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Autore: Nemesis01    30/01/2021    2 recensioni
Scorpius è un Auror e lavora a stretto contatto con Harry Potter. È innamorato di Albus che però ha una relazione con un suo collega. Infine c'è James, un cantante in erba e gestore di uno dei pub più in voga del Mondo Magico che porta su di sé il peso di un amore non ricambiato. Le loro vite (incasinate, complesse, maldestre) sono collegate da tanti cavilli che, una volta svelati, scioglieranno la matassa.
[ James x Scorpius ]
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fortis Manes'
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19. Somebody that I used to know


 

Harry Potter aveva appena terminato il caffè nella tazza ancora calda quando il suo gufo era entrato nell'ufficio. Dopo la morte di Edvige non avrebbe potuto prendere una nuova civetta senza pensare a lei e aveva optato per un gufo come corriere.
Lo aveva coccolato, gli aveva dato qualche biscottino alla curcuma come pagamento e, con pacatezza tattica, aveva preso la pergamena annodata sulla zampina destra. Era una lettera del San Mungo.
La srotolò con urgenza e lesse con attenzione; il Guaritore Zabini lo aveva informato sulla salute del suo primogenito. Le condizioni di James erano ancora critiche, ma la pozione di Draco era riuscita tenere la situazione sotto controllo. Harry ne fu sollevato, eppure non sapeva come affrontare tutto il resto. Aveva trascorso la serata ad esaminare i documenti che erano nella scrivania di Drake e, così come gli aveva detto Scorpius, aveva capito che suo figlio era davvero innocente mentre lui aveva fatto il gioco sporco di Albus e il fidanzato. Si era dato dell'imbecille per almeno mezz'ora buona per non aver dato ascolto a Scorpius: maledetta quella sua indole che gli suggeriva sempre di non fidarsi dei Malfoy!
Si rimise in piedi, allentò il nodo alla stupida cravatta gialla che indossava e allungò le braccia per stiracchiarsi; fatto ciò, doveva bere almeno un altro caffè, forse due, raggiungere la casa del suo secondogenito e trascinarlo in centrale insieme a Drake.

Come avrebbe potuto farlo? 

In tutta la sua vita non avrebbe mai pensato di arrestare entrambi i suoi figli. Quando Ginny era incinta del loro primo figlio si era già immaginato una famiglia da pubblicità babbana, quella che lui non aveva mai potuto avere, e per un po’ i suoi sogni si erano realizzati; c’era davvero stato un periodo in cui James era solo un maghetto vivace con la passione per il volo, Albus un arzillo bambino curioso e Lily la sua neonata principessa… a dimostrarlo c’era una foto impolverata sulla sua scrivania che non aveva potuto evitare di guardare.
Quei tempi erano volati, non sarebbero più tornati indietro e lui aveva sprecato gli anni d'oro lavorando per il Ministero della Magia. Certo, il lavoro gli aveva dato prestigio, fama, gloria, riconoscimento, onore e anche i soldi per mantenere la famiglia, ma ora Albus era colpevole di aver leso James e probabilmente c'entrava qualcosa con la faccenda dello spaccio di droghe.

