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Autore: Khailea    12/01/2021    0 recensioni
Una stirpe persa nel passato, la cui memoria è conservata nelle carte più remote del castello.
Forse a nulla i loro racconti serviranno per affrontare le difficoltà del presente, ma la conoscenza non è mai cosa di cui dubitare.
Raccolta di AU one-shot originali sulle regine di Mewni inventate da me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eva Butterfly, il Baluardo.



 
  • Data nascita: X0018
  • Data morte: X0094
  • Sposata con: Alberic Fraws
 
 
 
"Contro i mostri che infestano la radura,
Eva Butterfly si erge fiera e sicura.
La nostra fiducia in lei mai cadrà,
perché la sua muraglia per sempre ci proteggerà."
 
 
 





Eva Butterfly nacque tra le prime fondamenta del castello del villaggio costruito dalla regina, circondata da tutte le levatrici disponibili; il suo primo vagito venne accolto da urla altrettanto forti, e pianti di gioia incontrollati, mentre sua madre la cullava tra le braccia con un sorriso sereno, ed il padre, un contadino, spalancò la porta emozionato per la nascita, come tutti coloro che avevano giurato fedeltà alla famiglia Butterfly.
I primi anni della principessa passarono rapidamente, nonostante fosse confinata tra le mura di casa. Ad essere particolarmente protettivi non erano tanto i suoi genitori, quanto il resto del villaggio. Almeno per i primi quattro anni le era permesso arrivare alle palizzate in legno, costruite contro i mostri, e di giocare con gli altri bambini, ma presto gli adulti iniziarono a preoccuparsi qualsiasi cosa potesse ferirla.
“Non è sicuro giocare con i bastoni principessa, potrebbe farsi male. Sgriderò mio figlio per averla spronata”
“Forse sarebbe più al sicuro vicino a sua madre, gli altri bambini sanno essere spericolati”
“E’ solo per il suo bene, le porteremo i migliori giocattoli così potrà divertirsi anche in casa”
Sembravano tutti molto preoccupati non si facesse mai male, e spesso quei gesti parevano completamente disinteressati e sinceri, per questo non portava rancore a nessuno di loro. Era convinta le volessero bene quanto ai loro figli, e che volessero solo proteggerla, ma a circa sei anni non fu difficile origliare le conversazioni fatte dagli adulti fuori dalla finestra.
“Se è come sua madre allora saprà usare la magia. Dobbiamo tenerla al sicuro, così ci proteggerà”
“Non possiamo permetterci le accada qualcosa, quando la regina non ci sarà più dovrà difenderci lei”
Tutte le loro attenzioni erano riservate al fatto lei in futuro avrebbe restituito loro il favore. Da quel giorno non fu mai più certa di come sentirsi a riguardo delle loro attenzioni, e presto mise anche di sorridere alle gentilezze altrui. La madre nel frattempo si impegnava attivamente per aiutare chiunque avesse bisogno, che fosse nei campi o nella foresta, nessun lavoro era troppo difficile per lei, che si limitava ad usare la magia solamente contro i mostri.
Eva ad otto anni non aveva ancora manifestato alcuna traccia magica, e ciò cominciò a preoccupare le persone al villaggio, che visitarono la loro casa sempre più spesso, e le mura non furono mai abbastanza spesse da impedirle di sentire.
Molti credevano il problema fosse nel fatto era stata protetta troppo, la madre infatti in giovane età aveva vissuto molte situazioni pericolose e fu proprio in queste che i suoi poteri si scatenarono. Alle proposte di far vivere anche ad Eva momenti simili però entrambi i genitori rifiutarono severamente, non che la figlia ne fosse dispiaciuta.
Amava la madre, che nonostante fosse spesso impegnata ogni notte andava a rimboccarle le coperte ed a raccontarle delle favole, e certamente desiderava essere una persona buona come lei in futuro, ma venir inseguiti da dei mostri, rischiando la vita, non era qualcosa che desiderava. Da quel giorno, per molti anni, rimanere in casa non era più una scelta dettata dal desiderio altrui che rimanesse al sicuro, ma per evitare i loro sguardi, incerti e diffidenti, che la scrutavano perfino dalla finestra.
Fino al giorno del suo quattordicesimo compleanno Eva non è mai più uscita di casa, limitandosi a girare per le stanze tenendo le tende chiuse. Crebbe forte e sana, con dei lunghi capelli color nocciola, leggermente più chiari della madre visto la tendenza al biondo del padre, e con gli occhi azzurri di quest'ultimo, ogni giorno sempre più freddi. Durante il suo compleanno però la madre organizzò una grande cerimonia, chiamando tutto il villaggio ad assistere.
