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Autore: Mary Evans    13/01/2021    1 recensioni
Terzo anno. Metis, Harry e Gideon, insieme alla neo ritrovata cugina Evelyn e alla madre di quest' ultima, nonchè madrina di Gideon, Marlene Black, ricevono la sconcertante notizia che Sirius Black è scappato da Azkaban. A differenza di provare quel terrore che molti hanno avuto, tuttavia, loro ne sono stati felici. Perchè? Cosa nasconde il nostro gruppetto? Cosa è successo da quando Evelyn Black ha iniziato il suo primo anno? E perchè Marlene McKinnon in tutti questi anni ha continuato a farsi chiamare con il cognome da sposata affibbiandolo anche alla figlia e incurante del disonore che avrebbe portato loro?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Metis Potter'
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Remus pov
Era la mia prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure: Grifondoro e Serpeverde del terzo anno.
Guardai i miei alunni, soffermandomi qualche secondo in più sulla mia figlioccia, seduta in disparte con Hermione.
Metis mi preoccupava.
Era così simile a Lily e James che non avevo alcun dubbio che, qualunque problema avesse, la stesse logorando dall’interno, ma che nonostante tutto avrebbe continuato nel suo proposito di risollevarsi da sola.
Anche se ultimamente la vedevo molto spesso con quel Cedric Diggory del quinto anno di Tassorosso, abbastanza da sperare che stesse chiedendo aiuto almeno a qualcuno…
«Buon pomeriggio.» dissi, decidendo fosse giunto il momento di iniziare la lezione «Vi prego di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi occorrono solo le bacchette magiche. Seguitemi.»
Guidai i ragazzi fuori dalla classe, lungo il corridoio deserto e oltre un angolo, dove la prima cosa che vedemmo fu Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz'aria a testa in giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina.
«Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca dalla toppa.» dissi in tono amabile «O Mastro Gazza non riuscirà a prendere le sue scope.»
Pix però non prestò attenzione alle mie parole e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
A quel punto sospirai ed estrassi la bacchetta magica, sogghignando internamente al ricordo di quando avevo contribuito a creare l’incantesimo che stavo per usare.
«Ecco un piccolo, utile incantesimo.» dissi rivolto alla classe e puntando la bacchetta verso Pix «Vi prego di osservare attentamente. Waddiwasi!»
Con la forza di un proiettile, la pallottola di gomma da masticare schizzò fuori dalla toppa e s'infilò su per la narice sinistra di Pix, che sobbalzò e filò via imprecando.
«Forte, signore!» mi disse Dean Thomas stupefatto.
«Grazie, Dean» gli risposi con un certo orgoglio, mettendo via la bacchetta e scoccando un’occhiata ad Harry e Gideon che stavano ridendosela alla grande. Immediatamente fecero silenzio.
«Procediamo.»
Li guidai lungo un secondo corridoio e mi fermai davanti alla porta della sala professori.
«Entrate, prego.» dissi aprendola e radunando la classe verso l'altro capo della stanza, occupato solo da un vecchio armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre mi avvicinavo, l'armadio ondeggiò all'improvviso, sbattendo contro il muro, e alcuni ragazzi balzarono indietro, spaventati.
«Niente paura.» commentai con la massima calma «C'è un molliccio lì dentro. I mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri: gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini... Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio, e ho chiesto al preside di lasciarcelo per poter fare un po' di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanda che dobbiamo porci è questa: che cos'è un molliccio?»
Vidi Hermione alzare la mano e le feci un cenno per incitarla a parlare.
«È un Mutaforma, può assumere l'aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più.»
«Esattamente! Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma e non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall'altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Ron?»
Lo vidi sobbalzare come se fosse stato appena beccato a fare qualcosa che non doveva.
«Ehm... forse... siccome siamo in tanti, lui non sa che forma prendere?» balbettò lui un po’ incerto, e io gli sorrisi incoraggiante.
«Precisamente. È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un molliccio commettere l'errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso. L'incantesimo per respingere un molliccio.» continuai «È semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!»
«Riddikulus!» ripeterono tutti in coro.
«Bene. Molto bene. Adesso però vorrei che tutti voi ora vi soffermaste a pensare qual è la cosa che più vi fa paura, e a immaginare come fare per renderla comica...»
