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Autore: Neko    24/08/2009    3 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 19: Iniziano le indagini

 

Subito venne dato l’allarme di quanto accaduto e l’edificio venne fatto evacuare il più veloce possibile.

Anche Naruto si precipitò a dare una mano.

Quando quasi tutto l’edificio fu sgombro, ancora poche persone mancavano all’appello e fra queste c’ero io.

Ripresi i sensi dopo un po’.

Venni svegliata a causa del fumo che mi impediva di respirare e del calore sprigionato dalle fiamme.

Nonostante fossi molto scombussolata, mi misi in piedi, in cerca di una via di salvezza.

Non c’era più nessuno e l’ansia di non uscire viva da quel luogo cresceva.

Tutto intorno a me era arso dalla fiamme e pezzi di intonaco cominciavano a cedere e a cadere giù.

Non sapevo ancora per quanto quella struttura avrebbe retto.

Raggiunsi le scale, ma purtroppo mi accorsi che esse erano crollate.

Dato che solitamente saltavo da un albero ad un altro, saltare dal primo piano al piano terra non doveva essere complicato, ma questo diventava un’impresa impossibile, se si pensa che non c’era luogo dove atterrare senza essere successivamente arrostita dalle fiamme.

L’unica speranza che avevo era dirigermi alla più vicina finestra e buttarmi giù, ma nonostante essa non fosse poi così lontana, non sarei mai riuscita ad arrivare in tempo.

Mi sentivo i polmoni bruciare e la tosse non mi dava tregua, avevo bisogno di aria.

I miei sensi cominciavano nuovamente a venire meno.

Mi appoggiai a una parete aspettando la fine.

Improvvisamente sentii delle forti braccia afferrarmi e una voce preoccupata chiamarmi.

Naruto!” sussurrai.

“Sakura, resta sveglia!” mi disse la voce.

Quel timbro di voce, quel suono…non apparteneva al mio Naruto.

Aprii leggermente gli occhi e vidi il mio maestro.

Kakashi sensei era venuto a salvarmi e porgendomi un fazzoletto da mettere sul volto per respirare meno fumo possibile,  mi portò fuori da quel forno.

Non ricordo esattamente cosa è successo dopo, solo di essermi svegliata sdraiata per terra su di un lenzuolo bianco, con una mascherina dell’ossigeno sul volto.

Il mondo era ancora piuttosto appannato.

Sentivo la mia mano destra stretta da qualcuno.

“Sakura? Sakura mi senti?”

Mi girai verso la persona seduto accanto a me, che mi guardava preoccupato.

Stavolta era davvero lui.

Na-Naruto! S-sto bene!” dissi abbozzando un sorriso.

Mi abbracciò forte.

“Per fortuna, ho avuto paura di poterti perdere!”

Con non poca fatica mi misi a sedere e mi tolsi quella fastidiosa mascherina dal volto.

Vidi che anche Kakashi e Tsunade erano li vicino.

“Dovresti stare giù Sakura!” mi disse preoccupata l’hokage.

“No, sto bene ora! Grazie a lei Kakashi-sensei, le devo la vita!”

Kakashi scosse la testa, come se non avesse fatto niente di chè.

Per me aveva fatto tantissimo e anche per Naruto dato il modo in cui lo ringraziava.

Solo allora, osservando bene il mio compagno, mi accorsi di qualcosa di strano.

Era sporco e ricoperto da bende e i suoi vestiti erano bruciacchiati.

Sembrava quasi che anche lui fosse stato dentro all’ospedale al momento dell’esplosione, ma ne ero sicura, lui mi stava aspettando fuori.

Naruto, cosa ti è successo?”  gli chiesi.

Bhe ecco…io…non potevo rimanere fermo a guardare mentre tu eri l’ha dentro in quell’inferno. Anche se non sono riuscito a raggiungerti. “ abbassò la testa “Per fortuna c’era Kakashi che ti ha soccorso!” disse,

si sentiva in colpa per non essere riuscito a salvarmi.

