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Autore: Nemesis01    15/01/2021    2 recensioni
Scorpius è un Auror e lavora a stretto contatto con Harry Potter. È innamorato di Albus che però ha una relazione con un suo collega. Infine c'è James, un cantante in erba e gestore di uno dei pub più in voga del Mondo Magico che porta su di sé il peso di un amore non ricambiato. Le loro vite (incasinate, complesse, maldestre) sono collegate da tanti cavilli che, una volta svelati, scioglieranno la matassa.
[ James x Scorpius ]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fortis Manes'
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16. Listening



Erano passate le 18:00 da un bel pezzo e Victoire non era ancora uscita dall'ufficio del signor Potter. 
Scorpius si era trattenuto oltre l'orario di ufficio solo perché aveva visto la donna particolarmente agguerrita e riponeva in quell’atteggiamento la speranza di sapere qualcosa sulla situazione di James. Recuperò un paio di Orecchie Oblunghe che gli aveva regalato Albus al suo tredicesimo compleanno, e ne approfittò per usarle per qualcosa di più serio delle chiacchiere nel dormitorio Serpeverde. Fortuna che, a quell'ora, non c'era il rischio di inciampare in qualche conversazione civettuola tra dipendenti ministeriali amanti del gossip dato che erano andati tutti via, e aveva quindi modo di poter origliare quello che gli interessava davvero.

- Non posso firmare questa roba, Victoire! –
- No? E perché mai? –
- Andiamo… hai letto i verbali! –
- Lui che ha detto che quei soldi che versa in tasse coprono parte del tuo stipendio… non è sbagliato come ragionamento! -
- Ma non posso rilasciarlo! Scorpius ha trovato quel mix di erbe illegali e… -
- …e lui le usa per scopi curativi, dato che sono legalmente reperibili in farmacia, o sbaglio? –
- Andiamo Victoire, lo sai meglio di me che gli scopi di James non sono curativi! –
- E cosa ne sai tu, degli scopi di James? –
- Ne so quanto basta. So che “si cura” abbastanza da finire al San Mungo per overdose, - obiettò Harry innervosito. - Tanto da fargli avere le crisi d'astinenza se non assume quella roba! – 
La donna restò in silenzio e lo fissò più incredula che arrabbiata, sebbene non condividesse il comportamento dell'uomo. Tirò un sospiro e cominciò a picchiettare con le unghie sul legno scuro della scrivania. - Tu non ti chiedi perché ha iniziato, vero? –

Quelle parole caddero su Harry come attratte dalla potentissima forza di gravità. Si limitò a scuotere la testa in segno di dissenso, poiché era vero: lui non sapeva perché James avesse iniziato. In realtà, la domanda l'aveva riportato con la memoria a qualche settimana prima quando, dopo una lunga riflessione, Harry aveva concluso che non aveva mai capito un cazzo di suo figlio. Abbassò lo sguardo dirigendolo sulle dita della giovane donna che, agitate e rumorose, picchiettavano sulla scrivania. 
- Non lo immagini? – chiese retoricamente lei.
L’uomo sollevò lo sguardo senza muovere la testa e borbottò, - Se alludi alla situazione con Ginny… -
- Aveva 15 anni, Harry, 15 anni… era solo un ragazzino! –
- Lui aveva… -
- …aveva solo 15 anni, - lo sovrastò lei, - Ginny lo ha cacciato di casa subito dopo i G.U.F.O. o mi sbaglio? –
- Non sbagli… -
- E sono nel giusto se ricordo le lesioni che gli provocava quando era a casa per le vacanze estive o quelle natalizie? –
- Sì… - bofonchiò l’uomo tra sé e sé. Non ebbe il coraggio di rispondere si limitò a mordersi il labbro inferiore con forza.
- O se ricordo le volte in cui si fermava a dormire a casa con me e Theodore, perché non gli era permesso di restare nella sua camera col fratello? A lui piacevano i maschi e c'era qualcosa di sbagliato in questo… o sbaglio? –
- Noi volevamo portarlo da uno Psicomago, - provò ad obiettare Harry, - anche a Silente piacevano i maschi, non era quello il problema… volevamo capire se fosse solo una fase, o se quella fosse la sua vera natura! –
- Proprio tu che sei cresciuto con quei trogloditi dei Dursley, che sei stato vittima dei vizi di Dudley e delle sue prepotenze… proprio tu, che volevi avere la possibilità di essere quel padre che non hai mai potuto abbracciare! Hai lasciato che lei lo picchiasse, Harry, e James era solo un bambino. Per questo Theodore l’ospitava spesso a casa nostra. Hai giustificato tua moglie e ne sei stato complice. James ha iniziato a usare quella roba solo per sfuggire alle numerose delusioni che la vita gli ha messo davanti. –