Nella stanza scese il silenzio, e io attesi qualche minuto prima di riprendere il mio discorso.
«Siete pronti? Ron sarà il primo e noi tutti faremo un passo indietro. Sarò io a chiamare il prossimo... ora tutti indietro, così Ron può vedere bene...»
Si ritrassero tutti lungo le pareti, lasciando Ron solo di fronte all'armadio. Era pallido e spaventato, ma si era rimboccato le maniche del mantello e teneva pronta la bacchetta magica.
«Al tre, Ron.» gli dissi fiducioso, puntando la bacchetta verso la maniglia dell'armadio «Uno... due... tre... ora!»
Un getto di scintille sprizzò dalla punta della mia bacchetta di Lupin e colpì la maniglia. L'armadio si spalancò e qualcuno urlò: un ragno gigante, alto due metri e coperto di peli avanzava verso Ron, agitando le tenaglie, minaccioso.
«Riddikulus!» gridò Ron con rabbia, le zampe del ragno scomparvero e la bestia prese a rotolare su se stessa. I ragazzi scoppiarono a ridere, il molliccio si fermò, confuso, e urlai:
«Gideon! Tocca a te!»
Gideon avanzò con fare deciso. La sua somiglianza con Sirius era davvero sorprendente. Udii uno schiocco e al posto del ragno di Ron comparve Metis stesa a terra priva di vita, come seppi l’avevano trovata nella Camera dei Segreti. Lo vidi spalancare gli occhi sconvolto, ma non fu il solo.  Faticai io stesso a mantenere il contegno, e fui orgoglioso di lui quando, dopo essersi voltato verso la vera Metis per qualche secondo, ebbe il coraggio di alzare la bacchetta e urlare l’incantesimo: immediatamente la ragazza si alzò in piedi con abiti colorati e iniziò a fare pernacchie in giro.
I ragazzi risero e sospirai sollevato anch’io mentre lo vedevo allontanarsi dall’armadio e accostarsi alla parete.
«Harry! Tocca a te!»
Dopo il molliccio di Gideon, Harry aveva perso parte della sua sicurezza, ma si avvicinò ugualmente con la bacchetta alzata: un dissennatore si materializzò davanti a lui e la classe urlò per lo spavento. Alcuni studenti si erano già accalcati contro la porta della sala insegnanti quando un Harry dalla voce affannata e gli occhi lucidi esclamò la formula: il dissennatore si trasformò in un giocattolo babbano, un pagliaccio a molla in una scatola, e mentre lui si avvicinava a Gideon contro la parete chiamai il nome di Metis, anche se a quel punto non ero poi tanto sicuro di voler sapere quale fosse la più grande paura della mia figlioccia, dopo aver visto quella dei due ragazzi prima di lei.
Metis aveva un’espressione impassibile quando si avvicinò al pagliaccio, quasi sapesse cosa sarebbe uscito. La vidi però molto pallida in viso, e stavo appunto decidendo se fosse il caso di non permetterle di farle affrontare il molliccio quando questo si trasformò: era Lord Voldemort.
Immediatamente si scatenò il caos, ma io, Gideon, Harry, Ron e Hermione eravamo troppo scioccati per poter anche solo pensare di muoverci.
Metis rimase immobile davanti a lui, mentre il molliccio iniziò a parlare con voce serpentina: «Non sei abbastanza forte per opporti a me, Metis Potter. E perderai ogni cosa a te cara.»
Vidi Metis tremare leggermente, ma la sua voce era ferma quando esclamò l’incanto, e Voldemort iniziò a cambiare pelle come il serpente a cui somigliava: in poco tempo la sua pelle era diventata blu e lui era in preda al panico.
Metis fece un sorrisetto, poi un passo indietro: guardò prima me, poi i suoi amici e suo fratello, e infine scappò fuori dall’aula scansando i suoi compagni di classe.
Dopo qualche secondo di silenzio, ripresi a parlare.
«Ehm… molto bene, un'ottima lezione. Per compito, siete pregati di leggere il capitolo sui Mollicci e di farne il riassunto... consegna lunedì. È tutto.»
Vidi Gideon ed Harry iniziare a correre immediatamente verso l’uscita e sospirai.
La mia figlioccia mi aveva dato molto a cui pensare.

  
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