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Autore: Dreamer In Love    04/01/2021    0 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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Ehi! 
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36.
Sospetto
- Parole e spinaci -
 
Il display s’illuminò e la vibrazione cominciò a muovere il telefono sul comodino. Shade si rigirò nel letto, infastidito. Aprì un occhio per capire che ore fossero e trovò la camera ancora avvolta nel buio. Preoccupato, afferrò la tecnologia e riconobbe il nome sullo schermo. Rispose.
- Fine? –
- Sono qui fuori. Mi apri? –
Il ragazzo rizzò il busto, confuso.
- In che senso? -, chiese in un sussurro.
Il sorriso di lei attraversò l’apparecchio.
- Che sono fuori dalla porta di casa tua. Ti devo parlare. –
Il cobalto sbirciò l’ora dalla sveglia e sgranò gli occhi nel costatare che erano le quattro passate. Si era addormentato sì e no da quaranta minuti.
- Adesso? -
- Sì, sbrigati. –
Si alzò trafelato, incastrandosi con le coperte e finendo con la faccia sul tappeto. Sperò che il tonfo non fosse giunto alle orecchie di sua madre. Fine era sempre stata molto prudente nell’andare e venire di notte da casa sua. Doveva essere una questione seria se lo disturbava. Con gesti nervosi, si liberò dal lenzuolo e s’infilò i pantaloni della tuta. Aprì la porta della camera e scese di soppiatto le scale. Girò piano la chiave nella toppa ma lo scatto della serratura sembrò rimbombare in tutta l’abitazione. Abbassò la maniglia e si trovò davanti la sua fidanzata, ancora vestita con l’abito della festa e con il volto segnato dalla stanchezza.
- Che succede? -, le sussurrò mentre lei entrava e si toglieva le scarpe.
Fine non rispose.
La condusse quindi fino alla sua stanza, dove la ragazza si sedette sul letto con un lungo sospiro. Le fu subito accanto.
- Stai bene? -, le chiese lui con un nodo alla gola dato dall’ansia e dalla bocca impastata di sonno.
Lei si limitò ad annuire.
- Sei rimasta chiusa fuori di casa? Ti hanno aggredito? –
La rossa si decise a guardarlo e gli rivolse un’espressione divertita.
- Sto bene, ti ho detto. Non essere paranoico. –
- Allora che c’è? –
- Mi avevi promesso che saremmo sempre stati sinceri l’uno con l’altro. –
Tanto bastò per far capire a Shade quale fosse il succo della questione.
- Ah, ecco cosa ti doveva dire Lione. –
Il mezzo sorriso di Fine fu più che eloquente.
- Posso spiegarti. –
- Sono qui apposta. –
La giovane incrociò i piedi sul copriletto e appoggiò le spalle al muro dietro di lei. Rivolse le iridi chiare al soffitto. Le erano salite le lacrime agli occhi e non aveva la forza e la voglia di mostrarsi fragile a Shade.
- Ti sto dando la possibilità di dirmi tutta la verità. Non hai idea di quanto sia stato difficile venire. Quanto fossi tentata di… -
- Dare fuoco a casa mia? Tendermi un agguato per uccidermi dopo una lunga tortura? –
Lei tornò a guardarlo con fare annoiato, offesa da quell’interruzione.
- Vedo che hai ancora voglia di scherzare. –
Shade tenne la sfida.
- Vedo che non perdi la tua vena catastrofica. –
- Mi sono aperta con te Shade. Ti ho dato tutto. –
- Fidarti di me però è ancora difficile. –
La Tigre rossa scattò.
- No, non sarei nemmeno venuta qui se non mi fidassi di te. –
Sospirò.
- Sarebbe stato più facile per me mandarti un messaggio e ignorarti da qui alla fine dell’anno. –
Lui le prese una mano, abbandonata sui polpacci, e le strinse piano le dita.
- Volevo parlartene nel tornare, stasera, ma Lione mi ha anticipato. –
- Davvero? –
- Davvero. –
- Quindi che voleva? -
- Ho trovato Mirlo sulla porta di casa, dopo che ho accompagnato Rein a casa due settimane fa. Mi ha chiesto di parlare e all’inizio l’ho mandata via malamente. È diventata insistente e per evitare di dare spettacolo siamo andati in una caffetteria vicino alla stazione. Mi ha supplicato di perdonarla, che si era comportata male con me ma che il sentimento che provava nei miei confronti era sincero. L’ho rifiutata ma faceva finta di non capire. A quel punto le ho detto che tu ed io stiamo insieme. Non ha mancato di farmi notare che, se ci siamo messi insieme dopo che l’ho lasciata, alla fine le sue supposizioni non erano poi così infondate. –
- Era proprio dispiaciuta. -, commentò ironica la ragazza.
- Già. Mi ha detto di aver preso le distanze da Noche per non compromettere il suo futuro ma che non è stato facile; che stava rischiando la vita pur di vedermi ma che era sicura che ne valesse la pena. –
- Certo. Una storia strappalacrime davvero troppo simile alla mia.-
- Le ho detto la stessa cosa e ha attaccato con solita lamentela sul fatto che io ti abbia sempre considerata superiore a lei. –
- Non è così? -
A Shade scappò uno sbuffò ironico. Evitò di risponderle.
