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Autore: Ladydevilexo16    25/01/2021    0 recensioni
Storia nata per una Challenge del gruppo fb H/C Italia...
Grindeldore AU! Omegaverse
DAL TESTO :
Ottobre 1899, Godric’s Hallow...
Albus Percival Walfric Brian Silente, classe 1881, Omega maschio; viene scortato all’interno del cortile. Come d’altronde, tutti gli altri ragazzi che si trovano lì. Tutti omega maschi che hanno appena compiuto la maggiore età. L’età di maturazione. È la legge che lo prevede. “ogni omega maschio in età di maturazione, entro e non oltre 2 mesi dalla data del proprio 18esimo compleanno, sarà trasferito in un istituto esclusivo, dove verrà preparato adeguatamente ai compiti futuri, a lui riservati; fino al ottenimento del legame con l’alfa a lui destinato. Così da garantire e preservare la sopravvivenza della specie…” Perché gli omega maschi sono estremamente rari e preziosi. Meno del 10% della popolazione mondiale.
Genere: Hurt/Comfort, Omegaverse, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ecco anche il secondo ed ultimo capitolo. Vi auguro una buona lettura ed un grazie a chi leggerà questa storia, in silenzio o recensendola... 😘

 

In pochi minuti Albus viene riportato nella sua stanza. Per essere lavato e preparato per il suo alfa. Gli vengono consegnati una camicia color panna, vecchia e un po' sgualcita ed un paio di pantaloni neri in cotone. Gli abiti che indossava quando è stato rinchiuso lì un anno prima. Poi gli viene gettato tra le braccia una piccola sacca contenente i suo pochi averi e scortato di nuovo fuori, questa volta in una piccola stanza curata. L’ufficio del rettore, dove avvengono le procedure per affidare gli omega ai rispettivi alfa. Gli viene fatto segno di inginocchiarsi accanto alla scrivania, in silenzio, dove il signor Yaxley è Gellert stanno firmando le ultime carte. Lui esegue senza piantare. “Bene signor Grindelwald, con questo abbiamo finito. È ufficialmente l’alfa del omega qui presente. Ma le ricordo che per ufficializzare e legalizzare a tutti gli effetti la proprietà del suo omega il legame dovrà avvenire durante il prossimo calore di quest’ultimo. Previsto tra circa una settimana. È tutto riportato nella cartella del omega.” Riferisce il rettore, porgendo al biondo una cartellina rossa, contenente dei fogli. Gellert annuisce in silenzio alzandosi. Porge la mano in segno di saluto e si congeda dal rettore, con la cartellina rossa sotto braccio. Chiamando a sé Albus, che lo segue ben felice di abbandonare quel posto.

 

 

All’esterno del edificio c’è una carrozza ad attenderli. I due ragazzi salgono a bordo e il biondo comunica al vetturino l’indirizzo. In tutto ciò il rosso non ha ancora aperto bocca da quando ha scorto quegli occhi stupendo nel salone, in mezzo a tutta quella gente. Ed ancora non ci crede che è uscito finalmente da quel posto e come omega di Gellert Grindelwald. Il suo Gel… Il suo corpo trema, percosso da brividi di freddo. L’abbigliamento che indossa non è adatto al freddo pungente di dicembre. In più non indossa nulla ai piedi se non un paio di calzini stracci. “Shh… sei a casa adesso, Al.” Lo rassicura il maggiore, avvolgendo in una coperta di lana e tirandolo più vicino a sé. La testa del rosso poggiata sul suo grembo, mentre le mani delicate gli accarezzano i capelli. E Gellert ha ragione, pensa Albus. Si sente davvero a casa.

 

 

Diversi minuti più tardi, Albus non saprebbe dire quanti esattamente, ma almeno 15 o 20, la carrozza si ferma davanti ad una villa enorme. Sono nella periferia di Londra. Un posto tranquillo, abbastanza isolato, ma non proprio in mezzo al nulla. Il vetturino apre la portiera e il biondo scende dalla vettura con Albus ancora stretto a sé. E ancora così entra dal portone della villa. Davanti a loro si staglia un salotto enorme. Un divano da almeno 4 posti e 2 poltrone rivestite in velluto, si trovano davanti ad un caminetto in pietra. Le pareti della stanza sono rivestire di carta da parati damascato e i pavimenti sono in marmo nero tappezzato qua e là di morbidi tappeti bianchi e verdi, a richiamare il colore delle pareti. Si dirige verso il divano dove si accomoda con Albus, che nel frattempo sta osservando meravigliato quella dimora magnifica, quella che si chiede da diversi minuti se sarà la sua dimora. “Sì, vivremo qui. Insieme.” Conferma Il biondo, come se gli avesse letto nel pensiero.

