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Autore: Epic JP    13/01/2021    1 recensioni
(Non sto partecipando a qualche challenge o fandom indette da qualche gruppo perché non ho la più pallida idea su come fare queste cose XD) (Se qualcuno potesse spiegarmelo ne sarei grato)
Questa storia avrà luogo in questo periodo. O meglio, avrà luogo negli ultimi giorni dell'anno. L'idea sarebbe di pubblicare un certo capitolo (che tratterebbe del compleanno di Hinata) il 27. Non so dire con che cadenza caricherò e non so dire se farò in tempo a scrivere QUEL capitolo prima del 27... in ogni caso, ci proverò lo stesso. Scritto questo, introduciamo la storia.
Verso la fine di Dicembre, Naruto e Hinata progettano di festeggiare in un modo diverso dal solito ma una missione in arrivo per Naruto minaccia di mandare tutto all'aria. Ma nessuno può sapere in che modo l'Universo percepisce e reagisce quando accadono certe cose.
Buona lettura e (mi auguro) recensimento. Ci saranno anche immagini cover per ogni capitolo, alcune fatte dal sottoscritto e altre no. ENJOY!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Capitolo 5: La Baia Della Tranquillità

 

I primi raggi di luce solare che entrarono attraverso le tende della finestra della suite numero 773 illuminarono anche le due stanze laterali, le cui porte erano rimaste aperte. E, nella camera da letto, le forme illuminate poco a poco mostrarono i due occupanti del lussuoso trilocale ancora addormentati ed avvinghiati insieme. Potevano dare l'idea di stare solo fingendo di dormire perché il loro respiro era perfettamente coordinato quasi come se inspirassero l'aria emessa dall'altro elemento in un ciclo continuo. E tutti e due stavano sorridendo, magari addirittura a causa di un sogno condiviso. O forse il piacevole ricordo delle ultime cose che avevano fatto prima di dare riposo al loro essere non si era disperso nel buoi della notte mantenendo così il loro buonumore.

 

In verità, uno dei due coniugi si era svegliato qualche minuto prima per fare una certa cosa. Si era mosso col massimo silenzio per non interrompere il sonno della partner e, dopo aver fatto quello che doveva fare, si era rimesso giù chiudendo gli occhi ed abbandonandosi ad un piacevole torpore. Ma senza più riaddormentarsi veramente. Pensare a cosa li aspettava insieme alla visione dell'umana ancora dormiente gli aveva reso impossibile la totale perdita di conoscenza. Si era comunque rimesso comodo godendosi la posizione e la compagnia.

 

- - -

 

Un'indefinita quantità di tempo dopo, le palpebre dell'ereditiera si sollevarono lentamente mentre il resto del corpo veniva attraversato da un momentaneo e piacevole brivido. La prima cosa che i suoi occhi perlacei videro fu il petto dell'uomo che aveva sposato, era chiaro che non si fosse spostata durante il sonno perché rammentava di essersi addormentata nella stessa posizione. Emise un sospiro e quest'azione dovette rivelare al biondo il suo risveglio perché lui iniziò a far scivolare una mano sul suo fianco su e giù per accarezzarla unendo a questo la sua voce modulata in modo armonioso: “Ohayo, principessa e buon compleanno. Abbiamo dormito bene stanotte?”

 

Lei non rispose subito, prima strofinò la faccia contro i suoi pettorali emettendo un basso mugolio simile a quello di un gattino: “Posso dire che sia stata, finora, la migliore notte che abbia passato in questo posto. Magari perché mi sono addormentata e svegliata fra le braccia dell'uomo che amo? Questo fattore potrebbe aver influito sul mio riposo?”

 

Il maschio ridacchiò sommessamente senza fermare la mano e senza liberarla dall'abbraccio dell'altra: “Non saprei dirlo, forse. Ma invece di pensare alla notte passata... sei pronta per vivere la tua giornata?”

 

La corvina mantenne il contatto fra il proprio viso e i muscoli di lui non volendosi ancora mostrare “Immagino che sia già tutto programmato... posso sapere cosa farò di bello, per esempio, durante la mattinata?”

 

“Naturalmente. Per prima cosa ci sarà la colazione, poi eseguirai la tua solita toeletta mattutina, dopo ti vestirai in modo adeguato e poi esplorerai la Baia della Tranquillità, tutto con la compagnia e l'ausilio del tuo maritino adorato. Direi che, al momento, sapere queste cose ti dovrebbe bastare, no?”

 

“Mh... e come si suppone che faccia colazione? Se oggi è la mia giornata come affermi, dovrebbe essere speciale, vero?”

 

“Beh, normalmente dovremmo alzarci, darci una riorganizzata per essere presentabili, scendere giù, trovare un tavolo, ordinare quello che vogliamo, attendere che venga portato e poi mangiare. Quello sarebbe l'Iter standard.”

 

Non vista, Hinata sorrise, certa che ci fosse dell'altro: “Ma oggi non verrà seguito l'Iter, giusto?”

 

“Certo che no! Per chi mi hai preso? Oggi la colazione ti sarà servita a letto!”

 

La faccia nascosta assunse un'espressione interdetta: “A letto?!?”

 

Il biondo le tolse le mani di dosso e, dopo essersi raddrizzato un po' facendola scivolare delicatamente sulla propria pelle, batté le mani due volte: “Cameriere! È ora di entrare!”

 

-Cameriere? Ha chiesto di portarci la colazione in camera?!?- La donna aveva imitato il marito ma, vedendolo agire, stava iniziando a sentire il sangue salirle in faccia. Poteva anche andare bene farsi servire a letto ma... aveva tutti i capelli in disordine e le uniche cose che i due avevano addosso erano un paio di boxer e una vestaglia da notte. Forse Naruto si sarebbe dovuto curare di questi dettagli prima di organizzare il suo piano, qualunque esso fosse.

 

I timori della ragazza evaporarono quando dalla porta apparve un clone del marito con in mano un lungo vassoio rettangolare e dotato, agli angoli, di quattro zampe con relativa base d'appoggio. Il clone stesso si muoveva come uno dei numerosi inservienti che le era capitato di vedere da quando erano arrivati al Dragon Hotel anche se, a differenza di loro, non indossava un'uniforme ma abiti che aveva visto indossare dall'originale. Comunque le fu impossibile spiccicare parola finché il clone, ancora agendo come se fosse un cameriere, le arrivò di fianco facendo un elegante inchino: “La colazione è servita mia signora, ci auguriamo che il servizio e il cibo siano di suo gradimento.”

 

Dopo tale frase, posizionò il vassoio in modo che le gambe dei due occupanti del letto si trovassero sotto di esso, in questo modo si sarebbe trovati nella stessa condizione offerta da un normale tavolo. E sul vassoio c'era ogni sorta di cibo, condimento e bevanda mattutini: ciambelle, biscotti, bignè, dolci fatti in casa, fette di pane, pezzi di cioccolato, vaschette di crema, bicchieri ancora fumanti di latte e caffè, vasetti di marmellata ed altre creme... ogni elemento formava un connubio di colori, forme e... almeno per ora, profumi.

 

La kunoichi si voltò verso il ninja con bocca ed occhi spalancati ma lui, con un semplice sorriso da dato-di-fatto, le rivolse una semplice domanda: “Allora, cosa ne pensi?”

 

Prima ancora che lei potesse elaborare una qualsiasi frase, il clone si intromise: “Il personale gradirebbe moltissimo anche una mancia, se la signora è d'accordo.”

 

Tutti e due si voltarono verso di lui con espressioni diverse: Hinata abbastanza sorpresa di sentire un clone chiedere una mancia e Naruto abbastanza infastidito dalla frase fuori programma. Decise quindi di risolvere il problema alla radice: “Non serve la mancia, grazie per la consegna!”

 

Il malcapitato fece una smorfia prima di sparire in una nuvola di fumo lasciando a terra solo gli indumenti che aveva addosso e facendo di nuovo voltare la femmina verso il compagno: “Ma se era un clone, perché sono rimasti i vestiti?”

 

L'altro si grattò il collo imbarazzato: “Beh... qua-quando l'ho creato aveva addosso quello che avevo io e... e mica poteva andare a farsi caricare un vassoio in quello stato. Gli ho fatto indossare qualcosa ma il Chakra di cui era fatto non comprendeva anche gli indumenti extra.”

 

“Oh... capisco.”

 

Il maschio iniziò ad agitare le mani a disagio: “Spe-spero che questo... ignorabile fuori programma non abbia alterato troppo il tuo umore. Giuro che non c'entro niente con quella richiesta! È stata un'iniziativa solo sua! Mi... mi auguro davvero che...”

