Fanfic su attori > Benedict Cumberbatch
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Autore: Dangerina15    28/01/2021    0 recensioni
Non riesce a controllare i pensieri, sente il bisogno di dire ogni cosa che il cuore gli suggerisce e tutto si ricollega ad un sola parola: un giglio. Per la precisione, il suo giglio bianco.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2.



Novembre 2005, KwaZulu-Natal, Sudafrica
 
 «E…Stop!»
Un applauso liberatorio da parte di tutta la troupe. David Attwood ha appena concluso quella lunga, quasi interminabile, giornata di riprese. Benedict sospira per buttare fuori tutta la tensione emotiva e mentale che ha accumulato durante le estenuanti 15 ore di lavoro, ma in fondo è felice; l’attore è il mestiere che sognava di fare fin da bambino, da quando andava a vedere i suoi genitori alla prima di qualche importante spettacolo teatrale. Si era immaginato così tante volte nei panni di Amleto o del russo Kostjia o persino di Titania, la regina delle fate che alla recita di terza elementare gli avevano chiesto di interpretare.
‘Mamma, un giorno diventerò un bravo attore, proprio come te e papà.’
Sua madre e suo padre lo avevano sempre appoggiato e adesso che a ventinove anni si ritrovava come protagonista della serie To the Ends of the Earth non riesce a smettere di sorridere, sebbene la stanchezza si faccia sentire in ogni muscolo del suo corpo. Ancora con gli abiti di scena, si dirige verso la macchinetta del caffè; se vuole guidare e tornare in hotel sano e salvo, deve trovare un modo per darsi una scarica di adrenalina immediata, altrimenti crollerebbe seduta stante sul volante. Inserisce una moneta e preme sul pulsante “espresso”, aggiungendo una dose di zucchero per non renderlo troppo amaro.
«Sei stato incredibile oggi.»
Una voce femminile alle spalle richiama la sua attenzione. Benedict sorride e fa un cenno con la testa, in segno di ringraziamento.
«Grazie, ne sono felice. È un onore poter lavorare con te.»
Denise Black è il suo punto di riferimento fin dal primo giorno di riprese; per qualunque confronto personale e artistico, Benedict sa che può contare su di lei.
«Adesso però vedi di darti una svegliata, ricordati che sei tu l’autista stasera.» riprende lei guardando il caffè che Benedict ha in mano e allontanandosi verso la sala trucco per smontare la parrucca che la mattina le hanno fatto indossare. Benedict sorride tra sé, bevendo l’espresso tutto d’un fiato; adesso deve solo recarsi in sartoria per lasciare i suoi abiti di scena e finalmente può andare a farsi una meritata doccia e una lunga dormita rigenerante.
«Hey Ben,». Theo Landey, il collega più gentile e pasticcione che abbia mai conosciuto, gli corre incontro sorridendo, «ho bisogno di chiederti un favore: potresti darmi un passaggio fino all’hotel dove state tu e Denise? Oggi sono venuto in taxi perché ho la macchina con una gomma bucata e il meccanico non me la restituirà fino a domani.  La casa dei miei genitori è a 200m dal vostro hotel, per cui se per te non è un disturbo, approfitterei di questa occasione.»
Benedict è conosciuto come il “gentiluomo inglese” e ne ha ragione da vendere: sua madre gli ha insegnato fin da bambino ad essere sempre disponibile e cortese con tutti, soprattutto con i colleghi; in fondo in questo mondo è meglio essere visti di buon occhio, dato che i meccanismi dello spettacolo sono difficili da capire e da gestire.
«Ma certo, non c’è alcun problema. Ci vediamo tra dieci minuti all’ingresso degli studi, d’accordo?»
Theo gli dà una pacca sulla spalla e mostra il suo sorriso più smagliante.
«Grazie amico, sei la mia salvezza.» e corre via tra i macchinisti.
Benedict accenna un mezzo sorriso; è così buffo quel ragazzo da mettergli sempre allegria. A questo punto riprende il suo cammino verso la sartoria, dove ad attenderlo c’è Debby, la capo reparto che lo aiuta a togliere tutti quegli strati di costume che dalla mattina alle sette sono appiccicati al suo corpo. Una volta rivestitosi con un paio di jeans, un maglione blu e infilatosi il cappotto, saluta Debby e si dirige verso l’uscita, incontrando Denise.
«Eccoti qui, Ben. Sei tornato ad essere te stesso, finalmente!» lo punzecchia lei ridendo.
«Ormai mi ero abituato ad un abbigliamento più “vintage”,» risponde lui contraccambiando il sorriso, «comunque, stasera abbiamo un ospite nella nostra carrozza a quattro ruote.»
Denise lo guarda incuriosita.
«Scommetto che è Theo.»
Benedict rimane sorpreso dalla velocità della deduzione di Denise e la guarda con aria sorpresa.
«No, non sono un’indovina, se è questo che pensi. L’ho incrociato diverse volte in giro per il set a chiedere passaggi a destra e a manca ed ero sicura che quando sarebbe arrivato il tuo turno, avresti acconsentito. D’altronde, il tuo savoir affaire da inglese è leggenda.» conclude lei lanciandogli un’occhiata che mette Benedict in un leggero imbarazzo. Dopo un breve percorso che separa il set dall’ingresso degli studi, ritrovano Theo davanti alla macchina con un gomito poggiato sul tettuccio.
«Che fortuna, vero Theo?» sussurra Denise al collega, dandogli una leggera gomitata sul braccio, «alla fine ce l’hai fatta a rimediare qualcuno che ti scarrozzasse fino a casa?». I tre scoppiano a ridere divertiti e salgono in macchina: Benedict al volante, accanto a lui Denise e sul sedile posteriore Theo.
Il set si trova fuori dalla cittadina in cui alloggiano, a circa 15km. Non c’è nessuno per strada, essendo passata mezzanotte e Benedict si sente più sveglio che mai; è sicuro che il caffè stia facendo il suo dovere. Per dare un po' di atmosfera al breve viaggio verso l’hotel, Denise decide di inserire l’unico cd presente nell’auto che la produzione ha noleggiato per loro, facendo partire le note di “How To Disappear Completely” dei Radiohead. Benedict ne è estasiato, adora quella canzone.
«Mi sembra di essere dentro un vecchio film americano.» commenta divertito Theo, intento a guardare fuori dal finestrino il succedersi di alberi e luci. Il silenzio dei passeggeri lascia spazio alle note della canzone che pervade l’intero ambiente; Denise e Theo si addormentano sui loro rispettivi sedili. Benedict invece, impegnato alla guida, gode della compagnia di quella musica e della sensazione di rilassamento che gli provoca. Riflette a quanto sia fortunato; la vita gli ha permesso di vivere della sua passione, del suo sogno. Pensa a quanti anni di studio ha dovuto affrontare per arrivare fino a lì, quante rinunce e quanti sacrifici fatti per amore dell’arte e adesso che ci è dentro, non vorrebbe trovarsi in nessun altro posto.
Sorride tra sé.
‘E’ uno dei momenti più belli della mia vita.’
 
 
 
  
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