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Autore: Gaia Bessie    09/01/2021    2 recensioni
(Mi dispiace, signora. Non c’è più battito).
Andare, dove andare, che di posti dove si può andare non ve n’è più nemmeno l’ombra slavata dalla pioggia? Sono finiti i luoghi da respirare, manca l’aria persino al paesaggio, manca l’aria a lei che si riflette nella pioggia come un pensiero sfuggente, minuscolo come una perlina di fiume, che tintinna in un luogo ben preciso – dove bisogna andare. E dov’è?
[Draco/Hermione | OS]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Attenzione: la seguente storia ha come tema l'aborto, se siete sensibili passate oltre.

A Londra piove sangue
 
E’ terribile voler andarsene e non voler andare da nessuna parte
(Sylvia Plath)
 
 
A Londra piove sangue.
Eppure, pensa Hermione con aria distaccata, è novembre: nubi cerulee si specchiano sull’asfalto, assorbendone il colore, e lei semplicemente non può distogliere gli occhi dal cielo, sperando che quella pioggia la cancelli dal terreno come la neve che precocemente adorna il marciapiede – ma non ne cade già più. Fa freddo, freddissimo, ma di nevicare il cielo non ne ha voglia: mai una lacrima, mai un granello di neve che lentamente scivola e si posa su di lei, mai. Si sciolgono le nuvole in dolorosi scrosci di pioggia, ma la neve mai.
Si tratta di quello che vuoi, le ha detto Ron con una dolcezza strana, malinconica: se vuoi, ti lascerò andare. E lei ha preso una borsa, ci ha raccolto dentro tutto il casino di due anni di matrimonio e una vita intera, ed è andata via.
Andare, dove andare, che di posti dove si può andare non ve n’è più nemmeno l’ombra slavata dalla pioggia? Sono finiti i luoghi da respirare, manca l’aria persino al paesaggio, manca l’aria a lei che si riflette nella pioggia come un pensiero sfuggente, minuscolo come una perlina di fiume, che tintinna in un luogo ben preciso – dove bisogna andare. E dov’è?
Silenzioso, quel luogo impossibile le striscia nella mente, sbiadendone i contorni come pioggia sporca sull’asfalto. È un momento che le si è inciso dentro, forte e chiaro, e dove lei scappa ogni volta che la vita la mette alla prova: il posto dove la sofferenza s’amplifica e diviene dolore e cicatrice, quello lì. Ma puoi vivere solamente di ricordi, Hermione?
«Non puoi chiuderti in quel ricordo per sempre, Granger» la viene a prendere, sul ciglio della strada, con un ombrello nero. Nere le intenzioni, neri i pensieri: Draco Malfoy non ha dimenticato. nemmeno lui. «Dovrei andare via, prima o poi».
«Ma andare dove?» domanda lei, che stringe la propria borsa come se la sua vita dipendesse da essa. «Io non sto andando via, Malfoy, sto solo…».
«Scappando» completa lui, serafico. «Da qualche parte dovrai andare, non credi?».
«Via di qui» risponde lei, piano.
Lui comprende e le porge il braccio, l’ombrello ripara entrambi da una pioggia che, alla luce sfuggente del tramonto, appare rossa.
Londra piange sangue.
 
***

 
Dolore è che sogno e tu non ci sei. Non ci sei mai.
Quando chiude gli occhi, sebbene siano passati tre anni, Hermione sogna ancora quell’incantesimo che le scava dentro, rivoltandole le viscere. Sogna mani fredde che le sfiorano il cuore come l’anima più nuda, purissima, e ne squarciano le pareti in un sussurro.
Una voce che squarcia il sogno e la proietta nella realtà astrusa e deformata che sono i suoi ricordi, ferendola irrimediabilmente.
Mi dispiace, signora.
Più della scritta Sanguesporco che ancora le scontorna il braccio in un dolore mai sopito, mai compreso.
Non c’è più battito.
«Credo che semplicemente non fosse tempo, Granger» Draco Malfoy sospira, mettendosi le mani dietro la testa con aria pensierosa. «Non lo è mai stato».
A lei manca il fiato.
Dolore è che non ci sei nemmeno nella veglia. Non ci sei mai.
 