 

Si interruppe vedendo l'altra ridacchiare di gusto e attese che fosse lei adesso a dare una spiegazione: “Non mi ha disturbata affatto, Naruto-Kun. Al contrario, è stato divertente. Non avevo mai visto un tuo clone agire di libera iniziativa e facendoti arrossire.”

 

“Qu-quindi... va tutto... bene?”

 

“Beh, come avevi detto tu, sto per fare colazione a letto. Se seguo il programma, vuol dire che le cose vanno per come devono andare, no?”

 

“S-sì, immagino di sì.”

 

“Bene, allora.” Giunse le mani continuando a guardarlo con tenerezza: “Itadakimasu!”

 

Fecero colazione in tutta allegria e spensieratezza. Sapevano di non avere tutto il tempo del mondo ma, non dovendo rispettare orari e scadenze e sapendo che il soggetto sotto la supervisione dell'Eroe di Konoha non sarebbe andato in giro, diede alla coppia la sicurezza di non dover fare le cose in fretta.

 

In mezzo ad altre mille leccornie, c'era anche un dolce a loro sconosciuto: una sorta di rotolo di pasta avvolto in una serpentina e guarnito con zucchero e cannella. Naruto, che aveva assorbito i ricordi del clone eliminato, rivelò in nome di tale pietanza: rotolo alla cannella, anche se da quelle parti lo chiamavano cinnamon roll.

 

Ognuno di loro bevve una tazza di latte con l'aggiunta di una puntina di caffè e vennero assaggiate tre delle cinque differenti creme presenti. E vennero anche mangiati vari dolci e dolcetti. E, per alcuni di loro, Hinata si chiese se fosse possibile chiedere la ricetta agli chef che li avevano preparati. Fra un assaggio e l'altro, il tempo continuò a scorrere placido fra i due. Si trattò della colazione più lunga che avessero mai fatto. Alla fine, quando si sentirono sazi, era passata quasi mezz'ora da quando la colazione era stata servita.

 

Adesso, secondo il programma, era arrivato il momento della toeletta mattutina della signora. E, anche in questo caso, l'Iter venne accantonato. Mentre un nuovo clone, rivestitosi degli abiti del suo predecessore, portava via il vassoio, l'originale prendeva fra la braccia in stile sposa la moglie per portarla in bagno. Questo però scatenò in lei una nuova paura per l'ignoto: “Ehm... Anata? Cosa s-succede... adesso?”

 

“Mi pare ovvio, Hinata. Secondo la scaletta che ho illustrato, ora è il momento di farti bella.”

 

“S-sì ma... come... in cosa consisterebbe il tuo... intervento?”

 

“Lo vedrai e lo sentirai presto, mia principessa.”

 

Descrivere come infondato quello che aveva provato sarebbe stato riduttivo, il timore che le era nato nel petto svanì come la nebbia quando si alza il sole. Il partner aveva creato altre copie di sé stesso e si era messo al lavoro: una coppia iniziò a massaggiarle le gambe e i piedi, un altro le stava pettinando i capelli, altri due avevano iniziato a prendersi cura delle sue braccia e delle mani e l'originale stava usando un panno umido per rinfrescarle la faccia. Lei era comodamente seduta su altri due cloni posizionati appositamente per farle da sdraio. L'unica attività che le toccava fare era di dare ogni tanto delle direttive alle teste bionde tutte intorno a lei.

 

Lo trovò piacevole e si sentì quasi come una principessa di qualche storia che aveva letto o le avevano letto da bambina: tanti servitori felici di rendere felice la loro sovrana o contenti di aiutarla a prepararsi per qualche ballo dove avrebbe incontrato il suo principe azzurro per vivere per sempre felice e contenta. In parte si identificava con questi personaggi: anche lei aveva trovato il suo principe azzurro, sebbene il percorso per raggiungerlo si era rivelato più arduo e lungo, tuttavia ora era lì e stava vivendo felice e contenta.

 

La voce dell'unico vero uomo presente la riportò alla realtà: “Principessa, il tuo viso è stato ripulito da tutti i resti di scorie del pasto appena fatto, i tuoi lunghi e setosi capelli sono in ordine e... sarei curioso di sapere quali sono le condizioni dei tuoi arti atletici.”

 

Lei tenne gli occhi placidamente chiusi e rispose senza perdere il sorriso: “Mmmh... i miei... arti... i miei arti sono... stanno bene. Mi piace come... massaggi. Dove... dove hai imparato?”

 

“Durante il mio allenamento col maestro Jiraiya, ho vissuto tante esperienze e imparato tante cose. In alcuni momenti avrei voluto dimenticarne alcune ma, tutto sommato, ogni esperienza che ho vissuto mi ha arricchito.”

 

“Capisco... però... però adesso anche... anche tu dovresti capire qualcosa...”

 

“Di che si tratta? Sono tutt'orecchi!”

 

“Io... avrei bisogno del... bagno... d-da sola...”

 

“Da sola? Io... ah! Da sola... giusto! Me ne occupo subito!”

 

Siccome si era avvicinato all'orecchio della ragazza per sussurrare così da non rovinare l'atmosfera, la reincarnazione di Hashirama si raddrizzò e si voltò verso gli altri sé: “Hey, ragazzi! Fine del lavoro! La mia signora ha bisogno di stare da sola per un po', smammare!”

 

Tutti i presenti, tranne quelli che sostenevano la signora menzionata, si affrettarono ad uscire dal bagno. Quando poi si ritrovarono solo in quattro, il biondo fece di nuovo il teatrale: “Ora non muoverti, Hinata. Ti farò alzare senza che tu faccia fatica.”

 

Dopo tale affermazione, la corvina aveva riaperto gli occhi e aveva iniziato a chiedersi cosa intendesse dire ma, com'era successo col servizio di prima, la risposta giunse da sola. Le due copie sotto di lei si mossero in modo coordinato facendola gradualmente raddrizzare. Quando poi fu ad una certa altezza, l'originale le prese gentilmente la mano e la tenne su quel tanto che serviva perché potesse poggiare in tutta sicurezza i piedi a terra. Finito il giochetto, i due estranei sparirono con due esplosioni fumose lasciando i coniugi da soli a fissarsi con sguardo favoleggiante: “Beh, ti sei affaticata?”

 

“Ne-neanche un po'...”

 

“Bene...” Le diede un bacino sulle labbra, il primo della giornata: “...ti lascio da sola adesso.”

 

Uscì dal bagno con passi leggeri chiudendo la porta dietro di sé prima ancora che la donna risollevasse le palpebre. Quando lo fece, si vide allo specchio e non poté fare a meno di ammirarsi un momento, il marito aveva fatto davvero un bel lavoro.

 

- - -

 

Mentre aspettava pazientemente la moglie, il ninja in missione si mise in contatto col clone in avanscoperta: -Allora, come vanno le cose?-

 

-Ho fatto una parte delle cose che mi hai detto e adesso sto facendo il resto.-

 

-Sii più preciso, cos'è che hai già fatto e cos'è che ancora devi fare?-

 

-Ho riportato il vassoio alla reception ringraziando per tutto e facendo i complimenti. Poi ho chiesto se fosse possibile parlare con i cuochi ma ho ricevuto un rifiuto e adesso mi sto dirigendo verso il negozio dove avevi preso le bombolette.-

 

-Wow, hai fatto solo questo?!?-

 

-Non è colpa mia se al ristorante c'era folla! È già un miracolo che non abbia svuotato il resto della vostra colazione in testa a qualcuno!-

 

-Va bene, va bene! Lasciamo perdere i dettagli inutili. Ti ricordi cosa devi chiedere al tizio del negozio?-

 

-Sì, se ha anche delle bombole più grandi che consentano di stare in apnea più a lungo. E poi devo affittare di nuovo una barca.-

 

-Bravo! Continua a muoverti, più tardi di darò altre disposizioni, passo e chiudo!-

 

-Ricevuto!-

 

Fece appena in tempo a riportare la mente sul posto che la porta del bagno si aprì di nuovo e l'altra occupante dell'appartamento riapparve davanti ai suoi occhi: “Anata, ho finito in bagno, puoi usarlo tu adesso.”

 

Lui mostrò i suoi denti bianchi: “Non mi serve adesso, ho una cosa molto più importante di cui devo occuparmi.”

 

La prese di nuovo fra le braccia e attraversò il soggiorno fino ad arrivare alla porta della camera da letto, solo che a quel punto la principessa diede sfogo alla propria curiosità con un paio di sospetti come contorno: “Ehm... Naruto-Kun? Cosa... cosa dovrebbe succedere adesso?”

 

“Mi sembra ovvio, Hinata. Devi finire di prepararti per la nostra imminente uscita. Devi toglierti la vestaglia, indossare il tuo nuovo costume e metterti qualcosa addosso per non farti ammirare da chiunque incroceremo prima di essere in mare.”

