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Autore: God_Eden_Imperial    19/01/2021    0 recensioni
Sequel di "Change" ma si potrebbe leggere anche senza aver prima letto l'altra.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Leo Baskerville, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Ti amo anche io...Oz"
Sentire quel nome venir pronunciato proprio da Gilbert, fece bloccare Vincent che sbarrò gli occhi, sbiancando. 
No...non può...essere...
Pensò mentre Gilbert posava le labbra sulle sue, catturandolo in un bacio. Subito tentò di staccarsi e allontanare il maggiore. Peccato non avesse abbastanza forza fisica. Si dimenava, scostando il viso e rompendo il bacio, ma servì a ben poco perché Gilbert gliene rubò un altro, tentando di infilare la lingua nella sua bocca.
Vincent serrò le labbra, intimandogli di lasciarlo andare. Gli aveva di nuovo bloccato i polsi e lo stava spingendo con forza contro il materasso, cercando di sfilargli i pantaloni del pigiama con la mano libera. 
"N-no! Lasciami! Gil...lasciami anda-"
Venne nuovamente zittito da un bacio che lo fece gemere, infastidito, soprattutto per il modo in cui Gil continuava a ripetere il nome di Oz. Si stava arrabbiando. Non era mai stato tanto disgustato da suo fratello prima d'ora e non aveva mai pensato che un giorno sarebbe stato capace di formulare certi pensieri nei suoi confronti. Ma adesso l'unica cosa che provava era rabbia, odio...
Le mani di Gilbert vagavano per il suo corpo, infilandosi nei pantaloni, mentre gli mordeva le labbra.
"F-fermo!"
Esclamò ancora riuscendo per un momento a spingerlo via. Stava per scendere dal letto e correre fuori dalla stanza, quando Gilbert riuscì a bloccarlo nuovamente, abbracciandolo da dietro.
"Non andare...resta qui con me Oz"
"N-non sono Oz! Lascia-"
La frase gli si spezzò in gola quando Gilbert gli lasciò un succhiotto sul collo facendogli sfuggire un gemito contro il suo volere. Il cuore gli doleva e aveva iniziato a piangere silenziosamente.
In quel momento voleva sparire.
"Ti amo così tanto"
Aveva sussurrato il maggiore afferrandogli i fianchi sotto la camicia del pigiama. Le sue mani erano bollenti e Vincent rabbrividì. Riuscendo a prendere tutta la forza necessaria, riuscì a liberarsi, giusto il tempo per voltarsi e mollargli un ceffone.
"Non mi toccare!!!"
Urlò con tutto il fiato che aveva il gola. Non gli importava se qualcuno lo avrebbe sentito. Gilbert aveva sbarrato gli occhi, ritrovandosi sulla guancia il segno delle dita di Vincent che, scattando in piedi, gli lanciò il cuscino addosso con molta rabbia, prima di uscire velocemente dalla stanza, sbattendo la porta.
Con le lacrime che gli rigavano il viso, il cuore a mille e il corpo tremante, si rifugiò nel buio della sua camera e, appoggiandosi con la schiena contro la porta, si lasciò scivolare a terra, scoppiando a piangere. 

