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Autore: NikkiLu    19/01/2021    1 recensioni
Tratto dal prologo:
Mentre mi prendevo cura della mia bellissima bambina addormentata mi sentì osservata.
“Che c’è?” Alzai lo sguardo puntando i miei occhi in quelle pozze verdi che ancora mi fregavano. Maledizione.
“Perché?” Rispose subito guardingo.
“Non lo so.. mi guardi”
(...)
Se quattordici anni fa mi avessero detto che sarei finita con lo sposare l’odioso fratello maggiore della mia migliore amica dai tempi del liceo, Alice, gli avrei risposto con una sonora risata. Se due anni fa mi avessero detto che saremmo finiti con il lasciarci avrei fatto una risata ancora più forte.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 1

 

 

Pov Bella 

 

La mattina dopo la fortuna non sembrava essere dalla mia parte, ero giunta alla conclusione che ultimamente mi girava proprio al largo. “Andiamo su! Parti parti!”
La macchina non partiva: ero nel parcheggio sotterraneo del mio palazzo e tentavo invano ormai da dieci minuti buoni di mettere in moto la mia auto,quando vidi il mio vicino di casa fissarmi al di là del vetro. Era decisamente un uomo affascinante: alto, biondo, occhi azzurri.

“Buongiorno Bella! Qualche problema?”

“James!” Scesi dalla macchina stringendomi nel cappotto “non lo so, fino a ieri andava.. forse è la batteria? Sembra proprio morta!” Dissi con tono esasperato.

“Posso aiutarti in qualche modo? Se vuoi su in casa ho i cavi proviamo a farla partire..”

“Devo portare mia figlia a scuola prima. Chiamo un taxi, poi più tardi appena mi libero torno qui e vedo di risolv...” Non mi lascò finire la frase. “Bella non dirlo nemmeno per scherzo! A quest’ora ci mettereste una vita a trovarne uno libero qui nel Belltown. Vi do uno strappo io!”

“Dici davvero? Oh James mi salveresti”

“Si poi magari torniamo qui e la facciamo partire..”

“Approfitterei volentieri della tua gentilezza ma devo fermarmi a scuola anche io e non so a che ore riuscirò a liberarmi. Sai quei noiosi incontri genitori insegnanti...”

“Allora sara meglio non perdere tempo.Vado a prendere la macchina” capí al volo, senza insistere e, dopo avermi fatto l’occhiolino, si girò in direzione della sua auto.

Guardai l’orologio e mi accorsi che eravamo in perfetto orario. Aprì lo sportello posteriore della mia macchina e presi tra le braccia la mia bambina per aiutarla a scendere.
“Mamma come facciamo ad andare a scuola?”

“Andiamo con James. Te lo ricordi? Abita nell’appartamento sopra al nostro!”

“Ciao Elizabeth!” James si avvicinò con il suo suv AUDI e salutò mia figlia dal finestrino. Lei rispose con un sorriso. La posizionai nel sedile posteriore e la legai con la cintura di sicurezza poi presi posto nel sedile anteriore.

“Te l’ho già detto che ci stai salvando?”

“Mi pare di sì...e dovresti smetterla. Lo faccio con piacere” disse introducendosi nel traffico della città 

“La scuola non è lontano...é la Bright Water Waldorf School, nel Capitol Hill”

“Si, ho capito dov’è-disse sorridendo- senti vuoi che ti aspetti? Per me non è un problema davvero, non ho orari fissi al lavoro.”

“No,tranquillo- gli sorrisi -oggi è una giornataccia. Dopo la scuola se riesco devo passare in ufficio, poi ho un appuntamento. Hai già fatto abbastanza e non voglio approfittare della tua gentilezza”

“Allora Elizabeth ti piace la tua scuola?”

“Si tantissimo. Anche se non mi piace svegliarmi presto la mattina” rispose prontamente mia figlia facendoci ridere entrambi.

Nel giro di nemmeno dieci minuti arrivammo a scuola. James entrò nella piccola piazzetta che fungeva da parcheggio della scuola e fermò la macchina. Mi tolsi la cintura di sicurezza,mi girai verso di lui e gli rivolsi un sorriso, l’ennesimo. 