 

“S-sì ma... c-che intenzioni hai?”

 

“~Come ti ho aiutata a rinfrescarti, pensavo di aiutarti a cambiarti~”

 

Le palpebre della donna si contrassero quando lei comprese qual'era il messaggio implicito nascosto fra le parole del marito: “No! Nononononono... no! Aspetta un momento.”

 

Lei scese dalle braccia che l'avevano trasportata proprio sulla soglia e gli poggiò le mani sul petto onde evitare che avanzasse ancora: “Apprezzo davvero che tu voglia renderti utile e aiutarmi nella mia routine mattutina ma... com'è successo in bagno, questo è un momento in cui devo stare da sola. Ce-certamente non vuoi che facciamo tardi pe-per ragioni puramente... co-corporali, giu-giusto...?”

 

Si era sforzata di mantenere una faccia sorridente, malgrado la stesse sentendo quasi avvampare, per convincere il maschio a soddisfare questa richiesta. Non temeva che Naruto potesse farsi sopraffare da qualche istinto maschile e... mettere entrambi in una certa situazione ma prevenire era meglio che curare. Non aveva mentito, anche se ci fosse stata la certezza assoluta che lui l'avrebbe aiutata e basta, cambiarsi era qualcosa che una persona sola avrebbe fatto in modo più rapido. Per fortuna, lui si fece convincere e lo mostrò facendo un passo indietro: “Come desideri, Hinata. Mentre tu ti cambi, io mi sbrigherò dall'altra parte.”

 

Appigliandosi a questa affermazione, la corvina entrò nella stanza e iniziò a chiudere la porta subito dopo il suo ingresso ma senza mai perderlo di vista: “Bene, Naruto-Kun. Ci rivediamo in soggiorno quando abbiamo finito.”

 

Chiuse la porta senza attendere un'altra replica e, per essere certa di avere la sua privacy, fece girare la chiave un paio di volte.

 

- - -

 

Nel giro di venti minuti, i finti turisti di Konoha erano in strada. Lei aveva deciso di indossare un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta rossa decorata da fiori gialli e un largo scialle azzurro sistemato sulle spalle. Il compagno, non dovendo mettere qualcosa per coprirsi sotto la vita ma intenzionato a seguire la sua filosofia nel vestire, si mise semplicemente una canottiera e un cappellino arancioni. Lungo la strada aveva anche spiegato alla moglie che un suo clone si era occupato di procurare dell'altra attrezzatura per fare immersioni e di prenotare un'altra barca. Però, prima di poter prendere il largo, dovevano capire bene dove dirigersi.

 

Malgrado le informazioni ricevute da Mugetsu, sembrava che il nome della baia non fosse noto agli abitanti del Villaggio. Di conseguenza, prima di andare al molo, avrebbero dovuto spendere del tempo per avere indicazioni più precise. La seconda componente del gruppo fu ben felice di offrire il suo contributo allo sforzo.

 

Ci volle più di quanto lui si aspettasse: anche se molta gente era a conoscenza della baia oltre lo sperone che faceva da confine occidentale alla spiaggia centrale, sembrava che nessuno avesse mai sentito parlare di una fantomatica Baia della Tranquillità. E nessuno aveva idea di che tipo di fondale ci fosse oltre la lunga montagna che si protendeva nell'acqua quasi come uno spiedo. Solo dopo un bel giro, i due trovarono qualcuno che potesse aiutarli. Si trattava di un anziano pescatore che stava recuperando le prede finite nella sua rete. Non solo confermò la posizione e il nome quando venne interrogato, ma iniziò anche a decantare la storia che i due avevano sentito due giorni prima. Arricchendola naturalmente di dettagli aggiuntivi e frammenti di racconti che aveva sentito quando era un bambino.

 

Ringraziato il canuto signore, la coppia prese il mare con Naruto posizionato a poppa a muovere i remi e Hinata a prua per dirigere la navigazione. A dire il vero, il biondo aveva preso in prestito un altro tipo di barca: era sempre qualcosa di piccolo, non poteva permettersi di affittare una delle imbarcazioni più grandi che gli era capitato di vedere, ma lo scomparto dove mettere gli oggetti era più grande, capiente abbastanza da nascondere ad un paio di occhi perlacei lo strumento acquistato dal clone dietro sua direttiva.

 

Servì più tempo rispetto al giorno precedente, in quel caso erano già vicini al confine della baia, dovevano solo scavalcare la lingua di roccia. Adesso invece c'era più strada da fare perché il molo da cui erano partiti si trovava sul lato sinistro della baia centrale e quindi, a forza di remi, il maschio dovette prendere il largo per non incappare nei bagnanti, superare tutto quel tratto di mare e poi riavvicinarsi quando il prolungamento marroncino divenne visibile. In varie occasioni Hinata si era offerta di dargli il cambio ma lui aveva sempre rispettosamente rifiutato il suo aiuto affermando che, per lui, si trattava di riscaldamento per le braccia e che, quando si sarebbero tuffati, si sarebbe lavato via anche il sudore eventualmente prodotto.

 

Se il giorno prima erano arrivati a destinazione in quindici minuti, adesso ci volle quasi mezz'ora per giungere al luogo designato. Il biondo aveva deciso di spingersi fin dentro il cuore della baia, lì l'acqua era estremamente calma e non sentì neanche il bisogno di gettare l'ancora, la barca non sarebbe andata da nessuna parte e se sotto di loro ci fosse stato qualcosa, un pezzo di ferro che arriva a tutta velocità avrebbe potuto rovinarlo.

 

La corvina aveva deciso di sfruttare il tempo di navigazione: siccome il marito non voleva cederle il posto, ne approfittò per spogliarsi. Era sicura che la visione del suo corpo col nuovo costume avrebbe avuto delle ripercussioni particolari sull'uomo, se ne era accorta già il giorno prima, ma oltre a non pensare di provocato con movenze particolari prima di tuffarsi, ebbe l'accortezza di togliersi i vestiti dandogli le spalle. Lui non poteva saperlo perché non gli aveva fatto vedere niente ma, pur non cedendo alle vibrazioni provocate, il pezzo superiore del capo che aveva addosso offriva una pericolosamente grossa libertà di ondeggiamento al suo seno e lei sperava di evitare che finisse danneggiato per qualche misteriosa ragione.

 

Ovviamente non aveva potuto nascondere la sua area posteriore ma si era augurata che, dopo tanto tempo passato insieme, veder scivolare un pantaloncino sulle gambe di tua moglie non ti faccia venire strane idee o scateni la tua fantasia erotica. Da parte sua, Naruto si era goduto quel poco che era riuscito ad adocchiare ma non era né scoraggiato e né avvilito, si sarebbero immersi di lì a poco e, grazie al suo trucco, lei non sarebbe mai uscita dal suo campo visivo.

 

Lasciò andare i remi e si alzò in piedi: “Bene, siamo arrivati. Ci troviamo al centro della Baia della Tranquillità. È ora di scoprire se le storie sono vere o no.”

 

Hinata si voltò accertandosi di non farlo troppo bruscamente ma sorridendo serena: “Ma io sono pronta e tu hai ancora gli abiti addosso. E poi come faremo a stare in apnea a lungo? Hai preso due bombolette come l'altra volta?”

 

Lui si tolse il cappello e la canottiera poggiandoli vicino agli indumenti della ragazza: “No, questa volta sarà un tantino diverso. Avremo sempre qualcosa che ci aiuterà a respirare ma non è come le due bombole di ieri.”

 

Tornò a poppa e tirò fuori dallo scomparto qualcosa che l'altra non aveva mai visto: si trattava di un grosso cilindro dall'aspetto metallico con l'estremità superiore di forma ovoidale da cui partiva un piccolo tubetto a cui era collegata una valvolina e un lungo tubo di cui non si vedeva la fine. E tale oggetto era unito ad una struttura dotata di due bretelle per le spalle. Lui le diede del tempo per guardarlo prima di spiegarle cosa fosse: “Si tratta di una bombola. A differenza degli SPARE-AIR dell'altra volta, questa contiene molta più aria. Una persona normale potrebbe stare in acqua per un'ora con questa ma noi, con le nostre capacità, potremmo restare lo stesso tempo in due senza dover trattenere il respiro a lungo.”

 

La coppia di Byakugan erano ancora fissi sul nuovo oggetto: “Beh... forse ma... come si suppone che respiriamo con quello? Le bombolette di ieri rilasciavano aria se mordevano una parte interna, con questo come funziona?”

 

“Te lo mostro subito.” Afferrò la parte finale del tubo rimasta nascosta e gliela mostrò: “Si mette questo in bocca e il gioco è fatto. L'unica differenza è che non c'è una parte da mordere per far uscire l'aria, questo la rilascia in continuazione.”

