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Autore: Demy77    12/01/2021    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Come sarebbe a dire che non è presente? Dov’è finita? Cercatela immediatamente!”
Merceron pareva fuori di sé dalla rabbia; si agitò tanto che ad un certo punto la parrucca gli si pose leggermente di traverso sulla testa, generando un innegabile effetto comico.
Il processo era ripreso alle 9 in punto, ma di Tess, che doveva rispondere alle domande della difesa, non vi era alcuna traccia. Il Procuratore non sapeva che pesci prendere: il teste era stato diffidato a presentarsi in Tribunale per completare l’esame, e violare l’ordine equivaleva ad oltraggio alla Corte, reato che prevedeva l’arresto immediato. Non immaginava che di fronte a quella prospettiva la donna si sarebbe data di nuovo alla macchia.
Alcune guardie furono inviate a perlustrare la città alla ricerca della donna, e Merceron comunicò che nel frattempo avrebbe sospeso il processo; Lorrain però si oppose fermamente.
“Signor giudice, la mancata comparizione di Tess Tregidden e la conseguente impossibilità per me di interrogarla costituisce una gravissima lesione al diritto di difesa dell’imputato. Chiedo innanzitutto che le sue dichiarazioni di ieri siano considerate inutilizzabili, perché la testimone si è volontariamente sottratta al controesame. Mi oppongo anche ad ogni forma di sospensione del processo, in quanto ciò significherebbe che il mio cliente debba tornare in carcere a tempo indeterminato. Se la Tregidden viene trovata entro oggi, bene; chiedo però che nel frattempo si proceda con l’esame di tutti i testi da me indicati.”
“Si tratta di richieste inaccettabili! – urlò il Procuratore alzandosi in piedi – le dichiarazioni della Tregidden sono pienamente utilizzabili; solo per ragioni di tempo non è stato possibile completare il suo controesame ieri sera! Oltretutto, occorrerà verificare le ragioni per cui la donna oggi non è comparsa, non è detto neppure che si tratti di una sparizione volontaria… qualcuno potrebbe esserne responsabile!”
Poiché il Procuratore guardava con fare insinuante nella direzione di Ross e del suo avvocato, Lorrain non si trattenne: “Non accetto tale tipo di insinuazioni! Se proprio si vuole rimproverare qualcuno per questa strana scomparsa, bisogna cercare altrove… del resto, signor Procuratore, se temeva per la sicurezza della sua testimone avrebbe potuto adottare delle misure a tutela, facendola scortare o porre sotto custodia….”
Anche tra il pubblico gli appartenenti alle due fazioni, pro o contro Ross, si accaloravano formulando varie ipotesi: Tess era sparita di sua volontà? In caso contrario, chi c’era dietro? A chi conveniva di più che non venisse ritrovata, all’accusa o alla difesa?
“Silenzio, o faccio sgombrare l’aula!” –tuonò Merceron, in visibile difficoltà. Quello che aveva detto Lorrain era giusto: se Tess non si presentava, la sua testimonianza era incompleta e non poteva essere considerata attendibile. Non si poteva poi certo accusare Poldark della sparizione della donna, visto che era stato in carcere tutta la notte. Qualcuno dei suoi amici? Sarebbe stato necessario verificare gli spostamenti di tutti, ma la sospensione del processo sarebbe stata un abuso, quel francese aveva perfettamente ragione. Non gli restò che acconsentire alla richiesta di consentire l’audizione dei vari testi della difesa.
Uno ad uno sfilarono davanti alla Corte Dwight Enys, il banchiere Pascoe, Zachy Martin, alcuni vecchi commilitoni di Ross, alcuni colleghi deputati in Parlamento e numerosi altri amici o semplici conoscenti di Ross, persone da lui aiutate in passato, il tutto allo scopo di dimostrare che Poldark non aveva mai avuto simpatie filo francesi ed era stato costantemente, sia in gioventù che attualmente, un fedele suddito di sua maestà.
Importante fu anche la deposizione dell’eccentrico Tholly Tregirls, il quale raccontò come si erano svolti i fatti quando Ross anni prima era stato arrestato dal capo della gendarmeria di Roscoff, che altri non era che Lagrande, il capo dei francesi arrestati. In quell’occasione il gendarme gli aveva intimato di lasciare la Francia immediatamente: Ross non solo aveva violato tale ordine, ma poco tempo dopo aveva organizzato la spedizione per liberare Dwight dalla prigionia. Tholly disse che era evidente che Lagrande doveva essersela legata al dito e che quindi era assurdo pensare che Ross avesse spontaneamente accettato di unirsi alla sua banda.
