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Autore: The Loveless Jester    07/01/2021    1 recensioni
In questa storia il Capitano Kirk è una donna, la coppia principale quindi è etero. L'intento di questa storia è di affrontare varie tematiche tra le quali lo stress post traumatico, violenze psicologiche e fisiche, e l'esperienza di una donna al comando . La storia parte da Star Trek Into Darkness e ne ripercorre la trama molto alla lontana con qualche cambiamento.
Dalla storia:
- Lo so.. infondo lo so.. So solo che sono stata una spina nel fianco per quell’uomo e che quando ha avuto bisogno di me io non c’ero. Come non c’ero per mio padre.-
Aveva intrapreso un discorso pericoloso e questo Jane lo sapeva,si stava colpevolizzando di tutte le disgrazie che non erano direttamente dipese da lei e lo stava facendo davanti a un vulcaniano che aveva scelto la via della logica su quella delle emozioni.
Si sentiva in trappola nelle emozioni negative che lei stessa aveva evocato , e in qual momento volevo solo urlare e piangere,cadere in mille pezzi e lasciare che Spock o Bones si prendessero cura di lei.
“sei il Capitano,Jane”
La voce di Pike le risuonò nella mente, ricordandole ciò che era e quello che faticosamente aveva conquistato.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James T. Kirk, Khan Noonien Singh, Leonard H. Bones McCoy, Nyota Uhura, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 4 : Il necessario.


 
L’Enterprise si era allineata con la Vengeance per permettere a Kirk e Khan di arrivare  al portellone di entrata della nave avversaria. Spock aveva seguito le operazioni con fredda logica all’apparenza ma internamente stava letteralmente ribollendo dalla rabbia nei confronti del Superumano, il vulcaniano sapeva che non ci si poteva fidare di Khan e l’idea che Jane fosse da sola con lui lo stava facendo letteralmente impazzire,fortunatamente però la voce di Uhura gli annunciò che la comunicazione che aveva richiesto  in precedenza era pronta.
-La prenderò nell’ufficio del Capitano,  Sulu  a lei la plancia-
Non voleva abbandonare e operazioni in piena crisi ma aveva bisogno di due minuti di privacy, il motivo? Aveva un colloquio con se stesso solo di parecchi anni più vecchio.
L’ufficio del Capitano era vicinissimo alla plancia e Spock ci mise poco per raggiungerlo e una volta li trovò già la comunicazione sullo schermo.
-Ambasciatore Spock sarò breve, nei nostri viaggi abbiamo mai incontrato Khan?-
La sua versione  anziana lo guardò dallo schermo gravemente serio non appena sentito quel nome  sulle labbra del più giovane.
-Sai che ho promesso che non avrei mai rivelato nulla che potesse alterare il tuo percorso di vita, detto ciò, Khan è stato il nemico più temibile che abbiamo affrontato, ci ha portato grande sofferenza a noi e al capitano Kirk.-
A quelle parole la testa del vulcaniano si alzò di scatto con una feroce preoccupazione dipinta nello sguardo.
-Lo abbiamo sconfitto?- chiese con urgenza e preghiera nel tono.
-A caro prezzo.- fu la risposta grave della sua controparte che Spock a malapena riuscì a sentire dato che già stava correndo di nuovo verso la plancia, l’angoscia che ne scandiva ogni passo.
 
