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Autore: Eevaa    31/01/2021    11 recensioni
Due appartamenti, cinque inquilini, nuove e improbabili amicizie che metteranno in discussione le grandi leggi del Mondo Magico.
Perché chi l'avrebbe detto che, quattro anni dopo la guerra, Grifondoro e Serpeverde si sarebbero trovati a stringere alleanza?
Un'altra serata stava per concludersi nella palazzina Augurey n.7. Una delle tante a metà tra un burrascoso passato e un futuro ancora tutto da raccontare.
Genere: Commedia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Disclaimer: Questa storia non è scritta a scopo di lucro. 
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte del loro universo sono di proprietà di J.K.Rowling.
Le seguenti immagini non mi appartengono e sono utilizzate a puro scopo illustrativo
Nessun copyright si intende violato.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.




 
- AUGUREY BUILDING N.7 -
A magic sitcom in Diagon Alley



CAPITOLO 7
Aloha, Woodstock!

 
 
Luna Lovegood e Neville Longbottom sono lieti di annunciare che si uniranno nel magico vincolo del matrimonio il giorno 26 aprile 2003 ore 11.30, Perran Sand Beach (Regno Unito).
Troverete una Passaporta al Paiolo Magico alle ore 11.15 dello stesso giorno.
Dress code: Hawaiian Wedding.


 

Quando alla Palazzina Augurey giunse l'invito del matrimonio tra Neville e Luna - a malapena una settimana prima del lieto evento - nessuno era riuscito a trattenere lo stupore né i commenti riguardo una decisione così inaspettata e improvvisa.
Draco, invece, non aveva speso affatto parole sulla repentinità dell'unione, in quanto troppo impegnato a montare una gigantesca filippica sull'imbarazzante dress-code fricchettone scelto per il grande giorno.
Era stata una settimana d'Inferno per tutti. Ron e Hermione – fin troppo impegnati con i preparativi del loro, di matrimonio – erano entrati in profonda crisi mistica. Neville e Luna ci avevano impiegato una settimana, loro erano in ballo da dicembre e la futura sposa ancora non aveva scelto un abito decente.
Pansy, invece, aveva speso tutta la settimana a zonzo per la Londra Babbana alla ricerca di un vestito hawaiano perfetto per lei e, non trovando niente, aveva passato le successive nottate a cucirselo da sola.
Harry – al quale era toccato un destino ben peggiore di chiunque altro – si era dovuto sorbire sette giorni di lamentele e borbottii di Draco sul fatto che «no, no, no e poi no, potete scordarvelo che seguirò quel dress-code imbarazzante». Una lunga, lunghissima settimana.

Il mattino del ventisei di aprile, i cinque dirimpettai si ritrovarono tutti nell'appartamento dei Grifoni prima di partire alla volta del matrimonio più inaspettato della storia, tutti agghindati nei loro abiti caraibici. Beh, non proprio tutti.
«Malfoy, almeno togli la cravatta e sbottonati il colletto» lo rimproverò Hermione, nel suo abitino leggero color girasole e due grossi orecchini pendenti in corda arrotolata. Harry, a quell'ammonimento, cacciò indietro la testa pronto all'ennesimo delirio mentale.
«Se pensate che parteciperò a questa follia collettiva, siete fuori strada. No! Posso essere tutto, ma non fricchettone» sbraitò Draco, sistemandosi ancor più a puntino i polsini del suo completo nero elegante.
«Ci risiamo...» esalò Harry.
«Piuttosto prendo la Polisucco e divento donna così da poter mettere almeno un vestito alla moda. Pansy, a proposito, sei un incanto» concluse Draco, in ammirazione del lungo abito color amaranto con tanto di spacco. Lei, lusingata, gli sorrise largamente.
«Scusate, ma devo andare a vomitare» disse Ron e, sconsolato, si avviò a passi svelti verso il bagno.
«O a farti le seghe al pensiero di quanto sarei figa?» incalzò Draco, ammiccante.
«EEEEW!»

