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Autore: kamomilla    16/05/2005    6 recensioni
Draco ed Hermione affronteranno un viaggio inaspettato, forse da soli, forse insieme, che condurrà entrambi verso il loro destino. Destino che non sarà quello che i due avevano progettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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COMPAGNA DI VIAGGIO INASPETTATA

COMPAGNA DI VIAGGIO INASPETTATA

 

 

 

 

 

Draco si sdraiò sull’asciugamano di spugna verde e argento, posizionato strategicamente sotto l’ombrellone in modo che nessun raggio di sole potesse raggiungere la sua pelle diafana, ed inspirò l’aria di mare. Si rilassò ed intrecciò le mani dietro alla nuca. Sorrise ad una ragazza con indosso una minuscolo due pezzi arancione e poi chiuse gli occhi.

Ancora non ci credeva, sua padre gli aveva regalato un anno di libertà. Naturalmente “regalato” non era la parola corretta per definire quella eccezionale concessione, i Malfoy non davano niente in cambio di niente.

Draco aveva dato la sua parola a Lucius che, tornato dall’anno di congedo, si sarebbe fatto marchiare subito, saltando del tutto l’Addestramento. Addestramento che, come aveva fatto notare al padre, aveva già fatto per praticamente tutta la sua vita. Vivendo a casa Malfoy si imparava da subito ad ubbidire agli ordini senza controbattere. L’essere spietato, freddo, calcolatore, invece, era un dono di natura per Draco, farglielo imparare sarebbe stato inutile.

Ma per Lucius quelle argomentazioni non erano bastate. E a quel punto era entrato in scena Silente. Naturalmente Draco non aveva parlato al Preside del destino che lo attendeva una volta tornato a casa, aveva solo detto che se ne voleva andare per un po’ ed il resto il mago glielo aveva letto negli occhi grigi. Così Silente aveva parlato con Lucius della giovane età del ragazzo e del peso di portare il nome dei Malfoy. Gli aveva semplicemente consigliato di lasciare al figlio ancora un  po’ di tempo. E Malfoy Senior aveva acconsentito. Evidentemente sotto le innocue e per niente allusive parole di Silente c’era stato molto di più.

Fatto sta che ora Draco era libero, in giro per il mondo. Il quel momento si trovava a Casablanca, era lì già da un paio di giorni e aveva visitato molto. Un giorno si era inoltrato nella città babbana, mentre gli altri li aveva passati “a casa”, nella parte magica, alternando il tempo con divertimenti e ricerche. La storia della magia in quel paese era affascinante e non sarebbero bastati anni per conoscere tutti i grandi maghi che vi erano vissuti. Adesso invece aveva deciso di visitare la parte turistica, si era concesso una pausa al mare e aveva fatto un giro per i negozi. Per la serata aveva in programma di andare in qualche locale che gli avevano consigliato in albergo.

Si girò sulla schiena e prese ad osservare la fauna femminile. Aveva bisogno di un’accompagnatrice, si annoiava da solo. E soprattutto senza sesso non ci sapeva stare. Se avesse saputo che se ne sarebbe potuto andare per un anno avrebbe aspettato a mollare Pansy. Lei alle volte era davvero una piaga, ma aveva dimostrato di volergli bene e di avere la volontà di seguirlo ovunque andasse. O forse avrebbe dovuto dire di sì alla Granger. Sorrise al pensiero. Figurarsi, sarebbe stata una noia tremenda! La cara Grifondoro saputella avrebbe preteso di fare un itinerario delle città che avrebbero visitato e di tutto quello che avrebbero visto. Sarebbe stato tutto programmato, senza un pizzico di avventura ed improvvisazione. Lui, invece, si lasciava trasportare dal vento. Andava dove ne aveva voglia e se il posto gli piaceva ci restava per dei giorni, altrimenti se ne andava. Era sempre in movimento, anche per paura che il padre potesse avere la brillante idea di farlo cercare per portarlo indietro; alle volte alloggiava in alberghi di gran classe, come lì a Casablanca, e alle volte chiedeva ospitalità presso famiglie di maghi. E la cosa che lo stupiva ogni volta era che lo ospitavano. D’altronde lì non era Draco Malfoy, figlio del braccio destro del Signore Oscuro, lì era un ragazzo come tanti, in un viaggio all’insegna dell’avventura.

