Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
Segui la storia  |       
Autore: MackenziePhoenix94    15/01/2021    0 recensioni
Seguito di: "The Dark Side Of The Moon"
“Vuoi aggrapparti a me?”
“Cosa?”
“Aggrappati a me” ripeté lui, questa volta sottoforma di ordine malcelato; Ginger aveva sempre odiato quel tono di comando che il giovane uomo usava spesso quando parlava, ma a Jen provocò l’effetto opposto e la spinse ad obbedire, benché sentisse improvvisamente le guance calde, in netto contrasto con l’acqua fredda che ancora non era stata scaldata dai raggi del sole: gli passò le braccia attorno al collo e si avvicinò un po’ di più, ma senza stringersi contro il suo corpo, altrimenti il rossore sarebbe diventato impossibile da nascondere “meglio? Adesso ti senti più sicura?”.
La giovane alzò lo sguardo e si rese conto che il viso di Roger era terribilmente vicino, come mai prima d’ora; si rese conto che i suoi occhi azzurri erano molto più chiari di quello che aveva sempre creduto, e si rese anche conto che sul naso e sugli zigomi aveva delle piccolissime lentiggini di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel momento.
Deglutì a vuoto nel vano tentativo di inumidire la gola che, tutto d’un tratto, si era fatta secca ed arida, e ciò non aveva
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1993, aprile.



 
C’erano solo due persone nella sala d’attesa dell’ospedale, sedute l’una di fronte all’altra: Roger Waters e Lindy Rutter, ormai non più Lindy Mason da diversi anni.

La donna era stata avvisata telefonicamente dal bassista, che le aveva detto che il grande momento era finalmente arrivato, ma da quando era arrivata in ospedale, il più in fretta possibile, non si erano scambiati una sola parola; anche Pamela, insieme ai due nipoti più grandi, stava arrivando direttamente dall’Inghilterra, ma al momento era bloccata nel caos stradale di New York, seduta sui sedili posteriori di un taxi giallo e nero.

Tra i due regnava il silenzio più assoluto, interrotto di tanto in tanto dal fruscìo provocato dalle pagine della rivista che Lindy stava sfogliando, dal ticchettìo del grande orologio a parete presente nella stanza e da Roger che continuava, nervosamente, a far schioccare le nocche delle dita; dopo l’ennesimo scricchiolìo sinistro, Lindy si ritrovò costretta ad intervenire.

“Smettila” disse senza tanti giri di parole “mi stai facendo venire la pelle d’oca. È insopportabile”

“Scusa, non volevo innervosirti” il bassista smise subito di tormentare le sue povere nocche, ed incrociò le braccia per resistere alla tentazione di ricominciare; lanciò un’occhiata prima a sinistra, poi a destra ed infine guardò il grande orologio rotondo: ormai erano bloccati lì, senza alcuna notizia, già da un paio di ore. Forse perfino da quattro o cinque “secondo te tra quanto arriveranno?”

“Non lo so. Mi auguro il prima possibile, ma dubito seriamente, conoscendo il traffico di New York”

“Quanto ci vorrà ancora?”

“Non so neppure questo”

“Mh”.

La conversazione ricadde di nuovo nel silenzio più assoluto; Roger lanciò un’occhiata di sottecchi a Lindy e, dopo essersi schiarito la gola, tentò d’instaurarne una nuova.

“Jennifer mi ha detto che Nick e Nettie hanno avuto due bambini… Cary e Guy, giusto?”.

La donna emise uno sonoro sbuffo, chiuse la rivista con un gesto seccato e la posò in malo modo sulla sedia vuota alla propria sinistra.