 

Lei annuì comprendendo perfettamente quello che le era stato detto ma, non notando una seconda bombola, le sorse una domanda ovvia: “però ne vedo solo una. Come faremo a respirare insieme senza una seconda bombola?”

 

A questa domanda, la luce del sole riflettette sui trentadue denti dell'ex allievo dell'attuale Hokage: “Semplice, porterò io la bombola per tutti e due.”

 

“Co-cosa?”

 

“Pensaci, quest'affare ha un certo peso e tu sei la festeggiata oggi. Non voglio che niente ti appesantisca e non devi avere alcuna restrizione che possa inficiare i tuoi movimenti. Quindi ci immergeremo con una sola bombola e resteremo sempre accanto condividendo la medesima riserva. Non lo trovi romantico e adatto al luogo? Voglio dire, questo posto è nato grazie all'amore fra 2 persone, non pensi che sarebbe perfetto onorare le storie che abbiamo sentito respirando praticamente insieme?”

 

“I-io...” Non era contro l'idea ma, stare a diretto contatto avrebbe potuto vanificare gli sforzi che aveva fatto fino a quel momento. A meno che...

 

Nella mente della donna si formò una strana idea, strana abbastanza da essere considerata realizzabile. Fece qualche passo indietro senza fare movimenti bruschi, lui non doveva insospettirsi: “Quindi... se ho ben capito... proponi di... immergerci in 2 ma con una sola bombola, ho ragione?”

 

“Sì, principessa. Questa sarebbe l'idea.”

 

Abbassò lo sguardo mentre si prendeva il mento fra due dita per dare l'impressione che ci stesse ancora pensando su. O che avesse appena finito di considerare i pro e i contro dell'idea appena proposta: “D'accordo, Naruto-Kun. Facciamolo!”

 

“Magnifico! Dammi solo un minuto per sistemarmi la bombola sulle spalle.”

 

Il ninja si voltò per fare quanto detto certo che, fra poco, avrebbe esplorato un fondale su cui aveva sentito meraviglie con l'entità, ai suoi occhi, più meravigliosa del mondo inconsapevole che, alle sue spalle, anche lei stava agendo. E l'azione in questione consisteva nello sciogliere i nodi che tenevano il costume sul suo corpo. Nello stesso momento in cui Naruto finiva di gingillare con le bretelle per far stare il tutto ben aderente alla schiena, l'ultima parte di ciò che nascondeva al mondo parte del corpo della corvina cadeva all'interno della barca.

 

Inconscio di ciò, l'Eroe della Foglia ruotò indietro: “Perfetto, Hinata! Adesso possiamo...” Restò quasi di sasso davanti a ciò che vide: sua moglie era senza nulla, non stava tentando di coprirsi e aveva iniziato a fare dei piccoli passi verso di lui regalandogli uno sguardo sensuale: “Vuoi sapere cos'ho pensato, Anata?”

 

Dovette deglutire un paio di volte prima di rispondere, il suo volto stava iniziando a surriscaldarsi: “Ah... i-i-i-io... Hi-Hinata... s-sì. Co-co-co-cos'hai pe-pensato?”

 

Lei gli arrivò davanti, si leccò molto lentamente la punta di un indice e lo poggiò al centro del suo petto: “Che se ci immergeremo con una sola bombola... allora verrà anche indossato un solo costume. E la persona che lo indosserà sarai tu, che ne pensi?”

 

Col dito di lei che iniziava a strisciare in mezzo ai suoi pettorali, il biondo trovò difficoltoso articolare parole senza balbettare: “B-beh... s-se... se i-io... voglio di-dire... se t-t-tu... pe-perché dovresti e-e-essere t-t-tu a... a n-non... a non in-indossare ni-ni-ni-nient-te?”

 

Lei non fermò il dito e continuò a guardarlo nello stesso modo: “È semplice, Anata. Se non indosso niente, allora niente corre il rischio di rompersi, giusto? Inoltre, hai detto poco fa che non devo avere restrizioni e cosa potrebbe compromettere i miei movimenti se sono nuda?”

 

L'altro percepiva di stare iniziando a sudare sul serio ma non per la calura: “C-c-ce-ce-certo... m-ma... n-non hai fa-fa-fatto i-i-il test i-ieri pe-per essere... si-sicura che il co-co-co-costume... te-te-te-tenga?” Nella mente, Hinata ridacchiò, lo stava portando proprio dove voleva e in quelle condizioni gli sarebbe stato impossibile mentire: “Sì, l'ho fatto e ha retto. Ma come potrei fare dei test simulando condizioni che non sono in grado di ricreare?”

 

“C-c-condizioni? Di... di che pa-parli?”

 

La trappola della corvina scattò con la contrazione dei suoi occhi e la conseguente attivazione del Byakugan. Ma non accadde solo questo, la punta del dito sul petto del marito venne avvolta da una piccola aura di Chakra: “Parlo della condizione in cui non sono io a far rompere le cose che compro ma chi è in mia compagnia quando il fatto succede, ovvero tu.”

 

Il biondo provò una stranissima sensazione, qualcosa che non aveva mai provato prima: piacere e desiderio amoroso misto a paura primordiale. Per quanto ne sapesse, era la prima volta che provava questo strano mix di emozioni. Tuttavia gli occhi azzurri vennero spalancati lo stesso, anche se il corpo era come impietrito: “Hi-Hinata?!? C-c-co-co-cosa... cosa... cosa t-ti s-sa-salta in m-m-m-mente?”

 

Malgrado la contrazione oculare, la donna non aveva alterato il suo sguardo e stava ancora parlando con tono mellifluo mentre il dito continuava a gironzolare sul petto di lui: “Mi sono posta una domanda, Anata. E se ieri non fossi stato del tutto sincero? Sì, hai esposto un'ottima difesa ma questo non esclude che tu possa aver deliberatamente ignorato la mia sicurezza e la mia spesa per potermi afferrare. Quindi come potevo essere sicura che l'incidente di ieri non si sarebbe ripetuto anche oggi?”

 

“Hi-Hi-Hinata... i-i-i-io...”

 

Il tono della moglie cambiò da dolce ed invitante ad imperativo: “Sei stato tu a rompermi il costume ieri? Voglio una risposta sincera e la voglio adesso!”

 

“...i-io... io non...”

 

-Attento a te! Prova a farti colpire e non garantisco per la sicurezza della tua donna! Se fai un passo falso e lei tenta qualcosa, io agirò in anticipo!-

 

-N-non ti ci mettere anche tu, stupida palla di pelo arancione! Sono già abbastanza nervoso senza le tue stupide minacce!-

 

-Allora non fare lo stupido! Ti ho avvisato, falla reagire nel modo sbagliato e farò quello che non ho fatto ieri!-

 

La donna al centro del discorso mentale era ancora in attesa: “Allora? Sto aspettando, sei stato tu oppure no?”

 

“...Hi-Hinata... io...” Una leggera pressione del dito della kunoichi gli mozzò il fiato: “Smetti di balbettare, Naruto. Mi basta una semplice risposta: sì o no?”

 

Lui dovette fare un respiro profondo quasi quanto la baia che avevano visitato per riprendere un minimo di controllo su di sé: “Non sono stato io ma, allo stesso tempo, potrei essere stato.”

 

L'ambigua risposta colse di sorpresa l'inquisitrice, che però non abbassò la guardia: “Che vuoi dire? Lo hai fatto oppure no?”

 

“No! Non ho fatto niente al tuo vecchio costume ma, in un altro ipotetico universo alternativo in cui non mi sarei curato di te e di ciò che avevi, lo avrei fatto sicuramente.”

 

“Stai cercando di prendermi in giro?”

 

“No, Hinata!” Lui focalizzò lo sguardo sugli occhi contratti della moglie: “Come ti ho detto, tu vieni prima dei miei... bisogni carnali e mi conosci abbastanza da sapere che sono in grado di controllare i miei istinti... la maggior parte delle volte. Credo.”

 

Lei lo fissò silenziosa mantenendo l'espressione dura e il dito premuto contro di lui: “...”

 

“...”

 

“Potresti giurare di essere sincero?”

 

“Certo, anzi... lo farò ora!” Di nuovo in grado di muovere le braccia, si pose la mano sul petto il corrispondenza del cuore: “Giuro su tutto quello che riteniamo più sacro che tu, Hinata Hyuuga-Uzumaki, mia consorte ed unica donna che abbia mai amato davvero, sei la cosa più importante per me in questo mondo. E che io possa subire le peggiori torture e sofferenze se quello che ho detto non risulterà vero. E pronunciando queste parole, chiamo il Saggio delle Sei Vie, Hagomoro Otsutsuki, come mio testimone!”

