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Autore: The_Real_W    09/01/2021    1 recensioni
1991, Eija Tarakovi scopre di essere un mago e parte sull'Espresso per Hogwarts nello stesso anno del famoso Harry Potter.
Ha inizio la sua nuova vita nel mondo della magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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"Professore... Sì, è una notte bellissima. Mi piace guardare le stelle" disse Eija voltandosi.

"Anche a me" ammise Silente. "È un peccato che molti maghi abbiano una visione così ristretta dell'astronomia, per me si perdono la vera bellezza, come questo cielo stellato"

"Capisco quello che vuole dire: ho dovuto insistere molto con la professoressa Sinistra per farmi dire della Via Lattea, non era molto contenta di parlarne"

"Non a tutti piace guadare oltre, certe volte accontentarsi è una scelta ragionevole" ribatté Silente. "E poi, bisogna dire che l'utilità dell'Astronomia, per i maghi e le streghe, non va oltre quello che si può vedere con il telescopio"

Eija osservò il vecchio mago. Nonostante l'ora, non sembrava stanco e se ne stava lì a fissarlo, sorridendo dietro i suoi occhiali a mezzaluna e la barba argentea. Non ci mise molto a intuire qual era la ragione della sua presenza in cima alla torre.

"Quindi lei sapeva..." borbottò imbarazzato. "Del drago, di Hagrid... e sapeva che lo avremmo consegnato agli amici di Charlie Weasley" i blocchi di pietra squadrati che componevano il pavimento erano diventati improvvisamente molto interessanti. "Ma certo che lo sapeva: lei è il preside. Sono riusciti a entrare nel territorio di Hogwarts proprio perché lei glielo ha permesso. Se lei fosse stato contrario, non avrebbero superato le protezioni del castello..." a poco a poco alzò lo sguardo. "Ma se lei sapeva, allora perché... Oh!"

Silente si era chinato per terra e stava raccogliendo con delicatezza un mantello scuro. Lo piegò con cura e se lo mise sull'avambraccio. A Eija ricordò il disegno di un cameriere francese che aveva visto in uno dei libri all'orfanotrofio, non fosse stato per il vestito da mago e la barba; tuttavia riconobbe subito l'oggetto e fu assalito da un brutto presentimento.

"Quello è il mantello dell'invisibilità di Harry Potter, signore. Se l'ha lasciato qui, significa che lui ed Hermione rischiano di finire nei guai"

"Temo che Mastro Gazza abbia già trovato il signor Potter e la signorina Granger ai piedi della torre" intervenne Silente scuotendo appena la testa.

"Capisco... Immagino che sarò punito anche io"

"Sebbene tu sia fuori dal letto oltre al coprifuoco, non sono venuto qui con l'intenzione di punirvi, i tuoi amici sono stati solo sfortunati ad andarsene prima del mio arrivo. Ma mi pareva che tu avessi una domanda per me, dico bene?"

"Sì professore" confermò Eija. "Se lei era a conoscenza del drago, perché non ci ha detto niente?"

"Perché nessuno di voi è venuto da me" rispose subito Silente. "Il signor Potter, il signor Weasley e la signorina Granger, per quanto armati delle più nobili intenzioni, erano così impegnati ad aiutare Hagrid, che si sono dimenticati di poter chiedere aiuto. Non avrei mai cacciato Hagrid solo per un piccolo cucciolo di drago. So perfettamente che desidera da molto tempo di allevare una di quelle creature"

Le parole di Silente fecero breccia nella testa di Eija. Parlarne con il preside era la scelta più ovvia, avrebbe risolto tutto senza mettere nei guai nessuno, anche perché, in fondo, non era successo nulla di serio.

"Mi sarei assicurato che il drago venisse consegnato a persone di fiducia e non sarebbe stato necessario per nessuno studente trovarsi fuori dal proprio dormitorio, anche se devo ammettere che contattare il giovane Weasley è stata una mossa molto saggia" Mentre parlava, Silente si era seduto sulla merlatura, che faceva da parapetto alla torre e aveva alzato lo sguardo verso le stelle. "Vedi Eija, sono le scelte che fanno la differenza. Avete scelto di prendervi la responsabilità del drago, di non curarvi delle figure di autorità. Sebbene io non condivida il modo in cui avete agito, non posso fare altro che assecondare la vostra scelta. Privarvi delle conseguenze vorrebbe dire non darvi l'occasione per crescere, capisci cosa voglio dire?"

"No, professore" ammise Eija dopo averci pensato.

"Magari è un po' presto. Non ti ci arrovellare troppo" disse con un sorriso.

"Quindi anche io ho fatto una scelta, quando ho deciso di aiutare i miei amici a portare qua su il drago"

"Esatto, anche se non mi sembri molto felice di averlo fatto"

Eija arrossì. "È che all'inizio non mi avevano detto del drago, me lo hanno tenuto nascosto fino a oggi pomeriggio. Mi sono sentito, come dire..."

"Tradito?"

