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Autore: AlbAM    02/01/2021    25 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 18

Un assembramento infernale


"Aza, ti prego fermati!" implorò Sael, verde in volto, dal sedile posteriore del SUV.

"Che succede?" domandò Michele voltandosi preoccupato.

"Sto per vomitare i Corn Flakes e tutta la colazione!" rispose Sael in un soffio.

Azaele sterzò e accostò di colpo "Cazzo Sael, non sui sedili!" esclamò.

Sael fece appena in tempo a spalancare lo sportello che un conato di vomito lo piegò in due.

Michele scese dalla macchina e raggiunse il demone che continuava a vomitare.

"Hey che ti succede?" domandò passandogli un braccio intorno alle spalle.

"Temo di soffrire il mal di macchina!" rispose Sael tra un conato e l'altro.

"Tutto ok?" domandò Azaele raggiungendoli e porgendo al demone un pacchetto di fazzoletti di carta.

"Si, ora va me… uaarhfg" rantolò vomitando ancora Sael, ora completamente bianco in volto.

Michele si innervosì "Te l’avevo detto che sarebbe stato meglio seguirti dall'alto! Ma per la miseria, guarda come è conciato Sael!"

Azaele ci rimase male "Oh, insomma! Che colpa ne ho io! Ma scusa, ti sembra normale che un demone infernale soffra il mal di macchina?"

"Azaele ha ragione, non sgridarlo, non è colpa sua e poi dall'alto io e te insieme avremo dato decisamente nell'occhio, ne abbiamo già parlato!" intervenne Sael che stava finalmente riprendendo un po' di colore.

Azaele lanciò uno sguardo soddisfatto a Michele.

"Oh, piantala di difenderlo sempre! Non se lo merita!" borbottò l'angelo aggiungendo premuroso "Stai meglio?"

Sael annuì.

"Forse è meglio se vai al posto del passeggero, gli umani dicono che quando si soffre di mal di macchina è meglio sedersi lì" propose Azaele rivolgendo un'occhiata interrogativa a Michele che fece un cenno di approvazione.

"Ok, grazie!" rispose il demone avviandosi ancora un po' incerto sulle gambe.

Michele prese Azaele per un braccio e lo tirò da parte.

"Senti, scusa se sono stato sgarbato, ma sono un po' teso e poi non sopporto più di parlarti attraverso questa faccia da culo" commentò di malumore.

"Ti capisco, anche io non ne posso più di stare qui dentro e comunque non preoccuparti, guarda che ho capito che sei preoccupato per Sael... pensi che se capiscono che state insieme possa passare dei guai?” rispose Azaele poggiandogli una mano sulla spalla.

“Se vuoi lo mandiamo a casa, effettivamente il Drag me to Hell sarà pieno di stronzi umani e infernali".

Azaele aveva colto in pieno lo stato d'animo di Michele che lo osservò stupito, ogni tanto tendeva a dimenticare quanto il suo migliore amico fosse perspicace ed empatico.

Sospirò "Temo che se glielo propongo la interpreterà come una mancanza di fiducia, ci siamo appena messi insieme e sai com'è…"

Michele si interruppe.

Il demone ridacchiò "Non vuoi rischiare di rovinare tutto facendo la mammina umana assillante!"

"Esattamente!" ammise Michele un po' imbarazzato

"Facciamo così, tu e io arriviamo in macchina, così se qualche collega ci dovesse vedere al massimo penserà che stai puntando Molinesi. Sael invece ci precede in volo, tanto anche se non è stato convocato chi vuoi che se ne accorga?"

"Non è male come idea, ma sei sicuro che nessuno se ne accorgerà?"

"Ma figurati! Col casino che c'è sempre giù da noi? E poi anche fosse, a chi vuoi che freghi se si presenta un demone in più. In ogni modo Sael può sempre dire che gli è giunta voce di questa storia e non voleva perdersi il divertimento, in fondo lui lavora nella ditta di Alba"

"Ok, mi hai convinto, proviamo a proporglielo" decise Michele.


#


Alba guidava lungo le curve della statale per Ferentino e ripensava al pomeriggio precedente, era davvero possibile che avesse visto sui vetri dell'ufficio il riflesso del giovane bruno del suo sogno o stava impazzendo?

Certo non poteva negare che negli ultimi tempi le fosse capitato fin troppo spesso di vivere episodi al limite dell'assurdo.