 

Davanti a quelle parole pronunciate in modo così solenne, fu impossibile per la figlia di Hiashi mantenere il suo cipiglio. La sopracciglia si sollevarono involontariamente e la punta del dito non esercitò più pressione.

 

Ancora una volta, rimasero fermi a fissarsi: “...”

 

“...”

 

“...”

 

Fu lei poi che ruppe il silenzio: “Quindi... sei davvero sincero?”

 

“Mi hai sentito, no? Ho giurato come avevi chiesto.”

 

“Io... io non ti avevo chiesto di farlo. Ero solo interessata alla possibilità che lo facessi.”

 

Gli sfuggì una piccola risata: “Beh... la possibilità si è realizzata. Ho giurato per davvero.”

 

“Sì, lo hai fatto.”

 

“E... quindi adesso... che succede...?”

 

Lei abbassò lo sguardo volendolo tenere in bilico per qualche secondo. E poi, dopo un silenzio che lei pensava fosse stato percepito come interminabile dall'uomo che aveva davanti, decise di restituire ad entrambi l'umore precedente alla discussione con una semplice domanda: “...cosa si suppone che faccia ora, secondo il programma giornaliero?”

 

Lui la vide sorridere disattivando il Byakugan e togliendogli il dito dal petto ancora parzialmente incredulo: -Wow... non so come, ma sembra che ce l'abbia fatta...-

 

-Pura fortuna, se avessi avuto davanti la tua amichetta con i capelli rosa adesso avresti mezza faccia fratturata. O lei sarebbe morta, non saprei dire.-

 

-Vuoi smetterla di mettere sempre il becco che non hai?!? Non mi hai aiutato ma pretendi di commentare le mie gesta?-

 

-Ti ho dato la motivazione che ti serviva per superare l'ammaliamento che la donnetta che hai davanti esercita su di te. Se non ti avessi messo con le spalle al muro a quest'ora staresti galleggiando in mare a pancia in giù.-

 

-...Sai cosa? Mi sono stufato di parlare con qualcuno che denigra così la ragazza che ho sposato, perché non ti stendi un po' sul pavimento per rinfrescarti le idee?-

 

-Cosa?!? NO!!!- Prima ancora che la Volpe potesse tentare qualcosa, un gigantesco portale rossiccio le cadde addosso dall'alto costringendola letteralmente a guardare il pavimento con un occhio mentre la forza portante portava le mani dietro la testa iniziando ad incamminarsi per andarsene da lì: -Goditi la vista per qualche ora, magari dopo ti libero, ciao!-

 

-TORNA SUBITO QUI, PICCOLO PEZZO DI CARNEEEEEEEEEEeeeeeeeee...-

 

La mente tornò a percepire il mondo esterno il secondo successivo all'emissione della domanda da parte della femmina. E lui rispose sorridendo: “Devi farti un bagno in una baia favoleggiata insieme al suo adorato marito.”

 

“Mi piace come prospettiva!”

 

Lui rizzò un braccio per non farle fare qualche altra mossa: “Però...”

 

“...però...?”

 

Io porterò la bombola, tu starai... allo stato naturale e nuoteremo vicini. Ma...”

 

“...ma...?”

 

“Ci tufferemo insieme e tu sarai la prima ad usufruire dell'aria. D'accordo?”

 

L'altra annuì senza perdere il sorriso: “Va bene!”

 

“Allora vieni qui.” Si mise in posizione abbassando le gambe e sistemando le braccia in modo da prenderla in braccio e tenerla senza toccare aree particolarmente sensibili. La donna si sistemò e gli avvolse un braccio intorno al collo per sostenersi meglio prima di prendere di nuovo la parola: “Io sarò la prima ad usufruire dell'aria e tu non esagererai con le... effusioni affettive, che ne dici?”

 

“Oggi è la tua giornata, ogni tuo desiderio sarà esaudito.”

 

“Ottimo, allora possiamo andare.” Usò la mano libera per recuperare il tubo e si mise in bocca l'erogatore mentre il marito si avvicinava al bordo dell'imbarcazione. Avrebbe rispettato la sua richiesta e non si sarebbe fatto incantare troppo dal suo aspetto assolutamente divino. E si accorse anche che, forse per la paura che aveva provato e per lo sfogo che aveva avuto con Kurama, non solo non sentiva più la faccia bruciare ma anche altre parti del corpo non sembravano essere irrorate eccessivamente dal sangue. Convintosi di poter resistere alla tentazione di spogliarsi in acqua per essere allo stesso livello della moglie, la guardò con sguardo fiero dandole l'avviso finale: “Adesso saltiamo!”

 

Lei chiuse gli occhi poggiandogli la testa sulla spalla e lui saltò dopo essersi riempito i polmoni di aria fresca.

 

- - -

 

Il fluido azzurro li inglobò come una pozza fangosa sufficientemente profonda avrebbe inglobato un sasso lanciato dentro di essa. Mentre gli schizzi perdevano la loro spinta iniziale e la superficie tornava ad essere irregolarmente piatta, i due umani iniziarono la loro discesa verso il fondo. Pochi metri più in basso rispetto al punto in cui si erano tuffati, si trovava un banco di pesci variopinti che, all'arrivo della nuova massa di materia, si aprì facendosi attraversare come una nuvola attraversata da una corrente d'aria. L'unica differenza fra la nuvola e gli animali fu che questi ultimi non smisero di nuotare creando intorno alla coppia, durante tale passaggio, un caleidoscopico gioco di luci e colori dovuto alla riflessione dei raggi del sole sulle loro squame in movimento. Solo che tale spettacolo della natura non venne ammirato dai due nuovi arrivati, troppo persi l'una dall'altro per interessarsi al mondo intorno a loro.

 

Il maschio aveva modificato il modo in cui sosteneva il corpo della moglie: pur mantenendo la mano sinistra dietro la schiena di lei, decise di portare anche le gambe, ora libere dal suo peso, a contatto col corpo della compagna in modo da poter così usare la mano destra per fare altro. Si era quindi tirato un po' indietro, la parte superiore del corpo femminile si separò dal suo tronco sostenuta sia dal suo braccio sinistro che dall'acqua, tirando su ed allargando le ginocchia. In questo modo le sue gambe mantennero comodamente distesa la ragazza senza che i suoi glutei venissero toccati.

 

Aveva promesso di non essere troppo affettuosamente estroverso, quindi usò la mano libera per solleticarle il ventre, sicuro che a lei non sarebbe dispiaciuto o piaciuto troppo.

 

Hinata, dal canto suo, si stava godendo l'immersione appena iniziata. Mentre i capelli le iniziavano a fluttuare, aveva percepito dei movimenti da parte del biondo ma non si era curata troppo di loro: la freschezza dell'acqua, unita all'atmosfera che avevano creato e alla certezza che non sarebbe accaduto niente di inconveniente aggiunto alla consapevolezza di trovarsi in un luogo quasi fatato e tutto da esplorare le avevano quasi ovattato i sensi. Si trovava lì, in un ambiente incontaminato, libera da ogni incombenza e con l'uomo che amava... se non fosse stato per il fatto che respirasse usando la bocca, si sarebbe potuta addormentare per sognare il sogno in cui stava vivendo.

 

E poi si sentì solleticare la pancia. Non aveva aperto gli occhi ma sapeva bene a chi era dovuto il fenomeno. Emise qualche bolla in più, non poteva ridere senza perdere l'erogatore ma volle comunque mostrare di apprezzare la cosa: quando si era in parte separata dall'altro, aveva posto le mani sul petto. Adesso decise di usare la sinistra per trovare la faccia maschile. Non ci mise molto e, mentre il suo grembo continuava ad essere stimolato, lei ricambiò accarezzando la guancia che aveva localizzato.

 

Continuarono a scendere così: entrambi ad occhi chiusi mentre uno faceva il minimo sforzo di trattenere il respiro mentre sosteneva e divertiva la sua metà e l'altra mostrava il proprio apprezzamento facendo ondeggiare liberamente le lunghe gambe.

 

L'arrivo sul fondo fu morbido: Naruto si ritrovò seduto su una soffice distesa polverosa e anche i piedi della corvina sollevarono piccoli nugoli di sabbia. Tuttavia non si mossero ancora, pur essendo arrivati ad una simbolica destinazione continuarono a compiacersi a vicenda senza prendersi il disturbo di guardare il mondo. Al momento non ne avevano bisogno, finché sapevano dove si trovava il partner e cosa stesse facendo, non era necessario ottenere altre informazioni dall'ambiente circostante.