-Ciao, scusami, tu parli inglese?-

Una bella ragazza sulla ventina dalla pelle ambrata si era seduta sulla sabbia accanto a lui. Draco si mise su un fianco, concedendole la possibilità di vedere il suo petto levigato, e le sorrise sensualmente.

-Sì. Perché, posso esserti d’aiuto in qualche modo?-

-A dire la verità sì. Il mio inglese è un po’ stentato, lo capisco, lo parlo, ma non lo so leggere bene. Vorrei sapere cosa c’è scritto esattamente su questo biglietto.-

Il ragazzo prese il pezzettino di carta che lei gli tendeva e, leggendone il contenuto, ghignò.

-Questi sono dei numeri, bellezza.-

-Esatto. Sei perspicace. Quello è il mio numero di telefono. Ed è per te.-

Lui lo mise nella tasca del costume.

-Grazie. Ne farò buon uso.-

Lei si passò una mano tra i capelli neri.

-Allora chiamami stasera. Lavoro in un locale, il “Casablanca Magic”. Ballo la danza del ventre. Se vuoi venire a trovarmi…-

Draco le si avvicinò di un poco. Le loro labbra separate da pochi centimetri.

-Nemmeno ti conosco... E tu non conosci me.-

-Appunto… Stasera ci conosceremo meglio.-

Lui si avvicinò ancora un po’.

-Potrei avere una ragazza.-

-Se tu avessi una ragazza in questo momento sarebbe con te. Io una tale meraviglia quale sei non la lascerei sola nemmeno per un minuto.-

Draco sorrise appena.

-Mi stai adulando?-

Lei ricambiò il sorriso.

-Forse. Stasera verrai?-

-Come ti chiami?-

-Lisandra. E tu chi sei?-

-Draco.-

-Bene… hai un nome molto sexy, Draco. Allora verrai?-

Lui si sporse e le leccò sensualmente un labbro. La ragazza, spiazzata da tanta audacia, si toccò la bocca, ancora umida dalla saliva di lui. Notò che il ragazzo aveva un sorriso davvero molto sexy. Si leccò il labbro e sentì il sapore dolce della vaniglia. Era buono. Draco la fissò negli occhi.

-Verrò. Ciao, Lisandra.-

 

 

 

 

 

Hermione atterrò di schiena sul tappetino e chiuse gli occhi.

-Granger, cos’era quello?! Forza, alzati!-

Le ragazza sbuffò e si rialzò come le era stato ordinato.

-Mi scusi Comandante, farò meglio.- borbottò rimpiazzandosi davanti a Ron.

-Non mi risponda, Granger! Ora continuate ad allenarvi! Potter, controlli i suoi amichetti, io ho una riunione. Ancora mezz’ora e potete smettere!-

Il Comandante se ne andò ed Hermione si avventò su Ron con molta più foga di quanta il ragazzo si aspettasse, facendolo così cadere a terra.

Harry le si avvicinò e la sollevò di peso dall’amico.

-Herm, calmati. Allenarti in questo modo non serve a niente, se non a ritrovarti poi con un fidanzato distrutto e dolorante. Devi concentrarti e colpire come ti è stato insegnato.-

La mora lo guardò infuriata.

-Non dirmi cosa devo fare, Harry! In questo momento è inutile, sono troppo arrabbiata per fare qualsiasi cosa! Ora me ne vado a fare la doccia e ne riparliamo stasera, va bene?

Ron ed Harry si scambiarono uno sguardo.

-‘Mione, amore, vuoi… parlare un po’?- provò a chiedere il rosso.

-Hai sentito cos’ho detto un attimo fa, Ronald? L’unica cosa che voglio fare è la doccia!-

-Ma il Comandante ha detto che…

La ragazza gli puntò minacciosamente un dito contro.

-Non me ne frega niente di quello che ha detto quel cretino arrogante, Ron! Ora vado a fare la doccia. Se vuoi venire con me bene, altrimenti resta pure ad ubbidire al tuo caro Comandante!-

Il ragazzo non disse nient’altro e la seguì fuori dalla palestra, facendo un cenno ad Harry che sottovoce gli stava sibilando “falla calmare”.