Quando entrarono al Paiolo Magico per chiedere a Tom della Passaporta, la clientela non risparmiò loro sguardi confusi e Draco, naturalmente, non perse tempo a unirsi al coro di tutti coloro che non comprendevano cosa ci facessero due maghi e due streghe vestiti come Babbani in vacanza alle Hawaii.
L'oste del pub li invitò sul retro e indicò loro la Passaporta - un piccolo ukulele rosso con un delfino intagliato nel legno.
Alle undici e quindici in punto, i cinque inquilini della Palazzina Augurey si ritrovarono catapultati sul promontorio di una spiaggia di sabbia finissima. Un tappeto di fiori hibiscus colorati delineava la lunga stradina che portava sulla battigia e, di conseguenza, al luogo adibito allo sposalizio.
Un grande arco nuziale ornato con ghirlande era posizionato a ridosso delle onde, al concludersi del lungo tappeto di fiori. Su una palafitta poco distante erano stati disposti tanti tavolini in vimini, sormontati da lucine e torce accese. Sulla spiaggia, invece, era stato allestito un palchetto sul quale quattro musicisti muniti di chitarra acustica, ukulele, cajon e flauti di bambù stavano già deliziando il pubblico della loro performance.
C'era già tanta gente, tutti vestiti leggeri, frizzanti e colorati, con i piedi scalzi come se fossero in pieno agosto su un'isola caraibica. Incantesimo Riscaldante su tutto lo spiazzo, ipotizzò Hermione nell'avvertire un tepore innaturale rispetto alle temperature inglesi di fine aprile. Lungo il sentiero erano state posizionate delle cassette in legno nelle quali riporre le proprie scarpe e, poco prima di poter accedere alla spiaggia tramite una passerella, vi era una bellissima strega dalla pelle nera che distribuiva ghirlande di hibiscus.
Per Draco fu come una tragicomica camminata verso il patibolo.
«Questo non è un matrimonio. Questo è Woodstock» soffiò, avvertendo l'istinto irrefrenabile di strapparsi via quell'orribile, orribile collana da hippie Babbano anni settanta. E cavarsi anche gli occhi, giusto per gradire, alla vista di Neville che li accolse con entusiasti abbracci e ringraziamenti.
Harry e Ron dovettero trattenersi dal non rigurgitare la colazione a causa troppe risate trattenute.

 


 

La cerimonia fu un connubio perfetto tra commovente e grottesco ma, a doverlo davvero ammettere, Luna era una vera meraviglia nel suo lungo abito semplice color avorio e i lunghi capelli adornati di fiori bianchi. Neville, nonostante sembrasse appena uscito dalla pellicola cinematografica di Indiana Jones, aveva comunque un suo perché.
Le promesse furono brevi ma sentite e, come ogni matrimonio avvenuto dal '98 a quella parte, entrambe le controparti spesero qualche minuto della cerimonia al ricordo degli anni della Seconda Guerra Magica, di quanto fosse un vero e proprio miracolo trovarsi lì insieme, in salute e pronti a condividere una meravigliosa vita.
La cerimonia si concluse in scroscianti applausi e, per la gioia di Malfoy, una strana danza che accompagnò gli sposi fino al tradizionale giro sulla scopa prima del banchetto.
«E pensare che ho pure preso un permesso al lavoro per partecipare a questa pagliacciata» disse Draco, una volta che i due novelli sposi sparirono oltre le nuvole. Si pentì nel profondo di non essersi tolto le scarpe che, irrimediabilmente, si erano riempite di sabbia dopo un paio di passi sulla spiaggia. Se non altro, pensò, c'era già un forte odore di Frullobulbo appena sminuzzato.
«Stronzate!» disse Ron. «Tu non lavori».
«Io lavoro più di te, Weasel».
«Ah, sì? E dove, sentiamo?!»
«Oh, suvvia!» tagliò corto Draco, finalmente un poco più entusiasta nel vedere il lungo bancone in bambù dell'open-bar. Tanto valeva bere per dimenticare la situazione. «Potter, Potter!» trillò, prendendo l'amico per un braccio e indicando una folta schiera di ragazzi carini, intenti già nei primi brindisi. «Guarda quel gruppetto! C'è solo l'imbarazzo della scelta».
Harry, il quale oramai aveva già da un mese messo in pubblica piazza la sua bisessualità, non aveva affatto perso tempo a informarsi sugli ospiti. Ma Neville, purtroppo, non aveva molte conoscenze di quella sponda a parte Blaise Zabini e Justin Finch-Fletchey i quali, però, erano off-limits.
«Malfoy, sono spiacente... credo che solo quel ragazzo laggiù sia gay, così mi ha detto Neville. È un suo lontano parente» spiegò Harry e, con un gesto del mento, indicò un ragazzo sulla trentina al bancone del bar.

