagire? Deve fare
una scenata? Sorride triste. No, non c’è bisogno di scenate – non farebbero
bene a nessuno. «Sapevo che sarebbe arrivato il momento di Potter, prima o poi»
mormora. La cerca ancora una volta, preso da un ultimo dubbio. «O lo è sempre
stato?»
C’era qualcosa di vero, o mi hai
sempre visto come un mero ripiego? Teme la risposta, ma deve
saperlo.
«Mi piacevi» dichiara Ginny dopo
un solo secondo. «Mi piaci – ma Harry…» si ferma. «Non sarebbe giusto per te».
Rolf scuote la testa, cercando
di ordinare i pensieri. È sempre così irreale, venire lasciati?
«Ricordi il Ballo del Ceppo?» le
domanda d’un tratto.
L’espressione di Ginny si fa
sorpresa. «Non il nostro miglior ricordo» commenta, ma annuisce.
«Ho sempre saputo che ti piaceva
lui, in fondo» afferma, «ma adesso ho capito due cose».
Lei l’osserva con curiosità, poggiando
la schiena contro il muro. Il corridoio è ancora deserto.
«Mi innamoro di chi non posso
avere» confessa Rolf, un tono carico di rassegnazione e amarezza. Prima Luna,
poi Ginevra – due inafferrabili, per motivi diversi. «E tu» riprende,
sostenendo il suo sguardo, «sei gentile e crudele».
NdA
Che cosa ho scritto? Me lo
chiedo anch’io!
Dunque, per cominciare questa
storia partecipa al contest 4 crack pairing, ovvero un contest in cui,
sulla scia del programma 4 ristoranti, quattro partecipanti portano ognuno una
storia su una coppia “crack”. In più, ognuno di noi si è scelto un diverso
pacchetto. Il mio prevedeva i seguenti elementi:
Prompt: X scopre la gelosia nei
confronti di Y (perché, di chi, e in che rapporto siano X e Y è a vostra
discrezione) e Luogo: Hogwarts.
Ora giustamente vi potreste
chiedere come mi sia saltata in mente la Rolf/Ginny. Presto detto, l’idea è
nata nell’ambito di Les Wizardables, una storia scritta a quattro mani da me e LadyPalma.
Nella long è a malapena accennata, quindi ho deciso di approfittare del contest
per provare a buttarmici. Tra parentesi, non scrivo mai di Ginny e infatti la
sua caratterizzazione mi ha fatta penare non poco (ci ho provato), e all’inizio
pensavo che avrei dato loro un lieto fine, cioè, si sarebbero messi insieme sul
serio e tanti saluti al canon. Man mano che scrivevo, storia e personaggi hanno
imposto questo finale, e quindi niente – con tutto il mio amore per il fluff ritengo
che sia la conclusione più giusta per questa storia.
Spero che vi sia potuta piacere,
e che l’impaginazione sia risultata chiara; i diamantini dividono gli anni, il
doppio spazio tra i due ultimi paragrafi è per segnalare non tanto lo stacco
temporale elevato quanto il cambio di pov. Ho un po’ esitato a riguardo, ma mi
piaceva l’idea di alternare un anno di Ginny, un anno di Rolf e dividere l’ultimo.
(L’alternativa era utilizzare solo Rolf per l’ultimo anno, ma mi pareva una
scelta fin troppo sbilanciata e ho preferito fare così. Utilizzare solo Ginny l’ho
escluso subito, perché tenevo a narrare attraverso Rolf la separazione.)
L’avrete capito, ma comunque: Rolf
in questa storia è coetaneo di Ginny e Luna ed è smistato a Corvonero (su di
lui non si sa nulla di canon, se non che è nipote di Newt e sposa Luna). In
effetti in un’altra storia ho trattato proprio il suo Smistamento. Per quanto riguarda il Ballo del Ceppo, credo che nel canon fosse riservato agli studenti dal quarto anno in su, ma qui mi sono presa una piccola licenza per destinarlo a tutti gli studenti dai quattordici anni in su. Assumendo che Rolf sia dell'anno di Harry (1980) ma nato dopo il 1 settembre, poteva comunque partecipare.
Credo di aver parlato anche
troppo; a voi la parola! Spero che la storia vi sia potuta piacere.
Un abbraccio,
Mari