Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: nevertrustaduck    14/01/2021    0 recensioni
Storia ispirata all'omonimo mobile game, ma ambientata in un universo alternativo privo di magia. Contiene spoiler del quinto anno.
High School!AU dove Hogwarts è un semplice liceo di Hogsmeade e alcuni tra i personaggi principali del gioco rimangono coinvolti in una fitta rete di segreti e di misteri.
Daisy Oswald spera di poter vivere ad Hogsmeade la vita di una normale adolescente, lasciandosi alle spalle la ricerca delle Sale Maledette. Purtroppo, però, i suoi piani verranno stravolti dall'arrivo di un messaggio anonimo, che la costringerà a stringere un patto con Merula Snyde, una ragazza misteriosa che sembra covare la sua dose di segreti.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il rientro a scuola era stato meno pesante di quanto Merula avesse immaginato. Certo, le occhiate indagatrici e i bisbigli concitati che aveva suscitato tornando a camminare per i corridoi non erano stati un ricevimento in pompa magna, ma perlomeno nessuno si era azzardato a rivolgerle mezza parola.

Sapeva che circolavano le voci più svariate riguardo la sua assenza, ma Merula sapeva anche che cercare di far cambiare idea a quella manica di stupidi chiacchieroni era solo fatica sprecata. Hogsmeade era un minuscolo villaggio pieno zeppo di pettegoli e sarebbe sempre rimasto così. Non vedeva l'ora di diplomarsi e di andarsene il più presto possibile da quel buco nero che intrappolava la gente in una vita mediocre. Lei non aveva alcuna intenzione di rimanere bloccata lì per sempre, non quando sapeva di essere la studentessa più brillante di Hogwarts e di avere il potenziale per fare grandi cose.
Ma se da un lato questa consapevolezza l’aveva spinta a dare sempre il meglio di sé, dall’altro l’aveva isolata un po’ dal resto dei suoi coetanei. Non che a lei importasse, ovviamente. Del resto non poteva farci niente se i suoi compagni erano dei piccoli invidiosi consapevoli che non sarebbero mai arrivati al suo livello.

Quel pomeriggio si era trattenuta a scuola oltre l’orario delle lezioni, ma non per lavorare a qualche compito extra, come le era già capitato di fare in passato.
No, la scuola era ricominciata da appena un paio di giorni. Il vero motivo che l’aveva spinta a non tornare subito a casa dopo il suono della campanella era stato il coro.

Merula aveva segnato il suo nome sul foglio delle audizioni in un impeto d’impulsività e così adesso si trovava su una delle poltroncine del teatro a tormentarsi le unghie in preda all'agitazione.

Le era sempre piaciuto cantare, aveva iniziato per imitare sua madre quando le cantava la ninna nanna per tranquillizzarla e poi aveva continuato per tenersi compagnia quando i suoi genitori partivano, lasciandola sola. Però doveva ammettere che cantare tra le quattro mura di casa sua era ben diverso dal farlo su un palco, per giunta di fronte ai propri compagni di scuola. Fece un respiro profondo per calmarsi.

“Ma tu guarda," disse a un tratto una voce spiacevolmente familiare. “C’è Merdula”.

La sola e unica persona che aveva coniato quel triste soprannome e che continuava imperterrita ad usarlo dai tempi delle medie non poteva essere altri che Emily Tyler.
Se Regina George avesse avuto una figlia con Satana probabilmente avrebbe avuto i capelli corvini e una smorfia beffarda perennemente stampata sul viso. Sembrava che Emily un giorno si fosse alzata e avesse deciso di avere come unico obiettivo nella vita quello di incarnare il tipico cliché della stronza del liceo. Poteva avere mille difetti (e Merula avrebbe saputo elencarli dal primo all'ultimo in ordine alfabetico, ad una velocità che avrebbe fatto impallidire anche lo stesso Eminem), ma era davvero brava a restare nel personaggio, questo bisognava concederglielo.

Merula sospirò, ormai ci aveva fatto il callo.

Emily ridacchiò, masticando rumorosamente la gomma che aveva in bocca.

“Non pensavo che Vitious si riducesse a tanto per riempire l'ultimo posto rimasto. Vuole davvero far provare cani e porci" disse poi alzando gli occhi al cielo.

Merula sapeva che non valeva la pena arrabbiarsi con persone del genere, ma non si sarebbe di certo lasciata sminuire così.

“E tu in quale delle due categorie pensi di rientrare, Emily?”

La sua provocazione doveva essere andata a segno, perché l'altra la guardò furente, aprendo la bocca come una graziosa triglia indignata.

“Io faccio già parte del coro. Sono solo venuta a controllare che ci siano candidati degni del mio livello" precisò Emily. “Fossi in te non mi scomoderei neanche a provare".

“Come al solito, nessuno ha chiesto il tuo parere” ribattè Merula alzandosi, volendo mettere fine a quella conversazione. “Devo andare in bagno, fammi passare”.