***
 

Ho bisogno di te e non lo sai.
Sono le parole che vorrebbe rivolgergli, mentre la scorta attraverso la pioggia di sangue ma, per la prima volta in vita sua, a Hermione manca il coraggio. Di mettersi ad urlare che è stupida, e insensata, la risposta che Draco Malfoy ha sempre avuto per ogni cosa: non era tempo, non v’era uno spazio che si dispiegasse con il sentore di possibilità, e tu non puoi semplicemente comprendere quanto mi costi in termini di dolore. Perché fa male, pensarti, ma ti penso comunque.
Lei sorride, stretta al suo braccio, ma è solamente l’ennesima maschera che il suo volto le consente d’indossare. Anche oggi, Draco Malfoy ha bisogno di vedergliela addosso. Di pensarla felice, in un mondo che non è quello, con un marito che la ama (e che non è lui) in una casa piena di belle cose, forse anche un bambino, presto, e lui finalmente dimenticherà. Che non era tempo e non lo sarà mai più.
«Malfoy, io…» borbotta lei, incerta. «Non tornerò da Ron».
Ammettere l’errore è il primo passo per superarlo: e lei ha sbagliato nel cercare in Ron un residuo del loro amore giovanile, nel volerlo resuscitare, anche dopo la fine ingloriosa e dimenticata cui era stata sottoposta.
Lui la guarda, scartavetrandole l’anima in silenzio, sfilacciandogliela in pezzetti minuscoli e intangibili, dolorosissimi.
«Lo so» ammette, piano. «Era proprio quello che temevo».
«Potevi immaginarlo» ribatte lei, con un’acidità che non riesce a soffocare. «Non poteva funzionare, io…».
Ho bisogno di te e tu lo sai. Malfoy le lancia un sorriso sbilenco, le sfiora la spalla con la propria, con una confidenza che non prova più.
«Lo so» ripete, lui, atono. «Ed anche questo era proprio quello che temevo».
«Pensavo avresti capito» commenta Hermione, con un filo di delusione nella voce. «Che saresti rimasto».
Lui sorride. Ma, controluce, è solamente l’ennesimo marchio che gli sfregia la pelle in una sottile striscia d’oscurità.
«Solo perché pensi davvero che sia venuto il nostro tempo» commenta Draco, pianissimo. «E non riesci mai a dare niente per perso o irrecuperabile».
«E non è così?» domanda lei, incerta. «Sono passati tre anni, Draco, io ho bisogno di permettermi di ricominciare».
Malfoy la guarda e, per la prima volta in quei tre anni, un barlume di aspettativa lo riscalda. «Anche io» ammette, semplicemente. «Anche io».
Ho bisogno di te, e adesso lo sai.
 
***
 

A Londra piove sangue.
In un mare di tramonto morente, Hermione lo comprende: c’è un tempo e c’era uno spazio che non potevano essere tre anni prima, e che sono adesso.
E, se tre anni prima s’erano scoperti innamorati tra le scartoffie sulle scrivanie del Ministero, adesso si sono riscoperti e innamorati ancora una volta. Con un peso in più sul cuore, che scorre sanguinolento lungo la mano di lei, stretta al braccio di lui.
(Mi dispiace, signora. Non c’è più battito).
Non dimenticherà, Hermione, la dimenticanza è una prospettiva dolce, ma per cui non ha tempo e spazio nel cuore e, allora, non dimenticherà mai. Perché ha sentito dentro di sé quel bambino muoversi e smettere di farlo, l’ha amato e l’ha detestato per non aver voluto mai respirare la sua primissima aria. Ma c’è stato, l’ha quasi toccato con mano.
Non dimenticherà, Draco, anche se a provato a farlo – e ha rinnegato ogni strascico di sentimento ch’ha mai provato per lei, in un tempo doloroso e sbiadito dalla pioggia londinese.
Le ha tenuto la mano, non ha fatto altro, mentre quelle parole dure sfilacciavano definitivamente un tempo che non c’era mai stato.
(Mi dispiace, signora. Non c’è più battito).
Ma adesso il cielo è terso e immobile su un tempo che lentamente si dispiega, come danzando, e uno spazio che pare infinito: ha smesso di piovere.


 
Bentornati o benvenuti sulla mia pagina,
Spero che questa storia vi sia piaciuta. Specifico due cose prima di andare via correndo:

1. "Non era tempo per noi" è un prompt del gruppo FB Caffé e Calderotti, che mi ero conservata per questi momenti (oltre ad averlo usato in un'iniziativa del gruppo, con una George/Daphne che trovate qui)
2. Se vi state domandando perché improvvisamente alcune frasi sono scritte usando la seconda persona, no, non sono impazzita: è che ultimamente sono presa bene con i flussi di pensiero.

Credo sia tutto, spero che la lettura sia stata piacevole.
Un grosso bacio a tutti,
Gaia
   
 
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