 
 
Jane e Scotty correvano per i ponti dell’Enterprise o almeno ci provavano dato che l’intera nave sembrava essere sottosopra, l’allarme rosso suonava per tutta la nave e ormai la gravità della Terra stava trascinando sempre di più la nave nella sua atmosfera.
Il suo compito era quello di scortare Scotty nella sala macchine per far si che il buon ingegnere dei miracoli compisse appunto un nuovo miracolo e salvasse le loro chiappe di nuovo.
 I pensieri del Capitano erano tutti per il suo equipaggio, sentiva e vedeva i suoi ufficiali faticare  e scappare dalla situazione critica in cui versava la nave tra esplosioni e ribaltamenti vari .
Lei si fermava ad aiutare come poteva ordinando a tutti di evacuare la nave.
-Forza Scotty! Non abbiamo tempo, non riusciremo a far evacuare tutti prima dello schianto!-
-Ci siamo quasi Capitano, ci siamo!.-
Infatti poco dopo per miracolo arrivarono alla sala macchine dove Scotty si buttò subito alla consolle addetta  ai motori per cercare di capire come farli ripartire, Kirk da parte sua si toccò il comunicatore per contattate Spock e la plancia.
-Spock! Sono con Scotty in sala machine , stiamo cercando di riavviare i motori , dica al timoniere  di stare pronto!-
-Si Capitano.- fu la risposta perentoria del vulcaniano che però non chiuse la comunicazione lasciandola aperta ma senza parlare.
Jane capì in un attimo il perché di quel gesto e quasi le vennero le lacrime agli occhi.
-Sto bene Spock, mi dispiace , mi dispiace tanto.-
Trattenne a stento le lacrime e non poteva dire altro, non sapendo che in molti stavano sentendo quella comunicazione, non con una nave che stava precipitando e un equipaggio che stava rischiando la vita.
-Ha fatto quello che doveva Capitano, lei riesce sempre a tramutare una situazione disperata in una di speranza, ora lasci che il suo equipaggio si occupi del resto.-
Spock sapeva esattamente cosa dire, le sue parole scaldarono il  cuore della donna e le diedero la forza necessaria per mantenere i nervi saldi, d’altronde Khan era ancora a piede libero.
Chiuse la comunicazione e riportò la sua attenzione su Scotty trovando però il suo Ingegnere  pallido come un cencio.
-Scotty?!.-
-Capitano.. Capitano io non posso ripararla, il nucleo e fuori linea, non c’è modo di sistemarlo se non manualmente , ma non possiamo non abbiamo le protezioni adatte.. mi dispiace..-
Ad entrambi si era gelato il sangue nelle vene, il tempo stava per scadere e senza potenza sarebbero tutti morti schiantandosi sulla terra senza contare i morti che avrebbero causato sulla terra una volta, Jane si senti le gambe tremare , cadde in ginocchio in preda allo sconforto più nero.
-Capitano..-
La chiamò Scotty in un tentativo fallimentare di tranquillizzarla, ma nella mente di Jane si era fatta strada un ‘idea folle, un’idea letale per lei ma salvifica forse per il suo equipaggio.
Alzò la testa ed individuò la porta d’accesso al nucleo ben sigillata , vi potevano accedere solo gli addetti ai lavori e il Capitano della nave.
Fu il tempo di un lampo , Jane si alzò in piedi  con agilità riuscì a rifilare una gomitata nello stomaco del povero Scotty e a costringerlo a terra, subito corse verso la porta.
-Computer aprire porta Comando Jane Helena Kirk!.-
Sbattè forte la mano contro il lettore di impronte e la porta si aprì spalancandole le porte dell’inferno.
-Jane!!-
Fu l’urlo disperato di Scotty che tenendosi la mano sullo stomaco tentava di raggiungerla ma Jane rapida  si richiuse la porta alle spalle.
-Mi dispiace.- disse solo con il labiale a uno Scotty che ora batteva impotente i pugni contro il vetro.
 
