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Autore: LadyHeather83    04/01/2021    2 recensioni
Marinette si trova in coma, dopo una brutta caduta durante l'allestimento della recita di fine anno.
Durante il suo risveglio, avrà una brutta sorpresa: non riesce a trovare Tikki, le foto di Adrien appese in camera sua, non ci sono, ed in più la madre le dà una notizia sconvolgente, dovrà servire al catering di fidanzamento di Adrien Agreste e Kagami Tsurugi.
Riuscirà a portare tutto alla normalità?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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REALTA’ PARALLELA

*

Capitolo 11 – Lady Bug e Chat Noir

*

Il rumore del gong, echeggiò nella stanza, facendo aprire un occhio al Maestro Fu, che si trovava nella posizione di meditazione: seduto su un cuscino di velluto rosso, con gambe incrociate, braccia aperte e i pollici e gli indici di entrambe le mani, uniti a formare la lettera O.

Fu colpito da una strana sensazione, e vibrazione, sufficiente per fargli andare in subbuglio lo stomaco.

Il piccolo kwami dalle sembianze di una tartaruga, volteggiava accanto a lui, ed avvertì lo stesso disagio.

“Maestro” Richiamò la sua attenzione.

“Si Wayzz, l’ho percepito anch’io, qualcuno deve aver evocato Nooro

“Questo significa che Papillon, è qui a Parigi”. Disse rammaricato il kwami della tartaruga volteggiando davanti il volto del suo mentore.

“Si, a dire il vero lo sospettavo già da un po’”. Il vecchio saggio, si alzò a fatica, raddrizzò la schiena e prese due scatoline nere, con incise sulla superficie degli ideogrammi rossi.

“E’ il momento di consegnare questi due miraculous”.

“A chi le darà maestro? Ha già qualcuno in mente?”

“Certo!” Annuì con il capo “Ti ricordi la ragazza con i codini, che è venuta la scorsa volta?”

Anche il kwami asserì.

“Nell’altra dimensione l’ho dato a lei, mentre l’altro lo porterò direttamente ad Adrien Agreste”.

“Ne è sicuro maestro? Non conosce né uno e né l’altro”. Tentò di farlo ragionare la tartaruga.

Il vecchio saggio si accarezzò con una mano il pizzetto “Se non saranno all’altezza, me li farò restituire”.

*

Marinette, mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?” Luka visibilmente indispettito, le chiese chiarimenti su quella situazione bizzarra, e del perché continuava ad invocare il nome di Adrien.

La ragazza non sapeva da dove cominciare, ma una cosa era certa, doveva essere del tutto sincera con lui, lo meritava.

“Ecco vedi…io non sono la Marinette che conosci. Provengo da un’altra dimensione e non so come sia finita qui. Dalla realtà da cui arrivo, ho avuto un’incidente, ed eccomi qui. Adrien mi sta solo aiutando a ritornare a casa”. Spiegò il più conciso possibile, in modo di dargli la possibilità di capire quella strana situazione.

Luka inarcò un sopracciglio e si portò una mano sul volto “Tu pensi che creda a questa assurda storia? Non esistono altre dimensioni, Marinette”.

“Devi credermi Luka, io non ti mentirei mai”.

“Lo hai appena fatto” Disse con il solito tono calmo che lo caratterizzava.

“E’ una situazione assurda anche per me. Sto vivendo in un contesto che non è il mio, e non è facile farci i conti.”

“Senti, Marinette.” Le mise le mani sulle spalle “…se vuoi lasciarmi, basta che me lo dici, non serve inventare cose strane o fare giri di parole inutili”.

“Come posso lasciarti, se non stiamo nemmeno insieme!”

“Cosa?”

“Nella mia realtà non siamo fidanzati, tu non sei un musicista famoso, io non voglio diventare una pasticcera, e non sono nemmeno la migliore amica di Chloè”. Quest’ultima frase la urlò arrabbiata, le dava sicuramente più fastidio quest’ultima cosa, che il non conoscere affatto Adrien Agreste.

“Oh, è tutto più chiaro” Sospirò “…sei ancora arrabbiata perché sono andato a letto con Chloè, ma te l’ho detto, è successo una volta sola, ed è stato uno sbaglio”.

