Mancavano
pochi giorni a Natale e ben dopo il tramonto Draco Malfoy, come ormai
succedeva spesso, vagava per le strade della periferia di Londra in
cerca di un posto sicuro per passare la notte. Mesi prima, infatti,
il Ministero aveva deciso di sequestrare tutti i beni della sua
famiglia come risarcimento per la guerra, condannandolo di fatto a
vivere alla macchia tra i Babbani per sfuggire alla rabbia di
entrambe le fazioni che per la prima volta si erano
“unite”
contro di lui. Molti infatti erano decisamente scontenti che Harry
Potter avesse testimoniato a suo favore, evitandogli di raggiungere
il padre ad Azkaban, e i pochi Mangiamorte rimasti in circolazione lo
erano ancora di più, dal momento che la Gazzetta del Profeta
aveva
sottolineato più volte come le loro informazioni avessero
portato
alla cattura di nomi importanti. A rimetterci in tutto questo,
purtroppo, era stata sua madre, che incapace di abbandonarlo al suo
destino, aveva deciso di seguirlo nella fuga. Per qualche mese era
andata abbastanza bene, nonostante tutto, ma una sera Draco, tornando
a casa dal suo lavoro in un locale Babbano, l'aveva trovata morta nel
loro temporaneo rifugio dopo un evidente attacco da parte di ignoti,
e in quel momento era stato certo che a breve sarebbe toccato anche a
lui. Erano in troppi a volere la sua testa e sapeva già che
nessuno
dei loro amici e vecchi alleati gli avrebbe mai dato una mano a
nascondersi. Disperato per la perdita dell'unica persona che gli era
rimasta, quella notte aveva sperato a lungo che l'aggressore tornasse
a finire il lavoro ma nessuno si era più fatto vivo e il
giorno
dopo, capendo con orrore che Narcissa Malfoy non avrebbe mai avuto
giustizia perché madre e moglie di Mangiamorte, aveva deciso
di
onorare almeno la promessa che si erano scambiati all'inizio della
loro fuga. Sapevano infatti fin troppo bene che sarebbe stato
pericoloso ed entrambi, prima di lasciare per l'ultima volta il
Manor, si erano assicurati a vicenda che avrebbero fatto di tutto per
continuare a vivere il più dignitosamente possibile
qualunque cosa
fosse accaduta all'altro. In realtà Draco non si aspettava
che quel
fardello sarebbe ricaduto su di lui, dal momento che l'astio generale
era rivolto soprattutto al traditore che aveva permesso ai
Mangiamorte di entrare ad Hogwarts la prima volta, ma sebbene il
desiderio di farla finita l'avesse già sfiorato
più di una volta,
non aveva avuto il coraggio di lasciarsi andare del tutto. Per questo
motivo, da alcune settimane a quella parte, andava avanti per inerzia
da un punto all'altro del Paese, cercando di rendersi invisibile a
chiunque e comprando il necessario per vivere grazie ai soldi che
avevano raccolto a fatica con i loro umili lavori nel breve periodo
passato insieme. Tra quelli e la minima parte dei loro averi che
avevano avuto il permesso di portarsi dietro per cominciare una nuova
vita tra i Babbani, era riuscito in qualche modo a cavarsela fino a
quel momento, ma sarebbe presto arrivato il giorno in cui avrebbe
dovuto trovarsi un altro impiego, rendendo decisamente più
difficile
il suo intento di passare inosservato. Al momento, però,
aveva cose
più urgenti a cui pensare e stringendosi il più
possibile nel
cappotto rovinato dopo tante notti passate a dormire per terra nei
vicoli, continuò a camminare in cerca di un rifugio per i
senzatetto
in cui avrebbe trovato, se non altro, un pasto caldo e un riparo per
la notte. Erano alcuni giorni che si sentiva anche peggio del solito
ma non poteva fermarsi troppo a lungo nello stesso posto per un
semplice raffreddore e quella mattina era stato costretto a spostarsi
di nuovo per l'ennesima volta. In realtà non sapeva nemmeno
lui cosa
stesse cercando con tanto impegno ma si augurava di trovarlo presto
perché quel genere di vita non gli si addiceva proprio. Con
l'arrivo
dell'inverno, il freddo era sempre più intenso e i luoghi in
cui
nascondersi -come del resto i soldi- stavano ormai per finire;
benché
cercasse di allontanare il più possibile il momento, presto
avrebbe
dovuto rassegnarsi a costruirsi una nuova vita da qualche parte senza
neanche sua madre a sostenerlo.
