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Autore: Its a beautiful day    17/01/2021    0 recensioni
Dopo anni separati Zayn e Giorgia si rincontrano.
O forse, non si sono mai separati. Zayn è stato nella vita di Giorgia una costante, anche quando sembrava averla abbandonata per sempre.
Proprio come un fantasma.
Gli anni sono passati veloci, nulla è rimasto invariato.
Lei è andata avanti, arrivando ad un punto che Zayn non credeva possibile.
Questo è l'epilogo di una storia senza fine.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Pov. Giorgia
Cammino a disagio accanto a Zayn, sei anni dopo la nostra rottura.
È impossibile nascondere il mio disagio, visto che cammino a circa dieci centimetri da lui.
Lui invece, ha le mani in tasca, lo sguardo basso, l'espressione seria e persa. Proprio come anni fa, non ha perso quest'abitudine di corrugare in continuazione le sopracciglia. Come se questo movimento lo aiutasse a pensare meglio.
"Ti va se ci fermiamo qui?" mi domanda, rompendo il silenzio e interrompendo quel tic nervoso
 
"Uhm, va bene" annuisco
 
"Siediti pure, vado ad ordinare due caffè" mi sorride. Osservo bene il sorriso: è spento, finto. Quasi tirato
Mi guardo attorno, osservando le persone che camminano veloci per il centro commerciale. Poi do un'occhiata al telefono: 16.35.
Tra venti minuti ho l'appuntamento dal parrucchiere, e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo.
"Eccomi, fra poco arrivano" mi rivolge un altro finto sorriso "Allora? Cazzo se sei cresciuta" mi squadra ancora, soffermandosi sul seno
 
"Già" cerco di comprimi "Ormai ho ventidue anni, non più diciassette"
 
"Ventidue, ventidue" ripete portandosi due dita alle tempie "Ne è passato di tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti" alza poi lo sguardo
 
"Un po' " annuisco "Sono cambiate molte cose d'allora" incrocio le mani sul tavolo
Un cameriere dai profondi occhi blu ci posa sul tavolo due tazzine, e un aroma di caffè mi invade le narici. Gli rivolgo un sorriso per ringraziarlo
"Non lo metto in dubbio" fissa ancora il seno, e poi mi guarda le mani. Sbianca leggermente "Quello.. quello è un anello di fidanzamento?"
 
"Sì Zayn," lo guardo negli occhi, lui cerca di reggere il mio sguardo
 
"Lo conosco?"
 
"È Luke"
 
"Luke" abbassa la testa. Cala un inquietante silenzio, interrotto dopo qualche secondo dalla risata di Zayn. Scoppia a ridere, una risata quasi.. sincera "Luke" ripete ancora
 
"Luke.." ripeto io, leggermente spaventata
 
"L'ho sempre saputo. Sempre. Gli sei sempre piaciuta e non ha perso occasione di buttarsi addosso a te non appena me ne sono andato"
 
"Mi dispiace deluderti, ma le cose non sono andate come credi tu" non starò certo a raccontagli della mia depressione, di tutto ciò che ho dovuto affrontare dopo che lui ha deciso di abbandonarmi. Non voglio che sappia come mi ha ridotta.
 
"Certo, lui avrà fatto l'amico gentile, che ti sostiene nel tuo momento peggiore, approfittando della tua debolezza, e tu pensi di esserti innamorata di lui"
 
"Penso?" lo guardo storto
 
"Sì, pensi. È normale pensare di provare qualcosa per qualcuno che ti è stato vicino, ed è stato carino nei tuoi confronti"
 
"Non lo accetto" mi alzo "Non accetto che tu, dopo sei anni, ti ripresenti qui, e metti in dubbio ciò che provo per lui" li lascio due banconote da un dollaro sul tavolo
 
"Giorgia aspetta" si alza
 
"Tu non sai un cazzo" mi volto "Non mi toccare" sposto il braccio "Non sai un cazzo" sputo, prima di lasciarlo solo
 
