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Autore: _MBlack_    20/01/2021    0 recensioni
Questa fanfiction racconta della vita di Narcissa Black, da quando era a scuola fino alla battaglia di Hogwarts. Tra incontri ed amicizie, guerre di famiglia ed altro, vedremo la piccola Cissy che affronterà le difficoltà della sua vita in compagnia di Lucius ed amici.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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13 - AMARA RIVELAZIONE 

 

Erano passati cinque anni. 

 

Nella sua fredda camera a villa Malfoy, Lucius pensava in silenzio, al buio, le luci spente e le tende tirate. Il mondo gli era appena crollato addosso.

Aveva pochi riferimenti nella sua vita, il più importante era di sicuro sua madre, venuta a mancare tre anni prima per cause misteriose. Già a quell'epoca il ragazzo era sicuro che ci fosse sotto qualcosa di più, che non fosse semplicemente "caduta dalle scale" come aveva annunciato suo padre. Lui l'aveva visto il corpo senza vita della madre, goffamente posizionato al termine di una lunga gradinata, per sottolineare l'ovvietá dell'incidente, nonostante non avesse lividi o segni di un'eventuale caduta. Lucius se ne era accorto, ma il dolore di quel momento era troppo grande per preoccuparsene.

Adesso, dopo aver avuto anni a disposizione per riflettere, qualcosa era affiorato nella sua mente, e la conferma era arrivata proprio qualche giorno prima, quando suo padre era arrivato di fretta a casa insieme a due uomini, Auror probabilmente, e si era diretto verso la cassaforte in cui la famiglia conteneva un minimo di ori e simili.

 

- Padre, cosa...? -

 - Silenzio, ragazzo, non vedi che ho da fare? - 

 

Gli aveva risposto con un tono che Lucius aveva sentito solo quel fatidico giorno, quando nell'innocenza dei suoi quattordici anni, aveva dato la colpa alle scale, che mai più avrebbe ripercorso.

 

 - Ecco qua, come da accordo - 

 

Aveva detto, porgendo agli Auror un'enorme cifra di denaro.

 

 - Perfetto, signor Malfoy, ma la avverto, non ricapiti più. Non sa quanto è difficile insabbiare la morte di una persona - 

 

La morte di una persona. 

 

Lucius si rifiutava di credere a quello che aveva sentito. Non potevano parlare di quello che era successo a sua madre, erano passati già tra anni. Tuttavia il ragazzo conosceva abbastanza bene quanto le procedure per i processi fossero lunghe, a meno che non si trattasse di maghi oscuri pericolosi. 

Soppresse a stento un urlo, deciso a non dare soddisfazioni a quell'uomo che non avrebbe più, per molto tempo, chiamato padre, e rivolse lo sguardo verso la finestra oscurata dalle tende. Un'ombra sembrava avvicinarsi al vetro e Lucius si costrinse ad alzarsi per aprire a quella figura misteriosa. 

Il gufo dei Black emise un suono felice nella sua direzione e gli porse la zampa destra dove era legata una pergamena. 

Una volta liberato il volatile, srotolò la carta e riconobbe l'elegante calligrafia della figlia minore dei Black, Narcissa. 

 

Caro Lucius, 

Sono venuta a sapere del brutto periodo che stai vivendo e ho pensato che potesse farti piacere ricevere la compagnia di qualcuno. Se sei d'accordo, arrivo a casa tua appena riceverò la risposta e cercherò di aiutarti a superare questo ostacolo. Ne approfitto per rinnovare le condoglianze. 

 

Narcissa

 

Nonostante tutto, un leggero sorriso illuminò il volto del giovane Malfoy. Narcissa era sempre lì quando ne aveva bisogno, aveva sempre cercato di rispettare le malinconie che lo colpivano da quando non c'era più sua madre, lo aveva consolato in tutti i modi possibili e anche quel giorno, poteva contare su di lei. 

Si avvicinò alla scrivania, il gufo che lo osservava curioso, e scrisse la sua risposta. 

 

Cara Narcissa, 

Accetto molto volentieri la tua proposta e colgo l'occasione per ringraziarti di tutto l'aiuto che mi hai dato in questi tristi anni. Non credo che potrei mai ringraziare te e Severus abbastanza. 