La mattina seguente, come si era previsto, Gilbert non ricordava nulla e, quando si era specchiato, si chiese come si fosse procurato quel segno rosso in faccia. Gli doleva più della testa a causa della febbre che, durante la notte, si era abbassata.
Forse ho sbattuto a qualche parte...
Pensò, decidendo di non rifletterci più del dovuto e, raggiungendo il resto dei Baskerville per la colazione, si sorprese nel non trovare Vincent. Alquanto strano. Era sempre tra i primi ad alzarsi dato che Leo, essendo un tipo mattiniero, ogni singola mattina correva da lui per svegliarlo, buttandolo giù dal letto. Gli si arrampicava addosso facendosi trasportare fino al salone principale, come un bambino.
Che Vincent fosse diventato il suo servitore preferito oramai non era più da considerarsi un segreto, per questo a Gilbert parve curioso il fatto che Leo stesse chiacchierando con una Charlotte ancora mezza addormentata, invece che con il fratello come al solito.
"Vince non si è ancora svegliato?"
"Tu piuttosto, non dovresti essere a letto? Ah ah, con quella guancia tutta rossa sei ridicolo!"
Lo prese in giro Lottie, ridendo con gusto. Gilbert la ignorò, spostando l'attenzione sul suo padrone che disse:
"Stamattina, quando sono andato a svegliarlo, ho scoperto che aveva chiuso la porta a chiave e non mi ha lasciato entrare"
"Davvero? Non è da lui"
"Forse si sente poco bene. Noise è andato a chiamarlo comunque, quindi non ti preoccupare!"
Aveva esclamato la piccola Lily con un enorme sorriso che fece tranquillizzare Gil, anche se di poco.
Quando Noise li raggiunse, Leo chiese:
"Vincent?"
"Non ha voluto saperne di rispondermi. Però non credo stia dormendo..."
Rispose la ragazza con un'espressione preoccupata. Gilbert guardò prima lei poi in direzione della stanza di Vincent e decise di fare lui stesso un tentativo. Così si diresse al piano superiore e bussò un paio di volte alla camera del fratellino.
"Vince, va tutto bene?"
Domandò ma non gli arrivò risposta, quindi ritentò:
"Vince, lo so che sei sveglio. Mi vuoi dire che succede? Non ti senti bene?"
"Vattene! Non voglio parlare con te!"
Esclamò il ragazzo all'interno, confondendo Gil ancora di più. Non era da lui un comportamento simile, non nei suoi confronti. Certo, ultimamente le cose tra loro non erano rose e fiori, ma dopo l'abbraccio che si erano scambiati, era convinto che la situazione stesse migliorando. Che avesse sbagliato?
"Ma...per quale motivo?"
"Già...ovvio che non te lo ricordi..."
"Che intendi? E' successo qualcosa ieri sera? Perché ho dei ricordi vaghi e-"
"Non è successo nulla! Vattene e basta! Lasciami in pace!"
Urlò ancora facendo sussultare Gilbert. Ora si stava davvero preoccupando. Cosa era successo? Che avesse fatto o detto qualcosa che avesse offeso in qualche maniera Vincent?
Detestava il fatto di non riuscire mai a ricordare nulla. Aveva veramente una memoria pessima! 
L'unico ricordo che gli restava della notte appena passata, erano i capelli biondi di Vincent. Non era stato un sogno, ne era certo, non sapeva nemmeno lui come faceva a dirlo con tanta sicurezza.
Forse Vince aveva scoperto che stava male e lo stava aiutando? In quel momento era capitato qualcosa di spiacevole? Doveva ricordare a tutti i costi!
La testa gli doleva, quindi decise di lasciar stare e tornare da Leo. Tentare di parlare con il fratellino sarebbe stato inutile.
Dal tono di voce che ha usato sembrava veramente furioso...cielo! Spero di sbagliarmi e di non aver combinato un macello!
Pensò grattandosi la testa e sospirando.
"Quindi?"
Chiese Leo piazzandosi davanti a lui e guardandolo serio, con le braccia incrociate al petto.
"Mi ha cacciato via...senza darmi spiegazioni"
Il nuovo Glen sbuffò e, superandolo, salì le scale.
"Me ne occupo io. In quanto vostro padrone, ho il compito di prendermi cura di voi, soprattutto se a stare male è il mio preferito. Vincent mi vizia e la cosa inizia a piacermi, quindi farà meglio a non ignorarmi o mi vedrà arrabbiato veramente!"
Esclamò con una strana aura scura a circondarlo mentre avanzava a passo spedito verso la stanza di Vincent.
Gilbert rimase immobile a guardarlo. Un'improvviso dolore alla testa lo fece barcollare.
"Non mi toccare!!!"
Sbarrò gli occhi nel ricordare quella frase detta da Vincent con tanta rabbia, mentre l'immagine del più piccolo gli appariva nitida nella mente, facendolo gelare sul posto.
Ricordava il suo viso arrossato, bagnato dalle lacrime e contorto dal dolore. Ed era stata per colpa sua.
"Vince...qualunque cosa sia successa stanotte...ti chiedo scusa...ti prometto che ricorderò e mi farò perdonare"
Sussurrò spostando nuovamente l'attenzione su Leo che era riuscito a farsi aprire da Vincent. Il nuovo Glen, appena se lo era ritrovato davanti, aveva cominciato ad urlargli contro ma si bloccò, quando, entrando nella stanza...
"Cosa...cosa significa questo?"

 

   
 
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