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Autore: Zelades    08/01/2021    3 recensioni
¦ BokuAka ¦ post time-skip ¦
Bokuto è sempre lontano per giocare delle partite, Akaashi è super indaffarato con il lavoro da editore. Entrambi, ad un certo punto, si rendono conto di sentire la mancanza l'uno dell'altro.
Dal testo:
" Per quanto il giovane cerchi di mantenere alto il morale, inesorabilmente ha iniziato a spegnersi poco alla volta. Quante volte ha provato a mettersi in contatto con Keiji? Quante volte ha potuto sentire la sua voce solo attraverso la segreteria telefonica? "
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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                                     Final chapter



Ore 10:51, mancano esattamente nove minuti all’inizio del riscaldamento, e poco più di una ventina di minuti al primo fischio dell’arbitro.
Il cuore di Akaashi batte all’impazzata mentre chiude la propria auto premendo sul pulsante della chiave.
Due profonde occhiaie violacee colorano il volto dell’ex setter, il quale a causa del troppo lavoro non dorme decentemente da giorni, ed il viaggio di oltre sei ore è stata la famosissima ciliegina sulla torta. Per quanto grande sia il desiderio di appisolarsi e ricaricare le pile, il moro è cosciente di non poterlo fare al momento. Deve fare soltanto uno sforzo, uno piccolissimo, e poi potrà finalmente rilassarsi.
Così le gambe si muovono da sole, conducendolo all’interno di quel palazzetto dello sport dalla strana forma a piramide. L’agitazione si fa presto strada in lui, manifestandosi finanche con un leggerissimo tremore negli arti superiori e fastidiosissimi crampi allo stomaco. Non è mai accaduto che arrivasse addirittura a sentirsi male fisicamente per l’ansia od il panico e deve ammettere di non aver previsto in alcun modo questi sintomi a lui del tutto sconosciuti. Forse si è sopravvalutato.
O forse, semplicemente, i sentimenti che prova sono addirittura più forti del proprio autocontrollo.

Prima di scendere dall’auto s’era preparato un breve discorso, anche perché Bokuto detesta i troppi giri di parole ed il suo cervello smette di seguire ciò che gli viene detto dopo appena cinque minuti se non prima, ora, probabilmente a causa dello stato nervoso in cui si trova — arrivando persino a sudare freddo —, non ricorda nemmeno una parola. Non una sola sillaba.
È nel panico più totale e forse gli toccherà addirittura improvvisare, cosa che fra l’altro detesta.
Oppure può fare le proprie scuse e darsela a gambe prima che il cuore prenda il sopravvento facendogli dire cose della quale potrebbe pentirsi.

« Bokuto smettila di saltare in quel modo, potresti farti male e la partita non è nemmeno iniziata!!! », nell’udire il nome, l’ex vice capitano della Fukurōdani volta il capo nella direzione di quella voce ed ecco che il suo cuore si ferma per qualche attimo, mancando giusto un paio di battiti.
È anche più bello di quanto ricordasse, forse addirittura più muscoloso.
Le iridi dorate sembrano così gioiose che il cuore di Akaashi si fa piccolo piccolo. Per quanto sia stra felice di vederlo così esaltato, al top come suo solito, un po’ lo ferisce il fatto che probabilmente non abbia sentito il bisogno di lui o la sua stessa mancanza. Insomma, l’ennesima conferma del fatto che Kōtarō lo veda solo come un amico e niente più.

« Bokuto-san! », ha urlato senza neppure accorgersene, quasi stesse domandandogli silenziosamente di non lasciarlo fuori dalla sua vita. Quasi lo stesse supplicando di smentire i suoi stessi pensieri— pensieri che mai dovrà esprimere a voce. E quando si rende conto di ciò che ha appena fatto, con gli occhi sgranati e la destra sul petto, Akaashi morde con fare nervoso il labbro inferiore, decisamente più sottile rispetto a quello di Bokuto.