Pantaloni verde scuro con doppio risvolto, larga camicia bianca aperta, pelle ambrata, pettorali da fare invidia, occhi nocciola, morbidi ricci castani chiari e un velo di barba sul bel volto.
Draco e Harry si imbambolarono per qualche secondo di fronte a quella visione. Poi, d'un tratto, si lanciarono un'occhiata che Hermione non vedeva più almeno dalle lontane partite di Quidditch a Hogwarts.
«Chi prima arriva meglio alloggia». Draco iniziò quindi a camminare ad ampie falcate nella sabbia, molto più goffo del normale. Harry, costernato, spalancò la bocca per elargirgli più insulti di quanti ne conoscesse. Poi però lo seguì senza fiatare, più che intenzionato a non dargliela vinta in quella sottospecie di sfida.
Voleva la guerra? Guerra avrebbe avuto.
«Malfoy, guarda, c'è Blaise! EHI, BLAISE!» lo chiamò Harry nel vederlo passare lì a fianco e, di tutta risposta, Zabini si voltò giusto in tempo per poter fronteggiare il vecchio compagno di scuola.
«Draco, Potter, è da capodanno che non ci si vede» esordì lui e, con un largo sorriso ignaro, bloccò Malfoy nella sua camminata verso l'obiettivo.
«Giusto, giusto, sempre un piacere! Con permesso vado a prendere da bere, scusate» disse quindi Harry. Camminò svelto in direzione del bar e lasciò così Draco e Blaise impegnati in una futile conversazione.
«Figlio di puttana» ringhiò Draco a denti stretti nel vedere l'amico – amico un corno! - sgattaiolare tronfio fino al bel ragazzo al bar.
«Come dici, Draco?» domandò Zabini, confuso.
«Niente, Blaise. Niente».

Adam. Quello era il nome del tanto agognato ragazzo. Harry non fu troppo sorpreso di apprendere che lo conoscesse già di fama, nonostante provenisse da Belfast e si fosse diplomato a Hogwarts – in casa Corvonero - l'anno prima che Harry frequentasse. Probabilmente neanche andando in Giappone sarebbe riuscito a trovare qualche mago che non avesse sentito parlare del famoso Harry Potter.
Tuttavia, Adam non fu per niente invadente nel plaudere alle eroiche imprese del salvatore del Mondo Magico. Harry lo trovò discreto, ironico, intelligente e persino molto alla mano. Una rarità.
E, dopo un paio di Mojito, ancor più attraente di prima. Non che ce ne fosse particolare bisogno.
Non trascorse molto tempo, però, prima che Draco cogliesse la prima occasione utile per avvicinarsi e presentarsi anch'egli, con tanto di faccia di bronzo, nodo allentato della cravatta e il miglior sguardo ammiccante in repertorio. Serpe.
«Potter, tutto questo è tremendamente scorretto. E ingiusto. Tu puoi scegliere anche le donne!» gli sibilò Malfoy nell'orecchio con tanto di sorriso plastico, non appena Adam fu abbastanza distratto da non udire i loro discorsi.
«Ma Adam è bello. E gli piaccio» rispose Harry facendo spallucce, allontanandosi poi per poter prendere sottobraccio il ragazzo e accompagnarlo a prendere un altro drink.
Se Draco fosse stato una caffettiera, sarebbe esploso in quell'istante in fumi di rabbia.
«Maledetto eroico bastardo».

 


 

Il pomeriggio, tra banchetto e free-drink, era trascorso festoso e all'insegna della giovialità. Ron aveva passato tutto il tempo a ingozzarsi furtivamente di dolci – dopo mesi di dieta pre-matrimoniale, non era il caso di lasciare indietro tutto quel ben di Merlino. Pansy si era ripromessa che non si sarebbe mai trovata col bicchiere vuoto per tutto il giorno, e Hermione era stata rapita dalle gemelle Patil e la loro squadra da Quidditch di figli. Dopo ore di discorsi sulla maternità – che avevano fatto salire un'ansia tremenda a Hermione la quale, per il momento, di figli non ne voleva – la ragazza aveva supplicato con lo sguardo Harry di andarla a salvare.
E, come si suol dire, chi va via perde il posto all'osteria.

