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Autore: FarAway_L    25/01/2021    1 recensioni
«Parti», era un grido misto a paura, «Metti in moto o per noi sarà la fine».
Era la mano di Nathan quella che stava scuotendo nervosamente la spalla di Camylla, la quale sembrava essere entrata in un limbo di emozioni pericolose e contrastanti. Quella più dominante però, era il panico. E per quanto si sforzasse di voler girare la chiave per far partire quella benedetta auto, non riusciva a muoversi. Neanche ad emettere nessun suono. Solo, fissava la strada difronte a sé attraverso occhi persi. Arrendevoli.
Le sirene della polizia cominciavano a farsi vicine e ben udibili.
Troppo vicine. Troppo udibili.
A ritmo scandito.
Stavano arrivando.
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo II.
3.093 parole

Ci vorrebbe un amico
per poterti dimenticare,
ci vorrebbe un amico
per dimenticare il male,
ci vorrebbe un amico
qui per sempre al mio fianco,
ci vorrebbe un amico
nel dolore e nel rimpianto. 

La lezione di Diritto Privato sembrava interminabile: Camylla aveva smesso di prendere appunti già da diversi minuti, intenta a scarabocchiare la pagina del foglio perlopiù bianca. Sotto al banco, aveva le gambe accavallate che stava muovendo con ticchettìo nervoso, battendo di tanto in tanto, il ginocchio sulla lastra fredda.
«Vuoi stare attenta?!», la voce delicata di Alyssa la fece quasi sussultare, «Guarda che non te li presto gli appunti».
«Lo farai», Camylla aveva smesso di disegnare un'aspirale per potersi concentrare sul Khloe, sita due file più avanti,  «Secondo te, come mai stamani non è venuta a far colazione con noi?». Per potersi far sentire meglio, aveva deciso di appoggiare la guancia sulla mano sinistra, avvicinandosi ulteriormente ad Alyssa che - stranamente - sembrava davvero interessata a ciò che il Professor Wright stava spiegando.
«Non avrà sentito la sveglia», la frase era stata accompagnata da un'alzata di spalle. Sembrava quasi non le importasse. Oppure era successo qualcosa la notte prima di cui Camylla era all'oscuro.
«Sssh», un ragazzo paffutello dietro Alyssa aveva appena espresso il suo disappunto verso la conversazione che stavano avendo le due amiche. Camylla si era girata di scatto, e dopo avergli regalato un'occhiataccia quasi minacciosa, era tornata a fissare l'enorme lavagna difronte a sè: presentava un sacco di scritte, vi erano molte freccie che sembravano collegare tra loro alcune parole ma purtroppo Camylla non era in grado di darne il giusto significato.
Improvvisamente, il dispaly del cellulare che aveva appoggiato vicino all'astuccio, alla sua destra, si era illuminato. Camylla fece un balzo sulla sedia, come fosse stata punta sul vivo, ed il suo cuore aveva preso a battere ad un ritmo del tutto irregolare. Riusciva a stento a respirare e le tremavano le mani: sperava con tutta se stessa di aver ricevuto un messaggio, uno qualsiasi, da Matthias. Non le importava ciò che avrebbe letto, non le importava ciò che avrebbe potuto scrivergli. Le sarebbe bastato leggere il suo nome.
Dopo l'incontro avvenuto il giorno prima, non si erano più visti nè tantomeno sentiti: Camylla sapeva che un confronto diretto sarebbe stato più essenziale; sapeva che sarebbe stato utile dirsi a voce ciò che non era stata in grado di dire poche ore prima; sapeva che avrebbe dovuto urlare - se necessario, il suo disappunto per quella relazione finita. Perchè per quanto fosse certa di aver trasmesso ciò con lo sguardo, era necessario e fondamentale dirlo ad alta voce. E sapeva anche che questi erano argomenti da discutere a quattr'occhi e non attraverso lo schermo di un telefono, ma in quel preciso momento desiderava fosse lui.
Non desiderava nientr'altro.

