Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: Slytherin_Divergent    18/01/2021    1 recensioni
Kenjirou non ha mai visto un essere umano. È convinto del fatto che siano creature mostruose e senza scupoli, pronte a sacrificare tutto per dei pezzi di carta e di metallo.
Eita non ha mai visto una sirena. È sempre stato affascinato dalle leggende e ha passato tutta la vita a sognare di volerne incontrare una.
Kenjirou si rende conto del fatto che la sua vita cambia radicalmente quando viene catturato dagli umani durante una tempesta. Mentre si trova sulla nave dove viene tenuto prigioniero non riesce a pensare ad altro che al fatto che sta per morire. Eita, invece, disperso durante la tempesta, non vede l'ora di potergli parlare.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eita Semi, Kenjiro Shirabu, Shiratorizawa
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eita si passò una mano tra i capelli con un lungo sospiro e chiuse gli occhi, massaggiandosi la collottola. «E se ti stessi sbagliando? Che cosa faremmo se incontrassimo la Nave?»
«Ho chiesto a Tendou di armare i cannoni per questo.» Wakatoshi ignorò il tono preoccupato e irritato che impregnava la voce di Semi. Il biondo gli lanciò un'occhiata e si voltò verso Jin.
«È il piano più stupido che io abbia mai sentito.» sbottò. Il vicecapitano scrollò le spalle.
«Anche io, ma è la nostra unica possibilità e lo sai, quindi è inutile stare qui a discutere.» Semi scosse la testa e si passò ancora la mano tra i capelli.
«Quindi continueremo ad avanzare in questa direzione sperando che le correnti d'aria imprevedibili dell'Anomalia non varino, che la direzione in cui andiamo sia giusta e che l'Anomalia non stia girando attorno a noi in modo tale da spingerci verso il suo centro?» Wakatoshi annuì e ripiegò la mappa di navigazione. Eita alzò le braccia.
«Okay. Io... Io vado da Kenjirou e cerco di non pensare a quante delle troppe cose folli di questo folle piano possano andare storte e di figurare positivo, nonostante le cose negative battano quelle positive ad un confronto schiacciante di 5 ad 1.» uscì dalla cabina e sentì il lungo sospiro di Jin.
Eita trovò Kenjirou occupato nello scrutare l'acqua, appoggiando alla balaustra del ponte. Aveva le mani sporche di fuliggine, polvere da sparo e polvere e lo sguardo perso tra le onde mentre osservava con intensità il suo riflesso che tra un'increspatura e l'altra si distorceva e spariva per poi riapparire poco dopo, di sfuggita e alterato, sparendo poi nuovamente e così via in una lunga serie di interminabili attimi.
«Ehi.» lo salutò appoggiandosi vicino a lui. Kenjirou alzò lo sguardo e gli fece un cenno col capo.
«Ciao.» rispose.
«Come stai?» Eita fissò il loro riflesso. L'acqua non era azzurra, riflettente il cielo, né blu abisso, né nera e stellata, né arancione per il tramonto, ma di un verde marcio che fece stringere le labbra di Eita in una dura linea. Più ci si avvicinava all'interno dell'Anomalia, più l'acqua prendeva un colorito verdognolo che la faceva sembrare unta e lurida.
«Meglio. Non mi gira più la testa e il sonno è sparito.» rispose il castano, alzando lo sguardo per osservare la nebbia. Scrutò il muro verde con immensa attenzione, cercando di scorgere un piccolo frammento di cielo o un qualcosa che indicasse loro che si stavano avvicinando ad una speranza di uscirne, ma l'unica cosa che catturò la sua attenzione fu la grossa ombra grigia. Per un attimo non ci fece caso, poi distinse chiaramente un qualcosa al di là del muro di nebbia e puntò il dito davanti a sé.
«Cos'è quella?» domandò con genuina curiosità. Se fosse stata un'isola, magari, si disse, avrebbero potuto approdare e aspettare che l'Anomalia li sorpassasse. Aveva il sentore che ad un fenomeno del genere, a sentire le storie di Eita, non piacesse particolarmente la terraferma. Il biondo lo guardò corrucciando le sopracciglia.
«Cosa? Io non vedo niente.» Kenjirou agitò una mano.
«Ma sì, dai! Quella cosa là. È tipo un'ombra. È un'isola, vero? Magari possiamo ancorare la nave e aspettare che l'Anomalia si allontani.» rispose. Eita si sporse oltre il bordo della balaustra con il busto e inclinò la testa di alto.
«Intendi quell'affare tipo... Grigio, oltre il banco di nebbia?» Shirabu annuì.