 

Non avevano unito le loro menti o fatto cose del genere ma la vicinanza a cui erano e il legame che li univa permetteva ad entrambi di sapere cosa l'altro elemento della diade avrebbe fatto. Gli sarebbe stato impossibile spiegare di cosa si trattasse ma tutti e due avrebbero dato la stessa risposta: si trattava del legame amoroso che li legava a filo doppio.

 

Infine, gli occhi perlacei della nobile vennero riaperti mentre la mano non impiegata nelle carezze afferrava l'erogatore. Lui la imitò fermando anche il formicolare delle sue dita quando si sentì spingere le labbra. Per un momento si fissarono ancora disinteressati al luogo ma poi la visione di tutto quello che avevano intorno divenne impossibile da ignorare.

 

Erano atterrati in una zona sabbiosa in mezzo ad un boschetto di lunghe alghe arancioni e verdi sviluppato a macchia di leopardo. Intorno e sopra di loro, miriadi di pesci di ogni colore, forma e sfumatura conducevano le loro vite acquatiche. Mentre Naruto emetteva filamenti di bolle facendo profondi respiri, la consorte indicava cose qui e là con occhi luccicanti indirizzando anche il suo sguardo.

 

Quando ritenne di aver respirato abbastanza, l'uomo riempì di nuovo i polmoni per poi restituire alle labbra legittime quello che gli era stato offerto. Scambiarono qualche segnale e, annuendo all'unisono, iniziarono a nuotare per esplorare questo nuovo mondo sommerso. Fu un'altra prova di resistenza per il maschio perché la compagna si era dovuta alzare mostrandosi un'altra volta nella sua pura interezza. Se lo avesse fatto di proposito, lui non lo avrebbe mai saputo. In ogni caso, presero a nuotare affiancati e mano nella mano con i loro petti che sfioravano il fondale sabbioso.

 

Superarono le alghe trovandosi davanti a quello che era stato definito dal connazionale e dal vecchio pescatore come un giardino ma che si rivelò per quello che era in realtà: un'ininterrotta piccola barriera corallina che si estendeva a perdita d'occhio offrendo appiglio e riparo ad alghe variegate, altri coralli dalle forme più diverse, pesci di ogni foggia, crostacei simili e diversi all'aragosta che avevano visto e molluschi a loro sconosciuti.

 

Il tutto adornato da fasci di luce solare penetrati dalla superficie dell'acqua che facevano ancora di più risaltare tutti i colori presenti. Mormorando ed indicando qualcosa di indefinito davanti a sé, il membro nelle condizioni più naturali del duo si spinse in avanti tirando anche l'altro in tale direzione. Forse non lo sapeva o aveva scelto di non farci caso ma le movenze del suo corpo privo di coperture stavano rendendo parecchio difficile all'altro il contenimento della sua aria.

 

Com'era accaduto il giorno prima, i due esplorarono lo spazio che avevano intorno. Questa volta non si separarono per via della singola bombola: ogni volta che uno dei due si iniziava ad allontanare un po' troppo, quello rimasto indietro si preoccupava di accelerare per portarsi in pari o fermava il partner più veloce afferrando una caviglia. Curiosamente era quasi il maschio quello più lento. E poi dovevano respirare entrambi. Ad intervalli più o meno regolari, la donna offriva il tubo. Lui avrebbe anche potuto tenerlo per un po' respirando con calma come faceva lei, ma ogni volta si concedeva solo poche boccate d'aria prima di restituire l'oggetto.

 

Comunicavano con gesti e grugniti quando dovevano indicare qualcosa o trasmettere un messaggio di altro genere e, come aveva desiderato l'erede di casa Hyuuga, non ci fu mai un contatto fra lei e il marito in zone sessualmente sensibili.

 

Ma poi, quasi come un istinto primordiale, le venne un'idea. Avrebbe dovuto muoversi in fretta e non dare al consorte il tempo di reagire ma era sicura che si sarebbe fatta quattro risate se il piano fosse andato a buon fine.

 

Erano vicino ad una curiosa struttura: sembrava un albero privo di foglie, da un grosso ramo piantato su una roccia partivano diverse ramificazioni che a loro volta si suddividevano in rami più piccoli ma espandendosi solo verso l'alto e i lati, l'intera pianta dava l'impressione di essere un largo ventaglio rosso bucherellato. Quando era arrivato il momento di dare aria a Naruto, i due avevano lo strano vegetale in mezzo e lei, un po' per giocare e un po' per non doverlo costeggiare, aveva preso l'erogatore e lo aveva offerto infilando il braccio in uno dei buchi. Il ninja si era inizialmente stranito, ma poi aveva accettato il dono di buon grado e solo per alcuni secondi. Poi si era tirato indietro per permettere alla moglie di riprenderlo.

 

Lei indicò in basso, dove si trovava un folto agglomerato di alghe verdi come fili d'erba ma lunghe quasi tre metri. L'altro aveva annuito e l'aveva seguita tentando in tutti i modi di non fissare lei.

 

Quello che aveva visto si trovava a diversi metri più in basso rispetto al luogo in cui erano, quindi l'ereditiera era certa di poter dare il via al suo piano nel momento in cui avessero raggiunto il punto indicato, dopotutto l'ex allievo di Kakashi non era un pesce e avrebbe avuto bisogno di ricaricarsi. In ogni caso, quando furono in ginocchio una di fianco all'altro davanti a quella che ora sembrava una foresta paragonata ai due, la corvina agì.

 

Si voltò offrendo al marito una ricarica e lui la accettò ma, quando iniziò a ricaricare i polmoni, lei si diede una spinta con le gambe e si allontanò a grande velocità costeggiando le lunghe foglie fluttuanti. Naturalmente, per sbigottirlo ancora di più e guadagnare qualche altro secondo, cambiò stile di nuoto: se prima muoveva le gambe su e giù adesso iniziò a muoverle allargandole orizzontalmente. In questo modo, se l'uomo l'avesse guardata, avrebbe avuto almeno un attimo di sbigottimento a causa della circolazione alterata del sangue.

 

Lei era un'esperta di questo, le era successo così tante volte nel corso della vita che aveva smesso di contarle da anni.

 

- - -

 

L'Eroe di Konoha vide la moglie allontanarsi di colpo e senza apparente ragione. D'istinto grugnì allungando il braccio per cercare di afferrarla ma non riuscì nemmeno a sfiorarle la punta del piede. In più quello che aveva visto quando si era data la prima spinta gli aveva fatto spalancare gli occhi e lo aveva costretto ad ingaggiare una battaglia lampo fra la sua parte di mente razionale e quella istintiva. La ragione aveva finito per prevalere ma ormai di Hinata non se ne vedevano neanche le bolle. Ancora all'oscuro dei motivi che l'avevano portata a comportarsi in quel modo insolito, il biondo si gettò in avanti per raggiungerla perché sapeva che nessun ninja, per quanto capace, poteva trattenere il fiato per sempre e la portatrice del Byakugan, anche se aveva un petto ottimamente sviluppato, non faceva eccezione.

 

Avrebbe potuto attivare la Modalità Eremitica per localizzarla subito ma la fretta, la paura e... l'aria rilasciata a causa di ciò che aveva visto, non gli fecero venire in mente che aveva quella carta da giocare.

 

- - -

 

Pur trattenendo il respiro, Hinata si stava divertendo. Aveva nuotato solo per sparire alla vista del marito e poi si era nascosta in mezzo alle alghe. Non erano come un tipo che avevano visto prima: quelle erano urticanti, il maschio ne aveva sfiorata una con una mano e aveva dovuto litigarci quasi per tre minuti per farla staccare, queste invece sembravano fatte apposta per accarezzare la pelle. Non le rimanevano attaccate addosso quando le sfiorava e lo sfregamento le dava piacere. Fra una cosa e l'altra aveva messo fra lei e il suo inseguitore uno strato erboso di circa sei o sette strati di alghe, non avrebbero mai potuto vedersi ad occhio nudo.

 

Attivò quindi il Byakugan e attese. Attese finché non vide poco dopo una figura umanoide in movimento passarle davanti: -Eccolo qui, adesso vediamo come reagisce...-

 

Diede riposo agli occhi ed uscì dal suo nascondiglio ritrovandosi alle spalle del maschio ancora intento a nuotare e si mise in moto per raggiungerlo.

 

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-Accidenti, ma dov'è andata?!? Non può essere troppo lontana ma se non la trovo potrebbe rischiare di annegare!- Il figlio di Minato aveva fatto del suo meglio per raggiungere la propria sposa ma lei sembrava essersi volatilizzata. Poteva aver avuto un vantaggio all'inizio ma ormai lui aveva superato la sorpresa e, fisicamente, le sue prestazioni erano certamente superiori a quelle della donna. Si era anche ricordato di poter usare altri metodi per cercare di trovare la principessa: se avesse liberato Kurama, avrebbe potuto sfruttare il suo Chakra ed era rimasto fermo a sufficienza l'ultima volta che si era messo a racimolare Chakra Eremitico da poter attivare la Modalità almeno per una decina di minuti.