Kakashi gli mise una mano sulla spalla.

“Suvvia Naruto, tu hai fatto quello che hai potuto e se lo vuoi sapere ti sei comportato bene, facendo la scelta giusta!”

Non capivo a cosa si riferisse e spostai lo sguardo confusa da Naruto a Kakashi.

Quest’ultimo doveva aver notato la mia espressione confusa, perché sorridendomi mi indicò un punto da guardare.

“vedi quei tre bambini laggiù?”

Poco lontano da me, tre bambini venivano visitati da altri medici per controllare le loro condizioni.

“Sono stati salvati da Naruto. Inizialmente era entrato a  cercare te, ma ha trovato loro lungo la strada e non ha potuto lasciarli al loro destino!”

Continuò a raccontarmi Kakashi.

Guardai Naruto sorpresa. Era insolito da parte sua un certo comportamento. Aveva sempre detto che in qualsiasi situazione avrebbe prima di tutto salvato le persone cui teneva maggiormente.

“Sai? Ho ripensato a quello che mi hai detto quando siamo partiti con Jiraya. Hai detto che il mio modo di pensare era egoistico. Non si deve salvare la persona a cui si tiene di più se in gioco c’è il destino del villaggio! Quando ho visto quei bambini, mi sono tornate in mente quelle parole. Una vita non è più importante rispetto a quelle di tante persone e anche se quei bambini non rappresentano il villaggio intero, sono tre…la loro vita tecnicamente è più importante della tua sola vita!”

Mi disse a volto abbassato. Si vedeva che faceva fatica ad affermare questa cosa, praticamente mi aveva condannato a morte se non ci fosse stato Kakashi, ma  aveva agito in modo giusto.

“Volevo salvare sia loro che te, ma…non ci sono riuscito.”

Gli presi il volto fra le mani e lo costrinsi a guardarmi.

I suoi occhi erano tristi e cercai di allontanare quel sentimento, sorridendogli.

Naruto, hai fatto la cosa giusta. È vero quello che hai detto. Una vita sola non vale se c’è in gioco la vita di più persone. A volte la vita ci pone davanti a delle scelte difficili e bisogna optare per quella meno dannosa!”

Naruto mi abbracciò.

“Scelta giusta o no, sono contento che non ti sia accaduto nulla!”

Ricambiai la stretta. In quel momento avevo bisogno di stringermi forte a lui.

Cercavo di non darlo a vedere, ma mi ero spaventata moltissimo.

Avevo davvero creduto di morire quella volta.

Non so quanto tempo rimanemmo fermi così, ma dopo un po’ mi sentii sollevare nuovamente sollevare da terra.

Stava diventando un vizio?

“Dato che non hai intenzione di staccarti da me, ti porto in braccio fino a casa tua, dove potrai riposare!”mi disse dolcemente Naruto.

“Ma che fai? Riesco a camminare da sola ormai!” mi lamentai, anche se non mi dispiacevano tutte quelle attenzioni

“No, non è vero!  Sei stanca e devi riposare! E poi non sei pesante, se ti perdessi per strada non me ne accorgerei neanche!”

Arrossì.

Naruto era imbattibile quando voleva compiacerti.

“Ehi Naruto, non dovresti portarla in braccio così, se no il giorno del vostro matrimonio come la porterai sull’uscio di casa vostra?” disse Kakashi.

Quell’affermazione mi fece arrossire ancora di più.

Matrimonio? Avevamo solo 19 anni.

Ok, al villaggio molte coppie si sposavano presto, ma…calma, io dovevo ancora finire i miei studi e…no, non ero pronta per un passo del genere.

Invece Naruto era tranquillo e sorridendo disse “Vorrà dire che per quel giorno, mi inventerò qualcosa di nuovo!”

 

Mi fu concesso una settimana per riprendermi.