Alba ci aveva riflettuto parecchio e aveva concluso che tutto era iniziato molto prima di partecipare al laboratorio di Molinesi, come aveva pensato in un primo momento, per l'esattezza era iniziato tutto il giorno che aveva assistito al terribile incidente sul lavoro in cui aveva perso la vita il giovane muratore biondo.

Si era ricordata anche delle due ombre misteriose sospese nell'aria davanti alle finestre del suo ufficio e della sensazione di essere seguita dopo il suo risveglio in infermeria.

Avrebbe voluto aprirsi con Arianna, sfogarsi con lei, ma l'amica era talmente a pezzi per aver perso il lavoro che non le era sembrato proprio il caso di aggiungerle ulteriori preoccupazioni, peraltro Arianna cosa avrebbe potuto suggerirle a parte "È meglio se ti fai vedere da uno bravo!"

Che, per inciso, era esattamente la conclusione a cui era arrivata anche lei.

"Alba, torna sulla terra, ti squilla il cellulare" la chiamò Marzia, la collega dell'amministrazione con cui aveva deciso di condividere viaggio e benzina.

"Oh, scusa hai ragione!" rispose Alba rendendosi conto che si era completamente dimenticata di lei da almeno dieci minuti.

Attivò il microfono delle cuffie e rispose ad Arianna.

"Hey ciao! Tutto bene?" domandò un po' preoccupata.

Dall'altro capo del telefono risuonò la voce dell'amica stranamente allegra "Non indovinerai mai cosa è successo!"

"Cosa?" domandò incuriosita.

"Ci credi che poco fa mi ha telefonato Ranzini per dirmi che Delrio si è davvero schiantato contro un camion pieno di letame?"

Alba sbiancò in volto "Co… cosa?"

"Te lo giuro, la macchina è distrutta, ma lo stronzo si è salvato e a quanto pare non si è fatto un graffio!"

Alba si sentì svenire, davanti a lei diventò tutto confuso.

La voce di Arianna la chiamò dalle cuffie del cellulare “Alba, hey Alba, sei ancora in linea?”

Ma lei ormai non la sentiva più.

"Santo Cielo, Alba, che ti succede?" Marzia afferrò il volante e cercando di mantenere in qualche modo il controllo della vecchia Panda 4X4 della collega riuscì a portarla in mezzo a un campo, fortunatamente senza conseguenze.

La donna spense la macchina e cominciò a scuotere Alba nel tentativo di farle riprendere i sensi.

"Alba, Alba, ti prego rispondimi!" chiamò in preda all'ansia.

Ma Alba non riusciva a sentirla, con gli occhi sbarrati fissava il cielo assistendo al passaggio di uno stormo di nere creature alate che per un istante oscurarono il sole.

"Stanno arrivando anche loro, stanno arrivando per noi!" sussurrò terrorizzando la povera Marzia che la scosse ancora nel tentativo di richiamarla alla realtà.

"Alba, ti prego svegliati, stai delirando!" implorò disperata.

Alba emise un gemito e finalmente sembrò riprendersi.

"Cosa è successo, dove sono?" domandò guardandosi intorno confusa.

"Siamo finite in mezzo a un campo Alba, hai perso conoscenza per qualche istante e poi sembravi entrata in trance, avevi gli occhi sbarrati e sussurravi frasi senza senso!" rispose la collega.

"Mi dispiace, non so che mi abbia preso!" si scusò Alba mentendo, sapeva bene di aver perso i sensi nel momento esatto in cui aveva intuito che c'era un legame tra le parole di rabbia pronunciate la sera prima contro il capo di Arianna e l'incidente con il camion di letame.

"Ultimamente sei strana, a volte è come se ti perdessi in un mondo tutto tuo… Non è che hai problemi di depressione? A volte le medicine che prescrivono provocano strani effetti collaterali!"

Alba si innervosì alle parole di Marzia, ma poi ricordò che la collega aveva sofferto di una grave depressione da cui era uscita solo di recente e forse parlava per esperienza diretta.

"No, non si tratta di depressione, questi ultimi mesi sono stati molto faticosi e stressanti, ho solo bisogno di riposarmi, di staccare completamente dal lavoro!" minimizzò, raddrizzandosi sul sedile e prendendo il volante.

