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Autore: lapacechenonho    10/01/2021    4 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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36- 030: Things you said you hated about me (Le cose che hai detto di odiare di me).
 
Harry era ancora stupito dal fatto di aver condiviso con Ginny le sue promesse matrimoniali, all'altare avrebbe dovuto improvvisare e lui non era bravo ad improvvisare. Era bravo a schiantare e disarmare la gente, ma l'improvvisazione non era proprio uno dei suoi talenti. Tuttavia, trovarsi con le labbra di Ginny sulle sue, in una situazione del tutto inusuale lo faceva sentire tranquillo e rilassato. Come se fuggire su una scopa dalla propria stanza, vestita da sposa, per raggiungere lo sposo dall'altro lato della casa, fosse una cosa del tutto normale. «Bene, adesso tocca a me» sospirò Ginny.
Harry si sentiva ancora stordito dal peso delle parole che aveva detto a Ginny poco prima ma cercò di non badarci più di tanto cercando di prestare attenzione a ciò che aveva da dirgli la sua futura moglie.
«Mi hai detto delle parole bellissime» cominciò. Aveva preso il viso di Harry tra le mani e inspiegabilmente il cuore dello sposo aveva iniziato a battere così forte che lo sentiva pulsare nelle orecchie. Deglutì a vuoto cercando di calmarsi, inutilmente. «E vorrei essere altrettanto romantica, e mi dispiace per te ma non lo sono».
Harry rise ripensando alla conversazione sui biglietti scritti a mano di qualche tempo prima. «Tranne per gli inviti scritti a mano» la punzecchiò. Ginny rise.
«Però alla fine sono usciti bene, sono piaciuti a tutti» sottolineò sorridente.
Aveva un sorriso così ampio che era impossibile non sorridere di rimando. Avrebbe voluto vederlo ogni giorno della sua vita, voleva renderla felice ogni giorno della loro vita in comune. Le baciò la fronte continuando a ridere.
«Dai, dici le tue promesse o a breve daranno per dispersa la sposa» la incalzò.
Lei si schiarì la voce e iniziò a parlare: «Come ti dicevo, non sono una persona romantica. Potrei dirti che ti amo ma lo sai già. Perciò, nel giorno del nostro matrimonio, dico che ti odio» fece una pausa ma Harry continuava a sorridere. Era incredibile come accanto a Ginny ogni preoccupazione gli scivolasse via. «Ti odio perché hai impiegato cinque anni per renderti conto che ti piacevo e un anno intero prima di baciarmi. Ti odio perché hai fatto uscire il lato sentimentale che c'è in me e adesso è diventato incontenibile. Ti odio perché mi dici che ho l'alito da troll al mattino, e sai che non è vero. Ti odio perché mi hai assecondato quando ho detto che volevo una casa con un dondolo e l'abbiamo comprata. Ti odio perché mi rubi sempre la scopa di Quidditch della squadra e poi non la rimetti al suo posto e arrivo sempre in ritardo per colpa tua.
«Ti odio perché avresti voluto dire che ami fare l'amore con me davanti a tutti i nostri invitati e probabilmente avresti causato la morte per soffocamento di un paio di membri della mia famiglia - soprattutto di Ron.  Ti odio perché sei stato il primo a farmi provare quelle emozioni sulla mia pelle e adesso non riesco più a farne a meno. Ti odio perché quando torno a casa sfatta tu mi dici sempre che sono bellissima e sappiamo entrambi che non è vero perché sono stanca e puzzolente. Ti odio perché hai detto che metto troppo sale nella pasta ed è una bugia perché io sono una cuoca eccezionale e sei tu che mangi insipido.
«Ti odio perché ogni fibra del mio corpo da un paio di anni a questa parte non riesce a fare a meno della tua presenza e ti odio perché adesso ogni volta che parti per qualche missione sento la tua mancanza. Ti odio perché mentre cercavi di capire in che verso andava messo il pannolino a Victoire, eri così adorabile che mi hai costretto a dirti "Ti amo". Non credo che mi riprenderò mai dall'imbarazzo. E a proposito di imbarazzo, ti odio perché mi hai costretto a scriverti una filastrocca di dubbio gusto che adesso è appesa sopra il nostro letto.
«Ti odio perché quando sto con te mi sento bene come non sono mai stata con nessuno e perché il mio cuore ha questa brutta abitudine di battere più velocemente quando ti vedo. Ti odio perché hai troppe camicie ed è vero che le stiro con la magia, ma sono davvero tante. Ti odio perché ridi alle mie battute, anche le più stupide e mi incentivi a farne sempre di più. Ti odio perché amo i tuoi occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia. Ti odio perché amo quando mi incoraggi e sei sempre accanto a me, pronto a sostenermi durante le partite di Quidditch e perché urli "fallo" ogni volta che mi vengono addosso, anche se non è vero. Ti odio perché mi hai fatto conoscere Teddy e adesso ci sono affezionata forse più di quanto io sia affezionata a te.
«E infine, ti odio perché mi hai comprato un anello bellissimo anche se non dovevi. Ti odio perché mi hai fatto scoprire cosa significa amare veramente una persona con ogni piccola parte del corpo. Ti odio perché grazie a te ho capito cosa significhi camminare insieme, cadere e rialzarsi ma sempre affianco. Ti odio perché mi hai fatto arrivare ad acquistare un vestito bianco di non so quale tessuto, mi sono truccata e pettinata per te. Potter, mi hai fatto indossare una gonna! Ti devo odiare per principio.
«Ti odio perché mi hai portata...perché ci siamo portati fino all'altare nonostante le mille difficoltà che abbiamo incontrato nel nostro percorso. Ti odio perché mi hai fatto innamorare di te e non avevo mai provato niente di così forte e così bello».
Rimase in silenzio per qualche istante guardandolo negli occhi. Harry aveva la lista offuscata da lacrime che non avevano niente a che fare con la tristezza che aveva caratterizzato gran parte della sua vita. Erano per una felicità che non riusciva più a contenere tanto era forte. Guardò attentamente la sua sposa e vide che aveva il rossetto leggermente sbavato dal bacio di prima. Sorrise rovinando ancora un po' il trucco con un altro bacio.
«Non è vero, tu mi ami» disse quando ebbe finito di baciarla. Lei sorrise appoggiando la fronte alla sua.
«Non è vero, io ti amo» confermò.
Rimasero in quella posizione per qualche secondo. Poi qualcuno bussò prepotentemente alla porta ridestandoli dall'atmosfera che si era creata in quella stanza.
«Harry...ehm...ti devo parlare urgentemente» urlò la voce di Ron oltre la porta. Si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.
«Forse ho combinato un guaio» commentò Ginny con un sorriso divertito. Poi si avvicinò alla finestra e prese la scopa. Si scambiarono un altro bacio fugace prima che Ginny uscisse dalla stanza.
«Ehm Ginny…» la bloccò «come facciamo per i voti all'altare?»
Lei alzò le spalle con noncuranza. «Promettiamoci solo che staremo insieme per sempre. Basta questo. E poi lo sai che per me sarà questo il nostro matrimonio» rispose facendo un occhiolino sull'ultima frase. Poi la vide sfrecciare verso la sua stanza, prima che il danno diventasse irreparabile.
Osservò il punto in cui era scomparsa. Quella era - quasi a tutti gli effetti - sua moglie, ed Harry non poteva essere più fiero di così.
 
 
 
 
 
Nota finale: in questo capitolo non ci sono le considerazioni di Harry e Ginny al presente perché questo capitolo e il prossimo sono collegati.
   
 
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