«Sì, esatto. Quello. È la terraferma, no?» Semi indicò la cassa di legno posta al fianco del castano.
«Passami un cannocchiale, per favore.» l'altro gli allungò un lungo oggetto intagliato e decorato con ghirigori e filamenti d'oro. Eita lo portò ad un occhio e regolò l'ingrandimento, confuso.
«Non so. Mi sembra un po' piccola per essere della terra ferma e poi l'Anomalia non passa mai così vicino alle isole.» in quel preciso istante un grande bompresso fece la sua comparsa dal muro di nebbia ed Eita sgranò gli occhi, saltando all'indietro.
«VIRA A DESTRA, YAMAGATA!» gridò, indicando la grossa nave nera e bianca con intricati disegni dorati che si stava dirigendo verso di loro. Hayato fece roteare con velocità il timone della Shiratorizawa fino a quando non fu perfettamente allineata alla nuova nave e si asciugò una goccia di sudore freddo. Avevano perso la rotta.
«Che succede?» Taichi fece la sua comparsa al fianco di Kenjirou e guardò la nave sconosciuta. «Chi sono?»
Satori e Yuuki si avvicinarono e fu il corvino a rispondere, gli occhi che brillavano intensamente. «La Fukurodani. Sono ancora vivi...»
Dalla nave di fianco si affacciò sul parapetto un ragazzo con i capelli sparati per aria, che si sbracciò per farsi notare da loro. Eita fece segno ad Hayato di avvicinarsi leggermente e quando le due navi furono a poco più di sette metri di distanza Yuuki riconobbe il ragazzo.
«Bokuto-san!» agitò le braccia nella sua direzione, gridando. «Ce l'avete fatta!»
«Shibayama-kun!» Koutarou Bokuto sorrise. Al suo fianco fece la sua comparsa un ragazzo con folti capelli corvini che Eita non aveva mai visto. «Akaashi, abbiamo trovato Shibayama-kun! Vai ad avvertire Kuroo.»
Yuuki sgranò gli occhi. «Kuroo è lì? E Inuoka? Gli altri?»
«Sono tutti qui. La Nekoma è affondata, ma nessuno è stato preso dalla Nave. Stiamo tutti bene e nessuno è diventato un Marchiato.» Yuuki sospirò di sollievo. «Stiamo cercando di uscire, ma continuiamo a intravedere la Nave che gira e credo che la nave stia girando in tondo in realtà.»
«Inuoka...» Yuuki deglutì ed Eita poté sentire la preoccupazione trapelare nella sua voce. Sapeva quanto fosse duro perdere una persona cara e lo capiva bene. «Inuoka è lì?»
Koutarou annuì e si fece più serio, smettendo di sorridere. «Ti allunghiamo una passerella così puoi raggiungerci sulla nave.»
«Aspetta, aspetta...» Satori assottigliò lo sguardo. «Come facciamo a sapere che non ci attaccherete appena il piccoletto sarà con voi?»
Al fianco di Koutarou fecero la loro comparsa il corvino di prima seguito da un ragazzo più alto e con un occhio coperto da un ammasso di ciocche scure che schernì il rosso con una risatina sardonica.
«Non ricordavo che fossi così sospettoso.» sul viso di Satori andò a disegnarsi un sorrisetto tutt'altro che allegro.
«Da quanto tempo, Kerou.»
«È Kuroo.»
«Quello che è.» Satori agitò una mano. «Prima rispondi alla mia domanda.»
«Beh,» l'altro si appoggiò al parapetto. «Perché non lasci che parliamo con il tuo capitano?»
Eita percepì il suo compagno irrigidirsi a quella frase, ma nessuno dei due abbassò lo sguardo o fece vacillare il proprio sorriso falso. «D'accordo.»
Il tono irritato di Tendou lo percepì persino Kenjirou e fu come una ventata gelida che gli fece accapponare la pelle. Eita lo afferrò per un polso e lo trascinò verso il sottocoperta. «Andiamo a chiamare Wakatoshi e Soekawa.»
Quando si furono appartati nella stiva, Semi tirò un lungo sospiro. Kenjirou, al suo fianco, alzò lo sguardo e lo osservò come in attesa che gli rivelasse qualcosa. «Allora? Di che si tratta?»
Il biondo si prese qualche prezioso secondo prima di rispondere. «Abbiamo avuto qualche controversia con la Nekoma in passato. Diciamo che... L'oro non è fatto per essere spartito e nemmeno le mappe.»