Marzia la osservò poco convinta, ma capendo che la collega non aveva voglia di confidarsi lasciò perdere l'argomento.

"Vuoi che guidi io?" domandò.

Alba stava per rifiutare quando la sua attenzione fu attirata da una figura alata dai capelli rossi che attraversò lo specchietto retrovisore.

"Ma quello era Sael?" si domandò scendendo precipitosamente dalla macchina e scrutando il cielo sopra di sé.

"È adesso che ti succede?" si lamentò Marzia spalancando lo sportello e scendendo anche lei.

"Niente, mi era sembrato di vedere una cosa…" rispose Alba sospirando.

"Hai ragione Marzia, forse è meglio se guidi tu" concluse.


#


Appena arrivati a destinazione Michele e Azaele si accorsero che la situazione era molto peggiore di come se l'erano immaginata.

Il giardino del Drag me to hell era letteralmente invaso da demoni che chiacchieravano e ridacchiavano allegramente, proprio come gli umani in mezzo ai quali si erano mischiati. Michele individuò subito Sael che gli rivolse un impercettibile cenno di saluto.

Malgrado gli occhiali scuri, era evidente la sua espressione tesa e preoccupata.

Azaele parcheggiò nell'angolo più lontano e appartato del parcheggio, spense la macchina e si lasciò andare sullo schienale del sedile sospirando.

"Merda, questo posto sembra una fottuta succursale dell'Inferno!" commentò allibito Michele che si era abbassato il più possibile sul sedile nel tentativo di non farsi notare.

"Non mi aspettavo un simile affollamento di colleghi, sembra che i demoni romani si siano dati appuntamento in questo maledettissimo agriturismo! Manca solo Razel e poi ci siamo veramente tutti!" si lamentò Azaele.

"Te l'avevo detto che il tuo comportamento sconsiderato stava provocando qualcosa di molto malsano nella ditta di Alba, ora mi credi? Per la miseria ti sembra normale questo assembramento di creature infernali?"

"Si, ma i tuoi colleghi dove accidente sono finiti? Va bene che a Roma ultimamente siamo in maggioranza, ma per la miseria, possibile che i tuoi non si siano minimamente resi conto di quello che sta succedendo? O si tratta di uno dei vostri famosi atteggiamenti: non possiamo intervenire sul libero arbitrio, gli umani se la devono cavare da soli e bla, bla, bla?" replicò Azaele polemico.

L'angelo osservò sconsolato la folla spensierata di umani e demoni che aveva invaso il giardino del Drag me to Hell "Non lo so Aza, onestamente non ne ho la più pallida idea!"

Azaele per la prima volta da quando aveva messo in atto il suo piano si preoccupò seriamente, vedere Michele così affranto era insolito e per niente rassicurante.

Si rese improvvisamente conto di quanto era stato incredibilmente egoista e disattento nei confronti di tutti quanti.

Di Alba per la quale la presenza di tutti quei demoni poteva essere pericolosa, di Michele che per aiutarlo si ritrovava circondato da nemici e anche di Sael che rischiava di far scoprire la sua relazione con Michele di fronte ad un esercito di demoni.

Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, doveva portare a termine quanto aveva iniziato e cercare di limitare al minimo gli effetti collaterali del suo piano “geniale”.

"Sai che ti dico Miky? Tu e Sael ve ne tornate a casa, io vedo di gestire il casino in cui mi sono cacciato tenendo un profilo più basso possibile e nel frattempo cerco di richiamare il pelatone dal limbo per liberarmi del suo corpo prima del previsto, mi prendo Alba, me la porto via e mi faccio riconoscere in un posto il più tranquillo e lontano possibile da qua! Che ne pensi?"

Ma Michele non rispose, stava fissando teso qualcosa oltre le sue spalle, Azaele non fece in tempo a voltarsi che sentì una voce conosciuta commentare allegramente.

"A me, me pare un piano demmerda regazzino, ma fa 'n po' come te pare!"

Azaele si voltò ritrovandosi faccia a faccia con Razel che con un gomito posato sul tettuccio della macchina, lo osservava con un ghigno poco rassicurante attraverso il finestrino abbassato.

"Adesso si che siamo davvero nella merda" pensò Azaele sospirando.

Razel aprì lo sportello della macchina invitandolo a scendere con un gesto plateale.

