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Autore: Schmetterlinge    23/01/2021    1 recensioni
Il Genio della Pallavolo.
Il Piccolo Gigante.
E una squadra di ragazzi altrettanto talentuosi sempre pronti a dare manforte, anche nei momenti più bui, dove le difficoltà paiono insormontabili.
Una raccolta di alcuni dei momenti più iconici - talvolta rivisitati - di una serie che ha fatto sognare e continua a far sognare gli appassionati della pallavolo.
E non solo loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due anni fa aveva dovuto salutare Shimizu e gli insostituibili ragazzi del terzo, imponendosi di non pensare a quando sarebbe stato il suo turno.

 

E adesso eccola lì, sola soletta nella palestra della scuola a rimurginare sul passato, sugli anni di gloria, come era solita chiamarli lei.

 

Alla fine, seppur nolente, si era diplomata e con lei Hinata, Tobio e tutti i ragazzi della squadra e questo proprio non riusciva ad accettarlo.

 

 

Non ancora, almeno

 

 

Per la prima volta dopo molto tempo desiderò soltanto rimanere immobile, ferma.

 

“Che stupida …”

 

Strinse i pugni non appena realizzò di essersi messa a piangere, maledicendosi per essere così debole e infantile.

 

 

La solita frignona

 

 

 

“Hai intenzione di fissare il muro fino a consumarlo?”

 

In quell’istante sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene; aveva sperato di non incontrare nessuno, specialmente lui, ma a quanto pare le sue preghiere non solo erano state ignorate ma fortemente disattese.

 

“Cosa fai qui?”

 

“Potrei chiederti la stessa cosa.”

 

Negli ultimi due anni Hinata era cresciuto notevolmente, sbocciando in un bellissimo ragazzo dai lineamenti raffinati e signorili, tanto da far capitolare buona parte delle studentesse del primo.

 

 

Chi l’avrebbe mai detto?

 

 

“Avevo bisogno di restare sola.”

 

Yachi abbassò lo sguardo, la vista annebbiata e le labbra tremule; si impose di non guardarlo o non sarebbe più stata in grado di controllarsi.

 

“Hai intenzione di evitarmi ancora per molto?”

 

“Non ti sto evitando.”

 

“Sicura?”

 

“Già.”

 

“Allora guardami negli occhi.”

 

Rise Yachi, dandogli le spalle, una mano alla bocca, quasi a impedirsi di dare di stomaco; avrebbe voluto nascondersi tanto era paonazza ma sapeva essere troppo tardi per farlo.

 

“Hinata, ti prego…”

 

Fece per voltarsi quando si sentì afferrare e sbattere contro il muro lì vicino; Shoyo la teneva stretta per la vita, una mano sul fianco, l’altra contro la parete fredda e spoglia.

 

“Cosa…?”

 

Si sentì mancare non appena si specchiò in quelle iridi ramate che tanto avevano la capacità di stregare chiunque; rilassò le spalle, imponendosi di controllare i battiti e rallentare i respiri e, soprattutto, di ritrovare lucidità.

 

“Guardami Yachi.”

 

La ragazza non rispose, limitandosi a scrutarne i lineamenti dolci e delicati, le labbra carnose e i muscoli scolpiti, carezzandogli un fianco con fare arrendevole quando si ritrovò a soffocare un gemito nel percepire le dita di lui sfiorarle il mento.

 

“Vedi di farti sentire quando sarai in Brasile.”

 

Già faticava ad accettare la storia del diploma, figuriamoci la partenza del suo migliore amico per andare dall’altra parte del globo.

 

“E’ per questo che mi eviti?”

 

“…”

 

Yachi non rispose, non subito, inumidendo le labbra.

 

“Egoisticamente vorrei dirti di restare ma sappiamo entrambi che non sarebbe giusto.”

 

Non voleva perderlo, come nessuno dei ragazzi, ma Hinata era deciso a migliorarsi e quella - al momento - sembrava essere l’unica strada percorribile.

 

“Ti scriverò tutti i giorni.”

 

“Non fare promesse che non puoi mantenere.”

 

Chiuse gli occhi - stanca - inebriandosi di quel profumo agrodolce che aveva la capacità di mandarla in estasi quando si sentì mozzare il fiato nel percepire la mano di lui incastonarsi sotto l’attaccatura dei capelli e stringerla a sé.

 

“…”

 

Fu poco più di un sussurro ma abbastanza efficace da procurarle un violento brivido lungo la schiena.

 

“Io ci sarò sempre Yachi, in un modo o nell’altro.”

 

Sorrise la manager della Karasuno, la testa pesante e l’animo in subbuglio.

 

“Non metterci tanto.”

 

“Ci proverò.”

 

Lei e Shoyo erano sempre stati complici, molto più che amici ma non abbastanza per essere paragonati ad una coppia di fidanzatini.

 

 

Un duo inspiegabile e particolare, incomprensibile ai più.

 

 

Sospirò lieta quando le labbra di lui andarono a solleticarle la fronte, un gesto scaramantico che era solito fare alla vigilia di ogni partita.

 

“Torniamo dagli altri?”

 

“D’accordo …”

 

Si aggrappò a quelle spalle marmoree per un’ultima volta, consapevole di quanto le sarebbero mancate, quando sorrise nel vedere Shoyo prenderla per mano e trascinarla fuori dalla palestra con la spensieratezza e l’allegria di un bambino a cui hanno appena regalato le caramelle.

 

“Fidati di me, Yachi.”

 

Rise, la graziosa biondina, scuotendo il volto.

 

“Sempre.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sprofondo sempre più nell’angst, mannaggia (spero di non aver fatto confusione con i nomi ^.^)

 

E niente, malinconia portami via ;-)

 

Alla prossima!

 

Schmetterlinge

 

 

 

 

 

   
 
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