- Potter! - urlò una voce familiare. La porta si spalancò rumorosamente e Harry sussultò, tanto che fu costretto a sistemarsi sul naso i soliti occhiali tondi.
- Malfoy? –
Draco sembrava profondamente sconvolto. Era piombato nel suo ufficio senza ricontrollare la cravatta e i capelli, e soprattutto senza farsi annunciare in alcun modo. Inutile, quella sera non poteva proprio stare tranquillo per ragionare sul da farsi.
- Potter, ci sei? Mi ascolti? –
- Sì, dimmi, ma… senti, gradisci un caffè? –
- Piuttosto una Pozione Calmante o una Bevanda della Pace! No, ci sono, una Pozione Soporifera, - sbuffò prima di sedersi. - Ma no, non berrei nessuna di queste pozioni se fatte da te. Direi che da un caffè andrà benissimo. –
- Ehm… forse è meglio una camomilla, che dici? –
- Potter, - lo richiamò Malfoy iniziando ad assumere uno sguardo sempre più indignato: era un chiaro segno che le cose stavano tornando alla normalità. 
Con un incantesimo, Harry fece apparire una seconda tazza; afferrò la caffettiera ancora piena d'acqua calda e versò della miscela all’interno.
- Cosa fai qui a quest’ora? –
- Sono da poco uscito dal San Mungo. Ho fatto una scoperta terribile! –
Harry iniziò a preoccuparsi di nuovo, tanto da non rendersi conto che la tazza di Draco era colma e che la bevanda stava fuoriuscendo. In men che non si dica, il caffè allungato aveva inondato la scrivania di Potter e delle gocce erano colate sulle gambe dell’altro che, disgustato, sollevò un sopracciglio.
- Potter! –
- Oh scusa, aspettavo continuassi… -
- Per la dignità di Salazar, non posso tollerare questa cosa un minuto di più! –
- Oh, andiamo, sono solo due gocce di caffè, - obiettò l’Auror. Fece per prendere la bacchetta ma Draco fu più lesto e due secondi dopo tutto era ritornato in ordine, asciutto e pulito.
- James sta bene? – chiese Harry preoccupato.
- Zabini mi ha detto che è sulla via di guarigione ma non voglio mentirti: ha perso troppo sangue. Pensiamo che l'astinenza da quella roba sia anche più devastante della droga in sé. Infatti, uno dei motivi per cui sono qui, è per chiederti quella robaccia che hai requisito a mio figlio in ospedale. Dovrò lavorare alla nuova posizione… ma c'è qualcosa di più importante di cui parlare! –
- Cosa? – chiese Potter sempre più confuso. Era stata una brutta giornata ma il peggio era che non voleva proprio volgere al termine.
- Mio figlio e tuo figlio. –
- Non ti seguo… - disse l’altro battendo le palpebre.
- Oh, sveglia Potter! A mio figlio piace tuo figlio. –
Harry si lasciò andare in un sospiro sollevato e si trattenne dal ridere. – Scusa, ma stai dicendo che questo è più grave del fatto che mio figlio è al San Mungo e rischia la morte?! –
- Sì, - rispose con ovvietà l’altro. 

Harry scosse la testa cercando di trattenersi dal dare qualche risposta acida; aprì il primo cassetto e tirò fuori una vecchia copia de “La Gazzetta del Profeta”. L'aveva tenuta nel fascicolo di James per una questione investigativa e anche perché aveva trovato carina la foto di copertina, e la porse a Draco per indispettirlo. 

- Erano anche sulla prima pagina del giornale, qualche settimana fa. – 
- Cosa?! - sbottò Draco sgranando gli occhi: non poteva crederci! Quelli nella foto erano davvero James e Scorpius, e si stavano addirittura scambiando un bacio! - Ma… cioè… non stanno insieme, vero? –
- Malfoy, non lo so. A me sembrava di sì, ma quest'anno non vincerò il premio di “padre migliore” per quanto poco capisco i miei figli… ma perché la cosa ti sconvolge? –
- A parte che dovresti assolutamente bruciare questa foto, questi due ci somigliano così tanto che mi sembra di vedere un giovane me che bacia un giovane te. Che schifo. –
- Oh, ma dai, io sono più bello di James! - scherzò Harry.
Draco lo fulminò con uno sguardo tale che lui non ebbe bisogno di aggiungere parola alcuna. 
- Se c’è una cosa che ho imparato in questa folle storia, Malfoy, è che non possiamo decidere di chi si innamoreranno i nostri figli. Dobbiamo essere felici per loro e sperare per il meglio… -
- Il meglio, per me, sarebbe che si lasciassero. –
- Non… dai, basta! Anche io pensavo che tuo figlio fosse uno stronzetto quando l’ho assunto! Per fortuna ha preso la parte migliore di te, - aggiunse cercando di risultare simpatico. – E spero che James abbia preso veramente poco da me. –
L’ex Serpeverde non rispose e si comportò come se non avesse proprio ascoltato quello che Harry aveva da dirgli e poi, d’improvviso, lo fissò ad occhi sgranati.
- E se fossero andati a letto insieme? –
- Malfoy… -
- Sono preoccupato davvero, Potter! –
- Malfoy, anche se avessero avuto un rapporto sessuale non c’è nulla che tu possa fare. –
- Non voglio imparentarmi con te! –
- Anche io, ma ho smesso di infilarmi nelle faccende amorose dei miei figli. Faresti bene a fare lo stesso. –
Malfoy non sembrava convinto che quella fosse la soluzione migliore e arricciò le labbra; tuttavia, provò a rilassarsi nel sedersi nuovamente di fronte a Harry.
- Il giorno in cui lo hai arrestato… mica mi ha colpito con qualche incantesimo? –
- Ma… che domanda è?! –
- Non ricordo quasi nulla di quella mattina. Non so perché ero lì. –