Draco ne approfittò proprio in quell'istante per sfoderare le sue innate doti di sciacallaggio per attirare Adam nella propria ragnatela. Un drink veloce e un paio di battiti delle sue folte ciglia bionde furono sufficienti per catturare l'attenzione.
«Adam, ti presento il mio dirimpettaio Ronald. Ha una certa tendenza a ingozzarsi, tieniti stretta la tua fetta di meringata» lo avvertì Draco, nel riuscito tentativo di risultare brillante.
«Oh, sono sicuro che c'è da mangiare per tutti. È un piacere, Ronald» ridacchiò Adam. Allungò una mano in direzione del giovane Weasley e gliela strinse con un vigore degno di un Battitore.
«Lei invece è Pansy, la mia coinquilina».
«Estasiato...» soffiò Adam, avvicinandosi un poco alla ragazza per farle il baciamano. Pansy ridacchiò giuliva e arrossì un poco sulle gote.
Draco storse il naso. Da quando in qua Pansy Parkinson arrossiva?!
«Ehm, sì, penso di averti presentato tutti, qui» si apprestò a dire Draco, nel tentativo di far staccare i tentacoli della sua amica di dosso alla sua "preda".
Lei, però, fu piuttosto restia ad abbandonare la conversazione.
«Di che ti occupi nella vita, Adam?»
«Sono un Guaritore del reparto Lesioni da Maledizione all'ospedale di Belfast. Harry mi ha parlato di te, mi ha detto che aspiri a diventare una sarta d'alta moda. Complimenti» si congratulò lui, sincero e compiaciuto. «Draco, tu invece di cosa hai detto che ti occupi?»
«HAH!» Ron non riuscì a trattenere una risata, sarcastico, divertito e curioso riguardo alla balla colossale che Lord Malfoy avrebbe tirato fuori dal cilindro.
Draco, però, sfoderò un sorriso brillante.
«Oh, suvvia!» disse, avvicinandosi a lui con un certo charme.
Ron scosse la testa e avvertì sulla punta della lingua il gustoso sapore del "patetico" che avrebbe da lì a poco lasciato scivolare fuori ma, inaspettatamente, Adam annuì sorpreso.
«Ah, capisco!»
«Ti andrebbe di prendere qualcos'altro da bere, Adam?» domandò quindi Draco e, con galanteria, gli offrì un braccio per potersi recare al bancone.
«Con piacere. Vogliate scusarci» si congedò il ragazzo, lasciando una Pansy con gli occhi sognanti e un Ronald con la bocca più aperta di un soprano.
Non poteva credere alle proprie orecchie.
«Capisco!?» soffiò rivoltò a Pansy, la quale però non stava più ascoltando. «In che senso "capisco"?! Io giuro che ci sbatto via la testa su questa storia!»
In quel momento Harry e Hermione giunsero al tavolino con l'aria trafelata di chi ha dovuto lottare con due ungari spinati e i loro cuccioli annessi.
«Ron, fatti fare una vasectomia, per carità» sbraitò Hermione, provata da quella lunga conversazione da mammine pancine.
«Una che?!»
«Dov'è diavolo è Adam?» intervenne Harry, dopo essersi squadrato intorno alla ricerca del ragazzo.
«Con Malfoy».
«Figlio di puttana».


 

Harry li trovò a passeggiare sulla palafitta, baciati dal sole. Uno più bello dell'altro, in effetti. Ma tutto ciò che riuscì a vedere al posto del bel volto di Malfoy, fu la gigantesca scritta "stronzo" a caratteri cubitali.
«Oh, Harry, sei tornato. Il tuo amico Draco è un vero spasso» ridacchiò Adam, dopo una battuta ben piazzata di Malfoy.
«Incantevole...» sorrise Harry, a denti stretti.
«Grazie, Potter. Ora, vuoi scusarci?» ammiccò Draco, ben intento a chiudere lì quella conversazione.
«In realtà, Adam, la professoressa Sprite mi ha chiesto di accompagnarti da lei, è da molto che non ti vede».
Draco li guardò allontanarsi fianco a fianco con la stessa espressione di quando era stato estratto il nome di Harry Potter dal Calice di Fuoco. Perché una cosa era certa: non provava una rabbia del genere dal 1994.