« A—Akaashi! » e se il cuore di Keiji prima s’è fermato nel vedere il tanto amato gufetto ormai ventitreenne, quello di Kōtarō esegue egregiamente “la capriola della gioia”, mentre i suoi occhi ambrati sembrano luccicare.
È lì. Keiji è lì davvero. È andato davvero sino a lì per vedere l’ultima partita della stagione, per vederlo segnare, per fare il tifo. E cosa ancora più straordinaria, è davvero da solo. Un ampio sorriso si forma sul volto allungato del numero dodici, il quale si lancia letteralmente addosso al moretto dalle iridi smeraldine, avvolgendolo in un abbraccio affettuoso, impacciatamente ricambiato dopo un attimo di titubanza. « Sei venuto davvero! Adesso che ti vedo mi sento super carico! Vedrai, non mi fermerà nessuno e segnerò un punto dopo l’altro! Li dedicherò tutti a te! »

Ingenuo Bokuto! Se solo sapesse quanta gioia diano ad Akaashi quelle parole, e quanto al tempo stesso lo illudano e feriscano, conscio della persona particolarmente socievole che è lo schiacciatore, e delle parole che, a tutti gli effetti, non hanno quel significato profondo che tanto spera di poter udire.
A conti fatti, però, certamente non si può dire che il moro non sia felice! Del resto ha atteso questo momento per un mese intero e resterebbe volentieri fra le sue braccia, anche a costo di farsi del male. Tuttavia non può affatto pensare di passarla liscia solo perché l’outside hitter lo ha accolto come nulla fosse, deve prima scusarsi sinceramente per non esserci stato quando ne aveva bisogno, per non averlo sostenuto come ha sempre fatto.
Perciò con garbo si libera di quell’abbraccio. « Bokuto-san, posso parlarti? Possibilmente in un posto dove non c’è nessuno. » 
Mancano ancora quattro minuti all’inizio del riscaldamento. In teoria dovrebbero già iniziare ad entrare in campo, ma Bokuto, per qualche strana ragione, non riesce a dirgli di no. Così lo conduce presso i bagni più vicini, poiché avrebbero impiegato più tempo per raggiungere gli spogliatoi della squadra. Il sorriso sempre presente sul volto. « Che mi devi dire? Se è perché non sei potuto venire le altre volte ti ho già perdonato. Ora sei qui, no? »

Come fa ad essere così maledettamente puro? Non lo merita proprio per niente. Oh, se solo pensa al fatto che non avrebbe più potuto vederlo a causa della gelosia di quella donna! Quanto può essere stato stupido su una scala che va da uno a dieci? E perché proprio infinito? Dannazione, se potesse tornare indietro sceglierebbe lui senza pensarci due volte, perché non vuole più star male per la sua assenza.
Vuole poter stare sveglio la notte a causa dell’energia senza fine di Bokuto e quella sua strana abitudine di urlare sempre, non a causa di pensieri malinconici.
Akaashi distoglie lo sguardo nel sentire quello dell’amico — purtroppo — puntato addosso.

« Mi dispiace. Kalifa— » biascica il moro a gran fatica, tuttavia bloccato dall’improvvisa reazione del gufo.
Già, perché al giovane dai capelli bicolore udire quel nome altro non ha fatto se non portargli alla mente la scena alla quale ha assistito non molte ore prima. La stessa che gli ha tolto parzialmente il sonno, facendolo crollare solo dopo aver versato tutte le lacrime che possedeva. Pertanto il volto dello schiacciatore diviene più cupo e senza nemmeno accorgersene indietreggia, poi gli dà le spalle.
Quel bacio è ancora così vivido e solo riviverlo nei propri ricordi causa una fitta al cuore, quasi come fosse stato pugnalato con forza. Immaginava fosse stato più per lei che per il lavoro e no, non l’accetta. Non accetta di doverlo perdere a causa sua. Però non può neanche chiedere ad Akaashi di rinunciare alla felicità per il proprio egoismo. « Non preoccuparti. Non devi scusarti. ». Il tono di Bokuto è sofferente e Keiji lo percepisce chiaramente. Per quale motivo?
Kōtarō chiude successivamente le mani in due pugni stretti, volti probabilmente a punirsi, seppur in una maniera del tutto non consapevole. È come se il corpo stesse parlando al posto suo.

« L’importante è che tu sia felice. Noi resteremo insieme lo stesso, in qualche modo, anche se non più come prima. » e ora le labbra di Akaashi si schiudono formando una “o”, mentre gli occhi divengono lucidi, pronti a lasciar correre lungo le gote delle lacrime salate.
Non si smentisce mai, Bokuto. È così stupido! Come può aver davvero pensato che fosse felice con quella donna? Non lo ha neanche lontanamente sfiorato l’idea che potesse essere lui la fonte della sua felicità, del suo star bene? No, certo che no.
Per prima cosa Bokuto è davvero troppo ingenuo e seconda cosa non può averlo fatto perché quel tipo di rapporto non è ben visto. È sbagliato. Dannatamente sbagliato, quasi tutti in Giappone vengono cresciuti con questa mentalità così contorta e errata, e lui non è da meno. Eppure è infastidito, Akaashi. E arrabbiato.
Non accetta quelle parole, si rifiuta categoricamente. Ora il cuore ha preso il sopravvento sulla ragione e Keiji costringe Bokuto a voltarsi tirandolo per la maglia nera. Le iridi del ventiduenne sono due pozze profonde e il gufo rimane a dir poco spiazzato nel vedere gli occhi dell’amico riempirsi di lacrime. Lo ha visto piangere pochissime volte, ma questa— non ne capisce il motivo, non ha detto nulla di male. Che sia stato a causa sua? Quasi si sente in colpa. « Akaashi — » 