Harry avrebbe voluto obiettare ma era certo che qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe suonata diversa da ciò che era: una mera giustificazione.
- Non puoi vedere solo gli errori di James e ignorare quelli di tua moglie. Non ho mai rivelato nulla su Ginny perché non volevo ferire James ma… se non lo liberi ora, visto che è innocente, sarò costretta a portare alla luce il fatto che l'integrità morale del Capo del Dipartimento Auror non sia poi tanto salda. – 
L’uomo si lasciò sfuggire un lungo sbuffò e guardò la donna con un’occhiata poco incoraggiante. Victoire aveva ragione e non poteva di certo negare quella che era l'evidenza dei fatti: James aveva avuto un’infanzia travagliata, soprattutto da quando Ginny lo aveva beccato a sbaciucchiare il figlio dei Giacomelli. Quella sera il suo primogenito era stato trattato quasi peggio di uno gnomo da giardino: sua moglie lo aveva costretto a ritirarsi in casa e, una volta tornato in camera sua, lo aveva picchiato con una violenza di cui non la credeva capace. Lui lo aveva scoperto quando era tornato per cena; il piccolo James faticava perfino a reggere la forchetta e aveva gli occhi lucidi e rossi dal pianto, uno sguardo tanto supplichevole che non l’avrebbe mai dimenticato. 
Harry non poteva togliersi dalla mente l’immagine delle sue dita cicciottelle coperte a metà da un maglione fin troppo grande. Non aveva indagato oltre né si era, però, opposto al fatto che a James fosse proibito uscire senza uno dei suoi genitori. 
Infine, era pervenuta la sua lettera per Hogwarts e, con l’ingresso a scuola, non aveva tardato ad arrivare la sua prima cotta omosessuale; i due bambini, infatti, erano stati avvisati nel cortile dal professore di Pozioni che aveva prontamente avvisato le famiglie con un gufo. Il docente non voleva di certo riprendere l'omosessualità dei ragazzini ma a Ginny non aveva fatto piacere ricevere la lettera e quel Natale si era scatenato un vero putiferio in casa Potter.

Fortunatamente Teddy e Victoire erano stati un valido sostegno per il primogenito dei Potter; lo avevano ospitato nel loro appartamento a ogni occasione, soprattutto quando in casa Potter c’era anche il figlio di Malfoy. Non poteva certo contagiare anche il povero Scorpius con il suo orientamento tanto perverso…
Erano poi giunti al colloquio con lo Psicomago e al suo consiglio di allontanare l’adolescente da casa. La Scuola di Magia lo teneva abbastanza a distanza dal rapporto per nulla pacifico che si era creato nella famiglia. 
James, grazie al suo temperamento, era riuscito a cavarsela in qualche modo e aveva messo su una band, guadagnato un sacco di soldi con l’investimento nel pub ed era diventato indipendente subito dopo i M.A.G.O. senza l'aiuto di nessuno. 
Suo fratello era stato più fortunato. Albus aveva avuto modo di farsi scoprire da grande e ne aveva parlato subito con toni più maturi; inoltre, il più piccolo dei maschi Potter aveva avuto l'astuzia di rivolgersi prima al padre e poi alla madre. James, invece, era stato lasciato da solo nell'affrontare il trambusto e lui lo aveva abbandonato moralmente; questo era stato sicuramente uno dei motivi per cui il ragazzo si era rintanato nelle droghe.
Consapevole delle proprie responsabilità, Harry ammise a se stesso di aver sbagliato tutto con suo figlio e lanciò l'ennesimo sguardo da cane bastonato alla donna.
- Hai ragione, Victoire… -
- Allora firma qui, - gli suggerì il Magiavvocato dopo avergli allungato una copia dei documenti di scarcerazione. Il Capo del Dipartimento Auror inzuppò la penna d’oca nell'inchiostro nero e firmò nella parte preposta. 

