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Autore: lapacechenonho    14/01/2021    3 recensioni
L’anziana coppia che abitava ormai quella casa da moltissimi anni, era seduta nella veranda che molto tempo addietro era stato uno degli elementi fondamentali per la scelta dell’abitazione. Per volere di lei, ovviamente, lui si sarebbe accontentato di vivere sotto un ponte purché al suo fianco ci fosse lei. Si godevano la brezza fresca di quel primo settembre, una data che nel tempo era stata un momento importante, e adesso riguardavano a tutti quei momenti con un pizzico di malinconia tipico degli anziani quando ripensano alla loro vita.
Questa storia partecipa alla challenge “Things you said“ indetta da Juriaka sul forum di EFP
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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38- 035: Things you said in a hotel room (Le cose che hai detto in una stanza d’hotel).
 
Harry e Ginny sprofondarono nel morbido materasso matrimoniale non appena entrarono nella stanza.
La camera che avevano prenotato era ampia e luminosa, aveva una terrazzina che affacciava sul mare, ma le rigide temperature di ottobre non permettevano di consumare pasti all’aperto. Almeno non in quel giorno, la signorina alla reception aveva garantito che nei giorni successivi il tempo sarebbe migliorato e le temperature si sarebbero rialzate, ma osservando il cielo plumbeo, il vento che increspava la superficie del mare e la pioggia che cadeva a momenti alternati, Ginny pensava che avevano scelto il periodo peggiore per il viaggio di nozze.
Avevano deciso di avventurarsi nel mondo Babbano staccando la spina dalla frenesia del Mondo Magico e dall’Inghilterra. Avventurarsi nel mondo Babbano implicava anche viaggiare in modo Babbano e nonostante Ginny amasse volare, quella strana scatola di metallo che avevano preso per arrivare a destinazione le era sembrata particolarmente instabile per trasportare così tanta gente. Harry aveva provveduto a tranquillizzarla e l’aveva invitata ad evitare di lanciare incantesimi rinforzanti a destra e a manca, ma era servito a poco. Aveva rinunciato agli incantesimi, ma quella cosa volante le metteva ansia.
Erano piuttosto provati dal viaggio, avevano incontrato un po’ di turbolenze, che Ginny avrebbe potuto attenuare se solo Harry non l’avesse guardata torvo ogni volta che avvicinava la mano alla bacchetta.
«Che giornata» mormorò il marito passandosi una mano sul viso. Sorrise pensando ad Harry come suo marito. Insomma, erano solo Harry e Ginny, era strano pensare a loro come marito e moglie. Tentò di non darlo a vedere, ma Harry intercettò il suo sguardo e vide le sue labbra incurvate. «Che c’è?» domandò.
Ginny notò che era leggermente pallido, forse manco lui aveva gradito troppo le turbolenze dell’aereo che viaggiava nel temporale.
«Niente» rispose alzando le spalle. Non riusciva a smettere di sorridere, si erano sposati appena due giorni prima e in quelle quarantotto ore si era soffermata più volte quel cerchio d’oro che portava all’anulare della mano sinistra.
«Non è vero, stai pensando a qualcosa» affermò convinto baciandole il naso dolcemente. Era un gesto che non aveva mai fatto ma ebbe la capacità di far sciogliere il cuore di Ginny. Sbuffò senza che il sorriso abbandonasse il suo volto.
«Stavo pensando a noi due» ammise.
«A quanto mi odi?» la punzecchiò. Ginny rise di cuore ricordando le promesse che si erano scambiati con Harry prima del matrimonio vero e proprio.
«Esattamente, signor Potter» concesse dandogli un pizzicotto sul fianco. Harry era ancora pallido ma Ginny non si preoccupò molto, probabilmente era solo un po’ di stanchezza dovuta al viaggio.
«E sentiamo, per cosa mi odi stavolta?» continuò pendendola in giro. Si era girato verso di lei e sosteneva il peso della testa con una mano. Ginny si mise nella sua stessa identica posizione e lo guardò negli occhi. Gli scompigliò i capelli neri e lucidi come di corvo in volo, perennemente disordinati. «Non riesco a pettinarli, non è colpa mia» si giustificò, forse temendo che le lo odiasse per questo.
«Non c’entrano i tuoi capelli» rispose mentre continuava a giocare con qualche ciocca disordinata.
«Ah no?» si stupì. «E allora perché mi odi?» Ginny sospirò.
«Sei mio marito!» esclamò enfatizzando l’ultima parola. Vide il un ampio sorriso espandersi sul volto di Harry.
«Be’ ti ci sono voluti due giorni per arrivarci?» chiese sogghignando.
«Mi sembra strano…» ammise. Insomma quanto era passato da quando era la sorellina piccola di Ron, poi la ragazza con cui era uscito per un mese al sesto anno, poi una ex, poi la sua ragazza e infine la sua fidanzata? A Ginny sembrava fosse avvenuto tutto in un battito di ciglia ma lì in mezzo c’erano almeno dieci anni della loro storia che all’inizio sembrava una strada parallela, ma poi era diventata un intrigo di incroci.
«Ti sei già pentita di avermi sposato?» domandò. Cercava di nasconderlo, ma Ginny lo conosceva abbastanza bene da intravedere la preoccupazione nel profondo dei suoi occhi.
«Assolutamente no, Harry! Non pensarlo neanche!» si affrettò a rispondere per tranquillizzarlo. La sua mano scese ad accarezzargli la guancia dove c’era un po’ di barba ispida. Il ragazzo sembrò rilassarsi. «Mi sembra strano da dire, tutto qui. Sembra ieri che ci siamo conosciuti e poi messi insieme che devo ancora capacitarmi di essere tua moglie» spiegò.
«Ci credi che nel frangente c’è stata pure una guerra?» domandò. In seguito alle riflessioni di Ginny, anche lui sembrava perso a pensare al tempo che avevano trascorso insieme.
«È successo tutto così velocemente che non ce ne siamo manco resi conto» rispose lei senza smettere di lasciargli dolci carezze sul viso. Harry scosse la testa interrompendo il gesto di Ginny, come se volesse scacciare via quei pensieri così tristi.
«Siamo in un stanza d’hotel da soli» iniziò. La sua espressione tranquilla si trasformò in una pura espressione maliziosa. «Siamo sposati» continuò. Mettendole una mano sul fianco la avvicinò a sé, Ginny nel frattempo sorrideva consapevole di ciò che stava per succedere e curiosa di sapere come avrebbe concluso il discorso. «Ho un’idea molto precisa di ciò che dovremmo fare, signora Potter» concluse iniziando a baciarla. Ginny ricambiò il gesto e mentre Harry si metteva a cavalcioni su di lei e con la bocca iniziava a scendere lasciandole baci roventi su tutto il corpo. Sentiva il suo cuore pronto ad esplodere e non solo per le sensazioni che Harry le stava facendo provare, ma perché in quel momento si rese conto di essere davvero la signora Potter.
Dopo tanta sofferenza e tanto cercarsi erano riusciti finalmente a coronare la loro storia e Ginny era curiosa di sapere cosa il futuro avesse in serbo per loro.
 
 
 
Nota finale: in questo capitolo non ci sono le considerazioni di Harry e Ginny al presente perché questo capitolo e il prossimo sono collegati.
   
 
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