-Herm… Herm, piccola…- Ron raggiunse la sua ragazza e le mise un braccio sulle spalle. –Mi vuoi dire che c’è? In questi giorni sei talmente nervosa che nessuno sa più come prenderti.-

Lei sbuffò e spalancò la porta dello spogliatoio. Si sedette sulla panca e fece cenno al ragazzo di accomodarsi accanto a lei.

-Forse ho sbagliato a scegliere. Combattere non è la mia strada, Ron. Non sono coraggiosa e non sono impulsiva. Ho bisogno di ragionare prima di fare qualsiasi cosa. E per come la mette il Comandante in una battaglia uno non ha tempo per pensare, deve reagire e basta. Altrimenti lo ammazzano.-

-E allora perché hai scelto di fare l’Auror, tesoro? Se lo hai scelto vuol dire che lo desideri. Inoltre il tuo cervello in un Auror è una componente fondamentale. Una componente che pochi hanno.-

-Lo so, è quello che pensavo! Ma il Comandante non la pensa così. Mi tiene nella sua squadra giusto perché sono la migliore amica di Harry, e perché sono la ragazza di una delle sue migliori reclute, nonché altro migliore amico di Harry. Mi ha fatto capire piuttosto esplicitamente che non valgo niente come Auror.-

Ronald la strinse a sé e le diede un bacio sulla fronte.

-Questo non è assolutamente vero! Tu vali molto! Silente alla consegna dei diplomi ha detto che saresti diventata un grande Auror! E Silente non sbaglia mai, lo sai! E poi scusa, se io valgo qualcosa come Auror non puoi non valere niente tu!-

La mora gli sorrise.

-Grazie, Ron. Senza di te non saprei cosa fare.-

-Io non saprei cosa fare senza di te! E ora la facciamo quella doccia oppure no?- sussurrò lui maliziosamente.

-Oh, Ron… qui?! Ci potrebbero scoprire e…

-Ma se mi hai trascinato qui apposta per fare la doccia! Hai detto: “se vuoi venire con me…

-Lo so cos’ho detto, Ronald, ma… Oh, al diavolo le inibizioni! Facciamo questa doccia!-

Si spogliarono e si ficcarono sotto il getto d’acqua. Piano, sensualmente, il ragazzo prese a massaggiarle le spalle. Lei si rigirò tra le sue braccia ed iniziò a baciarlo con passione. Stavano approfondendo il loro incontro, quando la porta della doccia si spalancò. La faccia furente del Capitano comparve davanti a loro.

-Weasley! Granger! È questo che fate quando dico di continuare l’allenamento?! Questa cosa vi costerà cara! Weasley, doppio turno per stanotte! Granger… lei è sospesa per una settimana!-

Hermione, che si era preoccupata di stringersi addosso un asciugamano e di passarne uno a Ron, strabuzzò gli occhi.

-Perché lui… perché io vengo sospesa e lui no?! Non è giusto!-

-Non è giusto che lei distragga uno dei miei migliori uomini! Così ho deciso e così è!-

La ragazza prese a vestirsi, arrabbiatissima.

-Lo sa cos’è lei?- sibilò infilandosi rabbiosamente un paio di jeans. –Lei è un… un… meschino coglione maschilista!-

-Davvero? E lo sa cos’è lei, Granger? Lei è espulsa dall’addestramento Auror!- ribatté il Comandante sorridendo sarcasticamente.

Ron si grattò la testa, non sapendo cosa fare.

-Andiamo, Comandante, non le sembra di esagerare? La mia ragazza in questo momento è un po’…

-Lasci stare, Weasley, se non vuole essere sospeso anche lei!-

Il rosso sbuffò ed Hermione si incamminò verso l’uscita.

-Herm… dove stai andando?-

-Me ne vado! Sono lavata e profumata, esco a visitare questa bellissima città che non ho avuto la possibilità di visitare prima, dato che il caro Comandante non faceva altro che ricordarci che questa non è una gita di piacere.- sbottò secca la mora.

-Non dire sciocchezze, dai! Parliamone con calma, ritira quello che hai detto sul Comandante e…

La ragazza scosse la testa senza voltarsi.