Harry tirò un sospiro stanco e scosse la testa. Aveva terminato di leggere il fascicolo proprio pochi minuti dell’ingresso di Draco, per cui ricordava perfettamente quanto accaduto.
- No, James non ha scagliato alcun incantesimo, è sul report delle bacchette requisite. Però ha dichiarato una cosa che, se devo essere sincero, mi ha sorpreso. Ha detto che sei intervenuto per dividerlo da Albus… e che si sentiva in colpa per averti dato un pugno che era destinato a suo fratello. Ha aggiunto che quando si è avvicinato a te, per aiutarti a rimetterti in piedi, eri già stordito. –
- Un pugno non può avermi cancellato la memoria! – obiettò Malfoy.
- È ovvio che non sia stato il pugno. Piuttosto in quella stanza c’era anche un altro mago… dovremmo chiedere a lui! James sembrava anche preoccupato per te… del resto, potresti essere suo suocero, - lo schernì Harry.
- Non fai ridere, Potter. Non fai ridere. -

♪♪♪♪♪♪♪
 

- James è di nuovo al San Mungo. –
- …cosa?! – La voce di Drake sembrò allarmata, tanto che si alzò dal divano. 
- Pensavo fosse al Ministero, perché non mi hai detto che è uscito? –
- Beh, quando sono tornato a casa lui era ancora lì. Certo, era venuta Victoire, però non pensavo fosse così persuasiva… -
- Abbiamo fatto un casino, - sbuffò Albus, accomodandosi accanto al compagno. – Credevo che con questa cosa ci facesse arrotondare… ma l’incidente al pub, James… il Pandemonium! E mio fratello è in pericolo di vita, sembra che questa roba sia dannosa in caso di astinenza… -
- Merlino infame, - imprecò Drake preoccupato. 
- So che James lo hanno accompagnato i suoi amici e Scorpius… Scorpius! Non credo che, insomma, sia giunto lì solo. Se mio fratello era in prigione forse lo ha fatto uscire lui, no? –
- Molto probabile. Ma questo significa che hanno capito qualcosa… chi era il guaritore di James? –
- Zabini, il guaritore dei Malfoy. Quando ho sentito dell’emergenza volevo propormi ma Janet ha detto che il signor Malfoy lo aveva vietato. –
- Non eri tu “la persona” di James? –
- Non da quando Scorpius è arrivato in ospedale con la pergamena ministeriale. –
- Albus… penso che abbiano davvero capito tutto, - sbuffò Drake nervoso. Si portò le mani tra i capelli e rimuginò su ogni singolo dettaglio di quel piano.