Il Procuratore però nel controesame sottolineò che Lagrande in quell’occasione doveva aver compreso quanto spregiudicato fosse Ross Poldark : un soggetto che aveva finto di accettare delle condizioni per poi fare l’esatto contrario, dimostrando di essere ben capace di condurre un doppio gioco; insoddisfatto dell’agire del proprio governo, era l’alleato ideale per tentare un attacco al cuore dell’Inghilterra. Anzi, il fatto che fosse diventato braccio destro di Lagrande significava che Poldark doveva essere stato molto convincente, cosicchè la sua ostilità alla Corona doveva essere profonda e radicata.
Nel frattempo erano tornate le guardie sguinzagliate in giro da Merceron, che comunicarono di non aver trovato Tess, né a Truro né nella sua vecchia abitazione di Sawle.
Lorrain ribadì le sue eccezioni e chiamò a testimoniare Demelza, suscitando una feroce opposizione da parte del rappresentante dell’accusa.
“Non è ammissibile che testimoni la moglie dell’imputato, per il suo evidente interesse alla decisione, anche di tipo patrimoniale! Se l’imputato viene condannato e i suoi beni confiscati, la vedova si troverà priva di mezzi di sostentamento!”
“Onorevole Corte, non c’è alcun divieto alla testimonianza della moglie di un accusato! È comprensibile che la signora Poldark abbia un interesse di natura morale all’assoluzione del marito, ma valuterete voi se ciò inficerà la veridicità delle sue dichiarazioni. Quanto alle preoccupazioni dell’accusa, chiedo che venga richiamato mister Harris Pascoe, il quale potrà fugare ogni dubbio circa la solidità della posizione economica della signora Demelza, indipendentemente dall’esito di questo processo”. Lorrain ritenne opportuno esprimersi in termini generici onde non rendere pubblico che il patrimonio di Ross era interamente intestato a sua moglie, situazione che avrebbe di certo generato scandalo ed inutili pettegolezzi.
Non fu necessario richiamare Pascoe. Merceron ammise senza esitare l’audizione di Demelza, perché ancora una volta quell’avvocato francese aveva ragione: il diritto inglese non vietava la testimonianza della moglie dell’accusato e, per quanto odiasse Poldark e avesse piacere di liberarsi di un personaggio scomodo, era un giudice stimato e non poteva disapplicare la legge in maniera così plateale.
Demelza prese quindi posto sul banco dei testimoni, giurò sulla Bibbia come di rito e non mancò di lanciare un intenso sguardo a Ross prima che iniziassero le domande. Era molto tesa, ma cercava di non darlo a vedere. Sapeva che ogni piccolo cedimento o esitazione non le sarebbero stati perdonati.
L’avvocato Lorrain aveva cercato fino all’ultimo di non coinvolgerla, perché se Ross non fosse stato creduto rischiava anche lei una condanna per falsa testimonianza. Era necessario tuttavia che la giuria avesse ben chiaro che tipo di persona era Tess, e Demelza era l’unica persona che poteva cancellare l’orribile sospetto che Ross fosse un traditore della famiglia così come della Patria. Al contrario, un marito devoto e fedele ben più difficilmente poteva essere ritenuto responsabile di ciò di cui lo si accusava.
Lorrain si schiarì la voce ed incominciò.
“Signora Poldark, potete raccontarci come avete conosciuto Tess Tregidden e quali rapporti ci sono stati tra di voi?”
“Un giorno, circa un anno fa, il nostro capo miniera, il signor Martin, mi informò che alcuni minatori licenziati da un’altra miniera cercavano un reimpiego. Tra questi vi era la Tregidden. Io dissi che al momento non potevamo dare lavoro a nessuno e che mi sarei adoperata per aiutare quelle persone in altro modo. Tess fu l’unica a parlare, e mi si rivolse in modo sprezzante, ironizzando sul fatto che la mia disponibilità a parole non li avrebbe sfamati ed aggiungendo che non gradiva alcuna elemosina. Nei giorni successivi mi giunse voce che alcune dimore di possidenti erano state oggetto di atti di vandalismo e che vi era grande fermento a causa della povertà e della mancanza di lavoro. Decisi pertanto di mantenere la promessa fatta ed offrii un lavoro a Tess in casa mia, come cameriera”.
“Le offriste un lavoro , ma non avevate reale bisogno di una cameriera?”