« BAKA, BOKUTO-SAN! BAKA! » ed è anche strano sentirlo urlare in maniera così… disperata. Perché si sta comportando in questo modo?
« SEI COSÌ OTTUSO E STUPIDO DA NON CAPIRE PROPRIO NIENTE! IO NON SONO MAI STATO FELICE CON LEI E NON AVREI MAI POTUTO ESSERLO. NON SE IL MIO CUORE APPARTIENE GIÀ AD UN’ALTRA PERSONA! » , un’altra persona, dice? Il gufetto sbatte le palpebre incredulo, facendo molta — troppa — fatica a comprendere. Insomma, sta mentalmente chiedendosi perché si fosse messo con Kalifa e non con la ragazza alla quale vuole più bene, che fa già intendere tanto. E Akaashi lo sa.
Sa bene che tipo di ragionamento stia facendo il numero dodici, lo conosce fin troppo bene.
Perciò malgrado stia tremando come una foglia, in preda all’incertezza ed alla paura di ricevere un rifiuto o ancora peggio un giudizio negativo, seguito dalla fine della loro stupenda amicizia, con uno slancio il moro poggia le proprie labbra su quelle di Bokuto. Le lacrime che rapide solcano il volto dai lineamenti più delicati. 
Sono appena più carnose, le labbra dello schiacciatore, rispetto alle proprie, e ruvide, leggermente screpolate, ma calde, piacevoli. Quanto ha aspettato questo momento? Quante volte ha cacciato l’immagine dalla propria mente per sopprimere ogni sentimento sbagliato?
E mentre una folata di calore investe gli stomaci dei due amici, Bokuto, dapprima rigido e distaccato poiché colto alla sprovvista, ora comprende perché abbia odiato così tanto Amamiya. Comprende il significato delle lacrime che ha versato e delle pugnalate al cuore. Comprende che il proprio malumore non era dovuto alla stanchezza. Solo adesso che ai suoi occhi tutto pare più chiaro ricambia il gesto del moro.
È sbagliato. Un errore che non avrebbero mai e poi mai dovuto commettere. Qualcosa che potrebbe segnarli per sempre, causare loro problemi, marchiarli. Eppure sembra non importare a nessuno dei due. 
In questo momento le pareti del bagno scompaiono, l'intero mondo pare polverizzarsi, lasciando unicamente un piccolo spazio per Bokuto e Akaashi, per permettere loro di amarsi senza venire giudicati. 
In questo momento ci sono solo loro. 








___________

Ebbene, siamo finalmente giunti alla fine di questa breve storia. Potrebbe esserci un seguito... oppure no. 
Ma ho senz'altro dell'altro in programma, quindi qualora abbiate il piacere di leggermi ancora vi prego solo di attendere un pochino! 
Mi scuso prima di tutto se i capitoli sono brevi. Ho voluto dividerli per creare un po' di suspance e c'è anche da dire che questa è la mia prima ff. Well... La prima dopo — 8 anni? 
POI, il titolo viene dalla canzone "Zeugaz" degli Ingot, nel caso voleste ascoltarla in lingua originale ( basco ), oppure la versione spagnola intitolata per l'appunto "Contigo" dei Patagonia Rebelde ft. Ingot ( le due band di Itziar Ituno, per intenderci ). Leggendo il testo, mi è sembrato molto adatto ai BokuAka, vi consiglio veramente di ascoltarla e leggere il testo! 
In secondo luogo vorrei scusarmi per la lentezza nel postare i capitoli ( prima di postare il primo capitolo, la storia era già stata scritta tutta ) e nel rispondere alle recensioni. A volte mi lascio un po' prendere dalla pigrizia e il fakeworld continua a chiamarmi con le millanta role da commentare! AHAHAH 
Per finire vorrei ringraziare chi è arrivato fin qui, chi ha perso qualche minuti del suo tempo per leggere questa trashata uscita dalla mia testa dopo uno sclero, chi l'ha letta e mi ha aiutato nella stesura del testo, chi ha recensito. Insomma, tutti!!! 
Un bacino grande grande 🥺
   
 
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