La carriera di Albus era stata importantissima ai fini di produrre un composto “legale” da smerciare. Il progetto era nato per caso quando Albus, lavorando alla sua tesi, aveva scoperto che combinando l’artiglio di drago con la menta del Turkestan poteva creare un potente ansiolitico. 
Lo scopo era senz’altro nobile ma nessuno dei pazienti aveva accettato quella cura sperimentale.
Il giovane Potter, sconfortato, ne aveva parlato con il fratello maggiore. James, che aveva già un grosso problema nel gestire lo stress, aveva cercato di incoraggiarlo e si era proposto come cavia. Inizialmente, il piano di cura proposto da Albus prevedeva l’assunzione di circa 5mg al giorno. Non sembrava aver sortito alcun effetto, neanche quando la dose era stata raddoppiata.
Forse l’idea di fargliela assumere come infuso rendeva blandi gli effetti curativi dell’intruglio; allora Albus aveva pensato di farne delle compresse ma la consistenza degli ingredienti non aveva permesso una lavorazione ottimale.
Infine Drake, una sera, quando durante una pattuglia stava rimuginando per trovare un modo che potesse essere di supporto al fidanzato, aveva arrestato uno spacciatore di Marijuana Babbana, un’erba che faceva sballare i No-Mag quando la fumavano.
Langley si era informato sull’utilizzo di quest’erba e ne aveva parlato ad Albus, suggerendogli di fare lo stesso; allora avevano chiesto a James di seguire quel procedimento. Gli effetti erano stati istantanei e Albus aveva concluso la tesi soddisfatto. 
Sarebbe dovuto finire tutto così ma James, e qualche altro mago che i due Potter avevano convinto, continuavano ad aver bisogno di quel trattamento poiché la sensazione di benessere era amplificata sotto l’effetto del nuovo “farmaco”. Albus si era rifiutato, almeno all’inizio, poiché il Consorzio Regolamentare dei Guaritori non aveva approvato lo studio, mentre Drake aveva messo su un vero e proprio giro d’affari in forma del tutto anonima. 