Messaggio ricevuto: ore 10.45 am     
Da: Maaamma!
Buongiorno tesoro, come stai? Io ero in pausa, adesso rientro. Ti chiamo stasera. Un bacio

Camylla era delusa. Non che non le avesse fatto piacere ricevere un messaggio da sua madre, solo sperava in un altro mittente. Si ritrovò a bloccare lo schermo del telefono senza dare nessun tipo di risposta al messaggio ricevuto, prima di posizionarlo affianco all'astuccio. Stavolta poteva ammirarne la cover: non aveva intenzione di sudare nuovamente freddo per un'eventuale messaggio arrivato e poi scoprire non essere nuovamente la persona che sperava.
La lezione, per quanto noiosa, era ancora maledettamente lunga. Decise di provare a riscrivere qualche parola qua e là su quel foglio completamente scarabocchiato, giusto per evitare di avere un'unico pensiero fisso e provare così a tenere la mente occupata, almeno per qualche altra interminabile ora.

Le dense nuvole grigie non promettevano una lunga tregua dalla pioggia che era stata protagonista per tutta la mattina; il vento continuava a persistere rendendo la temperatura poco gradevole: sembrava quasi una tipica giornata di inizio Novembre piuttosto che fine Settembre.
Alyssa e Camylla avevano appena raggiunto un vecchio e arrugginito gazebo in legno posto in un angolo di giardino dell'Università, contornato da piccoli tavolini volti a far invogliare gli studenti a collaborare tra loro nelle giornate soleggiate.
«Perchè abbiamo scelto di incontrarci qua?», Camylla dovette stringersi nelle spalle per evitare che un secondo brivido di freddo le percoresse la spina dorsale,  «E perchè ci mette tanto ad arrivare?», dovette anche ammettere mentalmente che quel giorno in particolare si ritrovava ad essere più  nervosa e meno comprensiva del solito. Non ne sapeva esattamente il motivo ma si stava rendendo conto di essere quantomeno poco tollerante verso chiunque non si comportasse come lei avrebbe voluto - e sperato.
«Beh..noi lo abbiamo fatto aspettare stamani mattina», la voce di Alyssa era distratta ma veritiera. Aveva appoggiato la sua borsa sul tavolo per poterne così tirare fuori un quaderno ad anelli rosso contenenti gli appunti presi solo fino a qualche minuto prima, «Tieni, ti serviranno», e quello sguardo complice velava una sorte di rimprovero. Con quella semplice frase Alyssa era riuscita a racchiudere il suo dissapunto per la poca concentrazione che Camylla aveva prestato alla lezione.
«Grazie», ed in cuor suo sapeva di star ringraziando l'amica anche per non aver approfondito il motivo della sua distrazione. Non richiedeva di parlarne. Semplicemente preferiva incassare i colpi, continuare ad ingoiare bocconi amari e fingere di potercela fare prima di arrivare al culmine; aveva ancora bisogno di finire di costruirsi il muro che le sarebbe servito da barriera nei prossimi giorni, «Piuttosto, vuoi dirmi che sta succedendo con Khloe?».
«Potrei averle detto di Ethan..», Alyssa si era dipinta un viso innocente, quasi avesse bisogno di giustificarsi, «Per messaggio», aggiunse giocando nervosamente con una ciocca di capelli scivolata all'elastico che serviva a racchiudere la massa bionda in una coda quasi disordinata.
«Sul serio Aly, per messaggio?!», Camylla non riusciva a tollerare queste situazioni: ormai erano arrivate in un'età in cui era necessario prendere le responsabilità delle proprie azioni. E qualora ci fosse stato un problema, un qualsiasi problema, sarebbe stato doveroso parlarne a voce. Essere diretti per essere protagonisti delle reazioni. «Non potevi parlarci prima della lezione?», sembrava essere una soluzione semplice ed efficacie, dopotutto.
La stessa che lei non era riuscita a fare il giorno precedente.
«Le passerà, vedrai. Ci siamo scambiati giusto due messaggi innocenti e di cortesia, mica ci siamo dati un'appuntamento!», la calma con la quale Alyssa stava provando a difendersi era impressionante: aveva  la capacità di rendere tutto talmente banale e di poca importanza, che crederle sembrava essere una cosa automatica. A Camylla mancavano perfino le forze per controbattere e provare a farle cambiare idea, perchè era consapevole che sarebbe stato solamente fiato sprecato.