 
La corsa di Jane al nucleo fu folle, corse tra le varie scanalature in metallo mentre le radiazioni la uccidevano minuto dopo minuto, sentiva un caldo enorme e la pelle bruciare ma nonostante tutto riuscì a trovare il nucleo.
Un calcio, due calci, tre, quattro, cinque.. infine il nucleo tornò al suo posto con un suono secco e una luce che esplose per tutta l’aria di contenimento del nucleo.
Era uno spettacolo bellissimo  e sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe visto.
Le radiazioni le stavano rubando sempre più le forze, sentì il cuore cominciare a perdere battiti e la pelle sempre più bruciare mentre si trascinava nell’aria di decontaminazione, abbastanza inutile ma almeno poi avrebbero potuto recuperare il suo corpo.
In fin di vita il Capitano Kirk guardò oltre la porta di vetro , non vede Scotty e non vede nessuno, non sapeva che Spock stava correndo da lei eppure il suo cuore ancora batteva , ancora in attesa.
Non seppe se fosse un miraggio ma Spock le si materializzò davanti in un lampo di luce blu come era la sua maglia di sezione, e Jane sorrise come mai aveva fatto prima.
-Spock ? sei qui.. la nave è salva?- il primo pensiero alla sua famiglia, sempre.
-Jane che cosa hai fatto?!-
Il vulcaniano era sconvolto , Jane poteva dirlo dal tono  anche se il vetro che li separava camuffava molto, poteva dirlo dalle lacrime che ora gli bagnavano le guance pallide.
-Tutto quello che era necessario, non eri tu che dicevi che i bisogni di molti  prevalgono su quelle del singolo?-
-Non a costo della tua vita!- urlo Spock sopraffatto dal dolore di vederla li morente e di non poterla nemmeno toccare.
-Non essere illogico.- lo redarguì lei interrotta poi da un colpo di tosse che le fece macchiare la maglia gialla del comando di sangue vivo. Stava morendo e Spock la stava guardando, Spock stava soffrendo per lei, vedeva come la logica lo avesse abbandonato, così alzò una mano allargando il palmo sul vetro, in attesa.
-Dammi la mano, ho paura , aiutami a non averne.- gli chiese  con un fil di voce.
-Non riesco a non avere paura nemmeno io, perché l’hai fatto?-
Chiese di nuovo , incapace di accettare la decisione arbitraria di Jane di lasciarlo per sempre sacrificandosi per tutto il loro equipaggio.
Jane non rispose si limitò a sorridere quando finalmente Spock posò a sua volta la mano contro il vetro.
-Voglio che tu sappia perché ti ho salvato la vita su Nibiru Spock.-
-Perché sei mia amica..-
-Si ma anche perché sono innamorata di te Spock, ho perso il conto da quanto tempo ma tu stavi con Nyota.-
-Ci siamo lasciati da mesi- Spock rispose  basito e ancora più sconvolto da tutto quello che stava succedendo non trovando al momento la forza di dire altro, di confessare altro.
-Lo so ma la verità è che avevo paura, paura che un solo tocco mi avrebbe fatto ricordare la violenza di Kane, l’umiliazione di Marcus,ma non potevo sbagliarmi di più. Il dolore mi ha plasmato ma anche la forza e l’affetto di tutte le persone buone che ho avuto nella mia vita, tu fra tutti sei sempre stato al mio fianco a sostenermi , a consigliarmi, sei stato la mia roccia Spock e Dio mi aiuti, io ti amo… -
Un altro colpo di tosse altro sangue ed altre lacrime sul viso di Spock.
-Spock…- così Jane esalò il suo ultimo espiro.
Non riuscì a sentire l’ ” anche io “ singhiozzato da Spock, non riuscì a sentire l’urlo feroce di dolore e di rabbia del vulcaniano che la abbandono lì solo per correre come un folle alle calcagna di Khan.
Se ne andò sorridendo in faccia alla morte, pagando il debito che aveva contratto anni addietro quando era sopravvissuta al costo della vita di George Kirk.
 
 
 
 
 
 
 
Tre settimane dopo.
 