Michele fu più veloce, scese dalla macchina, con un balzo superò il cofano e si rivolse minacciosamente al demone "Puoi essere anziano quanto vuoi Razel, ma sai benissimo che tra noi due quello con la spada sono io, perciò lasciaci in pace!"

Azaele si frappose tra Razel e Michele.

"Sentite, stiamo calmi non c'è motivo di scontrarsi. Razel sai bene che non ho intenzione di tenermi l'anima di Molinesi e che ho promesso di riconsegnartela!"

Razel lo fissò continuando a sorridere "Magari è troppo tardi, magari me so già incazzato, regazzino!"

"Allora andiamo in un posto tranquillo, massacrami di botte e chiudiamola qui!" rispose Azaele fissandolo negli occhi.

Razel sostenne lo sguardo di Azaele "Non funziona così, nun m'interessa riempirti di botte, voglio quello che mi spetta e il tuo amichetto biondo sa di che parlo!"

Michele poggiò la mano sull'elsa della spada, ma Azaele gli strinse il polso per calmarlo e replicò "Lo so anche io cosa vuoi, anzi chi vuoi davvero, ma non ho intenzione di lasciartela. Non me ne frega niente del tuo presunto patto di merda, lei è mia Razel dovrai ammazzarmi se vuoi prendertela!"

Il possente demone afferrò Azaele per la giacca e lo tirò a sé fino a far sfiorare i loro nasi "Attento a sfidarmi regazzino, mi sei simpatico, ma potrebbe non bastare!"

"Lascialo!" sibilò gelido Michele, Razel sollevò lo sguardo incrociando quello dell'angelo.

"Altrimenti?" lo sfidò.

"Molinesi, finalmente ci ha raggiunto, è in ritardo di..." l'Ing. Rossi-Corioli controllò con espressione concentrata il supertecnologico orologio offerto dal suo discount di fiducia in cambio di venticinquemila punti spesa, pazientemente raccolti negli ultimi due anni e sei mesi.

"Quattro minuti e trentaquattro secondi!" concluse soddisfatto.

Azaele non avrebbe mai pensato di poter provare un sentimento di gratitudine per Rossi- Corioli la cui più che opportuna apparizione costrinse Razel a lasciarlo andare.

"Chiedo scusa, ingegnere, ma sia magnanimo, non conosco bene queste strade!" rispose passando un braccio intorno alle spalle dell'impiegato e incrociando lo sguardo di Michele che gli fece cenno di allontanarsi.

Razel e Michele rimasero soli a fissarsi con aria di sfida.

"Lo sai anche tu che il regazzino diceva sul serio, vuoi veramente che questa storia finisca così male?" domandò freddamente il demone.

"Per non farla finire male basterebbe che tu la piantassi con questa fissazione di volerti prendere l'anima di Alba in cambio di quella Elena. Sai benissimo che non volevo fregarti e che non c'era nulla di personale nei tuoi confronti e poi tu e Ysrafael vi siete rubati migliaia di anime vicendevolmente e senza tante tragedie per secoli, per quale motivo l'anima di Elena è così importante?"

Razel poggiò una mano contro il petto di Michele e lo spinse contro il SUV "Perché Elena nun era una strega qualsiasi, imbecille, era la mia compagna e tu me l'hai portata via per sempre, senza neanche darmi modo di salutarla!" gli ringhiò contro sferrandogli una ginocchiata al basso ventre che gli tolse il respiro e lo fece cadere in ginocchio.

"A più tardi biondino!" lo salutò il demone chiudendo il discorso e voltandogli le spalle.

Michele lanciò a Razel uno sguardo a metà tra il furente e il dolorante e prima che il grosso demone facesse in tempo voltarsi del tutto notò, con immenso stupore, una lacrima scivolargli lungo una guancia.

Stava ancora riflettendo su ciò che aveva appena visto quando Sael apparve silenziosamente al suo fianco e gli diede un mano a rialzarsi.

“Scusa se non sono intervenuto, ma ho temuto che sarebbe stato peggio fargli capire che siamo dalla stessa parte, ti ha fatto molto male?” domandò con aria contrita.

Michele lo rassicurò “Hai fatto benissimo, Razel è intelligente e contrariamente a quello che può sembrare ha una notevole capacità strategica, è meglio che non sia preparato ad affrontare la nostra alleanza!”