Sconsolato
e infreddolito, procedette per la sua strada a testa bassa
sforzandosi di ignorare il vento gelido che si insinuava ovunque e le
decorazioni natalizie dei Babbani, che sembravano quasi schernirlo
ricordandogli impietosamente la famiglia e gli amici che non avrebbe
più avuto.
Nello
stesso momento Hermione Granger, appena uscita dal suo lavoro al
Ministero della Magia, si preparava a Smaterializzarsi vicino a casa
rabbrividendo per l'aria fredda che prometteva altra neve. Quella
mattina, infatti, Londra si era svegliata con le strade coperte da un
candido manto e la ragazza aveva dovuto prestare la massima
attenzione a dove metteva i piedi per non ruzzolare a terra nei suoi
brevi spostamenti.
Dopo
un'ultima controllata nei dintorni, girò su se stessa e
sparì,
raggiungendo quindi in pochi secondi il tranquillo quartiere di
periferia in cui si era stabilita alcune settimane prima.
Aggiustandosi
la sciarpa che le copriva metà del viso, si avviò
verso casa
pregustando una serata di lettura davanti al camino ma i suoi piani,
a quanto pare, erano destinati ad andare in fumo. Inizialmente,
svoltato un angolo, si accorse a malapena dell'uomo con il cappotto
logoro che camminava lento a qualche metro di distanza da lei,
limitandosi a un sospiro malinconico nel constatare che si trattava,
con ogni probabilità, di un senzatetto in cerca di un riparo
per la
notte. C'era infatti una parrocchia, nelle vicinanze, che offriva
loro il necessario e immaginò che fosse diretto
lì come tanti altri
in quel periodo in cui le temperature si erano fatte più
rigide. Era
triste pensare che una persona all'apparenza così giovane
dovesse
rivolgersi a quella struttura ma purtroppo erano cose che capitavano.
Abbassò
quindi lo sguardo ma un attimo dopo un tonfo la costrinse ad alzarlo
di nuovo e correre verso lo sconosciuto con il cuore in gola,
rischiando un paio di volte di scivolare.
«Va tutto
bene, signore?» domandò preoccupata quando l'ebbe
raggiunto,
vedendo che non si muoveva.
Non ottenne
risposta e si chinò allora su di lui cercandone il polso.
Per
fortuna era ancora vivo e aveva già il cellulare in mano
-opportunamente incantato per resistere alla magia- quando vide il
suo volto. Non si sarebbe mai aspettata di incontrarlo lì ma
quello,
nonostante l'aspetto molto diverso dal solito, era sicuramente Draco
Malfoy.
Hermione lo
osservò per un attimo, improvvisamente indecisa su cosa
fare. Non
c'erano dubbi che il ragazzo avesse bisogno di aiuto, visto il calore
della sua pelle e l'eccessiva magrezza, e la scelta più
saggia per
curare un mago sarebbe stata rivolgersi al San Mungo, ma non poteva
garantire la sua sicurezza in un luogo pubblico. Sapeva infatti che
lui e la madre erano stati costretti a vivere tra i Babbani dopo la
confisca dei loro beni e le era anche giunta voce che la signora
Malfoy fosse morta in un'aggressione compiuta da ignoti. Il Ministero
li aveva tenuti d'occhio in quel periodo ma poco o nulla era stato
fatto, evidentemente, per evitare il peggio e Draco aveva fatto
perdere le sue tracce il giorno dopo.
Ricordava
che il fatto l'aveva colpita, al momento, e sia lei che Harry si
erano decisamente indignati all'atroce sospetto che nessuno avesse
davvero indagato sull'accaduto, ma nonostante il nome, non erano
ancora nella posizione di imporsi sui rispettivi superiori per fare
giustizia e alla fine, almeno per quanto la riguardava, doveva
ammettere di aver accantonato il problema. Era passato poco
più di
un anno e mezzo dalla fine della guerra e da qualche mese, completati
i suoi studi ad Hogwarts, aveva trovato un impiego al Ministero che
la teneva molto occupata. Era sempre stata attenta e scrupolosa e fin
dall'inizio si era
sforzata di
svolgere i suoi compiti nel miglior modo possibile, vedendosi quindi
affidare di lì a poco una mole di lavoro non indifferente.