Shirabu sapeva di dover star zitto, perché avrebbe potuto vedere a miglia di distanza l'irritazione sul viso di Eita e sentiva ancora i brividi per il tono tagliente utilizzato da Tendou, ma la curiosità ebbe la meglio. «Cos'è successo?»
«Dopo te lo racconto, magari.» rispose il rosso con un piccolo sorrisetto, prima di entrare nell'ufficio del capitano. Jin si voltò verso di lui con aria confusa.
«Che succede?» domandò, lanciando un'occhiata incuriosita a Shirabu. «Ciao.»
«Ciao.» rispose quello.
«Dov'è Wakatoshi? Abbiamo dei problemi di sopra.» si intromise il biondo, battendo nervosamente una mano sulla gamba. «Problemi grossi, intendo.»
«Io... credo sia nella sua stanza. Doveva prendere delle carte. Che genere di problemi?»
«Problemi che richiedono delle trattative di pace. La Fukurodani è qui.» rispose Semi. Jin sgranò gli occhi.
«Lo vado a chiamare. Aspettateci di sopra.» Eita annuì e guardò Kenjirou. «Se vuoi puoi restare in cabina.»
Il castano fece una smorfia. «Non ci penso proprio, non ora che le cose si sono fatte interessanti.»

Yuushou camminava in maniera irrequieta per il ponte della nave. Kai e Yuu erano accampati di fianco ad un cannone e stavano limando le proprie spade. Tsutomu si avvicinò loro e si sedette per terra con uno sbuffo.
«Quanto credete che ci metteranno?» domandò, fissando con aria torva il vascello dietro di sé. Shibata scrollò le spalle e pose in alto la lama per osservarne le imperfezioni da sistemare.
«Sono appena saliti, ma il capitano della Fukurodani non sembra veramente intenzionato ad attaccarci, o almeno credo. Sono nella merda quanto noi.» decretò, poi posò lo sguardo su Sagae che stava ancora camminando irrequieto da una parte all'altra del ponte. «Hai finito di mangiare il legno?»
Il castano alzò di scatto lo sguardo e fissò confuso il suo amico. «Mangiare il legno?»
«Si, il legno. Tra un po' si crea il solco su quelle dannate assi. Stai fermo.» rispose Yuu, tornando ad abbassare lo sguardo sulla sua spada. «Nessuno si farà del male. Ci sono il capitano e i senpai a parlare, quindi andrà bene.»
«Vorrei avere il tuo ottimismo.» borbottò Kai, rinfoderando la propria lama. Yuushou si accasciò al suo fianco e si stese con la testa appoggiata sulle sue ginocchia. Al loro fianco Yuu fece una smorfia.
«Mi fate venire il diabete.» Tsutomu annuì.
«Anche a me.» Yuu lo fulminò con lo sguardo. «Che c'è?»
«Parli proprio tu che ronzi attorno a Kawanishi-senpai?»
Le guance del corvino si velarono di rosa. «Io non ronzo attorno a Taic... a Kawanishi-senpai!»
Shibata roteò gli occhi. «Vi chiamate anche per nome adesso? Mi verrà sicuramente il diabete.»
«Sai almeno cos'è il diabete?» Yuushou inclinò la testa all'indietro per guardare Shibata. Quello alzò le spalle.
«No.»
«Bene. Manco io.»
«E allora che parli a fare?»
«Provo a farti star zitto. Ultimamente non fai altro che lamentarti.»
«Parla quello che stava consumando il pavimento.»
«Io almeno a differenza tua lo faccio in silenzio.»
«Ragazzi, basta.» Kai lanciò un'occhiata d'ammonimento ai due e quelli si voltarono rimanendo in silenzio. Tsutomu si voltò verso Kai.
«Cos'è il diabete?» prima che il coetaneo potesse rispondere qualcuno piantò le mani sulle spalle del corvino facendolo sobbalzare. Satori sfoderò un grosso sorriso divertito – sorriso che nessuno vide a causa della stoffa attorno al naso e alla bocca, ma che tutti immaginavano esserci – e si lasciò cadere al fianco del suo kohai.
«Hai poca fiducia nei tuoi senpai, Tsutomu-kun?» domandò con un tono divertito. Goshiki alzò le spalle.
«No. Mi stavo solo chiedendo come stessero andando le cose.» Satori si fece un attimo pensieroso, poi scosse la testa.
«Se stesse andando male avremmo già sentito gli spari. E poi lì dentro ci sono Wakatoshi-kun e i tuoi preziosi senpai! Nulla potrà mai andare storto!»

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Slytherin_Divergent