Improvvisamente Sael cambiò modo di fare, lo spinse indietro e lo apostrofò sgarbatamente “Non sei il benvenuto qui, se ti becco di nuovo a spiarci giuro che non te la caverai con una semplice ginocchiata nelle palle, chiaro?”

Michele intuì che qualche collega di Sael doveva essersi avvicinato e infatti erano stati raggiunti da un gruppetto di demoni capitanati da Sakmeel che commentò “Perchè aspettare? Anche se il vigliacco si sarà portato dietro la sua spada, questa volta ci sono troppi umani in giro perché possa permettersi di usarla!”

Michele stava per ribattere, ma Sael lo sbatté sul cofano del SUV e gli sussurrò “Ti prego, vattene!” poi a voce alta aggiunse “Levati dalle palle angelo, non te lo ripeterò una seconda volta!”

Michele si rese conto che Sael aveva ragione, sfidare i demoni non era di alcuna utilità, mise da parte l'orgoglio e rispose arrendevole “Va bene, per questa volta avete vinto voi. Lasciami andare, demone!”

Sael lo lasciò andare, Michele aprì le ali e si alzò in volo.

“Di un po' Sael, per caso oggi hai lasciato le palle a casa? Siamo cinque contro uno, avremo potuto approfittarne per dargli una ripassatina, deve aver un gran bel culo quel frocetto biondo!” rise uno dei demoni.

Sael trattenne la rabbia a stento e commentò freddamente “Ti ricordo che quel frocetto biondo è un guerriero così forte che durante la Grande Guerra è stato in grado di tenere testa anche a cinque di noi messi insieme e se Ezael non lo avesse colpito alle spalle, rischiando di ammazzarlo, qualcuno dei presenti forse oggi non sarebbe qui a fare il gradasso! Quindi anziché insultarmi, Samiel, dovresti ringraziarmi per averti evitato un colpo di spada dritto al culo!”

Samiel, che durante la Grande Guerra si era distinto per l'invidiabile costanza con cui aveva abbandonato a gambe levate ogni singolo scontro con la fazione avversa, arrossì imbarazzato e, avendo capito perfettamente per quale motivo Sael non avesse parlato di colpi di spada dritti al cuore o allo stomaco, non osò replicare.

I demoni si allontanarono, tutti, eccetto Sakmeel che osservò in silenzio Sael.

“Che hai da guardare?” lo apostrofò irritato il demone.

Sakmeel sospirò “Faresti meglio a fartela passare questa cotta millenaria per Michele o prima o poi lui se ne accorgerà e ti ammazzerà, lo sai vero?”

Sael si sentì come un piccione centrato in pieno da un TIR lanciato a bomba sull'Autostrada del Sole.


#


Safet, seduto su una roccia poco lontano dal Drag me to Hell, osservava il panorama e attendeva pazientemente l'arrivo di Ysrafael.

Finalmente un leggero spostamento d'aria e il fruscio di un paio d'ali annunciarono l'arrivo del collega.

Safet sorrise "Credevo che la puntualità contraddistinguesse voi angelici!"

L'angelo raccolse le ali dietro la schiena "Scusa Safael, sono stato trattenuto"

Safet ridacchiò "Che in altre parole significa che te la stavi spassando con Muriel? Davvero invidio il vostro rapporto, state insieme da millenni e ancora non vi siete stancati di fare le porcherie, eh?"

Ysrafael arrossì imbarazzato "Possiamo parlare dell'argomento per cui mi hai convocato?"

Safet si grattò il mento esitante "Certamente. Ho pensato di chiamarti perché dall'ultima volta che ci siamo incontrati temo che la situazione sia precipitata. Azaele ha avuto la brillante idea di rivelarsi ad Alba nell'agriturismo qua vicino!"

"Ah, immagino lo abbia scelto perché se la sua strega oltrepasserà il limiti anche stavolta nessuno ci farà caso, quel posto è sempre pieno di demoni!" commentò l'angelo con una certa indifferenza.

Safet lo guardò perplesso "Ysra, ma non ti preoccupa la situazione?"

"Cosa vuoi dire?"

"Ma non ti sei accorto che Roma è mezzo vuota, dove credi che siano i miei colleghi?”

Non offenderti Safael, ma se devo essere sincero non mi interessa particolarmente!”

Ysra, Razel li ha praticamente convocati tutti al Drag me to Hell!”

"Uh, in effetti mi sembrava che ci fosse una strana tranquillità in città! Bé, meglio così!"