 

 

“Dalie…” qualche istante dopo un piccolo schiocco è accompagnato dalla comparsa di una piccola elfa domestica. “Padron Gellert, cosa posso fare per voi?!” chiede l’elfa. “oh… padron Albus?!” “Dalie, presto accendi il camino, va riscaldata la stanza al più presto.” Un altro schiocco è seguito stavolta dalla smaterializzazione dell’Elfa. “Gra…” biondo non ha nemmeno il tempo di ringraziare. Le parole rimaste in sospeso. Passano solo pochi istanti che il camino inizia a scoppiettante diffondendo un piacevole tepore nella stanza. “Gel…” la voce del rosso è flebile, è quasi crollato per la stanchezza. “Hey Al, devo controllare le tue condizioni. Ho visto un paio di brutti tagli che non mi piaccio per niente. Puoi fare ancora un piccolo sforzo per me?” chiede rassicurante il biondo, accarezzando una guancia del minore. Il rosso annuisce stanco. Delicatamente Gellert rimuove dal corpo di Albus la coperta che lo ha riscaldato fino a quel momento. Poi apre gli unici tre bottoni della camicia esponendo il petto del minore. Togli il cappotto gettandolo su una delle poltrone e arrotola le maniche della camicia. Estrae la bacchetta e si mette all’opera. Inizia a verificare le condizioni fisiche di Albus e guarire i tagli che trova sul percorso con degli incantesimi. “ok, qui abbiamo concluso. Però adesso dovresti voltarti su un fianco, devi darmi le spalle, il volto verso lo schienale.” Istruisce il maggiore. “e dobbiamo togliere i pantaloni…” il corpo di Albus viene scosso da violenti tremiti ed inizia a singhiozzare, scuotendo la testa. “Hey, Shh… Sono qui Al. Sono io. Sei al sicuro, ok?” cerca di calmarlo Gellert, nel unico modo che ricorda sia davvero efficace. Accarezzandogli i capelli e posandogli delicatamente le labbra sulla fronte. “Lo so che ti senti a disagio e ti fa paura. Ma devo controllare se sia tutto a posto. Ok?!” chiede conferma il biondo, prima di proseguire in alcun modo. È importante che Albus gli dia la sua esplicita approvazione.

 

 

Albus annuisce, un po' incerto. “Al, puoi usare le parole per favore?” “V-va b-bene…” biascica flebile. Poi esegue ciò che gli è stato richiesto dal biondo, che delicatamente gli abbassa anche i pantaloni, per poi continuare ad esaminare il corpo del minore. Ed eccoli lì i segni che già immaginava di trovare. La schiena pallida del rosso è costellata di tagli e cicatrici ormai sbiadite, mentre sulla parte bassa della schiena, ad altezza lombare sono presenti due grossi lividi viola che si estendono anche su parte dei glutei e si intravedono anche in mezzo ad essi. Albus a quel punto a ricominciato a tremare, deve aver avvertito lo sguardo del maggiore in quel punto, riportandogli alla mente ricordi tremendi. E Gellert ribolle di rabbia internamente, contro quelli che hanno ridotto così il suo Al. “O meine Liebe…” riscuotendo da quei pensieri il biondo si sbriga a guarire i segni che può con un colpo di bacchetta e interrompe il silenzio che si è creato. “Abbiamo finito. Bravo ragazzo.” E posa dolcemente un bacio sulla sua spalla. Il rosso si rilassa visibilmente, quando viene rivestito con degli abiti puliti e riavvolto nella coperta. Poi lentamente cade tra le braccia di morfeo.

 

 

Il biondo sorride a quella vista. “mi prendo io cura di te da adesso… Und ich werde dich lieben, bis die Sterne sterben.” Suggella quella promessa che si erano fatti tempo prima con un bacio a fior di labbra.

 

 

 

 

Note:

 

*O amore mio (in tedesco.)

**Ti amerò fino a quando moriranno le stelle. Sempre tedesco)

   
 
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