La vita di una Candela
«Io... morirò entro la fine di quest’anno. Qualcuno doveva saperlo, non potevo... far finta di niente, non ce la faccio più. Sono così stanca, Mal.»
Per quanto ci provasse non riusciva proprio a dimenticare quel momento. Eveline l’aveva chiamata, l’aveva fissata inizialmente in silenzio e poi aveva sganciato la bomba con gli occhi umidi e la voce spezzata.
Inizialmente aveva faticato a crederci, ma poi si era resa conto di una cosa: Eveline era davvero un’eccellente bugiarda.
E quel che le faceva più male era la consapevolezza di non essersene accorta, di non aver saputo guardare oltre i suoi sorrisi, oltre i suoi scherzi infantili.
Perché Eveline era tutto fuorché un’amica ordinaria. Lei era Evy, quella che le impediva di affondare nel fango che i suoi stolti genitori alimentavano giorno dopo giorno, che la tirava su per i capelli e sapeva farle tornare il sorriso.
«È una cosa poetica, non trovi? Una candela... la mia vita è labile proprio come una candela. Una di quelle belle, però! Rosse. Sono una candela rossa. Mi faresti il favore di comprarmene una quando morirò? Non possono chiederlo a mia madre, mi picchierebbe!»
Mallory proprio non capiva da dove derivasse tutta quella spensieratezza. Non aveva paura di morire?
Ovvio: sapeva di non poter comprendere i suoi sentimenti, non era lei quella che si sarebbe consumata in meno di sei mesi. Cinque. Tre. Due. Quanto esattamente le rimaneva? Non aveva voluto risponderle, come avrebbe potuto? Risponderle equivaleva a imprimerle un bollino di scadenza sulla fronte.
E lei non voleva, era stata chiara su questo.
«Mallory, prendi questa. Leggila.»
Aveva sfiorato le dita fredde di Eveline, l’aveva guardata negli occhi cerchiati di viola, le aveva fatto un cenno di assenso ed era uscita.
Il cielo era plumbeo, l’aria era fredda.
Mallory si fermò sul terriccio bagnato.
Cara Mal-Cream, – lesse e si portò automaticamente una mano alla bocca.
so cosa stai pensando e mi dispiace. Non ci sono parole per descrivere quello che sto provando e non posso nemmeno immaginare cosa stia provando tu, amica mia.
Ma al contrario di me sei forte, sei coraggiosa. Puoi farcela, vedrai.
Ti ricordi cosa ti dissi tre giorni fa? – «Ho paura. Ho una fifa blu, non voglio morire...»
Cosa puoi aspettarti da una piagnucolona come me? Io avevo davvero paura. Ma ora non più, okay? Dimentica quello che ti ho detto, sono stata un’egoista.
Avrei dovuto-. – Cosa? Fingere un sorriso? Continuare a sprofondare, a sciogliere quella cera senza liberare il cuore dalla paura della morte?
Era furiosa; furiosa con Evy e con la vita che gliela stava portando via.
Scossa dai fremiti, si rese però conto di una cosa: l’aveva fatta uscire apposta.
Non volevo farti soffrire di più. Spero tu possa perdonarmi. – era già morta.
Scusami~
Mallory smise quasi di respirare, stringendo la lettera in un pugno.
Aveva perso la sua migliore amica, l’aveva persa per sempre mentre i suoi stivali affondavano nel fango. E fu in quel lento affondare che si chiese perché. Perché proprio Evy?
Semplicemente, perché?
*Mal-Cream è ovviamente un soprannome; Mallory ama il gelato più di ogni altra cosa al mondo ^^
#Rosy:
Non so esattamente se sarà all’altezza del Contest o delle altre storie partecipanti ma voglio rischiare e vedere come andrà. È una storia che io per prima non mi aspettavo di scrivere; inizialmente avevo scelto tutt’altro soggetto ma Mallory continuava a chiamarmi dall’angolino in cui l’avevo sistemata e alla fine ho ceduto ^^ Spero di aver fatto bene.
Inoltre ne ho approfittato e sono riuscita a scrivere una storia che rispecchiasse il pacchetto Candela della mia Challenge: Genere Drammatico/Prompt Lettera.
Il Quando che ho scelto è “mentre gli stivali affondano nel fango” e queste sono Eveline e Mallory.
_Earth_, spero davvero che apprezzerai la storia ^^
Alla prossima!
Rosy