Trascorsero tutto il pomeriggio a litigare e soffiarsi le occasioni di stare soli con il malcapitato Adam, il quale stava dimostrando interesse bene o male per entrambi.
O forse, come aveva fatto notare Hermione, era solo il suo modo di essere gentile.
«Le tue tecniche di rimorchio sono meravigliose, Potter. Sempre se vuoi rimorchiare un Erumpent» si complimentò Draco, sarcastico, in ammirazione della bella e slanciata figura di Adam applaudire dopo il primo ballo degli sposi al tramonto.
«Intanto Adam ha parlato più con me che con te, o sbaglio?»
«Siete due immaturi!» si intromise Hermione, redarguendoli con tono aspro. «State parlando di lui come se si trattasse di un trofeo».
I due ragazzi si guardarono in cagnesco e, dopo essersi ringhiati contro come i bei tempi andati, si allontanarono a elaborare nuovi tentativi di approccio più funzionali.
Oramai non era più una gara su chi sarebbe riuscito a tornare a casa con Adam. Era una sfida tra loro due. Una sfida irrisolta da più di dieci anni.
«Non ho mai conosciuto due idioti di proporzioni così gigantesche» esalò Hermione, aggrappandosi con un braccio al futuro marito il quale, con mezzo tortino alle noci ficcato in bocca, annuì concitatamente.
Beh, per lui l'idiota più grande sarebbe rimasto comunque Malfoy.

 



 

Harry, dopo l'ennesimo drink dal sapore caraibico al cocco e ananas, vagò stanco per la pista da ballo, ricercando con gli occhi quelli nocciola della sua conquista. Conquista che, purtroppo, non vedeva oramai dal tramonto.
Con i piedi nudi sporchi di sabbia, i pantaloni beige e la camicia bianca oramai aperta fino all'ultimo bottone, fu sull'orlo di rassegnarsi quando, dalla lontananza, scorse un Draco Malfoy baldanzoso camminare nella sua direzione. Evidentemente aveva raggiunto il suo obiettivo.
Che rabbia!
«Beh, Malfoy? Se devi gongolare, fallo da un'altra parte» soffiò Harry, oramai rassegnato al fatto che avesse perso quella sfida. L'orgoglio bruciava peggio che l'Ardemonio.
«Ma gongolare di cosa, che sei rimasto infrattato con Adam fino adesso?!» sputò Draco, con il naso arricciato.
«Eh?! Io non sono stato proprio da nessuna parte, l'ho visto sparire con te, sono stato qui tutto il tempo».
Draco corrucciò lo sguardo e trovò d'improvviso una rinnovata speranza che non tutto fosse perduto. Speranza che, in una manciata di secondi, caracollò verso il mare per annegarsi, alla vista di ciò che stava accadendo a bordo pista.
Harry, nel medesimo istante, dovette pulirsi un paio di volte gli occhiali tondi per assicurarsi di vederci bene. E sì, ci aveva visto bene: Adam se ne stava lì avvinghiato come un polipo alla schiena seminuda di Pansy Parkinson, e le loro lingue stavano danzando insieme al ritmo di merengue.
E le parole di Neville di qualche giorno prima giunsero alla mente di Harry come una sirena d'allarme "... sì, ci sarebbe Adam. Ecco, lui è l'unico ragazzo gay che sarà presente al matrimonio oltre a Justin e Blaise. O forse è bisessuale, va beh, poco conta".
Tra i due litiganti il terzo gode, in fin dei conti.
«Dannata stronza» soffiò Harry, la bocca spalancata nel vedere Pansy strusciare le perfette e marmoree chiappe sul cavallo dei pantaloni di Adam.
«No, dannato stronzo tu, Potter» esplose Draco, scrollandolo per le spalle. «Volevi rubarmi la mia unica possibilità di conquista!»
«No, tu volevi rubarmelo! Ho chiesto di lui ancora prima di venire qui» ringhiò quindi Harry, adirato.
Draco si avvicinò ancor di più, giusto per sputargli in faccia ancor più veleno.
«Potter, ti odio!»
«Malfoy, ti odio!»
Si ringhiarono in faccia tormenti e frustrazione, sarebbe bastata una minuscola miccia per far scatenare tra loro l'ennesima rissa. La prima dopo tempi immemori.