Saluti

Lucius

 

Appena ebbe concluso, legò con un nodo morbido, la lettera alla zampa del gufo e, con una carezza alla testa, lo invitò a tornare dai Black a consegnare la risposta. 

Passarono pochi minuti, quando il ragazzo sentì un leggero bussare alla porta. 

 

  - Avanti - rispose e una bellissima ragazza sui sedici anni entrò con un'espressione tra il dispiaciuto e il preoccupato. Indossava un abito che le arrivava alle ginocchia e i capelli erano sciolti sulle spalle. 

 

Restò ad ammirarla per qualche secondo poi aggiunse:

 - Grazie per essere venuta - 

Lei si sedette vicino a lui e lo guardò fisso negli occhi. 

 

  - Ti va di parlarne? Dicono che faccia bene sfogarsi dopo traumi del genere. 

Il ragazzo la scrutò, pensando a cosa fosse meglio fare, poi disse - È diversa la questione. Non ho mai ritenuto mio padre un santo, non l'ho mai considerato una figura di appoggio, ma non mi aspettavo potesse arrivare a tanto. 

 

Lucius sentiva una rabbia crescere dentro di sé, una rabbia che mai aveva provato essendo di per sé una persona tranquilla e che raramente si lasciava andare a grida sconclusionate. 

 

La ragazza sembrò accorgersene perché disse: 

- Sfogati Lucius, di tutto quello che ti passa per la mente, quello che vorresti dire a tuo padre, tutto.

 

  - Mi ha deluso. Non mi aspettavo fosse una brava persona, non sono così ingenuo, ma come puoi uccidere così una persona che conosci da una vita?! Era mia madre! C'erano mille altre soluzioni, ma ovviamente usi quella più stupida, rovinando la vita di tuo figlio per il tuo benessere personale! Come puoi essere così egoista!? E non è neanche stato punito perché, non sia mai, lavoro al Ministero e ho soldi! 

 

Si accasciò con i gomiti sulle ginocchia, le mani sul volto a coprire la faccia. Narcissa gli passò un braccio sulla schiena, appoggiandosi a lui. 

Passarono diversi minuti in quella posizione poi Lucius si sollevò e guardò Narcissa. Aveva gli occhi lucidi e al ragazzo tornò in mente quando, diversi anni prima, le aveva raccontato di come sua madre venisse trattata, provocando la stessa identica reazione. 

 

  - All'inizio pensavo di trasferirmi - aggiunse dopo un po' - ma visto che in futuro dovrò ereditare la casa non mi sembra la scelta migliore. 

 

  - Puoi stare da me per questi giorni, almeno fino alla fine delle vacanze. Poi torneremo ad Hogwarts e vedrai che non penserai più a quell'uomo. 

Lucius si accorse come la ragazza non lo definí suo padre, ma semplicemente un uomo sconosciuto che viveva nella sua stessa dimora. 

 

  - Grazie, Cissy. Accetto volentieri la proposta. 

 

La ragazza sorrise soddisfatta e si fondò tra le braccia dell'amico. Lui la circondò con le braccia, stringendola a sé. 

 

  - Meglio che inizi a fare le valigie, Lucius - disse lei, dopo molti minuti. 

  - E non dimenticarti le cose per la scuola, non credo tornerai qui per qualche mese. 

 

Lui le sorrise, felice che ci fosse qualcuno che lo strappasse da quella realtà nella quale si era ritrovato da un giorno all'altro. 

 

  - Immagino tu non abbia intenzione di avvertire... quello-

 

  - Non è nelle mie priorità. Mi ha rovinato la vita. Se si aspetta che non reagisca, il problema è suo - concluse Lucius rabbuiandosi di nuovo. 

 

Si smaterializzarono insieme, Narcissa ancora minorenne scortata da Lucius, a villa Black, dove i genitori di Narcissa li aspettavano. 

 

Il ragazzo ne era sicuro, da quel momento qualcosa di grande era cambiato in lui.


Note:
Dopo un anno ho aggiornato di nuovo, mi scuso con chi leggeva questa storia e a chi piaceva. Come potete vedere rispetto ai capitoli precedenti, questo è molto più introspettivo, ho cercato di renderlo più piacevole rispetto ai capitoli precedenti che ora non mi piacciono particolarmente. Detto questo, probabilmente in futuro aggiornerò ancora, ma di sicuro non con costanza, visto che ho molto da fare :(
Alla prossima!
 
   
 
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