“Grazie davvero”

Scesi dalla macchina e presi mia figlia dal sedile posteriore.  Mi incamminai verso la scuola meno nella mano con la mia piccola, girandomi a metà strada per salutare con la mano James. “Lizzie saluta James che è stato così gentile.”
Mia figlia agitò la mano energicamente. Il sorriso mi morì in faccia quando alzando lo sguardo notai Edward, avvolto nel suo elegante cappotto blu notte, che a pochi metri di distanza fissava la macchina dalla quale eravamo scese, scuro in volto. Sembrava furioso. Lo raggiungemmo all’entrata del cortile della scuola che a quell’ora era super affollato. 

“Papà!” Sua figlia catturò la sua attenzione lanciandosi verso di lui.

“Principessa buongiorno” la prese tra le braccia schioccandole un sonoro bacio in fronte e rimettendola subito giù. 

“Elizabeth cara buongiorno. Vieni andiamo in classe-una delle maestre la richiamò all’attenzione e Liz corse verso di lei entusiasta - signori Cullen” la maestra si congedò da noi insieme a un gruppetto di bambini. 

“Ciao mamma, ciao papà “ urlò prima di varcare il portone di ingresso.

Sorrisi a mia figlia, consapevole di aver lo sguardo di Edward puntato addosso, ancora una volta.

“Cerchi di ferirmi o soltanto di farmi arrabbiare?- sibilò nella mia direzione- in entrambi i casi ci sei riuscita!” 

“Cosa?”

“Hai rifiutato un mio passaggio e poi ti presenti qui con quello. A proposito chi diavolo era?”

“Edward non cominciare! Non che ti debba alcuna giustificazione ma....”

“Invece dannazione me le devi dal momento che sei ancora mia moglie e che mia figlia era in macchina con quello!” Disse avvicinandosi a me con aria minacciosa. 

“Santo cielo vuoi calmarti? Ci guardano tutti! Stamani non mi partiva la macchina- mi affrettai a spiegare la situazione per mettere fine il prima possibile a quella scena patetica-James é il mio vicino di casa si é solo offerto di darci un passaggio...”

“Non potevi chiamare me?” Disse addolcendo il tono di voce, guardandomi  negli occhi: avevo sempre odiato i suoi sbalzi di umore.

“Non ci ho pensato" Dissi la verità. Non mi era venuto in mente di chiamare lui. Forse quello era il primo segnale che mi stavo abituando all’idea che adesso nella vita di tutti i giorni ero solaIl suo volto tornò a contrarsi. La campanella suonò, perció ne approfittai e salí le scale, seguita da lui.  
Entrammo nell’’imponente edifico che ospitava la scuola privata a cui avevamo iscritto nostra figlia, dirigendoci verso l’ufficio della maestra che era anche la coordinatrice della classe di Lizzie. I genitori che avevano appuntamento prima di noi uscirono in quel momento lasciandoci la porta aperta.

“Signor Cullen, signora Swan prego accomodatevi” la signorina Weber era a conoscenza della nostra situazione

Facemmo come ci aveva detto e rimanemmo in silenzio aspettando che fosse lei a parlare. 

“Elizabeth é una bambina fantastica. Si impegna tanto e cerca sempre di dare il meglio. È sempre allegra e piena di energia. L’unica cosa che mi sento di consigliarvi, con tutto il rispetto, é di cercare di evitare di litigare davanti a lei. Evitate anche le frecciatine. I bambini sentono tutto e assimilano tutto. Lo so quanto gestire un figlio nel momento del divorzio possa essere..”

“Noi non stiamo divorziando “ la interruppe Edward sicuro, alzando il tono di voce. Sbuffai spazientita dall’ennesima reazione da bambino viziato. 

“Edward “ lo ammonì severa.

“Noi non siamo divorziati Bella!” 

“Signorina Weber per favore continui. Stava dicendo ?”

“I divorziati vanno anche a letto insieme?” 

“EDWARD” urlai. Non potevo credere cosa avesse appena detto. Ero imbarazzata, ero incazzata, ero mortificata, umiliata. “Sei impazzito?!” 

Mi fissò con le sopracciglia inarcate sfidandomi a dire il contrario.Per fortuna la signorina Weber si comportò come se non fosse successo niente.