Si limitò a voltare lo sguardo in direzione dell'ingresso principale dell'Università: avrebbe comunque dovuto far qualcosa. Aveva appena perso Matthias, non si sarebbe mai perdonata se avesse perso anche Khloe per una sciocchezza del genere.
«Hey, ragazze», Theo stava salutando le amiche con la mano, mentre a passo svelto e deciso le stava raggiungendo, «Scusate il ritardo. Allora, ho bisogno del vostro aiuto, per essere diretti e sinceri». Theo era il classico ragazzo che Camylla definiva ambiguo: ormai erano diversi anni che le era amico ma nonostante ciò, non riusciva mai ad inquadrarlo; passava dall'essere dannatamente - e quasi fastidiosamente - dolce ed apprensivo all'essere irresponsabile ed insopportabile in pochi minuti. Poteva essere l'amico perfetto dai consigli giusti nel momento opportuno ma anche l'amico che senza pensarci due volte ti pugnala alle spalle. Per questo Camylla si limitava al rapporto base senza spingere oltre.
«Che ti serve, Theo?», Alyssa lo stava osservando con quegli occhi neri socchiusi, tagliando corto e anticipando la mossa di Camylla. Forse la breve conversazione avuta su Khloe le aveva dato un minimo di fastidio.
«Vi ho accennato al fatto che sto lavorando ad un piano geniale ma è necessario avere cura di ogni minimo dettaglio affinchè questo funzioni. E qui entrate in gioco voi», poche ore prima, al loro incontro avvenuto a colazione, Theo si era limitato a valorizzare il suo intelletto per ciò che le stava passando per la testa, senza entrare troppo nel dettaglio. Aveva perso tempo ad elogiarsi di quanto la sua idea, se messa in pratica a dovere, avrebbe portato ad una svolta epicale nelle loro vite.
«Di cosa hai bisogno?», stavolta fu Camylla a parlare, stanca di doverlo ascoltare stando in piedi al freddo quando avrebbe potuto trascorrere il suo tempo sdraiata sul letto, al caldo, affogando nei suoi errori ammettendo silenziosamente ogni suo singolo sbaglio.
«Dovreste cercare di trovare quante più informazioni possibili, quindi anche personali, sul Direttor Patel», stava talmente parlando così a bassa voce che sia Camylla che Alyssa stavano facendo fatica a sentirlo. Il suo sguardo mostrava preoccupazione ma i suoi occhi celesti avevano una scintilla di emozione e vivacità.
«E chi sarebbe?», aveva chiesto ingenuamenete Alyssa
«Il Direttore della banca qua all'angolo», la sua voce apparentemente tranquilla ed ingenua nascondeva un velo di eccitazione mista a paura.
«Perchè lo dovremmo fare? A che ti servono informazioni personali?», le braccia incrociate al petto stavano a significare che Alyssa stava cominciando a perdere la pazienza. Camylla si limitava ad ascoltare mentre la sua concentrazione era totalmente rivolta allo sguardo di Theo, che nonostante si muovesse agile per osservare gli studenti che frettolosamente ci passavano vicino, era fin troppo vigile e acceso.
«Lo saprete a tempo debito», aveva tutta l'aria di essere una minaccia, «Promettete di aiutarmi?».
«Come dovremmo fare? E che cosa ci guadagneremo noi?», Camylla non riusciva a capire se Alyssa stava semplicemente assecondando Theo o se l'idea di divenire stalker la stava allettando sul serio: in ogni caso lei ne sarebbe rimasta fuori. Non aveva la benchè minima intenzione di mettersi a spiare un direttore di banca solo perchè un loro amico aveva chiesto questo favore. Non aveva certo intenzione di cacciarsi nei guai per un “geniale piano” di cui non sapeva niente  - se non l'inventore. Aveva ben altro a cui pensare.
«Troverete il modo», Theo stava loro voltando le spalle, «E se tutto andrà come previsto, il guadagno sarà spettacolare», un piccolo sorriso beffardo a mostrare i denti bianchi e perfetti, stava incorniciando le labbra sottili dell'amico, prima di salutarle furtivamente con un cenno del capo ed incamminarsi verso il parcheggio del campus.
«Mah!», Camylla era allibita: stava guardando Theo andarsene con sguardo perplesso. Non riusciva a trovare un senso a tutto quel mistero e sopratutto a quella strana richiesta, «Io me ne tiro fuori. Ciao», e prima di poter far replicare l'amica - perchè Camylla era certa che Alyssa l'avrebbe fatto - decise di lasciarla sotto al gazebo mal ridotto da sola, compiendo la stessa azione che poco fa aveva fatto Theo: aveva in programma di trascorrere l'intero pomeriggio nel letto, avvolta dal tepore delle coperte.