“Nampara è piuttosto grande, e pur essendo capace di svolgere personalmente una serie di faccende domestiche pensai che avere una persona in più alle mie dipendenze mi avrebbe sollevato da queste attività, anche tenuto conto del fatto che quando mio marito si trovava a Londra dovevo occuparmi degli affari della miniera. Tuttavia mi fu presto ben chiaro che avevo commesso un errore”.
“Potete spiegarci il motivo?”
Demelza iniziò quindi a raccontare delle bizze di Tess, della maniera in cui rifiutava di obbedire agli ordini suoi e di Prudie, di come l’aveva offesa in pubblico accusandola di essere una sguattera che aveva sedotto il proprio padrone.
“Cosa non lontana dalla verità” – aveva commentato Hanson all’orecchio di Warleggan, suscitandone il riso.
Demelza raccontò anche l’episodio dell’incendio appiccato alla loro casa, di cui Tess aveva negato di essere responsabile, e disse che aveva deciso di licenziarla esasperata dalle continue dimostrazioni di incapacità di rispettare le regole e della sua tendenza a fare da aizza popolo. Riferì dell’episodio delle banconote false e delle ulteriori offese personali legate al suo rapporto con Ross. Precisò anche che, a dispetto di tutto, aveva riaccolto Tess in casa nel periodo in cui frequentava suo fratello Sam.
Riferì che già  nel periodo in cui lavorava a Nampara aveva notato che Tess non era indifferente al fascino di suo marito, ma negò che ci fosse mai stata una relazione tra loro e negò che quella fosse la ragione per cui lei era partita per il Portogallo. Ciò ribadì con veemenza e senza esitare anche di fronte alle domande tendenziose del Procuratore.
“Certo che Demelza sta dimostrando grande coraggio. Non deve essere facile mettere in pubblica piazza gli affari della propria famiglia, ed affrontare temi così delicati come l’infedeltà coniugale…” – commentò Caroline all’orecchio del marito.
“Demelza è una donna eccezionale. Penso che stia uscendo nettamente vincitrice da questa prova. Ross dovrà esserle molto grato, quando tutto questo sarà finito – rispose Dwight - Sai cosa credo? Se ci pensi, a parte qualche eccezione, come Warleggan e suo zio, Demelza è una donna stimata ed apprezzata pubblicamente. Nessuno pensa più a lei come la figlia di Tom Carne di Illugan; e non perché sia la moglie di Ross, ma perché ha saputo conquistare tutti con le sue innate qualità, senza mai rinnegare le sue origini, con grande dignità…Ha raccontato la sua verità a testa alta e senza timore, e mi auguro che la giuria comprenda con chi abbia a che fare”.
Terminato l’esame, Demelza tornò a sedere, mentre Lorrain chiamava a deporre anche Sam Carne sulle medesime circostanze. Dopo di lui, restava un unico testimone della difesa.  
“Chiamo a testimoniare George Gregory Edward Boscawen, visconte di Falmouth”.
All’udire il nome di lord Falmouth Ross fissò interrogativamente Lorrain. Non avevano mai parlato di Falmouth come teste della difesa, e dubitava che il nobile di impronta conservatrice avesse da dichiarare qualcosa in proprio favore; anzi, per ciò che aveva intuito, egli era rimasto profondamente sdegnato dal suo coinvolgimento nella vicenda. Anche Demelza era meravigliata, e non smetteva di chiedere a Mireille se il nonno le avesse rivelato qualcosa in proposito. La ragazza scrollò le spalle, ma fece notare a Demelza che la mattina precedente il lord si era avvicinato a Lorrain, prima che Ross facesse il suo ingresso in aula, ed aveva confabulato con lui per qualche minuto: che fosse quella l’arma segreta del nonno?
George ed Hanson, dal canto loro, non sapevano cosa aspettarsi: possibile che il severo lord Falmouth avesse accettato di essere chiamato a deporre? È vero, aveva sostenuto la campagna elettorale di Ross, ma un politico del suo stampo non poteva prendere posizione apertamente in suo favore, con i crimini gravissimi di cui era accusato, senza avere la certezza della sua innocenza… cosa avrebbe dichiarato a breve in quell’aula?
Udito pronunciare il suo nome, il nobiluomo aveva attraversato l’aula in silenzio, per prendere posto sul banco dei testimoni, mentre Merceron a suon di martelletto metteva a tacere il mormorio che serpeggiava tra le panche. Con la mano destra sulla Bibbia, prima che Lorrain desse avvio alle domande, guardò Ross Poldark per un secondo, con uno sguardo impenetrabile, ma tagliente come una lama di metallo.

 
  
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