- È stata davvero patetica se devo dirla tutta. Comunque, ho cercato di liquidarla alla svelta e le ho detto che poteva tornarsene da dove era venuta. –
Per qualche minuto calò il silenzio. Le dita di Fine erano passate ad accarezzare il palmo del ragazzo, sintomo che era contenta di avergli dato la possibilità di spiegarsi.
- Mi ha raccontato alcuni dettagli della tua storia e della tua relazione con Noche. –
Lei sgranò gli occhi, sorpresa.
- Cioè? –
- Delle notti in strada e delle amicizie poco raccomandabili che ti sei fatta. Dell’incontro con Noche, del fatto che vivessi in casa sua e che avete avuto una relazione. Beh, anche che siete andati ben oltre i baci. –
Fine si trovò a fissare con fare divertito il suo fidanzato.
- Sono cose che sapevi già. Non sarai mica geloso Shade? –
- Certo che sono geloso. -, le rispose lui piccato. – Che cosa ci avrai visto in quel tipo? –
Alla ragazza sfuggì un’espressione ironica.
- Comunque, era come se Mirlo volesse dimostrarmi di essere… informata. Mi è suonata come una minaccia, ecco. –
- Sono cose che può avergli raccontato solo Noche effettivamente. Mi stupisce che si sia lasciato andare a certi particolari; con Mirlo, poi. –
- E se fosse un tentativo di dividerci? –
- Beh, ci stavano riuscendo. -, decretò infine lei con ovvietà.
- Eppure è proprio per questo che non ti ho raccontato nulla. Non volevo dare importanza alle sue parole. –
- A maggior ragione dovevi essere sincero con me. –
Shade si strinse nelle spalle.
- Volevo capire prima quale sarebbe stata la loro prossima mossa. Mettere in mezzo Lione è stato un chiaro segno che le intenzioni di Mirlo erano tutt’altro che buone. Pure il tizio di stanotte era sospetto. –
- Che intendi? –
- Perché esporsi tanto per poi accontentarsi di essere mandato via con un semplice monito? –
- È quello che mi chiedo anch’io. –
- Non hai notato che mi ha guardato attentamente? Sapeva che non saresti stata sola. –
- Per non parlare del fatto che sembrava non sapere chi fosse Noche. –
- Non me lo sono immaginato allora.
- Ti sei fatto qualche idea? –
Il cobalto rivolse un sorriso arrogante alla sua ragazza.
- Certo. Volevano verificare che stessimo ancora insieme. –
L’espressione stralunata della giovane gli fece continuare la spiegazione.
- Probabilmente si aspettavano che Lione ti avesse già rivelato di me e Mirlo. E la Fine di una volta, come hai detto tu, non avrebbe esitato a cancellarmi dalla sua vita. -
- Perché non dirmelo? –, chiese ancora stranita lei.
- Informarti delle mie indagini ne avrebbe compromesso il risultato. –
- Aspetta, -, cominciò la Tigre rossa cogliendo il filo del discorso. – mi hai usata per capire cosa avevano in mente? –
- Sei stata tu a dire di non sottovalutarli. –
Fine rimase paralizzata per un attimo. Poi, si ritrovò a ridere accasciata sul letto e soffocando il suono sulla coperta.
- Che stronzo! -, borbottò tra i crampi, sollevata che la situazione si fosse risolta nel migliore dei modi.
Aveva fatto davvero bene ad andare da lui. Ne era felice.
- Ehi! -, protestò debolmente il cobalto a quell’offesa.
- Pensavo che mi avessi tradito e invece… -
Si rimise seduta a fatica.
- Tradita? Sul serio Fine? –
La ragazza diede un’alzata di spalle.
- Da te non so mai cosa aspettarmi. -, lo liquidò sbrigativa, alzandosi.
Shade decise di prendere quelle parole come un complimento ma la fermò per un braccio.
- Dove pensi di andare? –
- A casa. -, rispose concisa.
Lui dissentì con un lento movimento di testa.
- Devi farti perdonare ora. –
- Io? –
Il cobalto incrociò il suo sguardo incatenandolo. Si sporse sul limite del letto e obbligò la ragazza tra le sue gambe, per averla più vicina.
- Mi hai svegliato per accusarmi ingiustamente, hai dubitato di me, mi hai insultato e ora vorresti andartene via come se nulla fosse? –
- Sono stanca Shade. –
- Sei comunque esageratamente bella. –
Fine storse la bocca, contrariata e imbarazzata. Quelle parole non erano nuove sulle labbra di Shade ma avevano sempre il potere di risuonare nel suo cuore, scendere lungo la colonna vertebrale e fermarsi nel basso ventre. Puntualmente, lei cedeva alla lusinga che aveva il sapore di una promessa di piacere; lo diceva con una vena possessiva e affamata che non le dava scampo. Infatti, le sue mani si appoggiarono d’istinto sulle spalle del ragazzo e le dita si misero a giocare distratte con i ciuffi sulla nuca.
Le iridi chiare erano perse nel cobalto liquido e dolce dei suoi occhi.
- Ti amo Fine. Non dimenticarlo mai. –
La rossa lo fissò basita per qualche secondo.
- Me lo hai detto davvero? –
Shade sbuffò divertito.
- Sì. –
- Puoi ripeterlo? –
- Ti amo. –
Gli prese il viso tra le mani, commossa e con il cuore palpitante.
- Anch’io ti amo Shade. –
Poi, calò sulle sue labbra.
 