“So quello che stai facendo e ti dico fin da subito di non provarci neanche, perché con me non funziona”

“Voglio solo parlare”

“Appunto, ma io non ho alcuna intenzione né voglia di farlo con te. Non funziona così, Roger. Non puoi comportarti per anni da emerito coglione e poi pretendere che tutto ritorni come prima, come se nulla fosse, solo perché, in chissà quale modo, sei riuscito ad ottenere il perdono di Jennifer. Chiariamo questa faccenda in modo definitivo, una volta per tutte” Lindy si sporse in avanti “io sono qui perché la mia migliore amica sta per diventare di nuovo madre, e sono dalla sua parte per lo stesso motivo, ma ciò non significa che a mia volta abbia dimenticato o perdonato tutto quello che tu hai fatto e detto. Io non ho dimenticato un bel niente, Roger, non sono intenzionata a farlo e sappi che ti tengo d’occhio: alla prima cazzata che commetti, piccola o grande, dovrai vedertela con me. Ed io so mordere molto forte”.

Lindy riprese in mano la rivista e la riaprì sull’articolo che stava leggendo prima di essere interrotta.

“Ohh!” esclamò poi, come se si fosse ricordata qualcosa d’importante all’improvviso “e per la precisione: iniziare una conversazione mettendo in mezzo il mio ex marito e la sua nuova vita, non è proprio il massimo”

“Va bene… D’accordo” mormorò l’uomo, alzando entrambe le braccia in segno di resa, gettando la spugna, rendendosi conto che l’amica di un tempo non era intenzionata a riaccoglierlo nella propria vita come Jennifer aveva fatto.

Doveva immaginarselo, conoscendo molto bene il suo carattere, ma aveva voluto fare lo stesso un tentativo.

Roger si richiuse nel mutismo più assoluto e lanciò l’ennesima occhiata all’orologio a muro: più il tempo passava e più cresceva la sua ansia e la paura che potesse sorgere qualche complicazione dell’ultimo minuto; sia con Harry che con India era andato tutto bene, ma come poteva avere la certezza che sarebbe stato così anche nel caso del nuovo arrivato? Come Jennifer stessa gli aveva detto il giorno in cui gli aveva comunicato di essere di nuovo incinta, non erano più dei ragazzini.

Jen si accingeva a compiere quarant’anni, ed una gravidanza a quell’età…

Il bassista scosse la testa con forza, in modo da scacciare quegli orribili pensieri che rischiavano solo di guastare il momento unico che stava vivendo; tutto sarebbe andato nel verso giusto, e non ci sarebbero state complicazioni di nessun genere né per Jennifer né per il nuovo arrivato.

O la nuova arrivata.

Non sapevano quale fosse il sesso del bambino, ancora una volta avevano preferito che fosse una sorpresa per entrambi; Jennifer gli aveva chiesto più volte, nel corso della gravidanza, qual’era la sua preferenza, ma lui aveva sempre risposto che non l’aveva: erano già genitori di un maschio e di una femmina, dunque non c’era da porsi quel ‘problema’.

Anche se… Anche se non gli sarebbe dispiaciuta affatto un’altra femminuccia, dato che India stava crescendo sempre più in fretta, ad un ritmo quasi spaventoso…

I pensieri di Waters vennero interrotti dal tanto agognato arrivo di un’infermiera che lo chiamò per nome; lui si alzò immediatamente, scattando come una molla, e si affrettò a seguirla nella stanza in cui Jennifer al momento stava riposando, non molto lontana dalla sala d’attesa.

Lindy rimase seduta, perché spettava a Roger l’onore di essere il primo a vedere il nuovo arrivato.

L’infermiera comunicò al bassista che tutto era andato per il verso giusto, non c’erano state complicazioni e che poteva entrare nella stanza per far visita alla moglie; lui non se lo fece ripetere una seconda volta e, impaziente com’era, senza rivolgere alcuna parola di ringraziamento alla giovane donna, si precipò subito all’interno della piccola e curata stanza d’ospedale, per accertarsi con i suoi stessi occhi delle informazioni che gli erano state riferite: incontrò subito lo sguardo di Jennifer, e tirò un sospiro di sollievo rendendosi conto che stava effettivamente bene.