L’unico che poteva avere qualche dubbio sull’anonimità era proprio James, ma Albus gli aveva detto che era stato soltanto un trial clinico e che aveva dato tutto a dei ricercatori affinché proseguissero con la creazione del rimedio. Lui sembrava esserci cascato; del resto, quella non era l’unica roba che fumava e, dopotutto, aveva davvero smesso per un po’. 
Poi Drake aveva chiesto ad Albus di preparargli quella roba per uso personale e aveva arrotondato con le vendite dello stupefacente senza problemi, fino a quando una serie di maghi, James incluso, erano finiti al San Mungo. Una dose somministrata con cura portava certamente dei benefici ma, in caso d’eccesso, il mago andava incontro a svariati problemi. Qualcuno era addirittura morto mentre altri erano rimasti gravemente offesi; tuttavia, la maggior parte dei consumatori non aveva subito grossi danni. Quei pochi incidenti, però, erano stati sufficienti affinché il Ministero s’insospettisse.
Drake aveva provato a spostare le attenzioni del dipartimento Auror su uno dei locali più in voga tra i giovani maghi; trattandosi del Pandemonium, locale di proprietà del figlio del Salvatore del Mondo Magico, era quasi sicuro di aver scampato il pericolo… invece le cose erano andate in un altro modo, e l'incidente in cui James aveva rischiato di restarci abbrustolito come una coscia di Ippogrifo si era concluso con un vero e proprio accanimento delle indagini.
- Finiremo ad Azkaban? – chiese Albus spaurito dopo un lungo silenzio. Era vero che non aveva smerciato lui la droga ma ne restava ugualmente il produttore. Certo, per la mole che gli chiedeva Drake era impossibile che fosse davvero una questione di utilizzo personale ma aveva preferito non chiedere.
L’Auror non rispose subito; così come Potter anche lui aveva paura di essere rinchiuso nella prigione dei maghi. - Tu sei il figlio di Harry Potter, non ti rinchiuderanno mica… chi rischia il culo e il posto di lavoro sono io! –
- Voglio ricordarti che mio padre ha arrestato James, credi che non sia sufficientemente imparziale da condannare anche a me? –
- Credo che potrai godere di un occhio di riguardo da parte del Wizengamot. –
- Stronzate! Quello che abbiamo fatto è contro la legge, e… -
- Io sono un Auror: ho praticamente morso la mano di chi mi nutre! –
- E io ho tradito il giuramento di Mungo Bonham! –
- Tecnicamente i tuoi scopi erano curativi. Io volevo solo fare soldi. –
- Ma… -
- Smettila Albus! Non fare finta di non capire. –
- E tu non fare la vittima! Potevi pensarci meglio, potevi fermarti! –
- Io non finirò in galera per una tua idea, - obiettò Drake assottigliando gli occhi.
- Cosa?! – Albus sembrò andare su tutte le furie. – L’idea è tua, Drake, non cercare di darmi tutta la colpa! –
- Tu hai inventato quella cosa! Dicevi che era solo un ansiolitico!!! –
- Ma non sono stato io a spacciarla per le strade di Nocturne Alley e nei club! –
- Potevi anche rifiutarti di produrla! –
- Pensavo fosse per te! –
- Fai il finto tonto ora, complimenti, - lo canzonò Drake, fingendo anche di fargli un applauso. – Ora che ci penso potrei perfino arrestarti. –
Albus lo fissò allibito; non riusciva a capire se Langley fosse serio o meno, per questo si limitò a lanciargli un’occhiata innervosita.
- Spero tu stia scherzando. –
- Sono serio. Tu hai prodotto un prodotto illegale, senza le dovute certificazioni, e lo hai rifilato a dei Maghi senza preoccuparti di eventuali effetti collaterali. –
- Io non ho venduto niente a nessuno, Drake, non ti azzardare a darmi la colpa! Anzi, se la pensi così, farai meglio ad andare via! –
- Tanto tu solo questo sai fare, mandare via la gente perché non sai neanche prenderti le tue responsabilità! – 
- Cosa che tu sai fare benissimo, dato che vuoi buttare le tue colpe su di me! –
- Vedremo come andrà a finire, - disse Drake, sembrando quasi minaccioso. Sogghignò malefico verso il ragazzo e, dopo aver recuperato il mantello, uscì dall’appartamento. Sembrava avere qualcosa in testa e Albus cominciò a tremare. In che guaio si era messo?
- STRONZO, - urlò Potter, e lanciò un vaso di porcellana contro la porta dell’appartamento, ormai chiusa. Non poteva credere a quello che aveva scoperto; Drake, il suo fidanzato di sempre, lo aveva tradito, e ora entrambi rischiavano una condanna dal Wizengamot, mentre James lottava tra la vita e la morte. Si sentì smarrito e pensò che avrebbe dovuto dare ascolto a Scorpius. Lui l'aveva detto fin da subito che Langley non gli piaceva, non gli era mai stato particolarmente simpatico e più volte gli aveva consigliato di lasciarlo ma lui non gli aveva mai dato retta.
Albus era convinto che Malfoy fosse soltanto geloso e che, così come Langley gli aveva detto, fosse innamorato di lui, pertanto poco obiettivo. Non poteva sapere se davvero Scorpius provasse o meno qualcosa per lui, ma era il suo migliore amico e avrebbe dovuto dargli almeno una possibilità di spiegarsi; lui, invece, si era fidato di Drake e, senza se o ma, lo aveva cacciato da casa per una cosa così stupida.
Albus teneva a suo fratello e alla sua salute psicologica, non avrebbe mai voluto metterlo in difficoltà con i loro genitori, e si era spaventato a morte quando Scorpius gli aveva detto che l’avrebbe dovuto riportare al suo superiore; eppure, era convinto che avrebbe usato il giusto tatto per presentare la situazione, ma questa consapevolezza non era bastata e l’aveva mandato via.
Era stato stupido e si era comportato da ottuso nel difendere l'amore che credeva di provare per Drake, mentre quest'ultimo, invece, non si era fatto scrupoli nello sfruttare le sue doti magiche per guadagnarci dei galeoni… e ora rischiavano entrambi di finire ad Azkaban e, come se non bastasse, Albus avrebbe perso tutto: il lavoro, suo padre, sua madre, James e… Scorpius. Disperato, Albus non poté fare a meno di piangere, tirare pugni al pavimento sul quale si era inginocchiato e gridare insulti verso tutta la stirpe dei Langley. 

Maledetto Drake, maledetto lui, maledetti tutti. 