C’era un enorme temporale e la pioggia si abbatteva contro i vetri della stanza di Jane Kirk, le tende erano abbassate fino a metà vetrata e nella stanza si sentiva solamente il bip incessante  dei macchinari che monitoravano i segni vitali della donna.
Al capezzale di Jane si erano alternati per giorni Spock e McCoy, gli unici a cui era stato concesso di poter visitare l’eroina che aveva sventato i piani di Marcus e salvato nuovamente 423 vite.
Leonard dopo la sua morte per via delle radiazioni aveva sistemato il suo corpo in un crio tubo  e le aveva iniettato il sangue di Khan scoprendo come questo fosse una potente medicina .
Spock invece era stato un ombra  da quando erano tornati  a terra. L’equipaggio dell’Enterprise aveva avuto due settimane di Licenza in attesa che il loro Capitano si fosse ripreso ma il vulcaniano aveva consumato i suoi giorni di licenza  passando ore ed ore al capezzale di Jane, nessuno poi era riuscito a schiodarlo da li. In quei momenti dove restava solo con Jane  e nessuno poteva sentirlo , Spock dava voce alla sua parte umana e spesso era scoppiato in lacrime accarezzando la mano del suo inerme Capitano aveva pregato più volte che tornasse da lui, che si svegliasse  e sentisse quanto forte anche lui la amasse che non era più sola al mondo come credeva.
Ma i giorni passavano e Jane non si svegliava, McCoy diceva che ci voleva tempo e che tutto era regolare ma Spock continuava a torturarsi e a chiedersi perché dentro quel maledetto nucleo non ci fosse finito lui al posto della donna che giaceva nel letto pallida e con le occhiaie così scure da fare quasi paura.
 Passate tre settimane  finalmente i segni vitali di Jane davano segno che di li a poco si sarebbe svegliata , per questo il dottore e Spock erano di nuovo al capezzale di Jane.
-Pensa che ci vorrà ancora molto dottore?-
-No , no .. dovrebbe svegliarsi a minuti.-
 
La pioggia scandiva i secondi contro le finestre, qualche tuono in lontananza  spezzava il silenzio che si era creato nella crescente attesa.
Finalmente Jane aprì gli occhi.
Le ci vollero parecchi minuti e richiami da parte di Leonard prima che lei riuscisse a spiccicare almeno mezza parola.
-Sai dove sei e chi sei? Come ti senti?- Erano le domande di Bonese mentre le  sparava nelle pupille la luce per vedere quanto fossero reattive.
-Maledizione Bones! Togli quella luce dalla mia faccia.-
Gracchiò la voce di Jane, bassa e rauca ma pur sempre la sua voce, Spock quasi perse un battito a sentirla di nuovo ma si impose calma e di lasciar lavorare Leonard prima di palesarsi.
-Oh bentornata Capitano! Qualche istinto omicida, sete di potere?-
-Non più del solito.- ammise Jane ironicamente soddisfatta che finalmente le amorevoli attenzioni di Bones stessero per terminare.
Fu allora che Spock si fece avanti e al solo vederlo la bionda perse un battito e arrossì di botto, fu la conferma che Jane ricordava perfettamente cosa si erano detti prima che lei morisse.
-Spock.. –lo chiamò a sé titubante ma il suo richiamo per il vulcaniano era come quello di una sirena tanto che non si fece aspettare molto prima di raggiungerla e con delicatezza e molta sorpresa da parte di Jane prenderle la mano tra le proprie.
-Sei viva.- constatò più per convincere se stesso che Jane stessa.
-Si si piccioncini! Ora vi lascio da soli.- Fu la risposta divertita di Leonard mentre lanciava un’occhiata a Spock che era un chiaro “ non farla stancare” prima di uscire dalla stanza e lasciare ai due la meritata privacy.
 