 
Fine aprì di scatto le iridi chiare, colta nel dormiveglia dalla consapevolezza che la luce nella stanza si era fatta più chiara. Troppo chiara.
Si mise subito a sedere, scostando le coperte che si piegarono malamente sul ragazzo accanto a lei. Lo guardò distrattamente, frugando sul pavimento i propri vestiti. Shade dormiva beato, bello come un dio greco e virile nella sua nudità.
Il prurito al basso ventre si presentò all'istante e il volto le divenne paonazzo. Il suo corpo, ormai, era divento dipendente dal piacere che quelle mani e quelle labbra sapevano darle. La nottata insieme era stata fantastica e il solo ricordo delle parole che Shade le aveva rivolto la mandava in estasi. Lui l’amava e non poteva sperare in nulla di meglio. Sorrise tra sé mentre le punte delle dita osavano accarezzare il viso addormentato del cobalto. Poi il collo, il petto e la linea degli addominali… si fermò e gli lasciò un bacio tenero sulle labbra. Il giovane si mosse nel sonno, voltandosi supino e allargandosi anche nella parte di letto ormai libera.
Fine ridacchiò e si decise, infine, a guardare la sveglia. Sgranò gli occhi. Erano le otto.  Non ci voleva proprio. Le era capitato altre volte di addormentarsi dopo aver fatto l’amore con lui ma tra le sveglie o il calore del corpo di Shade addosso si era sempre svegliata prima che la casa prendesse vita. A quell'ora, invece, avrebbe avuto più possibilità di incontrare sua madre o sua sorella. Shade aveva avvisato Maria di avere una relazione ma il fatto che la sua fidanzata sgattaiolasse in camera sua a ogni ora della notte non era proprio una comunicazione da dare a un genitore. Era pur sempre una sconosciuta. Fine, poi, si sentì raggelare il sangue pensando alla sua tutrice che non la trovava nel letto. Anche lei si sarebbe svegliata a momenti e non aveva voglia di sentire l’ennesima ramanzina: Camelot sapeva essere davvero pesante a volte. Doveva andarsene subito, quindi, e pregò con tutta se stessa di riuscirci senza inconvenienti.
Si vestì alla svelta e acciuffò la borsa abbandonata ai piedi del letto. Poi, aprì piano la porta e sbirciò in corridoio. Era tutto silenzioso. Richiuse dietro di sé l'uscio e scese le scale trovandosi già all'uscita. Infilò le scarpe e fece per aprire l'ingresso.
- Chi sei? –
La vocina acuta e assonnata proveniva da una bambina di sette anni dai capelli rosa che Fine aveva visto solo in foto. Non sapeva se scappare senza dire una parola o osare risponderle e cercare di uscire da quella situazione imbarazzante: non le andava certo di passare per una ladra.
- Sei una principessa. -, commentò Milky fregando un occhio con la manina.
L’altra era occupata a stringere una stella di peluche.
Era l’appiglio che cercava per non scatenare il putiferio. Ringraziò gli dei, gli spiriti o chicchessia per non essersi cambiata prima di andare da Shade. Effettivamente, poteva avere l’aspetto di una principessa. Approfittò dell’ingenuità della bambina.
- Sì, sono la principessa Fine del Regno Solare. –
Si diede subito della stupida per aver usato il proprio nome ma non le era venuto in mente nulla di meglio.
- Mi ha chiesto di venire la tua mamma. -, continuò. - Ho saputo che mangi troppi dolci. –
Milky s’imbronciò all’istante.
- Che cosa vuoi da me? –, chiese allarmata la piccola.
Fine capì di aver esagerato e, per compensare, assunse un’espressione gentile.
- I dolci sono buoni, ne mangio anch’io in abbondanza, ma dovresti assaggiare anche qualche verdura. È importante per crescere forti e sani. –
- Me lo dice sempre la mia mamma. –
- Ecco, ascolta di più la tua mamma e prova a fare uno sforzo. Io ora devo andare. –
La salutò con un inchino e ringraziò sua sorella per essere così fissata con il galateo. Aprì la porta d’ingresso e se la richiuse alle spalle, non prima di rivolgere un sorriso rassicurante a Milky che la fissava ancora stranita.
 