Hermione lo
osservò per qualche istante ma alla fine, dopo un ultimo
tentativo
di svegliarlo, decise di portarlo a casa sua. Non era certo
un'esperta in materia ma prima di partire con Harry e Ron alla
ricerca degli Horcrux si era procurata alcuni libri di Medimagia,
imparando alcune nozioni di base che l'avrebbero aiutata a capirne di
più. Se fosse stato necessario l'avrebbe portato poi al San
Mungo,
facendo il possibile per garantirgli un trattamento equo e un minimo
di sicurezza, ma avrebbe comunque preferito occuparsene di persona.
Non che morisse dalla voglia di avere in casa il Serpeverde che per
anni le aveva reso la vita un inferno, ma non aveva cuore di
abbandonarlo al suo destino. In quel periodo era cresciuta abbastanza
da capire il motivo del suo pessimo comportamento nei suoi confronti
e non era giusto accanirsi su di lui quando era chiaro che non avesse
avuto molte possibilità di scegliere con chi schierarsi.
Senza
contare che Voldemort aveva perso anche grazie al coraggio di sua
madre, che gli aveva mentito al momento giusto, e aiutare suo figlio
in un momento simile era il minimo che potesse fare per ringraziarla.
Dopo aver
controllato che non ci fosse nessuno in giro, si fece passare un suo
braccio intorno alle spalle prima di alzarsi da terra, procedendo poi
a fatica verso casa sua. Per un attimo era stata seriamente tentata
di aiutarsi con la magia ma all'ultimo istante aveva deciso di
evitare. Non poteva rischiare di essere sorpresa dai Babbani con una
bacchetta in mano e per fortuna il ragazzo era crollato a pochi passi
dalla sua villetta. Il tragitto le sembrò fin troppo lungo
ma alla
fine poté richiudersi la porta alle spalle con un sospiro di
sollievo e farlo levitare fino al divano.
A quel
punto, dopo essersi liberata del cappotto e del completo elegante da
lavoro che le intralciava i movimenti, tornò in salotto ed
eseguì
alcuni semplici incantesimi per inquadrare meglio la situazione. Non
sembrava essere nulla di grave, per fortuna, e dopo avergli asciugato
i vestiti bagnati con un colpo di bacchetta, andò a cercare
una
coperta calda e tutto ciò che avrebbe potuto esserle utile
per
dargli un minimo di sollievo. Da quel che aveva capito, doveva
trattarsi di una semplice influenza probabilmente trascurata, motivo
per cui la febbre era tanto alta, e non c'era da stupirsi che alla
fine fosse crollato in mezzo alla strada. Di certo poco pratico del
mondo Babbano e senza un posto in cui sentirsi davvero al sicuro, non
osava immaginare da quanto tempo andasse avanti così e per
un attimo
gli dispiacque sinceramente per lui. Sapeva per esperienza quanto
fosse dura la vita dei fuggiaschi ed era triste pensare che in un'era
di pace ci fossero ancora ragazzi della sua età costretti a
guardarsi le spalle in ogni momento. Nonostante gli errori che di
certo aveva fatto, non meritava di finire così e guardandolo
ora non
sembrava nemmeno lo stesso odioso Serpeverde che l'aveva tormentata
per anni a scuola. Per fortuna Hermione non era tipo da cercare
vendetta per le offese subite e almeno da quel punto di vista Draco
Malfoy poteva stare tranquillo per un po'.
Stupita da
se stessa, visto che mai avrebbe immaginato di fare un giorno una
cosa simile, gli fece bere a fatica qualche sorso di una pozione per
abbassare la febbre che teneva sempre in casa e gli appoggiò
quindi
un panno fresco sulla fronte.
Sorrise nel
vederlo sospirare di sollievo e rimase al suo fianco per ore, con
pochissime interruzioni, cercando di tenerlo tranquillo quando si
agitava nel sonno in preda agli incubi.
Draco non
si era nemmeno accorto di cadere e sentire all'improvviso il freddo
della neve sulle parti scoperte era stato come ricevere uno schiaffo
in pieno viso. Al momento di rialzarsi e riprendere il cammino,
però,
tutta la stanchezza di una giornata passata all'aperto a controllare
i dintorni prima di decidere eventualmente di fermarsi, gli
crollò
addosso e non riuscì nemmeno a muovere un muscolo.
Sapendo che
in giro c'era solo lui, decise allora di riposarsi per un po' senza
neanche rendersi conto che era l'idea peggiore che avesse avuto da
mesi. A nessuno sarebbe importato della sua sorte, comunque, e per
una volta poteva anche permettersi di abbassare un attimo la guardia.