 

Era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi della figura che era apparsa alle sue spalle e che si stava pericolosamente avvicinando a lui.

 

Fu solo una pressione sufficientemente forte da essere avvertita ma non abbastanza da procuragli danni che fece uscire la sua mente dal guscio che si era creata tutto attorno. E a far contrarre momentaneamente anche tutto il corpo. Naruto spalancò gli occhi, inseme a naso e bocca, quando si sentì premere contro il costume. In mezzo alle gambe, in corrispondenza dei testicoli. Come gli era successo sulla barca ebbe una reazione di piacere e disagio. Comunque sia le braccia che le gambe si bloccarono facendolo finire prono sulla sabbia temporaneamente stordito e con l'erogatore che continuava imperterrito a rilasciare aria.

 

Dopo lo smarrimento iniziale, il nuovo iniziatore del proprio clan riprese a muoversi e, dopo essersi assicurato di nuovo una costante provvista di aria, si alzò sulle ginocchia, si voltò e ciò che vide lo lasciò di stucco: la corvina che aveva perso era inginocchiata dietro di lui e stava evitando di liberare troppa aria tenendo le mani sulla bocca ma era chiaro che stesse ridendo a causa delle piccole bollicine che le uscivano dalle narici.

 

Istintivamente le si avvicinò così che anche lei potesse rigenerare le proprie riserve d'ossigeno ma, nel momento in cui il suo regalo veniva accettato, l'elemento maschile della coppia iniziò a mormorare accigliato gesticolando con una mano ed indicando non si sa cosa con l'altra. Per tutta risposta, la nobile si tolse l'erogatore dalla bocca e contrasse le labbra a mo' di trombetta come se volesse dargli un bacio sul naso ma senza fare altri movimenti. Lui reagì prendendole un polso e tirandola a sé mentre si spingeva in avanti riprendendo a grugnire quasi come un maiale arrabbiato.

 

Non si era accorto che i loro petti erano a diretto contatto adesso ma ci pensò la moglie a farglielo notare indicando la zona interessata con un dito. Ancora infastidito dal suo scherzo, a suo avviso, di cattivo gusto, il biondo abbassò lo sguardo seguendo le indicazioni e... liberò altra aria dalle narici mentre il cipiglio spariva e le palpebre si spalancavano.

 

Si tirò indietro lasciando la presa su di lei ma venne afferrato a sua volta. Finalmente tirò su lo sguardo per vedersi offrire di nuovo l'erogatore. La questione si era conclusa senza vittime alla fine, la donna si era divertita un po' e l'uomo... aveva avuto un piacevole e indesiderato, ma non sgradito, contatto diretto con lei.

 

Riprendendosi per mano, tornarono a nuotare insieme lasciandosi accarezzare dalle lunghe foglie che avevano intorno.

 

- - -

 

Passò dell'altro tempo. Inspirando a turni, i due tirarono avanti per più dell'ora garantita dal venditore con cui era stato discusso. Il fatto che trattenessero il respiro di tanto in tanto contribuiva al risparmio di aria. Ma il trascorrere dei minuti era trascurato da entrambi. Con tutto quello che c'era da vedere intorno, avevano smesso di pensare da quanto fossero in apnea e comunque non era stato programmato niente nell'eventualità che la bombola sulla schiena del biondo si svuotasse completamente. Forse lui stesso era all'oscuro di questa prospettiva.

 

Ma nessuno dei due sembrava curarsene più di tanto: si erano arrampicati su una nuova formazione corallina e adesso stavano osservando un essere abitualmente normalissimo ma che, in quest'ambiente, aveva attirato la loro attenzione. Si trattava di una lumaca. Con tanto di guscio a chiocciola e corpo flaccido. Ma il fatto di trovarla sott'acqua era un fatto del tutto nuovo per la coppia ed entrambi si erano messi a guardare i suoi spostamenti su di una roccia variopinta. E poi avevano iniziato a... punzecchiarla. Esattamente com'era successo il giorno prima con quegli strani fiori fluttuanti, anche l'animale prese a ritrarsi ogni volta che veniva toccato per poi emergere di nuovo dal guscio.

 

Quando poi si infilò in un buco abbastanza grande per lei ma non abbastanza per i due umani, questi si decisero a cercare qualcos'altro da vedere. E, quasi subito dopo, trovarono un animale ancora più strano della lumaca. Sembrava un altro essere gelatino ma non aveva nessun guscio ed era colorata in maniera molto più fantasiosa: i bordi rossi, la zona centrale del corpo blu e alcuni rialzamenti, che loro interpretarono come spuntoni della schiena, bianchi.

 

Aveva anche un modo diverso di muoversi: invece di strisciare su una superficie, questo nuovo essere si muoveva in acqua ondeggiando quasi come se fosse un verme su dei dossi. Per quanto fosse attrattiva, anche il momento di attenzione nei suoi confronti arrivò ad una conclusione quando la corvina picchiettò sulla spalla del compagno per indirizzarlo da un'altra parte.

 

Senza sapere bene come avevano fatto, si trovarono di colpo in mezzo ad un nuovo banco di pesci ma non vennero colti dalla paura. I pesci avevano preso a muoversi in cerchio intorno a loro senza toccarli e senza che la struttura circolare, formata dai loro innumerevoli corpi, subisse deformazioni improvvise. I due umani si trovarono dentro un tubo vivente, la cui colorazione argentea mostrava loro infinite sfumature a causa del moto circolare e della luce. Fu talmente tanta la meraviglia che la figlia di Hiashi aprì la bocca per emettere quello che, all'asciutto, sarebbe suonato come un wow, ma che in ambiente acquoso venne udito dal partner come un gorgoglio breve e confuso accompagnato dalla fuga di un paio di bolle.

 

Fortunatamente fu rapido a riafferrare quello che la femmina aveva perso e a rimetterlo di nuovo a posto. Anche se, nonostante la perdita d'aria, lei sembrava ipnotizzata da quello che stava accadendo intorno a loro. Avevano cambiato stile: invece di nuotare mano nella mano come era avvenuto la maggior parte delle volte fino a quel momento, adesso ognuno dei due aveva usato un braccio per cingere le spalle dell'altro in modo da restare affiancati ed usare solo le gambe per avanzare e il braccio libero per virare. Usando questo nuovo sistema era possibile stare a pancia in su o giù senza doversi separare e la stessa cosa valeva se si nuotava orizzontalmente o verticalmente. Un fianco dei loro corpi era sempre a contatto, a prescindere dal modo in cui si muovevano o dalla direzione verso cui si dirigevano.

 

E tale sistema permetteva di andare avanti anche quando Hinata offriva l'aria al marito perché c'era sempre un braccio disponibile a dirigere la navigazione.

 

Comunque ora erano rivolti verso l'alto ma, da quando si erano trovati al centro della circonferenza luminescente, avevano entrambi smesso di spingere con le gambe e stavano lentamente affondando di nuovo. Tuttavia la kunoichi non era l'unica ad essere incantata dallo spettacolo: ad un certo punto aveva messo in bocca al ninja l'erogatore così che potesse dare riposo ai polmoni ma, per la prima volta da quando si erano immersi, lui non se lo tolse dopo pochi secondi. Al contrario, quando lei si voltò un attimo per verificare se tutto andasse bene, lo vide focalizzato sul moto intorno a loro ma stava anche respirando con regolarità e questo la fece sorridere un momento: -Finalmente ci è riuscito. Per permettere a sé stesso di far rilassare il petto, doveva essere distratto da qualcosa sufficientemente atipico...-

 

Il branco animale accompagnò la loro discesa come se volesse nasconderli dal resto del mondo continuando a muoversi in perfetta ed armoniosa sincronia mentre la luce continuava a far risplendere le squame dei singoli esemplari.

 

Senza quasi accorgersene, la coppia di Konoha si sedette sul fondale sabbioso e, solo a quel punto, la superficie ininterrotta si infranse in una gigantesca quantità di frammenti pari al numero di esemplari che la componevano. Quasi come se si fossero accorti che i due innamorati erano giunti al capolinea, tutti quanti decisero, nello stesso momento, di porre fine alla magia argentea che avevano creato facendoli tornare alla realtà nel modo più brusco possibile: nuotando alla rinfusa, in ogni direzione e senza più rispettare la distanza che avevano mantenuto. Gli sposi provarono in prima persona quello che vivono le singole parti vegetali di un'insalata quando questa viene mescolata: pur restando fermi sulle loro posizioni, vennero investiti da una pioggia confusa di corpi affusolati e suoni di pinne in movimento. Senza essere in grado di vedere il coniuge, tutti e due cercarono di ripararsi. Non gli stava succedendo niente di male, si trattava solo di piccoli pesci argentati che si muovevano all'impazzata, ma l'azione improvvisa colse entrambi di sorpresa.