-Sono appena stata espulsa, Ronald!-

Il Comandante sospirò.

-Signorina Granger, lei non è espulsa. È solo sospesa, se accetta il fatto senza commentare.-

-Mi spiace, ma non accetto le ingiustizie. Ciao Ron, salutami Harry.-

-Se esce di qui non rientra, Granger!-

-Non rientro!- furono le ultime parole che Hermione pronunciò prima di lasciare il quartier generale dell’Addestramento Auror.

 

 

 

 

 

Draco entrò nel “Casablanca Magic” e si accomodò ad un tavolino nascosto. Subito una cameriera che doveva avere più o meno la sua età, vestita di un abito caratteristico gli si avvicinò per prendere l’ordinazione.

-Cosa le porto, signore?- domandò sorridendogli.

-Un whisky incendiario.- rispose lui ricambiando il sorriso. Le donne in quel posto erano veramente belle. Formose, sensuali ed estremamente intriganti, con i loro occhi scuri.

La cameriera fece comparire il whisky con un colpo di bacchetta e poi si sedette di fronte a lui.

-Il signore desidera qualcos’altro? Un po’ di compagnia, forse?-

Il biondo le scostò una ciocca di capelli dal viso. Era mora, come Lisandra, ma più giovane. E nei modi sembrava molto timida.

-Come ti chiami?-

- Samira.-

-Io sono Draco. Mi piacerebbe davvero tanto restare in tua compagnia, ma sono venuto perché una persona me lo ha chiesto. Una ragazza.-

-Oh.- sul viso della mora si poteva leggere la delusione. –Beh, se è così non importa. Io ti stavo offrendo solo la mia compagnia. Per parlare, per raccontarti della città, se sei appena arrivato qua. Non per…

Draco si morse il labbro. Era fantastico che riuscisse ad abbordare tante donne stando semplicemente seduto, ma addirittura due in una serata erano troppe! Però…

-Certo. Se è così… sto aspettando Lisandra, una ragazza che lavora qui. Mentre l’aspetto possiamo parlare, se ti va.-

-Lisandra. La conosco, è una ballerina eccezionale! Farà il suo numero tra poco. Intanto possiamo parlare, va bene.-

Chiacchierarono per un bel po’. Lui le raccontò che si era appena diplomato ad Hogwarts e si stupì, venendo a sapere che Silente era conosciuto anche lì, in Marocco. Ma dopotutto avrebbe dovuto sospettarlo, nominare Silente era come nominare Harry Potter. La ragazza, invece, si stupì che lui conoscesse proprio il Ragazzo Sopravvissuto. Gli chiese se era simpatico e se era davvero così bello come appariva sui giornali. Draco storse il naso e lo strapazzò per benino, ma poi le promise che, se mai fosse andata in Inghilterra, glielo avrebbe fatto conoscere. Era una promessa che mai avrebbe mantenuto, dato che non aveva proprio alcuna intenzione di rivedere Potter, una volta tornato indietro, ma la cosa gli fece guadagnare uno splendido sorriso da parte di Samira.

Parlarono anche di come fosse la situazione della magia in un paese arabo come quello. La ragazza gli disse che lì la situazione era piuttosto critica perché molti giovani maghi aspiravano a diventare Mangiamorte come se fosse una cosa bella. Draco espresse la sua opinione come se fosse un ragazzo normale, uno che avesse come padre un guaritore o un impiegato del Ministero, e si sentì libero fino in fondo per la prima volta nella vita.

Ad un tratto le luci calarono ed una decina di danzatrici del ventre iniziarono a ballare per il locale. Lisandra gli si mise davanti e prese a muovere sensualmente il bacino. Era bella ed intrigante. Lui le sorrise e lei passò al prossimo tavolo. Samira gli spiegò cosa significava la danza del ventre nella loro cultura. Pansy aveva spesso ballato a quel modo per lui, ma ora che sapeva cosa c’era dietro a quel ballo sensuale, era tutto ancora più sexy.

Una volta che Lisandra ebbe finito il numero lo raggiunse al tavolo.

-Ciao, Draco.- gli sorrise. –Ciao anche a te, Samira.-

Il biondo ricambiò il sorriso. In quella serata aveva sorriso più di quanto avesse fatto in tutta la sua vita.