A
riscuoterlo in parte dal suo torpore era stata la voce di una donna
che dopo pochi secondi, o forse ore, aveva detto qualcosa che non si
era neppure sforzato di capire. Sapeva che si stava avvicinando ma i
suoni erano sempre più lontani e sebbene l'istinto gli
urlasse di
reagire, non aveva la forza di fare nulla.
Aveva
tenuto gli occhi chiusi mentre la donna, strega o Babbana che fosse,
si chinava su di lui.
Stupito,
l'aveva sentita prendergli il polso in cerca del battito e sospirare
di sollievo, lasciandogli nel petto una strana sensazione. Non era
più abituato alle premure di un'altra persona e per un
attimo gli
era dispiaciuto quando lei aveva ritirato la mano ma restare vigile
diventava ogni istante più complicato e ben presto aveva
ceduto,
senza volerlo, al richiamo dell'oblio.
Al suo
risveglio, dopo un tempo indefinito, si accorse che tutto, intorno a
lui, era morbido e caldo. Non aveva idea di cosa fosse successo e si
sforzò di aprire gli occhi per controllare la situazione, ma
di
nuovo il suo corpo si rifiutò di rispondergli. Non era un
buon segno
ma gli altri sensi non suggerivano un immediato pericolo e si
domandò
se dovesse ringraziare per questo la donna che l'aveva trovato in
strada. Si trattava forse di qualcuno che conosceva? Per quanto ne
sapeva, nessuna ragazza Serpeverde di sua conoscenza viveva da quelle
parti ma Daphne, Astoria o Pansy gli sembravano le uniche che in un
momento di estrema difficoltà gli avrebbero forse dato una
mano. Ora
che ci pensava, però, nemmeno loro avevano mosso un dito per
aiutarlo negli ultimi due anni ma essere soccorso da qualcuno di
un'altra Casa era anche meno probabile. E se invece fosse stata una
Babbana? Sarebbe stato il colmo essere salvato proprio da una persona
che un tempo aveva tanto disprezzato ma ultimamente tutte le sue
certezze sembravano essere destinate a crollare e non poteva
escluderlo a priori. Di sicuro avrebbe spiegato perché gli
si fosse
avvicinata senza timori lasciandolo in vita ma non doveva avere
comunque tutte le rotelle a posto per aiutare in quel modo un
vagabondo di cui non sapeva nulla. La superficie su cui era disteso,
infatti, assomigliava molto a un divano e aveva seri dubbi che negli
ospedali Babbani i pazienti passassero lì il loro tempo
anziché a
letto.
Mentre era
immerso in questi pensieri confusi, sentì qualcuno
avvicinargli un
bicchiere alle labbra e solo in quel momento si accorse di avere
molta sete. Senza pensare alle possibili conseguenze, bevve qualche
sorso di un liquido stranamente familiare che non riuscì a
riconoscere prima di essere adagiato di nuovo tra i cuscini. Un
attimo dopo avvertì qualcosa di fresco sulla fronte e non
poté
trattenere un sospiro di sollievo. L'aveva desiderato spesso negli
ultimi giorni e non poteva credere che qualcuno l'avesse finalmente
accontentato. Per un attimo gli tornò in mente la madre, che
mesi
prima, non avendo più elfi domestici che si occupassero di
tutto,
aveva fatto lo stesso quando gli era venuta la febbre. Il dolore per
la sua perdita troppo recente tornò a galla di colpo ed era
ancora
là quando si addormentò di nuovo, tormentando il
suo sonno con un
incubo dopo l'altro.
Erano
passate ore da quando Hermione aveva trovato Draco e la situazione le
sembrava sempre più irreale. Era abituata a vederlo sempre
borioso e
distaccato e invece adesso piangeva e gridava nel sonno al probabile
orrore della guerra con tutto ciò che ne era seguito. Di
tanto in
tanto, infatti, gli usciva di bocca qualche parola comprensibile e
ormai era chiaro che Harry, intervenendo in sua difesa poco dopo la
battaglia di Hogwarts, avesse sempre avuto ragione. Per quanto
incredibile potesse essere, anche Malfoy era stato decisamente una
vittima di eventi troppo grandi per loro e a un certo punto le era
venuto naturale prenderlo per le spalle e parlargli con calma per
cercare di tranquillizzarlo. Sapeva bene che difficilmente il ragazzo
avrebbe potuto sentirla ma doveva provarci e fu un sollievo vedere
che il trucco funzionava.