“Eh?????” Marinette si sentì mancare la terra sotto i piedi ed ebbe quasi un mancamento, poi iniziò a ridere, a ridere istericamente.

Ahahahah…cioè tu e….Chloèahahah…siete…stati a letto insieme???” Si trattenne la pancia perché gli addominali iniziarono ad intorpidirsi.

“Perché ridi? Ti eri disperata quando ci hai scoperto” Aprì le braccia in segno di resa.

“Oddio…sento che sto per vomitare! Vi avrei anche trovati che facevate cose…spero non nel mio letto”.

“No, quello no.” Scosse il capo “…ma che ti succede Marinette, sembra ti sia stata resettata la memoria”.

“Ovvio che sembra così, non ho mai vissuto nessuna situazione che mi stai descrivendo” Poi si portò due dita sul mento “…e sinceramente spero di dimenticare questa cosa, perché quando tornerò nel mio tempo, non potrò nemmeno guardarti negli occhi, senza scoppiare a ridere”.

“Basta, io me ne vado” Luka era visibilmente scosso ed infastidito, prese la sua giacca e la sua chitarra, e se ne andò.

Marinette lo seguì, gli doveva chiedere scusa, non era stato giusto il modo in cui lo aveva trattato, doveva convincerlo che non stava mentendo, e che stava dicendo la verità.

“Aspetta, Luka” Lo raggiunse a pochi metri dalla pasticceria, riuscì a fermarlo prendendolo per un braccio, mentre stava togliendo la catena alla bici.

“Che vuoi ancora?” Chiese acido.

“Scusa se ti ho ferito, non era mia intenzione. Ma sto dicendo la verità.”

“Quindi significa che mi stai lasciando?”

“Io non sono la Marinette che conosci”.

“Questo è poco, ma sicuro” Si infilò il casco giallo in testa.

“Fammi finire” Lo bloccò di nuovo “…la Marinette che ti sta lasciando, non è la tua Marinette, quella di questo mondo”.

“E’ tutto così assurdo”.

“Si, lo è” Gli diede un tenero bacio sulla guancia.

“Spero riuscirai a tornare da dove provieni” Le augurò prima di salire in sella alla sua bici, ferito e amareggiato.

*

Papillon nel suo covo, stava quasi per cedere per riprovarci l’indomani, quando avvertì l’aura di una persona delusa e abbattuta.

“Che cos’è questa sensazione? Rabbia, frustrazione, delusione…non è Adrien…perfetto! Il mio primo seguace” Aprì il palmo della mano guantata di nero, richiamando una candida farfalla, che al suo contatto, divenne nera “Vola da lui, mia piccola akuma ed oscura il suo cuore spezzato”. L’insetto si librò in aria, ed uscì dalla finestra, alla ricerca della vittima designata.

Lo trovò lì, a disperarsi per una delusione d’amore.

Luka non aveva creduto ad una sola parola di Marinette, ma doveva ammettere che quella scusa per mollarlo, era stata una trovata geniale, proprio degna di lei.

Era ovvio che la sua scappatella con Chloè, non gliela avrebbe fatta passare liscia, ora gli restava capire dove avesse potuto incontrare Adrien Agreste, il rampollo che odia così tanto, da definirlo ricco figlio di papà.

Alzò per caso lo sguardo al cielo azzurro, quando vide una farfalla nera, dai riflessi violacei, svolazzargli accanto.

D’istinto le allungò un dito, ma questa andò a posarsi sul casco giallo che teneva in testa, scomparendo ed infettandolo.

“Bikers, io sono Papillon. Ti darò la possibilità di vendicarti della ragazza che ti ha spezzato il cuore, ma prima mi dovrai portare i miraculous di Lady Bug e Chat Noir, sono rispettivamente degli orecchini e un anello. Posso contare su di te?” Disse in tono mellifluo.

Luka increspò un labbro “Che dovrei fare?” Chiese curioso.

“Giusto, giusto. Devi seminare il panico tra le vie di Parigi, e i due supereroi compariranno, quando percepiranno la tua minaccia”.

“Ai tuoi ordini, Papillon” Accettò, e una strana nuvola nera, lo avvolse, trasformandolo nel mostro chiamato Bikers.

*

Marinette iniziò a parlare da sola, in questi casi qua, avrebbe avuto la sua fidata kwami Tikki a consigliarla, ma questa volta non c’era e doveva cavarsela da sola.