Dall'altro lato della porta, invece, Scorpius non poteva credere a quello che aveva ascoltato. Cosa era successo a James? Perché non si era mai reso conto di nulla? Era stato facile giudicarlo e agire alle sue spalle, così come lo era stato poi innamorarsi di lui non appena si era lasciato andare. James nascondeva una gentilezza e una nobiltà d'animo sotto un’assurda e quasi impenetrabile corazza formata da arroganza e rabbia. 
Dopo tutto quello che aveva passato, Malfoy lo aveva tradito. Aveva fatto sì che si aprisse e poi l'aveva pugnalato alle spalle. Il giovane Auror ritirò le Orecchie Oblunghe e, con aria sconfitta, fece per raggiungere le sue stanze quando avvertì la porta dell'ufficio di Harry aprirsi alle sue spalle.
- Ah, un’altra cosa, - farfugliò la donna che si trovava ancora sulla soglia della porta. – Non ti sembra esagerato avergli vietato gli incontri? Perfino agli ex Mangiamorte rinchiusi ad Azkaban è stata concessa una visita al giorno… -
- Non gli ho vietato le visite! –
- Non volevano farmi entrare, Harry, ho dovuto insistere fino a quando non è intervenuto tuo genero. –
Il signor Potter sembrò non credere a quell’affermazione tanto che, dopo aver notato la presenza di Scorpius alle spalle di Victoire, si rivolse direttamente al ragazzo.
- Malfoy! –
- S-Signor Potter! –
- Davvero hanno vietato gli incontri a James? –
- Non lo so, signore, mi ha estromesso dal caso. A me è stato detto che non volesse vedermi, mentre a Vanessa è stata concessa una visita soltanto, più breve di quello che prevede il protocollo. –

Il Capo del Dipartimento Auror sembrò essere più confuso di prima; con un incantesimo trasfigurò il foglio di scarcerazione in un aeroplanino di carta che, volando, raggiunse e si schiantò contro le tempie di Scorpius. Quest’ultimo sciolse l’incantesimo e strabuzzò gli occhi nel rendersi conto che reggeva tra le mani l’ordine di scarcerazione di James.
- Malfoy… porta questo nella sala dorata e recupera mio figlio. Nel frattempo… sai dirmi dove sono i fascicoli di Langley? –

 
♪♪♪♪♪♪♪

C'erano molte voci che urlavano nella testa di James. Victoire era andata via poche ore prima e nello stesso istante il suo mal di stomaco era riapparso. Dapprima si era steso sul marmo scuro, poi aveva appoggiato la mano destra sullo stomaco e quella sinistra sulla fronte sudata. Era la terza volta che accusava quel dolore durante il giorno ma ora i crampi erano diventati più forti, tanto da causargli sudorazione fredda e allucinazioni.

- Via, via, - piagnucolò Potter muovendo la mano con debolezza come a voler allontanare qualcuno.

Erano almeno tre giorni che passava senza assumere droghe e l'astinenza non aveva tardato a presentarsi. Si era fatta sentire prima sotto forma di tremori sporadici, poi come mal di testa potenti e, infine, con il dolore allo stomaco. 
Tutto intorno a lui cominciò a girare vorticosamente tanto che fu costretto a chiudere gli occhi per evitare l'aggravarsi dei sintomi. L'unico problema era che, con le palpebre calate, le voci diventavano più prepotenti.

- Via, - mugolò ancora il ragazzo girandosi su un fianco.

James riaprì gli occhi per un solo secondo, gesto che gli causò un conato di vomito che non riuscì a trattenere; si affacciò verso il lato destro delle doghe e lasciò che il proprio stomaco si svuotasse. La sua pelle diventò biancastra e la vista iniziò a calare; mise su un’espressione di puro disgusto per il vomito che era finito sul pavimento, assottigliò gli occhi e allungò il braccio davanti a sé bloccandosi a mezz'aria.

- Non sei qui, - sospirò prima di accasciarsi sul letto scomodo e chiudere nuovamente gli occhi.
Era solo ancora una volta, ma stavolta senza alcuna via d’uscita. Perfino Vanessa e i ragazzi della band lo avevano accantonato, dovevano aver capito che non valeva di certo quanto quello che dicevano i giornalisti nei loro articoli in prima pagina. 
James lo aveva sempre saputo; aveva cercato di mascherare le proprie incertezze dietro l’immagine di un giovane di successo che, con un buon investimento, era riuscito a realizzare il suo sogno… ma la verità era che, dietro l'immagine di un affascinante vocalist osannato dai fan, si celava un bambino intimorito a cui nessuno aveva mai preso la mano.