Un sbadiglio sonoro uscì incontrollabile dalla bocca di Camylla, che si stiracchiò allungandosi sotto le lenzuole color pastello chiaro: si voltò poi, alla sua destra afferrando il telefonino posto sul comodino, insieme agli appunti della lezione di Diritto Privato di quella stessa mattina prestati da Alyssa e non ancora ricopiati. Dalla finestra proveniva un buio non promettente.
Il display segnava le ore 06.54 pm, con quattro messaggi arrivati non letti. Camylla decise di far perno sulla mano ancora libera, posizionandosi con la schiena contro la testiera del letto: era riuscita a chiudere occhio per qualche ora. Si era addormentata con la testa piena di pensieri rivolti tutti ad una sola persona: Matthias. Le mancava, era quasi banale ammetterlo, ma era dannatamente vero. Le mancava sentire la sua voce tranquilla e leggera; le mancava il suo tocco dolce, delicato ed apprensivo; le mancava il suo sguardo complice e protettivo. Le mancavano perfino i suoi messaggi, che riuscivano sempre a strapparle un sorriso. E in quel preciso istante si rese conto di quanto le mancasse anche solo discutere con lui: entrambi irremovibili sui propri pensieri, ogni volta che affrontavano un piccolo battibecco riuscivano a tirare fuori i loro caratteri fermi e decisi. Il loro modo di confrontarsi faceva sì che dopo potessero essere più uniti ed affiatati.
Aveva anche pianto, prima di lasciarsi cullare ed abbandonarsi al sonno: piangendo riusciva in qualche maniera a liberarsi dal peso che lentamente le schiacciava il petto; piangendo aveva la possibilità di urlare tutte le parole non dette; piangendo riusciva a rendersi conto che quella sensazione estranea di nausa e abbandono era maledettamente reale.
Si ritrovò a sospirare passandosi una mano tra  i capelli castani spettinati e annodati, prima di decidere di passare a rassegna i messaggi che le erano arrivati.

Messaggio ricevuto: ore 03.30 pm     
Da: Aly ♥
Hey amica, ho bisogno di parlarti..

Camylla si ritrovò a pensare al motivo di tale bisogno: avrebbe voluto parlare della situazione che lei stessa aveva creato con Khloe oppure avrebbe voluto parlare di quello strano e del tutto fuori luogo incontro avvenuto con Theo?!

Messaggio ricevuto: ore 03.47 pm     
Da: Aly ♥
Rispondiiii! Dove sono le amiche nel momento del bisogno?!