Venne costruito un palco ed un lunghissimo tavolo, sul quale vennero messi i migliori piatti preparati con amore ed impegno, mentre però mangiavano la ragazza continuava a sentire gli sguardi su di sé, provando una sensazione opprimente.
Quando però sua madre si alzò in piedi tutte le attenzioni vennero riservate a lei, perfino quando le consegnò la sua bacchetta.
Probabilmente le cose non andarono come aveva sperato, perché le proteste dei contadini divennero più aggressive, e le urla contro la ragazza non mancarono. Tutti quanti, Eva inclusa, erano convinti fosse un grande sbaglio darle la bacchetta, che non era in grado di usarla e che avrebbe messo tutti in pericolo.
La regina però non la riprese nemmeno quando fu la figlia a chiederglielo.
Era ancora molto giovane, ma proprio per questo era necessario secondo la regina imparasse il prima possibile come controllare la magia, che perfino lei aveva potuto farlo appieno soltanto dopo aver realizzato la bacchetta.
Dopo il banchetto Eva non poté più rimanere in casa come aveva sempre fatto, perché gli obblighi della madre passarono a lei, ed ogni volta era sempre molto difficile. Se l’altra veniva accolta da tutti con gioia i contadini quasi la deridevano, chiedendole di svolgere dei compiti manuali con la magia; si facevano beffe di lei come se questo avesse potuto cambiare le cose, ma tutto ciò che ottennero fu che Eva si allontanò drasticamente dalla madre, le cui azioni erano risultate come un’orribile punizione per la figlia.
Al contrario della madre, che non ha mai usato la magia se non contro i mostri, Eva ha cercato di usarla anche solo per togliere le carote dal terreno, in modo da poter dimostrare c’era effettivamente della traccia magica in lei, ma ogni suo sforzo non ha mai portato ad altro che delusioni, tanto che certe volte le sembrava inutile portare con sé la bacchetta.
Per altri tre anni le cose andarono avanti in questo modo, mentre la distanza tra madre e figlia cresceva sempre di più, poi, durante una gelida alba, all’improvviso delle urla agghiaccianti cominciarono a sentirsi fuori dalla casa della famiglia Butterfly.
Non appena la famiglia si precipitò all’esterno venero accerchiati da decine di mostri, che avevano assalito il villaggio cogliendolo alla sprovvista. Molte persone erano già state ferite, ed i loro tentativi di difendersi furono completamente inutili.
Fu in quel momento che Eva sentì un forte calore provenire dal proprio petto, un’emozione talmente forte da tramutarsi in qualcosa di più potente; desiderava proteggerli, e quel desiderio divenne magia.
Accadde tutto in una manciata di secondi, mentre era completamente circondata dal caos i suoi occhi divennero completamente azzurri, ed il corpo si mosse senza che nemmeno se ne accorgesse. Portando entrambe le mani alla bacchetta l’alzò al cielo, ed un campo di forza si espanse dal suo corpo, respingendo ogni mostro all’interno del villaggio e scagliandoli nella foresta.
Quando l’incantesimo giunse al termine, sotto gli sguardi increduli di tutti, la bacchetta era cambiata; da legno era divenuta in pietra, e sulla cima era presente una piccola torre, e sulle sue guance erano presenti dei simboli identici color grigio scuro. La reazione da parte del villaggio fu di pura gioia, ma quando cercarono di avvicinarsi alla ragazza questa li respinse con uno sguardo gelido.
Ora che aveva ottenuto la magia avrebbero iniziato a trattarla con rispetto, e questo non li rendeva altro che degli ipocriti ai suoi occhi, non avrebbero potuto cancellare anni di crudeltà solo con degli applausi.
Nonostante questo però, Eva non voltò mai loro le spalle. Non seguì pienamente le orme della madre, aiutandoli in ogni momento della giornata, ma si assicurò che fossero tutti al sicuro.
Grazie alla sua magia riuscì a sostituire le deboli palizzate con alte mura in pietra, che circondarono completamente le case del villaggio garantendo una sicurezza maggiore. Allo stesso modo però cambiò anche la casa in cui era cresciuta, rendendola al contrario della altre più simile ad una fortezza in pietra, dentro cui nessuno sarebbe potuto entrare a meno che lei non l’avesse voluto. Nuovamente, proprio come nella sua infanzia, la nuova regina di Mewni smise di mostrarsi al suo popolo, che poteva vederla solo tramite le finestre dell’edificio, creando un muro non solo attorno al villaggio, ma anche nel suo cuore.
Nonostante ciò però non smise mai di proteggersi, assicurandosi ogni notte dall’alto della torre da lei costruita che nessun mostro potesse attaccarli.
   
 
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