“Ma certo, vai pure, non vorrei che te la facessi sotto per un po' di competizione" disse Emily liberando il passaggio. Poi buttò i capelli oltre le spalle con un gesto deciso e si incamminò verso le prime file del teatro.

Merula alzò gli occhi al cielo e uscì dal teatro a passo di carica. A volte essere una persona razionale richiedeva tutto l’autocontrollo che aveva a disposizione. Davvero non riusciva a spiegarsi come mezza scuola potesse voler essere amica di una persona del genere. Certo, Emily proveniva da una famiglia ricca, ma Merula non credeva che fosse tanto stupida da non accorgersi che la gente stesse con lei solo per ottenere qualcosa in cambio. Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma comunque…

Talmente era assorta nei suoi pensieri che non solo non si accorse di essere arrivata al bagno, ma neanche che la porta si stesse aprendo di scatto. Realizzò troppo tardi cosa stava accadendo e così non riuscì ad evitare il colpo che prese in pieno viso, perdendo l’equilibrio.

“Ehi!” Urlò indignata, cadendo con un tonfo.

“Oh, scusami!” Esclamò una voce femminile quasi all'unisono.

“Sta’ un po’ attenta!” abbaiò Merula portandosi una mano alla fronte. Lo spigolo della porta l'aveva colpita alla base del naso, provocandole un dolore che si era diffuso per tutta la testa.

“Mi dispiace, vado un po' di fretta" si scusò nuovamente la ragazza inginocchiandosi accanto a lei.

Merula alzò lo sguardo, trovando una ragazza sconosciuta che la guardava preoccupata di rimando. Aveva i capelli di un viola brillante che le scendevano sulle spalle in onde scomposte e la maglia gialla a maniche corte che indossava metteva in risalto la sua carnagione olivastra. A giudicare dall'aspetto, sembrava avesse la sua stessa età, eppure Merula era certa di non averla mai vista prima, se ne sarebbe sicuramente ricordata.

“Ma non mi dire" bofonchiò poi scontrosa. 

“Non hai letto il cartello? C’è scritto di fare attenzione perché è rotta” disse la ragazza indicando un cartello attaccato alla porta.

“Tu che dici?”

Merula scosse la testa, era piuttosto evidente che non avesse letto quello stupido cartello.

A pensarci, neanche lei aveva troppo tempo da perdere. Se voleva partecipare alle audizioni, doveva uscire da quella situazione alla svelta. Fece per alzarsi, ma un improvviso giramento di testa la costrinse di nuovo a terra.

“Dovresti andare in infermeria" suggerì la ragazza.

“Non c’è bisogno" replicò Merula inclinando la testa all’indietro. La fronte non smetteva di pulsarle a intermittenza.

“Hai un taglio in fronte, credo che ce ne sia proprio bisogno, invece”.

Merula scostò la mano dal viso, scoprendola sporca di sangue. Un rivolo caldo le corse lungo il naso, a conferma di quanto aveva detto la sconosciuta.

Sbuffò irritata. Poteva solo sperare che il coro avesse preso una piega macabra in sua assenza, dovendosi presentare in quello stato alle audizioni. 

Si alzò in piedi, ma evidentemente si mosse troppo in fretta, perché la testa prese a girarle di nuovo. Imprecò sottovoce, sperando che l'altra non si fosse accorta della vertigine. Per i suoi gusti era fin troppo apprensiva.

“Pensi di farcela da sola? Hai bisogno di aiuto?”

La ragazza la guardava preoccupata, come se temesse che le si potesse aprire in due la testa da un momento all’altro. A Merula quell’atteggiamento iniziava a dare non poco sui nervi.

“Non ho bisogno di un bel niente, ce la faccio benissimo da sola" ribatté infatti ritraendosi.

Entrò in bagno prima che l’altra avesse occasione di replicare e si avvicinò allo specchio per controllare la situazione. Scoprì così di avere un taglio vicino al sopracciglio e del sangue che continuava a scenderle lungo il naso. Imprecò di nuovo, gettando lo zaino a terra. Se doveva presentarsi alle audizioni in quello stato, avrebbe fatto meglio a cantare Thriller al posto dell’inno di Hogwarts.

Aprì il rubinetto, lasciò correre l’acqua per qualche istante e poi si sciacquò il viso. Fece per prendere della carta per tamponare il sangue, ma trovò solo un rotolo vuoto. Certe cose non cambiavano mai.

Si chinò a prendere un fazzoletto dallo zaino, quando qualcosa a terra catturò la sua attenzione. Era un foglietto piccolo e spiegazzato, dimenticato poco distante dalla porta. Aprendolo si poteva leggere un messaggio scritto con dei ritagli di giornale. Per quanto Merula lo trovasse curioso, non aveva tempo per analizzarlo a fondo, così lo ripiegò e lo mise in tasca. Chissà, forse avrebbe potuto tornarle utile.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: nevertrustaduck