 

Quando infine il banco si disperse, Naruto si era coperto la faccia con le braccia e Hinata aveva usato il suo petto come supporto per proteggersi. Entrambi avevano chiuso gli occhi quando la tempesta era iniziata ma ora, che non avvertivano più movimento intorno a loro, diedero di nuovo uno sguardo ai dintorni. La femmina si tirò su lentamente mentre il maschio abbassava le braccia, ancora inconsapevole di stare respirando a pieni polmoni. Si guardarono mezzi spaesati ma fu la portatrice del Byakugan a manifestare la sorpresa per prima: spalancò le mani e le allargò con occhi spalancati ma senza mostrare timore o smarrimento, solo sorpresa. Il marito annuì per darle ragione e fu solo in quel momento che si accorse di avere ancora l'erogatore in bocca.

 

Senza perdere un altro secondo, se lo tolse e lo porse alla compagna così da permetterle di assimilare nuovamente ossigeno. Lei accettò senza fare storie, aveva perso un bel po' d'aria mentre i pesci era guizzati in mezzo a loro. Mentre la partner si approvvigionava, il biondo si volse dall'altra parte, aveva visto un'ombra particolare e voleva vedere di cosa si trattasse: era una tartaruga. Dalla forma gli ricordava quella su cui si era recato anni addietro per allenarsi con Killer-B, ma ovviamente era di dimensioni molto minori. Ed aveva la pelle di tinte verdi e marroncine. Si sarebbe rivolto alla moglie per mostrargliela se lei non lo avesse anticipato.

 

La sentì mormorare e poggiargli una mano sul pettorale proprio prima di voltarsi, aveva ancora l'erogatore in bocca ma stava usando l'altra mano per indicarlo. Lui, sempre trattenendo il respiro, inclinò la testa di lato insicuro di capire cosa volesse dirgli e lei reagì di conseguenza.

 

Quando le aveva spiegato come funzionasse quella bombola, le aveva anche detto che l'aria sarebbe uscita incessantemente, senza bisogno di premere o mordere niente. Quindi lei si tolse l'appendice dalla cavità orale e la girò verso di lui, non usciva niente. Insospettito dalla mancanza di bolle, il figlio di Minato prese in mano il pezzo di plastica per analizzarlo meglio, lo agitò un po' pensando che si fosse guastato per qualche motivo ma comprese subito che la verità era meno drammatica ma anche poco piacevole.

 

Si rivolse alla kunoichi inginocchiata davanti a lui e, muovendosi in fretta ma anche con ordine, picchiettò sulla la bombola, poi fece un cenno con la mano con l'intento di comunicare che l'aria era finita e poi indicò verso l'alto. In poche parole, la bombola che aveva sulle spalle si era svuotata e di conseguenza l'immersione era finita. Sarebbero dovuti tornare sulla barca.

 

Sicuro di essere stato capito e che lei lo avrebbe seguito, la reincarnazione di Hashirama iniziò ad alzarsi in piedi con l'intento di darsi una spinta e risalire ma la sua ascesa venne bloccata dalle mani che la ragazza gli mise sulle spalle concentrandoci sopra abbastanza peso da farlo riabbassare. Lui si era voltato verso di lei con l'intento di grugnire qualcosa pensando di non essersi spiegato bene come pensava ma, di nuovo, la ninja lo precedette.

 

Dopo averlo messo seduto, lei gli abbracciò il collo e, chiudendo le palpebre, si spinse in avanti per baciarlo. Questo gesto si sarebbe potuto considerare come la ciliegina sulla torta dell'esperienza che di lì a poco si sarebbe conclusa. E avrebbe messo in comune le loro riserve polmonari. Sapeva, inoltre, di non doversi preoccupare: il marito avrebbe compreso il suo gesto e si sarebbe mosso di conseguenza, lei poi avrebbe contribuito con le proprie gambe.

 

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Per un momento, Naruto rimase spaesato e con occhi spalancati intenti a guardare tutto e niente. Hinata lo stava baciando e abbracciando, il corpo femminile era premuto contro il suo e le sue mammelle si stavano deformando contro i suoi pettorali. Di per sé rimase lì fermo, con braccia e gambe spalancate e non ancora perfettamente in grado di muoversi. In verità la sua mente stava dibattendo sulla mossa della corvina perché aveva esplicitamente chiesto di non fare nulla di sessuale in acqua, ma aveva deciso di baciarlo e non si stava limitando a fare solo quello. Una parte di sé stava seriamente considerando l'idea di fare un piccolo sforzo e diventare un'unica cosa col suo amore in quel paradiso terrestre sommerso.

 

Poi però percepì anche altro: un movimento d'aria che passava fra le loro bocche. Era quasi continuo ed avveniva in entrambi i sensi. Gli fu chiaro quasi subito che era dovuto alla principessa. Si era unita a lui in quel modo per dare una possibilità in più ad entrambi di tornare a galla senza dover sforzare troppo i polmoni, la vicinanza che si era creata era solo una conseguenza, niente di più. O forse no. Ma non lo avrebbe mai scoperto restando fermo sul fondale, doveva riemergere e chiederlo alla diretta interessata.

 

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Dopo alcuni secondi di attesa, Hinata sentì le forti braccia del marito stringerla a sé prima di sentirsi issare. Pur senza vedere niente, fu felice di constatare che il marito stava ancora mantenendo la parola che le aveva dato: una volta in movimento avrebbe potuto afferrarla per i glutei, gli sarebbe piaciuto e avrebbe fatto anche minore fatica a tenerla pressata contro di sé e invece le sue mani non le sfiorarono mai il sedere o il seno. Che lei sentiva premuto contro il petto maschile. Ci fu solo un momento in cui non capì bene cosa stava succedendo: per qualche istante, entrambe le braccia l'avevano lasciata ad intermittenza e subito dopo avevano continuato a risalire più veloci di prima. Aveva modo di avvertire i movimenti delle gambe di lui perché stavano nuotando insieme e non era cambiato niente, cos'è allora che li aveva resi più leggeri? Avrebbe dovuto attendere fino a quando non fossero usciti dall'acqua.

 

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Le due teste unite sbucarono dalla superficie marina come i germogli di due vegetali piantati vicini. L'acqua scivolò dalle loro teste facendo spandere fra le onde i lunghi capelli corvini di lei ed abbassando le punte bionde di lui. Eppure, nonostante avessero rotto la superficie e ripreso a respirare col naso, il bacio non era stato rotto e nessuna delle due coppie di palpebre era stata ancora aperta. Com'era successo al momento dell'immersione, si stavano ancora godendo il loro momento, niente e nessuno avrebbe potuto interromperli.
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Note d'Autore: rieccomi qua con un nuovo capitolo. Se non verrà in mente ad un monte di gente di caricare subito dopo di me, dovrebbero vederlo un pò di persone. Spero. OK, la copertina è un tantino OSE' ma il rating arancione permette di descrivere certe cose e/o situazioni senza scendere troppo nei dettagli, quindi va bene così. Tra l'altro, questa immagine qui (o la versione in cui Hinata non è come la mamma l'ha fatta) la considero come il miglior pezzo che il tipo a cui ho chiesto immagini abbia mai fatto. Fino ad ora. OK, dopo questo mini-delirio, occupiamoci del testo... la parte in apnea è uscita più corta di quanto mi aspettassi ma la mancanza di idee unita ai fastidi creati dai coinquilini a ad altri fattori inficiano sulla produttività di uno scrittore. A tutti quelli che hanno trovato certe scene "strane" voglio dire questo: Hinata è sempre stata una ragazza forte dentro, ha avuto difficoltà a mostrare questa forza interiore negli anni ma, crescendo si diventa più forti. E magari anche un pochino intraprendenti, chi lo sa XD. Alzi la mano chi è dispiaciuto per Kurama. Non provo piacere quando animali (non appartenenti alla mia specie) vengono maltrattati, ma stiamo parlando di mezzo demone che ha passato la maggior parte degli ultimi decenni chiuso in un corpo o controllato da qualche tizio con gli occhi cangianti e che magari non si è mai curato della vita famigliare del suo ospite. Quindi magari, a Kurama, non frega niente di Hinata finchè non diventa una minaccia per il corpo ospitante. Bene, scritto questo, saluto tutte e tutti, rinnovo l'ormai solito invito a commentare (che non segue quasi nessuno) e... spero che la lettura di questo e degli altri capitoli non sia considerata come una perdita di tempo. Ciao!

 

   
 
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