Un sorriso leggero le illuminò il volto. Anche attraverso lo schermo di un telefono, Camylla avrebbe potuto immaginare il volto dell'amica mentre stava scrivendo il messaggio: avrebbe sbuffato per poi cancellare svariate volte ciò che aveva scritto perchè le sarebbe sembrato “troppo aggressivo

Messaggio ricevuto: ore 05.21 pm     
Da: Aly ♥
Per fortuna non sto morendo! Spero tu abbia un valido motivo per non esserti fatta sentire! Comunque, visto che io sono brava, gentile e soprattutto buona amica, vorrei aggiornarti: mi sono vista con Khloe ed abbiamo parlato. Tutto risolto (non che ci fosse stato niente da risolvere..). I dettagli, per quanto abbia voglia di farteli sapere, te li dirò a voce (ammesso che tu ti faccia viva!!) perchè non ho più voglia di scrivere

Si ritrovò a tirare un'enorme sospiro di sollievo dopo aver letto quel messaggio: era davvero sollevata nel sapere che le sue due amiche erano riuscite a chiarirsi. Aveva ancora bisogno di loro per affrontare il dramma che l'aveva investita; aveva ancora bisogno di loro per sfogarsi silenziosamente; aveva ancora bisogno di loro per liberare la mente e riuscire a voltare pagina.
Avrebbe chiamato Alyssa e si sarebbe fatta raccontare ogni dettaglio dell'incontro avvenuto con Khloe, ripromettendosi di essere meno acida di quanto non lo fosse stata quella stessa mattina.

Messaggio ricevuto: ore 06.00 pm     
Da: Theo Baker
Cam! Non credo ce ne sia bisogno ma è bene esserne sicuro: ovviamente non devi farne parola con nessuno. Un bacio xx. A domani

Decise di rispondere partendo proprio da quell'ultimo messaggio perchè era necessario e fondamentale chiarire le cose prima che queste potessero degenerare.

Messaggio inviato: ore 07.04 pm     
A: Theo Baker
Mi spiace Theo, ma non credo di poterti aiutare

Era certa che l'argomento non si sarebe chiuso in questa maniera ma non aveva intenzione di andare oltre.
Compose il numero di Alyssa che ormai conosceva a memoria e mentre abbandonava il suo nido di calore, decise di andare a prepararsi una semplice ma efficace cena aspettando una risposta dall'altro capo della cornetta.