Durante quel periodo vennero compiute diverse indagini su chi potesse essere il colpevole dell’attentato contro l’hokage.

È vero che la sua azione non era andata a buon fine, ma beccando l’ospedale aveva forse causato maggiori danni.

Venne incaricato il clan Inuzuka per seguire alcune tracce oltre a delle squadre speciali ambu, che si muovevano con estrema segretezza.

Stando a quanto dicevano gli Inuzuka, c’era odore di polvere da sparo nell’aria.

Kiba era in giro con il suo Akamaru in cerca di qualche indizio.

“Ciao Kiba! Che stai facendo?” chiese Naruto vedendolo avvicinarsi.

“il suo clan è incaricato di scoprire qualcosa sull’attentato dell’altro giorno” gli spiegai.

“Oh posso darti una mano?”

Kiba lo guardò dubbioso “E come potresti aiutarmi? Non disponi mica di un olfatto sviluppato, come fai a seguire le tracce di polvere da sparo?”

“Non sottovalutarmi! In fin dei conti anche le volpi hanno un olfatto sviluppato!”

Guardai sorpresa Naruto.

Sapevo che a volte usava i poteri della volpe quando potevano tornargli utile.

Infatti sapevo che era in grado di sentire cose agli esseri umani impercettibili e anche di vedere attraverso le persone per leggerne il chakra, ma che avesse pure un olfatto sensibile…bhe sinceramente non mi sorprendeva più di tanto, ma ogni giorno quel ragazzo era una sorpresa.

Kiba decise di metterlo alla prova e subito Naruto tirò fuori un particolare che potè tornarci utile.

“Primo ho visto una donna che odorava molto di polvere da sparo e…

“Cosa? e perché non l’hai detto subito?” gli chiesi.

“Perché dovevo?” chiese sorpreso

“Come perché? Potrebbe essere la persona che stiamo cercando!” disse Kiba.

“Ma non solo lei puzza di quella roba e se sei una specie di cane dovresti saperlo!” gli disse Naruto di rimando.

“Ovvio che non è l’unica, siamo in un villaggio ninja e molti adoperano quella roba in battaglia!” si giustificò Kiba.

“Ecco perché non ho tenuto conto che potesse essere una probabile indiziata…” disse Naruto interrompendosi improvvisamente per guardare oltre Kiba.

Lo osservammo non capendo cosa gli stesse prendendo.

“Credo che tu, Kiba, abbia ragione! Quella donna centra qualcosa!”

“Cosa te lo fa pensare?” gli chiesi.

Indicò davanti a lui.

“Ho appena visto quella donna passare e guardarsi intorno come se volesse accertarsi di non essere seguita! Nel film polizieschi che ho visto in questi anni, le persone che hanno qualcosa da nascondere si comportano così, dico bene?”

“Ehm si…ma ora muoviamoci, Akamaru!” disse Kiba cominciando a correre in direzione della donna per poi fermarsi di colpo e girandosi verso Naruto imbarazzato.

“Qual è l’odore della donna?”

Sospirai

Seguimi!” disse contento di tornare utile.

 

Senza farci scoprire seguimmo la donna fino alla sua destinazione finale.

Si era diretta verso le carceri e notammo che si era fermata a parlare con un prigioniero e gli porse, attraverso le sbarre, un sacchetto.

Probabilmente esso conteneva del materiale per costruire altre bombe.

“Ehi! La chiamò Naruto, facendo sfumare il nostro intento di coglierla di sorpresa, ma il suo tentativo di fuga fu del tutto inutile, perché io e i miei compagni riuscimmo a fermarla.

La donna non oppose resistenza.

Non era una ninja e quindi non avrebbe potuto scappare.

Ma qualcosa venne in suo soccorso, un’esplosione proveniente proprio  dalla cella dove si trovava l’uomo a cui la donna aveva consegnato la merce.

Cosa stava succedendo?

Perché quelle continue esplosioni stavano disturbando la quiete di Konoha?

 

  
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