Safet si irritò "Ma che fesserie dici? A parte che un simile assembramento di demoni può essere pericoloso per gli umani ospiti che potrebbero impazzire per il terrore, ma oltretutto, dimmi una cosa per caso hai visto Ariel e Michele ultimamente?"

Ysrafael di irrigidì "Cosa intendi?"

Safet sbuffò "Santo Cielo, va bene che voi angelici vi ritenete tutti onesti e leali, ma un minimo di controllo potreste esercitarlo sui vostri sottoposti! Ariel e Michele sono gli unici angeli lì in mezzo e ci sono andati per motivi esattamente opposti!"

"Aspetta, mi stai dicendo che quei due sono soli in mezzo ad un esercito di demoni e rischiano anche di scontrarsi a causa di quel piccolo demone sconsiderato e irresponsabile?"

"Già!"

"Devo radunare i miei simili!" eslamò Ysrafael aprendo le ali.

"Ma sei impazzito? Vuoi rischiare di scatenare una nuova guerra?" obiettò Safet preoccupato.

"Allora cosa proponi?"

"Andiamo solo noi due e se le cose tra i tuoi ragazzi e i miei si fanno troppo tese interveniamo, anche Razel volente o nolente dovrà obbedirmi, sono un Supervisore Capo Infernale!"

Ysrafael sbuffò “Tutto questo casino per colpa di quel piccolo sconsiderato! Devi punirlo in modo molto severo, è ora che la smetta di combinare casini, tutta questa situazione è solo e soltanto colpa sua!"

"Sei ingiusto Ysra, perché non pensi a quanto ha sofferto? Era innamorato perso di quella ragazza, non credi che sia già stato punito abbastanza per il suo errore?”

"È un demone, Safael, non è capace di amare davvero e il suo è solo egoismo, ha meritato di perdere quella ragazza, l'aveva corrotta malgrado i miei avvertimenti. Secoli fa ha messo nei guai Ariel per una scommessa e sono millenni che Michele è influenzato negativamente da lui, sarebbe ora che ti decidessi ad incatenarlo da qualche parte e a buttare la chiave, almeno non farebbe più danni!" rispose irritato Ysrafael.

Safet lo guardò esterrefatto "Ma cosa dici, Ysra! Ariel e Michele sono responsabili delle loro azioni e anche Alba! Ti sei dimenticato del libero arbitrio?"

"Tu lo difendi sempre, neanche fosse tuo figlio!" esclamò Ysrafael furente.

Safet sospirò "Non lo è, Ysra, ma sai molto bene che suo padre e sua madre erano i miei migliori amici. Galadriel prima di morire mi ha chiesto di vegliare su di lui e io ho le dato la mia parola. E comunque non lo faccio solo per lei, lo faccio anche per il ragazzo e per suo padre. Se fosse tuo figlio non parleresti così!"

Ysrafael si fece malinconico "È triste che Galadriel non ci sia più, era un arcangelo eccezionale, abbiamo perso troppi amici in quella guerra! Peccato che il ragazzo non le somigli molto!"

"Azaele somiglia a suo padre e suo madre molto più di quanto pensi, credimi un giorno potrebbe sorprenderti” obiettò Safet, poi incrociando lo sguardo di Ysrafael aggiunse “Non voglio che questa storia finisca male, ti prego aiutami ad evitarlo!"

Ysrafael distolse lo sguardo dal viso del suo vecchio amico e non rispose.

Angelo e demone rimasero in silenzio per un po' a osservare le chiome degli alberi mosse da una leggera brezza mattutina.

Infine Ysrafael ruppe il silenzio "Proprio ieri una donna umana mi ha fatto vedere un aspetto della situazione tra Azaele e Ariel che non avevo considerato...”

Safet gli rivolse uno sguardo interrogativo.

Ysrafael scosse leggermente la testa “È una storia lunga ti spiego dopo... Tornando a noi... forse hai ragione, forse è venuto il momento di aiutare quei ragazzi a trovare un punto di incontro!”

Safet sorrise circondando le spalle di Ysrafael con un braccio “Sapevo di poter contare su di te!”
Ysrafael gli rivolse un sorriso storto “È solo che voi altri siete più bravi di noi a tentare il prossimo, mi hai fregato con le tue moine!”

Safet rise di gusto, ma non negò l'accusa.

   
 
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