Superato
l'imbarazzo iniziale, rimase quindi seduta sul bordo del divano,
bagnando l'asciugamano ogni pochi minuti finché questi,
all'ennesimo
urlo, non aprì gli occhi di colpo.
A quel
punto si fissarono straniti per qualche secondo, Hermione con le mani
ancora sulle sue spalle, senza riuscire a credere a ciò che
stavano
vedendo. La giovane strega era come ipnotizzata dalla
quantità di
emozioni che passavano rapide in quegli occhi chiarissimi mentre per
Draco la scena era ancora più incredibile. Per qualche
assurdo
motivo Hermione Granger era davanti a lui con una strana espressione
che non riusciva a decifrare, e a meno che non si sbagliasse di
grosso, c'erano serie possibilità che si trovasse a casa
sua. A
quanto pare stava ancora sognando ma la sensazione di un paio di mani
che gli stringevano forte le spalle sembrava reale e non vedeva
nessun altro intorno.
«Granger?»
pronunciò alla fine sorpreso e la ragazza si riscosse
mollando di
colpo la presa come se si fosse scottata.
«Sì. Ti
ho visto svenire a pochi passi da casa mia e non potevo lasciarti
lì»
gli rispose rigida dopo qualche secondo.
Draco non
capì il motivo di quell'atteggiamento così
distaccato da un istante
all'altro ma il suo cervello stava ancora cercando di elaborare
quella frase. Era incredibile che fosse stata proprio lei a salvarlo
dopo tutti i dispetti e le prese in giro di cui era stata vittima per
colpa sua, per non parlare poi di quando sua zia Bellatrix l'aveva
torturata a lungo davanti a lui nel salone del Manor, ma doveva
ammettere che aveva senso. Chi altri, se non la migliore amica di
Harry Potter, avrebbe potuto fermarsi ad aiutarlo senza fargli del
male? Benché si sentisse ancora decisamente debole, infatti,
non
c'era paragone con le sue condizioni di chissà quanto tempo
prima ed
era chiaro che fosse stata la ragazza a curarlo. Con la coda
dell'occhio poteva vedere sul tavolino la boccetta di una pozione e
una bacinella con dell'acqua e gli sembrò tutto ancora
più strano.
«Come ti
senti, Malfoy?» domandò la strega dopo qualche
minuto nella
speranza di rompere il ghiaccio. Quel silenzio carico di imbarazzo e
stupore stava diventando decisamente fastidioso e fu un sollievo
vederlo riscuotersi.
«Sei stata
tu ad aiutarmi...» mormorò Draco ancora sotto
shock, ricordando le
sensazioni che aveva provato quando “la donna
misteriosa” l'aveva
soccorso nella neve. Davvero, quante probabilità c'erano che
le
forze lo abbandonassero a pochi passi dalla casa di uno dei Salvatori
del Mondo Magico? Sull'onda di quel pensiero, si ricordò che
l'ex
compagna di scuola era fidanzata con uno dei Weasley, che di certo
gli avrebbe la festa all'istante se l'avesse trovato lì.
«Nessuno
merita di morire assiderato, Malfoy» gli spiegò
Hermione in tono
strano. «E se cerchi Ron, puoi stare tranquillo. Non viviamo
insieme» aggiunse poi con un sorrisetto divertito, notando le
occhiate di malcelata preoccupazione che lanciava in giro.
Il ragazzo
la guardò male per un attimo e lei ridacchiò
prima di alzarsi e
andare a predere qualcosa fuori dalla sua visuale.
Al suo
ritorno, pochi secondi più tardi, aveva in mano un piatto
con del
brodo che stranamente gli porse.
«Dovresti
mangiare anche tu qualcosa prima di dormire» gli
spiegò con
semplicità e Draco la osservò di nuovo sempre
più stupito.
«Perché...»
mormorò tra sé senza neanche concludere la frase.
Era assurdo che
facesse tanto per lui e per un attimo si domandò se fosse
sicuro
accettare.