30 Settembre.

La lezione di Diritto Penale sembrava essere più interessante del previsto: il Professor Hill stava offrendo agli studenti del corso la possibilità, facoltativa, di poter visitare il carcere penitenziario di Pentoville - sito a pochi minuti di distanza dalla facoltà. A fine lezione sarebbe bastato segnare il proprio nome sulla lista, attualmente vuota, appesa ad un angolo dell'enorme lavagna.
Era un'occasione che Camylla non avrebbe voluto perdersi per niente al mondo: dalle parole del professore, oltre a visitare la struttura - sorta nel 1842 e divenuta ben presto modello di architettura e disciplina -, vi era anche la possibilità di poter avere un contatto verbale con alcuni detenuti. Sarebbero stati guidati da un secondino, che avrebbe spiegato loro il funzionamento e i loro metodi di approccio alle persone che vi entravano.
«Un'esperienza da non perdere», le aveva sussurrato Khloe alla sua destra: aveva uno sguardo perso a fantasticare su come sarebbe stato poter conoscere in maniera diretta la realtà che si cela dietro un carcere.
«E noi non ce la lasceremo sfuggire!», Camylla aveva strizzato l'occhio all'amica, mentre giocava con la penna che aveva in mano, «Aly, tu verrai, vero?».
«La cosa non mi entusiasma così tanto, se devo essere sincera ma vi seguirò», aveva usato un tono di voce basso ma deciso. Sembrava annoiata dall'iniziativa avuta dal professore.
«Certo che ci seguirai! Ci aprirà la mente!», il sorriso di Camylla stava a mostrare i suoi denti bianchi; anche i suoi occhi brillavano fieri ed energici: non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi. Sapeva solo che avere la possibilità di parlare con dei detenuti poteva far chiarezza su piccoli particolari che a cose normali sarebbero rimasti all'oscuro; avere la possibilità di conoscere - ed osservare - il sistema penitenziaro avrebbe potuto dar loro modo di capire dettagli che dall'esterno sfuggono o semplicemente possono sembrare irrilevanti. Era un mondo, che in qualche maniera, l'affascinava.
«Sssh», un'esclamazione arrivò alle spalle di Camylla: nel voltarsi notò essere il ragazzo paffutello del giorno prima, a cui - neanche stavolta - la ragazza gli riservò uno sgardo minaccioso.
«Giuro che se dovesse venire a visitare il carcere, farò in modo che ci rimanga», Camylla aveva pronunciato quella frase a denti stretti e voce bassa, ma risultò suonare comunque una promessa. Cosa che fece sorridere Alyssa, che per evitare di farsi sentire, dovette mettersi una mano davanti alla bocca.
Camylla si rese conto che il professore aveva smesso di dare informazioni inerenti alla futura “gita” che avrebbero fatto nei mesi prossimi, e decise di focalizzarsi sulla spiegazione riguardante la differenza sostanziale delle carceri ai tempi del Medioevo rispetto ai giorni correnti.
La sua concentrazione durò pressappoco più di tre minuti, perchè la vibrazione del cellulare riuscì ad attirare la totale attenzione della ragazza:  le sembrava una scena già vissuta, provando esattamente le stesse sensazioni di sole ventiquattro ore prima; le sembrava di aver fermato il tempo e aver avuto la possibilità di avvolgerne il nastro.
Si guardò attorno furtivamente per accettarsi che quello che stava provando e ciò che stava vivendo fosse reale, prima di afferrare il telefono ed inspirare profondamente. Chiuse per un breve secondo gli occhi per provare a calmare quello stato di agitazione che l'aveva pervasa ma istintivamente cominciò a muovere nervosamente le gambe sotto al banco: inutile ammettere quanto fosse ansiosa ma la consapevolezza che potesse non essere nuovamente lui la stava consumando così lentamente da farle provare fitte allo stomaco.
Con uno scatto secco aprì gli occhi per osservare il cellulare:

Messaggio ricevuto: ore 09.34 am     
Da: Theo Baker
Oggi pranzeremo insieme ma non saremo soli: ci saranno anche Alyssa e Nathan. Dobbiamo seriamente parlare perchè mi sa che non hai compreso l'importanza della cosa

Camylla si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo: era consapevole che Theo non avrebbe mollato facilmente la presa ma davvero non riusciva a capire perchè continuava ad insistere affinchè lei desse lui una mano.
Si maledisse anche mentalmente per aver solo sperato per una breve frazione di secondo di aver ricevuto un messaggio da Matthias: la loro separazione cominciava ad essere così veritiera da essere amara. Era necessario far qualcosa, provare a fare qualasiasi cosa tranne stare a guardare le loro vite prendere strade differenti senza essere riusciti a dirsi tutto.







 
IM BACK!
Sono consapevole di quanto sia poco questo capitolo, in tutti i sensi. Per questo vi chiedo perdono.
Mi sono ritrovata a cancellare e riscrivere tutto ciò un sacco di volte..però sono qui a chiedervi anche 
fiducia: man mano che andremo avanti insieme in questa avventura, scopriremo molto di più e faremo chiarezza su moltissime cose. 
Dopotutto, se svelassi già ogni dettaglio adesso non ci sarebbero più segreti. Anzi, sarebbe interessante conoscere le vostre ipotesi, e magari chissà, potrei prendere anche qualche spunto. Perchè no!
Perciò fatevi sotto, dite la vostra - 
qualcunque cosa - e non abbiate freniii :)
Sarò felicissima di leggere i vostri dubbi.

A presto!

G.xx
  
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