Si rese conto, che quell’esserino le mancava tanto e che in certe situazioni, i suoi consigli erano più che preziosi.

Si ripromise, una volta terminata questa assurda faccenda, che l’avrebbe trattata ancora meglio.

Gettò un sassolino sul fiume, ed osservava le increspature che si erano formate, quando sentì delle urla provenire dalla strada vicina.

D’istinto, volle andare a vedere che cosa stava succedendo, e con circospezione tentò anche di nascondersi.

Arrivata a destinazione, vide le persone che camminavano in maniera claudicante e lenta, con un’ espressione triste dipinta sul volto, continuavano a ripetere sussurrando appunto, la parole triste.

“Ma che sta succedendo…che sia…” Marinette spalancò la bocca, conosceva quel modus operandi, ma era anche convinta che Papillon, non appartenesse a quella realtà, stando alle parole del maestro Fu.

Doveva assolutamente vederci chiaro ed andare da lui.

Svoltando vicoli e stradine semi nascoste, cercando di non destare sospetti, Marinette cercò di raggiungere l’appartamento del vecchio saggio.

Psss, psss” Si sentì chiamare dall’oscurità, si voltò in quella direzione e ne riconobbe la sagoma, era lui, il saggio.

“Maestro, stavo giusto venendo da lei, credo che Papillon abbia akumizzato qualcuno, e spero tanto non sia la persona che credo”.

“Chi?”

“Adrien Agreste, lui era triste per la perdita di sua madre…”

“Non è stato akumizzato, stai tranquilla” La interruppe.

“E come lo sa?”

“Gli ho appena consegnato il miraculous del gatto nero, tieni, questa appartiene a te” Gli porse la scatolina, che non vedeva l’ora di aprire.

Da un bagliore rosso ne uscì Tikki “Ciao, io sono…”

Tikki!!” Urlò, e per quanto riusciva, cercò di abbracciarla “…mi sei mancata tanto”.

Il kwami inarcò un sopracciglio “Ci conosciamo?”.

Marinette ti spiegherà tutto più tardi, ora ha bisogno del tuo aiuto” Intervenne Fu “…una cosa, non rivelare a Chat Noir chi sei”. Successivamente sparì nell’ombra.

“Quindi non serve che ti spieghi niente”.

“Esatto” Marinette si infilò velocemente gli orecchini, le tremavano le mani dall’emozione e dalla felicità, con lei al suo fianco, nulla sarebbe stato impossibile.

Tikki, trasformami” La sensazione del potere che cresceva in lei, quel travestimento che l’avvolgeva come un guanto e la consapevolezza che tra un po’ avrebbe rivisto Chat Noir, non pensava che quelle cose le sarebbero mancate tanto, eppure nella sua realtà, era sul punto di mollare un sacco di volte, non credendosi all’altezza della situazione.

Prese lo yo-yo dal suo fianco e lo lancio in aria, aggrappandosi al primo comignolo.

*

Adrien entrò in camera sua, era appena ritornato da una lezione di scherma.

Sul comodino accanto al letto, notò una scatolina nera, non c’era nessun biglietto ad accompagnarla.

“Chissà di chi sarà” La guardò con non curanza e la gettò sul letto, così, senza nemmeno aprirla.

“Ehi, ehi, giovanotto. Bada a come mi tratti sai?”

Si voltò di scatto non appena udì quelle parole, impossibile che un oggetto inanimato potesse parlare, o stava diventando pazzo, oppure quella scatola nascondeva qualcosa.

L’aprì e dal bagliore verde brillante, che accecò momentaneamente il giovane, che lo costrinse a schermarsi gli occhi con un braccio, uscì una piccola creatura nera, simile ad un gatto, con occhi verdi e grandi.

Sbadigliò.

“E tu chi sei?”

“Chi sei tu!” Fece di rimando il kwami.

“Sono Adrien!” Si presentò sorridendo e non temendo quell’esserino.

Plagg, e sarò il tuo kwami. Grazie ai miei poteri, ti trasformerai nel super eroe chiamato Chat Noir. Ti basterà dire Plagg, trasformami”.

Plagg, trasformami” Disse dopo aver indossato l’anello e non aspettando la fine della spiegazione.

“Aspettaaaaaa”.

*

continua

  
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