-Ciao, Lisandra.-

-Draco viene dall’Inghilterra. Ha appena finito Hogwarts!- sussurrò Samira eccitata di poter raccontare all’amica quello che il ragazzo le aveva detto.

-Ma davvero? Allora sei giovane. Quanti anni hai, Draco?-

Il ragazzo bevve un sorso di whisky.

-Venti, bellezza.- rispose passandosi una mano tra i capelli biondi.

-Diciotto.- lo corresse una voce impastata che non riconobbe. Si girò di scatto e si ritrovò davanti la Granger.

-Sei sempre in mezzo, vero Granger?- chiese abbandonando il sorriso che per tutta la sera aveva riservato a Samira e Lisandra e riprendendo il suo solito ghigno.

-Solo quando sento che viene detta una bugia.-

La mora sorrise alle due donne che erano al tavolo con lui ed occupò una quarta sedia. Per la verità ci si lasciò cadere sopra.

Lisandra passò lo sguardo da uno all’altra.

-Pensavo fossi solo.- disse guardandolo intensamente.

-Infatti sono solo. La signorina se ne va.-

Samira tirò una gomitata alla collega.

-Lisandra, non sono affari nostri se Draco è qui da solo o in compagnia!- sorrise al ragazzo. –La signorina non se ne deve andare per colpa nostra, Draco.-

Hermione si accomodò meglio sulla sedia.

-Allora resto, dato che alle tue due donne non da fastidio. Vado a prendere qualcosa da bere e…

-Dimmi cosa vuoi, te lo porto io.-

-Tu cosa stai bevendo, Malfoy?-

Le due ragazze trattennero il fiato e Draco si appoggiò allo schienale della sedia, chiudendo gli occhi.

Samira si morse il labbro inferiore e Lisandra lo guardò dura.

-Sei un Malfoy?-

Il biondo riaprì gli occhi e ghignò.

-Già. Draco Malfoy. C’è qualche problema?-

Samira gli sorrise.

-No, figurati. Solo… non ce l’avevi detto.-

-Non pensavo fosse importante.-

-Sarebbe stato carino dircelo.- sbuffò Lisandra alzandosi. –Di questi tempi bisogna stare attenti. Ora dobbiamo proprio tornare al lavoro. Andiamo Samira?-

Anche l’altra ragazza si alzò e si chinò a dargli un bacio sulla guancia.

-Sei simpatico, Draco.- sussurrò facendogli l’occhiolino. Dopo scomparve dietro al bancone.

Draco si girò verso Hermione. L’espressione dura ed il solito ghigno.

-Sarai contenta adesso, Granger. Grazie a te mi sono perso la compagnia. Avevo due bellissime donne capaci di fare la danza del ventre in modo spettacolare ed ora mi ritrovo con… te!-

La mora trangugiò il whisky che il biondo non aveva ancora bevuto e scosse la testa, avvicinandosi a lui. Il ragazzo storse il naso, sentendo che puzzava di alcol.

-Granger, sei ubriaca!-

-Mi spiace, Malfoy!- biascicò lei. –Non volevo farle andare via. Non sapevo che anche qua avessero paura di te.- si tirò una manata sulla fronte. –Di tuo padre, volevo dire.-

-Lascia stare, non importa.- le tolse di mano il bicchiere. –Piuttosto, cosa ci fai qui? Credevo stessi facendo l’addestramento Auror.-

-E chi te l’ha detto?-

-Lo sanno tutti. C’era anche un articolo sulla Gazzetta del Profeta. “Potter, Weasley e Granger ancora uniti per il bene del mondo della magia.” Che titolone, eh?-

-Ho litigato con il Comandante e me ne sono andata.-

-Accidenti. La Granger è diventata coraggiosa!-

Lei appoggiò la testa sul tavolo.

-Lasciami stare, Malfoy. Sono nella merda. E la testa mi gira come non so che cosa.-

Lui sospirò.

-Sono affari tuoi. Non dovevi bere così tanto. Io adesso me ne vado. Salutami Lenticchia e San Potter.-

Hermione si alzò, reggendosi alla sedia per non cadere.