"Sì, esatto"

Silente lo guardò dritto negli occhi. "Mi pare di capire che ti trovi di nuovo davanti a una scelta. Puoi lasciarli andare per la loro strada oppure puoi perdonarli e ricostruire la fiducia che hai perso nei loro confronti"

"Ma come faccio a scegliere?" chiese Eija dubbioso.

"Devi valutare" esclamò il preside. "Hanno fatto qualcosa di così grave? Vale la pena di perdere del tutto la fiducia che hai in loro? L'hanno fatto per farti un dispetto?"

"I-io..." borbottò Eija infine.

"Pensaci, non devi scegliere subito. Le scelte raramente sono facili, forse ti ci vorrà un po' di tempo per organizzare le idee"

"Secondo lei, che cosa dovrei fare?" chiese ancora titubante.

Silente non si scompose, tuttavia rimase qualche momento a riflettere. "Se vuoi il mio parere, dall'esterno, non volevano farti un torto e forse non volevano che la situazione si complicasse ancora di più. Tieni anche conto che quando hanno avuto bisogno, sono venuti da te e non sono andati da un insegnante"

Eija non riusciva a fare ordine mentale. Da una parte aveva emozioni contrastanti che lottavano fra di loro, emozioni relative ai suoi amici, a quanto aveva appena detto Silente e a come si era sentito quel pomeriggio. Dall'altra c'erano le scelte. Ormai non poteva più evitare di vedere le scelte sue e delle altre persone nei suoi ricordi: quando era andato a cercare Hermione ad Halloween, quando aveva accettato Neville nello scompartimento, tutte le volte che la direttrice lo aveva messo in punizione, quando il professor Silente lo aveva portato a Diagon Alley, quando sgattaiolava fuori dal letto di notte all'orfanotrofio per andare a leggere...

"Professore!" esclamò Eija all'improvviso. "Ora mi sono ricordato, lei... quando siamo andati a Diagon Alley mi ha comprato un libro in più!" disse sconcertato. "Storia di Hogwarts non era nella lista dei libri del primo anno, me ne sono accorto solo alcune settimane fa perché non avevo più controllato la lettera. Perché lo ha fatto? E perché non mi ha detto niente?"

"E così te ne sei accorto" confermò Silente ridacchiando. "È vero, ti ho preso Storia di Hogwarts dal Ghirigoro e te l'ho fatto passare per un libro del primo anno. Volevo solo regalarti qualche libro in più, eri così curioso davanti a tutti quegli scaffali..."

Eija era senza parole. Tutta la confusione nella sua testa era sparita, era rimasto solo il vuoto mentre guardava Silente. "Perché?" chiese sussurrando. "Perché continua a farmi dei regali? A Diagon Alley, a Natale... Perché mi tratta così... bene?"

Il vecchio mago si inginocchiò, gli mise una mano sulla spalla e lo guardò dritto negli occhi. Rimasero lì per dei lunghi momenti, finché dagli occhi di Eija iniziarono a scivolare delle calde lacrime. Nessun lamento, nessun grido, solo lacrime. Lacrime per un sentimento mai provato prima. Lacrime per un calore nuovo nel cuore.

 

La mattina dopo passando vicino alle gigantesche clessidre che segnavano i punteggi della Coppa delle Case, vide che Grifondoro aveva perso tutto il vantaggio accumulato ed era finita all'ultimo posto della classifica. Aveva avuto da Silente la conferma che Harry ed Hermione erano finiti nei guai, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbero stati puniti così duramente. Quando entrò nella Sala Grande, capì che la situazione era peggiore di quello che aveva immaginato. Le facce dei due compagni di casa erano pallide e colpevoli, ognuno guardava il suo piatto, vuoto. Anche Ron e Neville erano nella stessa situazione e a vederli così, a Eija gli si strinse qualcosa nello stomaco. Spostò lo sguardo sul tavolo di Corvonero, dove Lisa era impegnata in una discussione animata con il suo solito gruppetto di amiche, mentre i suoi compagni di dormitorio stavano probabilmente discutendo sul campionato di quidditch, a giudicare dalla pessima imitazione del lancio di una pluffa che Terry aveva effettuato con un bignè alla panna, sporcando tutta la faccia di Anthony, e con Micheal che rideva a crepapelle. Nessuno dei tre si era accorto che Penelope stava lanciando loro occhiatacce dall'altra parte del tavolo e probabilmente avrebbe fatto loro una ramanzina entro la fine della colazione. Eija era combattuto, qualcosa dentro di lui però era convinto che era arrivato il momento: doveva scegliere. Lisa e gli altri erano già a loro agio, avevano amici con cui passavano l'intera giornata, ma Eija no. Eija era diventato amico di Neville ed Hermione, e successivamente anche di Harry e Ron, ed erano stati insieme per tante settimane. Valeva la pena di lasciare andare tutto per la faccenda del drago?

Fece un bel respiro e si incamminò verso il tavolo di Grifondoro.

 

   
 
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