James, tramortito dal dolore e dalla debolezza, riprovò a sollevare il braccio per chiedere aiuto ma restò lì con la mano semiaperta a mezz'aria mentre lo stomaco e il cervello e gli ricordavano che, senza quel mix di droghe, lui non era altro che un patetico bamboccio che nessuno avrebbe mai amato, proprio come gli aveva detto Albus. 

 
♪♪♪♪♪♪♪

Casa Giacomelli era poco usuale: entrando nella loro villa rosso pompeiano nessuno avrebbe mai detto che quella fosse una casa tipica di maghi inglesi. Forse perché le loro origini erano italiane e, quindi, i genitori di Vanessa e Vince avevano arredato casa con quella particolare cultura.
I due ragazzi, infatti, erano seduti su un divano vintage super colorato e sembravano aver perso l'uso della parola; Vince era quasi più steso che seduto e muoveva distrattamente le dita sulle corde della chitarra che, poggiata col piatto sulle cosce, strimpellava qualche nota fiaccamente.

- Non possiamo andare avanti così. –

Fu Aaron a parlare per primo; si mise in piedi e diede un piccolo calcio sulle gambe di Vince per provocarlo.
- Mi sembra ridicolo che James non voglia vederci, sinceramente non è da lui. –
- Al Ministero hanno detto così, - rispose Vince scrollando le spalle.
- E tu ti fidi del Ministero? -
- Oh andiamo, ci lavora suo padre! –
- Suo padre lo ha arrestato, Vince! –
- Quando sono andata a trovarlo mi hanno fatto restare solo pochi minuti, - spiegò Vanessa, - l’Auror che mi ha allontanata mi ha detto che non avevo l'autorizzazione per stare lì… a me James era parso felice di vedermi! –
- Vedi? - domandò Aaron a Vince retoricamente, - Ci deve essere qualcos'altro… dovremmo andarci e provare! E se ci cacciano scateniamo i giornalisti! Sai benissimo che i nostri fan sono in trepidazione per il concerto che avevamo annunciato… ci sono arrivate centinaia di lettere, si chiedono tutti come sta Jamie, se il concerto si farà o chissà che altro! –
- Andare lì è inutile: non ci faranno entrare, - sbuffò Vince. - Però c'è qualcosa che possiamo fare: potremmo parlare con Scorpius! –
- James ha detto che non dobbiamo fidarci di lui… -
- Questo non vuol dire che non possiamo parlargli, ti pare? –

Aaron sembrò dare ragione all'amico piuttosto che alla ragazza, tant'è che gli prese la chitarra e l'appoggiò per terra accanto al vecchio divano. 
- In ogni caso dovremmo andare al Ministero. Che sia Scorpius o il signor Potter, qualcuno dovrà necessariamente dirci cosa sta succedendo! –
- Oggi andava lì Victoire, la moglie di Teddy, perché non parliamo con lei prima di mobilitare l'intero Wizengamot? - chiese Vanessa nella speranza di non rizzare gli animi. 
- Sei noiosa, - sbuffò Vince, - ecco perché eri una Tassorosso, - la canzonò il fratello.

La ragazza fece qualche smorfia per rispondere al ragazzo, si alzò in piedi a sua volta e poi si mise le mani sui fianchi. 
- Tassorosso o no, la mia idea è la più valida. Se Victoire non dovesse darci delucidazioni, allora parleremo con Scorpius. Che ne dite? –
- Andiamo a prenderci James! -

 
♪♪♪♪♪♪♪
 

♪ Note a margine:
Tadan, ecco il capitolo del venerdì. E che capitolo, signori della corte! 
Devo dire che scrivere la scena di James mi ha strappato il cuore in duemila cuoricini. In realtà (e Pally93, che ha betato la storia e che ringrazio per tutto, lo sa) è stato scritto in un mio periodo molto lungo e sofferto, e scrivere questa storia (e questa scena) era il mio "spiraglio", il modo di confrontarmi con qualcosa che fosse vero pur trattandosi di un'opera di fantasia.
Tralasciando questo velo di tristezza, menzione d'onore a Vanessa e agli amici di James, che sono proprio il top del top. Voi come li trovate?

La canzone che dà il nome al capitolo è Listening dei The Used.

 

"I need something else
Would someone please just give me?
Hit me and knock me out
And let me go back to sleep
I can laugh all I want inside
I still am empty"

 

Per spoiler, info, chiacchiere e insulti, vi invito a visitare la mia pagina facebook!
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! 
PS: io non mordo, sono una personcina deliziosa. Quindi se volete lasciarmi un segno del vostro passaggio, lo apprezzerò.

 
   
 
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