 
Pov. Zayn
Osservavo i suoi movimenti da giorni ormai. La vedevo entrare nei negozi di abiti da sposa, ma mai avrei pensato che fosse per lei il fottuto abito bianco.
Non pensavo si sposasse. Almeno.. non ancora.
Da un lato sapevo che sarebbe andata avanti. In fondo era solo una ragazzina, per lei sarebbe stato più facile andare avanti. Lo sapevo, ma il mio cuore sperava che non fosse così.
Sperava che in fondo, per quante storie avesse avuto, per quanti uomini avesse frequentato, nel suo cuore ci sarei stato sempre e solo io.
Povero illuso.
Lei è andata avanti, ed è andata avanti bene. Sì sposa, con quel coglione di Luke.
Sapevo già che quel dannato coglione sbavava dietro alla mia fottuta ragazza. Sapevo anche questo.
Ma mai avrei pensato di vederli all'altare insieme.
In realtà mai avrei pensato di vedere Giorgia all'altare con qualsiasi altra persona che non fossi io.
In questi sei anni, non ho fatto altro che pensare a lei, a come stesse, a cosa facesse.
Averla lasciata definitamente, mi ha distrutto. Dopo essermi schiantato contro il muro della statale, ho passato quasi cinque mesi in ospedale, tra coma e terapie riabilitative. Ho rischiato di perdere completamente la mobilità nella spalla, ed il conseguente utilizzo del braccio. Ho dovuto anche frequentare una psicologa, di nuovo.
Stavolta non l’ho maltrattata. Anzi.
Ho frequentato per un po’ i suoi incontri, poi essendo maggiorenne non avevo l’obbligatorietà di seguirla, così lasciai dopo poche sedute.
Ho passato i sei mesi che sono seguiti tra alcool e droghe. Frequentavo un sacco di donne. Saltavo da un letto all’altro. Me ne scopavo quattro diverse a settimana, non mi fotteva più di niente.
Avevo bisogno di quelle donne, perché in loro vedevo lei. Era l'unico modo per averla vicina.
Più di una volta mi è successo di essere lasciato di punto in bianco, perché continuavo a chiamarle sempre con lo stesso identico nome.
Giorgia.
Come se me ne fottesse qualcosa del loro fottuto nome.
Dopo qualche mese di quella vita di merda, mia madre decise che fosse arrivato il momento di ricoverarmi di nuovo. E per la terza volta nella mia breve vita finì chiuso dentro ad una fottuta clinica. Solo che questa volta a farmi visita lei non c’era.
Ho affrontato questo percorso da solo, l’unico appoggio che ho avuto è stata mia madre. Sono sparito dai radar per tutti, anche per Niall e Mirta.
Affrontare la riabilitazione senza di loro, ma soprattutto senza Giorgia, è stato difficile.
Dopo circa sette mesi, mi sono rimesso in carreggiata. Sono uscito dalla clinica completamente ripulito.
Mese dopo mese, il suo ricordo si faceva sempre più sfocato, la vedevo sempre meno nelle altre donne.
Quando il sesso con altre donne ha smesso di darmi la sua immagine, ho smesso di cercare ragazze.
Andavo in giro cercando qualsiasi cosa che mi riportasse alla mente il suo ricordo. Vivevo nel terrore di dimenticare il suo volto, i suoi occhi, la sua voce.
Così cominciai a disegnare. Disegnavo e basta, proprio come a Melbourne, anni prima. Solo che stavolta, lei i disegni non li avrebbe visti.
Passai gli anni che seguirono a disegnare. Per il primo anno, il soggetto principale fu lei, poi col passare degli anni, il suo ricordo si fece meno nitido, così iniziai a disegnare paesaggi, o ciò che la mia mente elaborava.
Un anno fa, la svolta: un famoso critico d'arte proprietario di una famosissima galleria di New York notò i miei disegni e volle esporli nella sua galleria.
Da quel momento in poi, la mia vita ha avuto una spinta verso l'alto: soldi, notorietà, donne.
Da quel momento diventai Jonathan Lewis.
Ricominciai a vedermi con delle ragazze, solo sesso ovviamente, ma stavolta c'eravamo solo io e la ragazza che mi sbattevo.
Di relazioni ancora non ne volevo sapere. Speravo ancora in una possibile riconciliazione con Giorgia.
E ci credevo ancora fino a dieci minuti fa, fino a quando non ho visto quel dannato anello al suo dannato dito.
Lei è andata avanti, è andata avanti senza di me. Questo mi distrugge, ma in fondo lo sapevo. Era solo una ragazzina, è stato facile per lei sostituirmi. È stato facile per lei trovare qualcuno migliore di me.
Sapevo fin dall'inizio che sarebbe successo.
   
 
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