Era stanca, spossata, ma sorridente.

“Ehi” disse Jennifer, parlando per prima “com’è andata in sala d’aspetto? Sono arrivati tutti?”

“Più o meno bene, ho provato a parlare con Lindy, ma non ci sono riuscito. Credo che mi abbia rivolto una minaccia, ma nel complesso pensavo peggio… Pamela ed i ragazzi sono bloccati nel traffico, ma tranquilla: sono certo che ben presto arriveranno… E tu? Tu come stai? L’infermiera mi ha detto che è andato tutto bene”

“Sì… Sì, è andato tutto bene. Avvicinati, Rog”.

Di nuovo, il bassista non se lo fece ripetere una seconda volta: si avvicinò alla moglie, si sedette sul bordo del lettino e, con delicatezza, prese in braccio il caldo fagottino di coperte che lei gli porse con un sorriso luminoso e con gli occhi che le brillavano di una gioia indescrivibile; abbassò lo sguardo ed osservò, incantato e senza fiato, il visetto paffuto di un neonato profondamento addormentato.

“Ohh… Mio…” mormorò, sfiorandogli una guancia morbida e tonda “ma che… Ma che bellissimo maialino…”

“Ha gli occhi azzurri, proprio come i tuoi. Ti assomiglia già tantissimo, Roger”

“Il nome?”

“Guarda sul braccialetto che ha attorno al polso destro”.

Facendo attenzione a non disturbare il sonno del piccolo essere vivente appena venuto al mondo, Waters scostò la copertina azzurra e lesse il nome scritto sul minuscolo braccialetto di plastica chiuso attorno all’altrettanto minuscolo polso destro.

“Jack…” disse con un sorriso “è un bellissimo nome. Mi piace davvero. Il piccolo Jackie”

“Leggi meglio. Non c’è solo quello”.

Roger rivolse uno sguardo perplesso a Jennifer, lei annuì e lui abbassò di nuovo lo sguardo sul braccialetto, rendendosi conto solo in quel momento che c’era scritto un secondo nome; lo lesse a bassa voce, ed impiegò una manciata di secondi prima di riuscire a ripeterlo in tono più alto.

“Jack Fletcher” disse senza riuscire a controllare un tremolìo nella voce, tornando a fissare la donna di cui era innamorato “hai dato a nostro figlio il secondo nome di mio padre”

“Sì” annuì Jen, altrettanto commossa e con gli occhi colmi di lacrime “ho pensato che… Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere. Così è come se una piccola parte di tuo padre fosse sempre con te, perché vive in nostro figlio”.

Il bassista non riuscì a rispondere a causa di un groppo che gli si era formato in gola, e dimostrò tutta la propria gratitudine alla moglie baciandole con dolcezza la fronte; il momento quasi magico, carico di commozione, venne interrotto bruscamente da dei rumori provenienti dalla sala d’attesa, e sia Roger che Jennifer riconobbero la voce carica d’ ansia di Pamela.

Anche il piccolo Jack Fletcher udì il trambusto: si agitò tra le braccia del padre, ed aprì gli occhi pieni di sonno, rivelando le bellissime iridi chiare ereditate da lui; quando Roger incrociò lo sguardo del figlio più piccolo s’innamorò definitivamente e perdutamente.

“Buongiorno, piccolo maialino che ha appena aperto gli occhi!” esclamò ricomponendosi ed alzadandosi dal letto con il fagottino di coperte ben stretto tra le braccia; anche Jennifer sorrideva, e non riusciva a staccare gli occhi dai suoi due uomini “adesso papà ti porta a fare un piccolo giretto, Jack, perché ci sono alcune persone molto ansiose di fare la tua conoscenza, e so per certo che tu sei altrettanto ansioso di fare la loro!”.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd / Vai alla pagina dell'autore: MackenziePhoenix94