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Autore: AlyaVRose    25/08/2009    1 recensioni
Un seguito ideale di Breaking Dawn, quando Renesmée è ormai cresciuta, e Bella ritorna a Forks per chiedere aiuto a Jacob... cosa succederà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
07. OPS. E ADESSO?
SETH POV
Erano trascorsi pochi giorni da quando Edward era tornato. Ero stato felicissimo di rivederlo, dopotutto forse ero l’unico che lo considerava un “amico” e non semplicemente un succhiasangue. I miei fratelli mi prendevano in giro, ma a me importava poco. Con me si era sempre comportato in modo leale, e non me la sentivo di voltargli le spalle.
Ero di pattuglia quella sera, Jake e Sam avevano deciso di intensificare le ronde da quando si erano rifatti vivi i Cullen. Jake diceva che ci poteva essere qualche pericolo in più, quindi era meglio tenere gli occhi aperti. E io non discutevo gli ordini. Mi ero fatto il giro già tre volte, e teoricamente il turno era già finito. Sarebbe toccato a Quil. Decisi di andare alla spiaggia, mi piaceva molto passare del tempo lì, quando volevo restare solo. Non capivo perché, ma quella sera ero particolarmente malinconico. Strano…
Appena giunto nei paraggi di First Beach, mi trasformai, tornando umano. Grosso errore, perché fatti due passi sentii dei rumori sommessi e due voci soffocate bisbigliare. Temevo fosse qualcuno venuto a spiare, quindi mi acquattai dietro le rocce, pronto a trasformarmi e a saltare. Ma poi decisi di annusare l’aria, e riconobbi immediatamente l’odore di Jacob. Che diavolo ci faceva lì a quell’ora? E… che cos’era quell’altro odore? Prima ancora di arrivare alle mie narici, era arrivato al mio cervello, facendomi rabbrividire. Era l’odore più incredibile che avessi mai sentito. Aveva colpito tutti i sensi, senza che io riuscissi a impedirmelo. Mi feci avanti, per evitare che Jacob mi azzannasse pensando fossi un qualche pericolo.
«Jake…» Cazzo. Ecco di chi era quell’odore… Nessie!
«Seth… per la miseria fratello, stavo per azzannarti!» Ecco, appunto. «Ti ricordi di Seth, Nessie?» La voce più dolce che avessi mai sentito, in un volto perfetto, in un corpo perfetto, mi rivolse la parola. Era la perfezione, qualcosa che niente e nessuno avrebbe mai potuto descrivere senza sminuirla o banalizzarla.
«E come potrei dimenticarlo, Jake?» Merda. Niente male, per una ragazzina! Mica tanto ragazzina, poi… dal corpo non si direbbe… Non mi guardare così. Ti prego, non guardarmi proprio, è meglio. Non sorridermi, non ti girare, fingi che io sia invisibile. Anzi meglio, fingi che io non esista proprio. E che questa notte non ci siamo visti. Jake è mio fratello, cazzo… mi ucciderà. No, no, no, no. Maledizione! Non posso farmi venire l’imprinting ora! Non adesso! NON CON NESSIE, per la miseria! Cavolo… oh, cavolo! Mi sa che Jake se n’è accorto! Meglio sparire.
«Scusatemi, non volevo interrompere… me ne vado, vi lascio soli».
«Seth, no! Rimani con noi…» Ancora quella voce… ebbe il potere di immobilizzarmi, bloccato sui miei piedi seduta stante. Com’era possibile che una voce facesse questo effetto? Del resto, a Jake era bastato vederla un solo istante per innamorarsene… come lo capivo! Aveva ragione a chiamarla mostriciattolo. Era un mostro. Non era giusto che al mondo esistesse un essere del genere. Era troppo perfetto perfino per la schiera celeste.
Jake non sembrò dar peso alla cosa, ma io cercai in tutti i modi di trarmi da quella situazione al più presto. Non avrei perso l’amicizia di Jake per nessun motivo. Neanche per lei. Ma ogni parola che dicevo era una pugnalata al cuore. Adesso capivo come si sentiva mia sorella, come si era sentito Jake. Mi ripromisi che non li avrei mai più presi in giro. Adesso capivo quanto faceva male. Andammo tutti insieme fino a casa di Jake, quindi mi avviai verso casa mia. Avevo fatto si e no cinque passi, che sentii la presenza di Jacob dietro di me. Allungai il passo, volevo evitare quella discussione. Non mi andava di litigare in quel momento, anche se sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo. D’un tratto sentii la sua stretta sul mio polso, ma non era cattiva. Voleva solamente fare in modo che mi fermassi.
«Fermati Seth, voglio solo parlare».
