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Autore: AlyaVRose    25/08/2009    1 recensioni
Un seguito ideale di Breaking Dawn, quando Renesmée è ormai cresciuta, e Bella ritorna a Forks per chiedere aiuto a Jacob... cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
06. A QUANTO PARE I GUAI DI NESSIE SONO PIU’ GROSSI DI QUANTO IMMAGINASSI
Sentii un rumore provenire dalla camera di Rachel, un’imposta che si apriva cigolando. Immaginai che Nessie stesse per uscire, dalla finestra ovviamente. Decisi di agire, volevo proprio cercare di capire cosa stesse combinando. Mi spogliai al volo, gettai pantaloni e maglietta dalla finestra e saltai, atterrando su quattro zampe. Quando fui all’aperto mi trasformai di nuovo e mi vestii velocemente, per affrontare Nessie.
«Ciao piccola… vai da qualche parte?»
«Jake… non mi aspettavo… io… ecco… volevo fare quattro passi…»
«Ti va se vengo con te? Magari possiamo andare a caccia…» Vidi un bagliore nei suoi occhi, proprio come mi ero aspettato. Avevo toccato un tasto sensibile. Le era sempre piaciuto cacciare con me.
«Beh… è tanto tempo che non vado più a caccia, Jake…»
«Appunto. Immagino possa farti piacere. E volevo accompagnarti…»
«So difendermi da sola». Il suo tono era giocoso, mi stava stuzzicando per vedere le mie reazioni.
«Non lo metto indubbio, mostriciattolo. Ma mi sei mancata, e avevo voglia di stare con te».
«E dove vorresti portarmi, Jake?» Si era avvicinata, col risultato che adesso i nostri corpi si sfioravano ed io ero pienamente cosciente del calore che emanava, del suo profumo che mi faceva diventare matto. Merda. Mi stava provocando volutamente, ed era maledettamente sensuale, la mocciosa! Piccola sirena ammaliatrice!
«Allora, vogliamo andare?» La sua voce mi riscosse in tempo, stavo per fare una cazzata di cui avrei pagato le conseguenze per il resto della mia esistenza. Ed ero praticamente immortale.
«Vieni». Le tesi la mano e la guidai verso First Beach; sapevo che le sarebbe piaciuto. Ci sedemmo sulla spiaggia e restammo lì a lungo, senza parlare. Fui io a rompere il silenzio.
«Nessie, piccola, ti fidi di me?»
«Certo che mi fido. Perché lo chiedi?»
«Perché mi stai nascondendo qualcosa, tesoro. Sono tre notti che te la svigni dalla finestra di nascosto dai tuoi genitori, e quando torni ti sento piangere e singhiozzare disperata. Senza contare che hai una faccia che tuo padre è un fiore in confronto!» Si era alzata e si era diretta verso la riva, dandomi le spalle, i piedi lambiti dalle onde. Mi alzai e la feci voltare verso di me; aveva gli occhi lucidi. Si gettò tra le mie braccia piangendo a dirotto.
«Oh, Jake! Che casino! Io… io vorrei dirti tutto, ma…»
«Avanti Ness, sono io, non aver paura! Sono il tuo Jake!»
«Appunto! – si tormentò automaticamente il polso sinistro dove, notai con orgoglio, brillava il braccialetto Quileute che le avevo regalato anni prima. – Non mi va di farti soffrire!»
«Ness, tesoro… il solo modo per farmi soffrire è continuare così. Niente mi fa stare peggio che vedere il tuo faccino triste. Mi dici cos’hai?»
«Ecco… io… mi sono innamorata, Jake». Lo disse in un fiato, quasi temesse la mia reazione. Io le sorrisi, incoraggiandola ad andare avanti. Non lo fece. Continuai io.
«E lui non ti guarda nemmeno, vero?»
«Se fosse solo questo… io… credevo che mi amasse… e… beh… ho… abbiamo…» Era del colore del pomodoro maturo. In questo somigliava a Bella in modo impressionante. Le sorrisi.
«Siete stati insieme – annuì imbarazzata – non c’è niente di male, Nessie!»
«Non hai capito! Io… lui… ecco…» Si interruppe. Avevamo sentito un rumore nel buio, e lei si avvicinò istintivamente a me. Sorrisi, orgoglioso. Evidentemente la facevo sentire al sicuro. Le circondai le spalle con le braccia, pronto a trasformarmi e a gettarla di lato per difenderla. Ma la voce che sentii mi bloccò. Per fortuna.
«Jake…»
«Seth… per la miseria fratello, stavo per saltarti alla gola!» Si fece avanti fino a trovarsi ben illuminato dalla luce della luna. Sentii chiaramente Nessie sobbalzare tra le mie braccia, e mentre fissavo negli occhi Seth, vidi un lampo cambiare tutta la sua fisionomia. Ancora prima di riuscire ad elaborare razionalmente il pensiero, il mio cervello stava gridando “imprinting”! Dovevo parlargli assolutamente. Ma non adesso.
«Nessie, ti ricordi di Seth?»
«Direi di si, Jake. E’ impossibile dimenticarlo» e gli scoccò uno sguardo languido che avrebbe sciolto anche una pietra. Col risultato che il moccioso era diventato di gelatina. Ridacchiai divertito dalla situazione. E bravo Seth! Anche lui era bollito come un pesce. Continuava a guardare Nessie senza spiccicare un suono.
«Hey, Seth! Sei dei nostri, fratello?»
«Scusatemi… io… avevo sentito dei rumori e ho preferito controllare. Me ne vado subito, Jake». Nessie mi sorprese.
«Ma no, Seth! Rimani, facci compagnia». La guardai allibito dalla sua sfacciataggine. Poi compresi. Stava tentando di distrarmi, non voleva riprendere il discorso, e usava ogni mezzo. Ma aveva fatto i conti senza l’oste. Quando mi impegnavo, ero peggio di un mastino. E con gli anni avevo anche imparato a giocare sporco. Molto sporco.
La cosa più impellente al momento era comunque l’imprinting di Seth. Non volevo che lui soffrisse. E non volevo che fosse Nessie a fargli del male. Dovevo assolutamente parlare con tutti e due, e dovevo farlo subito.

  
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