-Vengo con te.-

Draco scoppiò a ridere.

-Non dire sciocchezze, Granger! Non puoi venire con me!-

-E chi lo dice?-

Il ragazzo la guardò come se fosse scema.

-Io! Chi vuoi che lo dica?-

-Dai, fammi venire con te! Lo sappiamo tutti e due che vuoi una compagna!-

-Ma se non sai neanche dove vado!-

-Invece lo so!- ribatté lei mettendo il broncio. –Nel tuo discorso, quello di fine anno, hai scritto che non desideravi altro che viaggiare intorno al mondo. Tuo padre ti ha concesso un anno e tu vai in giro per il mondo.-

Lui la guardò perplesso.

-Come fai a sapere di mio padre?-

-Me l’ha detto Silente. Comunque anche io voglio andare in giro per il mondo! Portami con te, Malfoy! Giuro che non ti darò fastidio.-

-Me ne stai già dando. E comunque dici così solo perché sei ubriaca. Tu non puoi voler venire con me… tu mi odi!-

Hermione fece una risatina sguaiata.

-Lo so! Potremmo appianare le nostre divergenze.-

Lui scosse la testa.

-Te lo ripeto, parli così solamente perché ubriaca fradicia! Se fossi sobria non vorresti venire con me!-

Lei lo guardò negli occhi e sorrise.

-Sbagli, Malfoy. Te l’ho già chiesto da sobria. Nella Guferia, ricordi?-

Draco fece per ribattere, ma si accorse di non avere niente da dire. In effetti era così, quella era la seconda volta che la Granger gli chiedeva di andare con lui. Forse poteva anche dirle di sì. Dopotutto che lui avesse bisogno di una compagna di viaggio gli era ormai palese. Aveva pensato a Samira, quella ragazza, anche se la conosceva da appena una sera, gli era simpatica. Inoltre con lei riusciva a parlare come con… come con nessun altro, dato che non aveva amici. Ma la Granger aveva rovinato tutto, svelando che lui era un Malfoy. Già, era colpa sua e proprio lei gli stava offrendo la vendetta su un piatto d’argento. Se fosse andata con lui l’avrebbe fatta penare come non mai. Però…

-Andiamo, Malfoy, fammi venire! Pensa che Ron, il mio ragazzo, ed Harry, il mio migliore amico, entrambi tuoi acerrimi nemici, mi aspettano. Ma io, invece di scegliere di tornare da loro, sto scegliendo di venire con te. Non sarebbe una grande soddisfazione per il tuo enorme ego?-

Lui ghignò. La Granger da ubriaca era davvero perfida!

-Credo che lo sarebbe, sì. Facciamo così, puoi venire con me. Ma scommettiamo sulla tua permanenza in mia compagnia così, quando te ne andrai scappando a gambe levate, io avrò anche un guadagno. Ti va bene?- li chiese porgendole una mano.

-Mi va bene qualsiasi cosa, basta andarmene di qui.- biascicò Hermione stringendogli la mano.

 

 

 

 

 

Mmmh… l’inizio non mi piace granché, ma questa era la versione migliore che mi è venuta fuori. Per il resto il capitolo mi piace! Visto, Hermione andrà con Draco… e da qui inizia il divertimento!! Ve li immaginate insieme quei due in giro per il mondo (magico e non)? Se non ve li immaginate ve li faccio immaginare io =)

Grazie a chiunque legga la mia storia e un grazie speciale a coloro che recensiscono: patty, savannah (*-*… sei tu! La tua The Ground Beneath Her Feet resterà sempre nel mio cuore e sapere che tu, l’autrice di quella meraviglia, hai recensito la mia storia… è stata veramente un’emozione! Comunque, il discorso tra Draco e Silente in questo capitolo compare un po’ messo lì così, ma ho intenzione di farglielo approfondire… il rapimento romantico… era un’idea che mi piaceva parecchio, ma erano ancora tutti e due troppo nei loro “ruoli” e mi sembrava troppo strano farli scappare così… eppure sono scappati lo stesso ^^ ciau), chihiro, Emily Doe, mirtilla (Draco la porta Hermione con lui… un po’ in ritardo ma la porta! Eheheh)

Baci a tutti, al prossimo capitolo!

   
 
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