“É un momento delicato per loro... dovreste cercare di tenere fuori le vostre divergenze e incomprensioni davanti a lei. Tutto qui. Ad esempio una volta Elizabeth ha riferito alla mia collega, la signorina Stanley, che il papà pensa che la mamma è una rompipalle. -diventai leggermente rossa per la rabbia, ma mi trattenni limitandomi a lanciare un occhiata di fuoco a Edward - cose così é bene che non succedano. Il cambiamento sicuramente la bambina lo percepisce, cerchiamo di renderlo il più tranquillo possibile- concluse sorridendo dolcemente- Scolasticamente parlando non ho niente da dire. Ha fatto dei progressi incredibili nel giro di poche settimane nella lettura. È indubbiamente avanti agli altri bambini.”

Sorrisi di rimando grata alla signorina Weber per aver sorvolato davanti al siparietto di Edward e per la professionalità dimostrata. Mi alzai e le strinsi la mano, sollevata che avessimo già finito e nel constatare che io e Edward non stavamo combinando un completo disastro con lei, insulti origliati a parte, ma quelle erano cose che succedevano anche nelle famiglie più unite, no? Uscì fuori dalla stanza velocemente seguita da Edward. “Da quando vai a dire in giro che sono una rompipalle?” Lo aggredí mentre stavamo procedendo in direzione dell'uscita a passo spedito: entrambi volevamo scappare da lì il prima possibile.
“Immagino da quando tu vai a dire in giro che siamo divorziati?!”

“Divorziati, separati é la stessa cosa!”

“Non è per niente la stessa cosa Isabella! C’è anche una differenza dal punto di vista leg..”

“Non cominciare nemmeno a fare l’avvocato con me! Dio come ti è saltato in mente di dire che andiamo a letto insieme! Che figura di merda”. Odiavo quando si comportava così. Era arrogante e immaturo , non faceva che confermare i motivi che mi avevano spinto a separarmi da lui. “Sei davvero incredibile! E per la cronaca vorrei ricordarti che è successo una sola volta! Ed è stato un errore!”

Guardai l’orologio: le 9.00. Perfetto avrei fatto in tempo a passare in ufficio prima di andare all’appuntamento con i signori Newton.  “Ora devo andare, ricordati questo venerdì di venire a prendere una figlia alle 14. Buona settimana Edward”. 

Mi congedai dirigendomi lungo il marciapiede nella speranza di trovare un taxi subito. 

“Bella aspetta! Ti do un passaggio io” mi inseguì.

“Non ce n’è bisogno, grazie”

“Devi essere sempre cosi fottutamente testarda? Sali in macchina” ecco Edward il dispotico, maniaco del controllo e maledettamente autoritario. Quel giorno stava dando il meglio di sé. Stavo davvero arrivando al limite della sopportazione per quella mattina. Alzai un braccio per fermare un taxi, il quale per fortuna accostò subito.

“E tu devi essere sempre così fottutamente stronzo?Preferisco cavarmela da sola, grazie. Sai non sono così disadattata come pensi. Da te non voglio più niente”

“Cazzo Isabella! Smettila di comportarti come se...” 

“Come se cosa? Come se tu non facessi più parte della mia vita, della mia quotidianità? Come se non fossimo più sposati? Ecco la notizia del giorno: è così che stanno le cose! Svegliati Edward, prima lo capisci meglio é. Io non ho più bisogno di te.”

Salì in macchina e comunicai al tassista l’indirizzo senza voltarmi indietro, con le lacrime agli occhi. Ero furiosa con me stessa. Furiosa perché permettevo ancora a quell’uomo di scatenarmi emozioni così forti e così contrastanti tra di loro. Furiosa per sentirmi in colpa per avergli parlato in quel modo: l’avevo ferito e glielo avevo letto in faccia. Sapevo che Edward nel profondo ancora non si era arreso all’idea di noi due insieme, e per questo non mi potevo permettere di cedere nemmeno un minuto. Dovevo essere io quella forte, altrimenti saremmo tornati al punto di partenza e sarebbe finita nello stesso identico modo. 

Ma io mi ero veramente arresa?

 

Buonasera, come potete vedere le cose non sono proprio idilliache tra Edward e Bella...si inizia a capire quali siano i reali problemi tra di loro, almeno spero. :) capitolo dopo capitolo verranno fuori nuovi dettagli e nuovi personaggi. La mia storia ha già una “timeline” ben definita :) scusate eventuali errori battitura ma ci tengo a postare oggi.

Se avete domande, dubbi non esitate a chiedere.

Ps i quartieri e anche il nome della scuola sono reali. 

Un bacio, NikkiLu

  
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