-Ricordi tutto vero?- chiese subito Jane senza troppi preamboli.
-Si.-
-Io.. mi dispiace, non devi sentirti in dovere di starmi vicino.- e fece per ritrarre la mano che però Spock tenne ferma con delicata fermezza.
-Sono anche io sentimentalmente coinvolto da te Jane e desidero intraprendere una relazione stabile con te.-
Alla bionda vennero le lacrime agli occhi mentre stringeva con forza la mano del vulcaniano, avrebbe voluto fare di più ma era debole  e di muoversi dal letto non se ne parlava.
-Ho una richiesta Comandante..-
-Tutto quello che desidera Capitano, tutto.-
-Baciami.-
 Spock sorrise con dolcezza o almeno quanta poteva mostrarne un vulcaniano e con lentezza fece scontrare indice e medio con i corrispettivi della mano di Jane, baciandola così alla maniera vulcaniana per poi allungarsi verso la testiera del letto e cercare le labbra della donna con dolcezza e lentezza .
Le loro bocche si scontarono con calma, il bacio fu lento e costituito soprattutto dallo strusciarsi delle loro labbra. Spock voleva lasciare a Jane il comando, nonostante tutto sentiva che tremava sotto quel contatto, sapeva quanto fosse difficile anche solo un bacio per Jane ed infatti non si stupì quando senti delle lacrime calde mischiarsi con il loro bacio.
-Shh  non piangere Jane.. non piangere.-
Si era staccato da lei e aveva preso ad accarezzarle il viso baciando via ogni lacrima con le sue labbra.
-Vorrei che non fosse così complicato, sei davvero sicuro di volere una relazione con me ?? Io non so se posso darti il calore che ti dava Nyota.- lo disse con imbarazzo con la voce rotta dal dolore e dalla delusione verso se stessa, non voleva imporre la sua difficoltà nell’avere contatti fisici a Spock.
-Sono un vulcaniano Jane, posso sopportare la mancanza di un contatto fisico, ciò che non posso invece tollerare è passare un altro giorno senza che tu sia la mia compagna, senza che tu sia al mio fianco per farti amare come meriti. Voglio dividere con te ogni peso che la vita ci metterà davanti, io sono destinato a te Jane Kirk, tutto ciò che c’è stato prima era solo un gradino per arrivare a te. Se tu mi accetterai sarò il tuo compagno.-
Spock non le avrebbe rivelato che dopo la loro fusione mentale aveva capito che Jane era la sua t’hy’la, il corrispettivo dell’anima gemella per i vulcaniani, non le avrebbe parlato del ponn far, non lo avrebbe fatto perché voleva che Jane avesse il potere di decidere per se stessa senza farsi condizionare da ciò che avrebbe potuto provare o pensare Spock.
-Oh Spock certo.. certo che ti accetto.-
Disse tra le lacrime e cercò di attirarlo di nuovo a sé per baciarlo, stavolta con meno paura di prima , rassicurata forse dalle parole del vulcaniano riuscì ad approfondire il bacio lasciando che le loro lingue danzassero per lunghi istanti con dolcezza  e veemenza, i loro respiri divennero una cosa sola e le loro mani si intrecciarono.
Jane si godette quel bacio consapevole che  l’amore questa volta non sarebbe diventato un incubo, che potevano avere un rapporto alla pari, una donna e un uomo e niente di più o di meno, ogni avventura vissuta con Spock in quegli anni aveva creato una fiducia cieca da parte di Jane verso il vulcaniano, sperava solo che con il tempo anche il dolore sarebbe svanito e che finalmente avrebbe potuto dare a Spock quanto più di un guscio vuoto, perché sapeva che dentro di lei c’era  sopito un mondo di emozioni e che l’amore di Spock e del suo equipaggio avrebbe risanato tutto.
Adesso con Marcus che aveva finalmente avuto ciò che meritava, anche Jane  poteva tornare a credere in un nuovo e splendido inizio e Pike e suo padre sapeva ora che avrebbero per sempre vegliato sulla sua insolente testolina bionda.




Note:  Gentili lettori e lettrici questo è il penultimo capitolo, con il prossimo avremo l'epilogo. Ringrazio chi ha letto e ancora di più chi ha recensito. :)
 
  
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