♪♪♪♪♪♪♪

Sebbene Scorpius conservasse una copia delle chiavi dell’appartamento che condivideva con Albus, non gli sembrò il caso di utilizzarle per entrare in casa. Aveva l'aria sfatta, era pallido e indossava ancora gli abiti del giorno prima, chiaro segno che aveva trascorso la notte in bianco e al San Mungo.
Prima di battere alla porta si diede una rapida sistemata ai capelli, giusto per non avere proprio l'aria da scappato di casa, e attese. Bussò un paio di volte prima di ricevere risposta e, dopo un quarto d’ora buono, Albus si decise ad aprire.
- Ciao Scorpius, - salutò Albus dissimulando sorpresa.
- Ciao, - rispose Malfoy. - Posso entrare? Devo farti delle domande per conto del Ministero, - spiegò mostrando il distintivo.
- Non c'è bisogno di mostrarmelo, so che sei un Auror, - scherzò Potter e l’invitò ad entrare. 

Dopo un paio di passi, Scorpius si ritrovò all'interno di casa. Era tutto così strano. Fino ad un mesetto prima, entrare lì gli donava una sensazione di relax e appartenenza che ora, invece, si era tramutata in rabbia e disgusto.
L’appartamento era in assoluto disordine; del resto, Albus non era mai stato un tipo organizzato. Quello che colpì l’Auror, però, fu un insieme di pezzi di foto strappate sul parquet; solo un ritratto era sopravvissuto e si trovava ancora sulla mensola all'ingresso: quello che ritraeva loro due il giorno dei M.A.G.O.

- Sembra una vita fa, - commentò Potter. 

Scorpius annuì lentamente e afferrò la cornice per poterla guardare da vicino. I due sembravano essere allegri e spensierati, indivisibili, e dopo qualche anno si stavano tramutando in perfetti sconosciuti. Malfoy strinse le spalle e ripose la cornice lì dove l’aveva presa.

- Posso prepararti un tè o un caffè? –
- No, grazie, - rispose l’Auror: l’ultima volta che aveva bevuto qualcosa con il ragazzo era stato ricoverato in ospedale e non voleva ripetere l’esperienza. – Sono qui per due motivi, Albus. 
- Dimmi tutto, - disse l’altro invitandolo poi a sedersi. Dal tono austero che aveva usato, la chiacchierata non sarebbe stata delle più rapide, tanto valeva mettersi comodi. Scorpius parve essere dello stesso avviso e si accomodò di fronte all’ex amico.
- Sarò più breve possibile. Cosa sai tu della droga in circolazione? Mi riferisco a quella che, per caso, era finita nelle tue mani, nel mio stomaco e che qualcuno ha rubato dal mio mantello. –
- Io… - Albus sembrò essere stato colto alla sprovvista.
- Non fare come se fossi caduto dal Platano Picchiatore, Al. –
- No, è che… -
- Non la metterò sul piano personale. Non mi frega nulla delle tue ripicche su di me… voglio solo sapere la verità. –

Albus abbassò lo sguardo perché non riuscì a sostenere quello dell’amico. Sapeva di averlo tradito, di aver rovinato quanto di più puro e sincero avesse al mondo e di averlo fatto con le sue stesse mani.
- So com’è fatta, - rispose, infine. Usò un tono mesto e tenne lo sguardo fisso sul pavimento.
- E non sai chi la produce? –
- Scorpius… -
- Auror Malfoy, - lo corresse.
- Auror Malfoy, io… lo so ma… non è come credi! –
- Non sono qui per credere, pensare o supporre. Sono qui per avere delle risposte. Cosa sai della produzione? –
- È una… cioè… è un medicinale. È stato preso in studio dagli Psicomaghi perché una dose ben equilibrata può aiutare il mago a gestire lo stress e l’ansia, mentre, se preso in alta concentrazione, può avere delle complicanze… -
L’Auror rimase in silenzio e l’osservò con aria di disgusto mista a delusione malcelata.
- Domani toccherà a te deporre sotto Veritaserum, - sancì. Successivamente gli porse una busta sigillata con un gettone di ceralacca con su inciso il simbolo del Ministero della Magia. 
Albus prese la busta con le mani tremanti e sbiancò. – Cosa? –
- Tuo padre aveva predisposto questo tipo di interrogatorio prima che arrestasse James. Evidentemente Drake aveva cercato di procrastinare l’emergenza. –
- Come sta mio fratello? –
- È ancora vivo ma il soggiorno al Ministero non gli ha fatto bene. –
Potter strinse tra le mani la lettera e avvertì il peso del senso di colpa sullo stomaco; si sentì come se dovesse vomitare da un momento all’altro.
- Io… va bene, domani verrò al Ministero. –