«Ma io no, amico. Pensi che non abbia capito cosa mi è successo? Non mi va di litigare con te!» Oddio, sembravo una vecchia comare isterica! Piantala Seth, tanto dovrai affrontarlo prima o poi.
«Seth, fratello, fermati e parliamone». Sospirai. Detta così, non mi restava proprio altro da fare. Aveva usato il timbro dell’Alpha. Era un ordine. Mi fermai, ma attesi che fosse lui a parlare per primo.
«E così… imprinting, eh?»
«Già. Jake, io…» Mi bloccò con una mano. Mi sorrise. Che cazzo sorridi, Jake? Ti ho appena detto che mi sono innamorato della tua donna, e tu sorridi?
«Seth, per la miseria, vuoi farmi finire di parlare una buona volta? Non c’è problema, davvero».
«Ma che diavolo stai dicendo?! Io mi sono innamorato di Nessie, e tu mi vieni a dire che non c’è problema?»
«Seth… sediamoci, vuoi? – e si sedette a terra, appoggiando la schiena ad un tronco lì vicino. Feci altrettanto, vicino a lui. – devo dirti una cosa. Quando il branco ha saputo che Bella era incinta di quel calippo, voleva uccidere il bambino, temendo che fosse pericoloso. Se ti ricordi, ho fatto una fatica bestiale a convincerli ad aspettare che fosse nato, perché stavano per ammazzare anche Bella. Dicevano che dovevano proteggere il branco prima di tutto. Ma io volevo proteggere Bella. Dovevo proteggerla, a qualunque costo. Mi capisci, Seth?» Eccome, se lo capivo! Feci cenno di si, e lui continuò. «L’unica soluzione che mi venne in mente fu… l’imprinting. L’oggetto dell’imprinting è sacro, non può essere ucciso». Lo guardai per un lungo istante prima di parlare. Le sue parole fecero una fatica enorme a penetrare nel mio cervello. Non volevo credere a quello che sentivo.
«Jake, stai cercando di dirmi quel che penso? Che era tutta una finta per salvare Nessie?»
«Già, già».
«E perché adesso me lo stai dicendo?»
«Perché dato che adesso il tuo imprinting per lei è reale, non c’è più ragione di fingere il mio». Non faceva una piega. Silenzio. Non avevo il coraggio di parlare, anche se avevo tante di quelle domande che mi frullavano nel cervello da parlare per un mese. Sospirai.
«Jake… Ma allora, il tuo imprinting…»
«Non è lei, Seth».
«Ma l’hai avuto, comunque?»
«Già, già». Mi sorrise triste. Sobbalzai nel leggere in quello sguardo.
«Scommettiamo che indovino chi è?» Cercai di sdrammatizzare, ma il risultato non fu dei migliori.
«Hai ancora qualche dubbio in proposito, fratello? Quale altro pazzo masochista avrebbe fatto tutto quello che ho fatto io, Seth?»
«Nessuno». Fu la sola laconica risposta che riuscii ad articolare. Potevo solo lontanamente immaginare la sofferenza di Jake, e non volevo certo discutere con lui.
«Come hai fatto in tutti questi anni, Jake? Non riesco a capire. Si dice che non si possa proprio stare lontani dall’oggetto del proprio imprinting…»
«Infatti è così, Seth».
«E allora?»
«Allora niente. Fingi che vada tutto bene, stringi i denti e vai avanti con quella parvenza di vita che ti sei costruito, mentre dentro di te quel che resta del tuo cuore muore piano piano».
«Sei più forte di me, fratello. Hai le palle».
«No. Se avessi davvero avuto le palle, adesso ci sarei io con lei al posto di quel ghiacciolo rinsecchito. Non sono neanche stato capace di dirle di non sposarlo! Ho dato retta solo al mio orgoglio e non al mio cuore…»
«Ma non è troppo tardi, Jake!»
«Come sarebbe che non è tardi, fratello? Lei è sposata, è un vampiro, e se dicessi qualcosa finirei per scatenare una guerra che ci metterebbe contro la famiglia delle donne che amiamo. Tu sei pronto ad uccidere Edward, Seth? Perché è così che finirà, e lo sai meglio di me. Riusciresti poi a guardare ancora in faccia Nessie? Beh, io no». Calò di nuovo il silenzio. Guardai per un lungo istante il viso di Jake, e per la prima volta mi resi pienamente conto della sua sofferenza, del suo dolore. La sua bocca sorrideva, ma lui no. I suoi occhi non avrebbero riso più. Sospirai.
«Che situazione di merda!» Mi alzai.
«Puoi dirlo forte, Seth. E adesso dove vai?»
«A prendermi la mia felicità, fratello».
«Beato te. Goditela, tu che puoi». Si spogliò e si trasformò in un lampo. Non sarebbe tornato a casa quella notte.

  
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