«Non
sembri uno che mangia regolarmente e non ti ho certo salvato dalla
neve per farti morire di fame. Avevo preparato una minestra di verdure
per cena e ne ho lasciata un po' anche per te» rispose
comunque la
strega e il ragazzo, sussurrando un “grazie” a
malapena udibile,
prese il piatto e cominciò a mangiare in silenzio con le sue
parole
che gli risuonavano nelle orecchie. Probabilmente lei non aveva
nemmeno idea di cosa significasse quella frase per qualcuno che non
aveva nulla e per l'ennesima volta negli ultimi tre anni non
poté
fare a meno di stupirsi per la bontà di quella Nata Babbana
che fino
a poco tempo prima insultava senza riguardi. Sapeva bene che era
sufficiente un incantesimo per avere maggiori quantità di
cibi o
bevande ma qualcosa in quella frase gli diceva che non avesse usato
la magia. Si guardò bene dal chiederlo ma di nuovo si
sentì in
colpa per averle reso la vita un inferno durante i primi anni ad
Hogwarts.
Da parte
sua Hermione lo guardava di sottecchi, cercando di capire cosa stesse
pensando. Non le era sfuggito il lampo di gratitudine che aveva visto
per un attimo nel suo sguardo, e se da un lato poteva capirne il
motivo, viste le condizioni in cui l'aveva trovato, dall'altro le
riusciva ancora difficile credere che potesse provare simili
sentimenti nei suoi confronti. Era passato tanto tempo da quando la
chiamava “Sanguesporco” per le sue origini Babbane
ma gli insulti
e le risate dei Serpeverde le risuonavano ancora nelle orecchie ogni
volta che ci pensava. La guerra li aveva cambiati tutti moltissimo ma
era strano che per alcuni il cambiamento fosse stato così
profondo.
Non doveva essere l'unico, in realtà, da ciò che
aveva visto e
sentito al Ministero, ma vederlo con i suoi occhi in Draco Malfoy
faceva particolarmente effetto.
Poco dopo
il ragazzo le restituì il piatto vuoto e si
sdraiò di nuovo. Si
sentiva ancora debole e ben presto gli occhi gli si chiusero di
nuovo.
A quel
punto Hermione, rimasta per un po' a fargli compagnia, gli
passò un
altro bicchiere di pozione prima di andare a letto. Era stato strano
e imbarazzante mostrargli dov'era il bagno e dargli la buonanotte ma
sapeva di star facendo la cosa giusta ed era contenta, in fondo, di
poter fare qualcosa per lui. Non aveva dimenticato i brutti momenti
che aveva passato per colpa sua ma con la guerra erano decisamente
passati in secondo piano e sapeva che adesso era il momento di
perdonare se volevano costruire davvero una comunità magica
degna di
questo nome.
Dal canto
suo Draco, sdraiato sul divano con la luce spenta, riviveva ogni
assurdo istante di quella serata rendendosi conto, con enorme
stupore, che forse esisteva ancora anche per lui una minima
possibilità di salvezza. La strega, infatti, aveva trovato a
un
certo punto il coraggio di chiedergli timidamente come se la fosse
cavata dopo la fuga nel mondo Babbano per salvarsi la vita e se
all'inizio il ragazzo era stato restio a parlargliene, non aveva
potuto fare a meno di convincersi quando lei, con un certo imbarazzo,
aveva confessato di sentirsi in debito con sua madre per la loro
vittoria su Voldemort e di voler iniziare a mettere, in prima
persona, le basi per una comunità più solida. Un
discorso che
l'aveva colpito sotto parecchi punti di vista e sebbene la giovane
non sapesse ancora esattamente come fargli ottenere un nuovo posto
nel mondo a cui apparteneva da sempre, non aveva motivo di non
crederle. Era convinto che non sarebbe più successo, ma ora
iniziava
a intravedere una piccola luce in mezzo al buio che lo circondava da
settimane ed era incredibile che ad accenderla fosse stata proprio la
Nata Babbana che un tempo avrebbe voluto sparisse dalla faccia della
Terra.
Prompt: Miseria
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! È la prima
volta che
scrivo su questi due e spero di averli resi al meglio. Mi rendo conto
che Draco potrebbe sembrare forse parecchio OOC, ma essendo passato
del tempo dalla fine della guerra, ho pensato potesse starci. Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il tempo che mi avete
dedicato anche solo leggendo.
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa alle iniziative
“Advent Calendar 2020”
e “Saint Lucia's Day” (per l'immagine sotto e
alcuni spunti)
indette dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è
piaciuta,
perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a
qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui,
dove vi attendono inoltre periodiche iniziative di scrittura e
disegno con i nostri amati personaggi. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto
augurandovi una buona serata e un felicissimo anno nuovo per voi e i
vostri cari.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
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