L’Auror incurvò le labbra in un sorriso di circostanza e si alzò in piedi, pronto ad andarsene.
- Scorpius, aspetta! Io… vorrei parlare al mio amico. –
Malfoy, che aveva già vissuto quella situazione di duplicità di ruolo, gli riservò un’occhiata gelida.
- Io non sono più amico tuo. –
- Lo so e mi dispiace per questo, Scorp! Avrei dovuto crederti, fidarmi di te e… -
- Smettila Albus, - sbuffò il ragazzo. – Del senno di poi son piene le fosse! –
- Ma Scorpius, io… capita a tutti di sbagliare! –
- Mi hai cacciato da casa, - gli ricordò. - Io volevo aiutare James acciuffando i delinquenti che gli vendevano la roba e ora scopro che tu SAI. Avevi paura per te, non per tuo fratello. –
- No, io… no… non volevo proteggere me. –
- Allora Drake? –
- Io… no… ero davvero preoccupato per James, ma hai ragione: ho sbagliato. Avrei dovuto fidarmi di te ma ero così arrabbiato, - protestò Albus. – Drake mi aveva detto che tu eri innamorato di me e… tu non sei stato mai sincero con me! Non mi avevi mai detto nulla dei tuoi sentimenti, e ho pensato che, così come me li hai tenuti segreti, chissà cos’altro avresti potuto nascondermi e… -
- Aspetta, - l’interruppe Scorpius ridendo istericamente. – Tu mi hai nascosto la tua attività clandestina di produttore di droga e sarei io quello che avrebbe potuto celare chissà quale arcano segreto?! –
- Io… sono stato stupido, Scorpius, - ammise Albus ad occhi lucidi. Afferrò il polso dell’altro ragazzo e lo guardò con aria supplice. – Resta con me, Scorpius. Potremmo essere io e te, sempre, la coppia più potente del Mondo Magico! –

Malfoy sollevò un sopracciglio e impiegò qualche attimo buono prima di rispondere nella maniera più corretta possibile; non perché non sapeva cosa dirgli ma perché le cose erano cambiate così tanto che i sentimenti che credeva di provare per Albus erano ormai solo un ricordo sbiadito.
- Io sono innamorato di James, - ammise a voce bassa ma decisa. Era la pura e semplice verità: amava James, la sua sincerità e la sua fedeltà. E amava anche i suoi difetti del cazzo. Tutto quello che desiderava era solo un’occasione per poterglielo dire. 

 

♪♪♪♪♪♪♪

 

♪ Note a margine:
Penultimo capitolo... ormai siamo in dirittura d'arrivo, e io ho già completato la procedura per ottenere la patente di Smaterializzazione. Dunque, confronto Albus-Scorpius... cosa ne pensate?  
Nel frattempo, ringrazio, come sempre, Pally93 per aver betato questo capitolo.


La canzone che dà il nome al capitolo è Somebody that I used to know di Gotye.

 

"You can get addicted to a certain kind of sadness
Like resignation to the end, always the end
So when we found that we could not make sense
Well, you said that we would still be friends
But I'll admit that I was glad it was over"

 

Per spoiler, info, chiacchiere e insulti, vi invito a visitare la mia pagina facebook!
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! 
PS: io non mordo, sono una personcina deliziosa. Quindi se volete lasciarmi un segno del vostro passaggio, lo apprezzerò.

   
 
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