 
Era ora di pranzo a casa Moon e la famiglia seduta sugli sgabelli dell’isola della cucina era intenta a masticare pigramente il cibo d’asporto che avevano ordinato.
- Ti hanno chiamato stanotte Shade. Chi era? –
Il ragazzo si strozzò con un pezzo di carne e dovette attingere al bicchiere per riuscire a deglutire. Rivolse un sorriso imbarazzato alla madre che attendeva una risposta.
- Sì, era Bright che mi avvisava di essere arrivato a casa. –
- Non bastava un messaggino? –
- Doveva raccontarmi delle cose. -, disse sperando che la questione fosse chiusa alla svelta.
- Sicuro che non riguardasse la tua ragazza? Ho sentito una voce femminile… -
Avvampò di colpo, colto in flagrante, e preferì non rispondere lasciandole intendere di aver indovinato. Maria, infatti, sorrise maliziosa.
- Le cose si stanno facendo serie. –
Shade rivolse una smorfia alla madre.
- Invitala a pranzo domenica prossima. –
Il figlio si ficcò in bocca diversi bocconi per non dover rispondere subito. Certo, le cose tra loro si erano fatte serie davvero: ancora gli venivano le farfalle allo stomaco per la nottata passata insieme. Si ritrovò subito accaldato, rendendosi conto che Fine gli aveva dato del filo da torcere stavolta. Non era stato il solito sesso; erano stati colti da una passione travolgente che li aveva lasciati entrambi sfiniti e con il fiato corto. Gli sfuggì un’espressione trasognata che non mancò di essere notata da Maria che ghignò di rimando, immaginando più un amore platonico però.
 
No, non mi sarei lasciato sfuggire una ragazza così e sì, era giunto il momento di presentarla alla mia famiglia.
 
- Ci penserò. -, lasciò la madre sulle spine per non darle troppa soddisfazione.
Poi, gli occhi di Maria misero a fuoco il piatto della figlia che mangiava accanto a lei.
- Tesoro, da quando mangi gli spinaci? –
La bambina diede un’alzata di spalle.
- C’era una principessa stamattina all’ingresso. Mi ha detto di mangiare più verdure così posso diventare forte e bella. –
Maria e Shade sgranarono gli occhi, pensando al peggio.
- Quale principessa? –
- La principessa Fine. –
La testa di sua madre si voltò istantanea verso il figlio maggiore con un sorriso sornione sulle labbra.
- Non è sospetto? –
Il suono della sua voce voleva sembrare docile ma aveva una punta di rabbia che gli non sfuggì. Shade sentì un lungo brivido percorrergli la schiena: le gambe gli tremarono e deglutì a fatica.
 
Ero nella merda…


 
Angolo dell'autrice!
Visto il ritardo ho deciso di pubblicare due capitoli... ammetto di aver quasi esaurito il materiale già pronto per cui dovrò darci dentro con le stesure. Spero di non avere ulteriori prolungamenti ma considerando il periodo e la sessione d'esami non garantisco puntualità. 
In ogni caso spero di avervi fatto sorpresa gradita, soprattutto con quest'ultimo capitolo. Fine non fa la scema, e direi che è già un ottimo traguardo; i ragazzi capiscono che tira aria di tempesta ma, per il momento, nulla di eclatante... chissà che cosa hanno in mente i loro nemici e se davvero Noche centra qualcosa con tutta ste storia; infine, vediamo qualche estratto di quotidianità dei rapporti madre-figli. Camelot e Maria sono dei personaggi forti e positivi e saranno sempre più presenti nelle prossime fasi. 
Inoltre Shade confessa a Fine di amarla e io tipo con gli occhi a cuoricino per questa scena. Se riesco nei prossimi giorni pubblicherò un Missing moment di questo cap con i due pulcini che fanno cosacce poco da pulcini. Vi avevo promesso una one shot hot e l'avrete. 
Eccola:
https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3956302&i=1
Fatemi sapere che ne pensate e a presto, 
Dreamer In Love.
  
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