Ma la miccia non si accese. Al contrario, la soluzione a tutti i loro conflitti giunse dall'alto. Letteralmente.
«Ahi!» squittì Draco, nell'avvertire qualcosa di leggero ma pungente colpirlo in testa. Harry, d'istinto, afferrò l'oggetto che cadde tra loro prima che rovinasse a terra.
Il bouquet di Luna.
Ci fu un silenzio imbarazzante su tutta la spiaggia, l'attimo senza suono prima di una deflagrazione. Poi, in un battito di ciglia, la pista da ballo esplose in sonore risate e applausi concitati.
Harry Potter e Draco Malfoy avevano appena preso i fiori al lancio del bouquet. E, oltre al significato arcaico di quanto appena avvenuto, era oramai ben noto che la tradizione magica volesse che i due "futuri sposi" si esibissero nel loro primo ballo.
Le urla concitate dei partecipanti riempirono le loro orecchie, mentre entrambi avvamparono fino alla punta dei capelli.
«Primo ballo, primo ballo!» urlarono in coro i vecchi studenti di Hogwarts, divertiti come non mai per l'assurdità della situazione.
Le risa di Pansy e Hermione si levarono ancor più alte di quelle di tutti. Maledette.
«Oh, io non credo che-» disse Harry, nascondendo il bouquet dietro la schiena mentre entrambi venivano sospinti al centro della pista dalla folla.
«Daaai, andiamo! È la tradizione!» li incitò Luna a braccia aperte per farli avvicinare l'uno all'altro. Il coro dei loro coscritti, intanto, non accennava a scemare.
«Ma per l'amor di Salazar!» si lagnò Draco, talmente rosso in volto che ben presto gli sarebbe colata via la faccia.
«Come amici, forza, non fatevi pregare. È la sposa che ve lo chiede, non si dice mai di no alla sposa!» li rimproverò Neville, spingendoli anch'egli l'uno contro l'altro.
Draco e Harry si squadrarono in cagnesco per un attimo poi, infine, si arresero al volere della folla. Folla che esplose in urla e acclamazioni quando il grande Eroe del Mondo Magico portò imbarazzato le braccia al collo della sua nemesi scolastica. Draco, imbarazzato anch'egli, gli cinse la vita. Sapeva benissimo come si ballava, ma non aveva mai immaginato di doverlo fare con Harry Potter.

Le luci si fecero più soffuse e la band attaccò un pezzo lento, un brano di un cantautore Babbano di nome Damien Rice.
Romantico che più romantico di così c'erano solo i romanzi rosa letti da zia Petunia nelle afose giornate d'agosto.
Ci vollero parecchi secondi prima che entrambi riuscissero a muovere qualche passo di quel ballo lento che suscitò parecchie, parecchie risatine tra il pubblico. Del resto non capitava tutti i giorni di vedere due rivali scolastici ballare abbracciati.
Fu faticoso guardarsi negli occhi ma, man mano che i secondi passarono e altre coppie iniziarono a ballare intorno a loro, la tensione scemò lievemente. E poi tutto il Frullobulbo e l'alcol ingerito fecero bene la loro parte per far scemare l'imbarazzo.
«Balli come una scopa, Potter» disse Draco, le labbra increspate in un sorriso sghembo.
«E tu sculetti come una Veela, Malfoy».
Entrambi ridacchiarono e scossero la testa. Per un attimo, quel folle pomeriggio sembrò un lontano ricordo. Chi era Adam? Per quale motivo si erano fissati in quel modo con qualcosa di così stupido?
Le note della canzone li fecero ondeggiare un poco.
«Siamo stati degli idioti, oggi» ammise infine Harry, abbassando lo sguardo con dispiacere.
Draco sospirò e strinse un poco più forte la vita di Harry, forse per la frustrazione, forse perché in quell'istante realizzò davvero quanto avessero agito come due immaturi. Come diceva la fottuta Granger.
«Già. Parecchio».
«Le cose sono cambiate in questi anni, ma è come se l'istinto ogni tanto ci riportasse sulla vecchia strada» sussurrò Harry, nel ricordare i tempi in cui bastava davvero così poco per farli litigare, per farli entrare in competizione.
Draco ridacchiò. «È che ogni scusa è buona per essere rivali, questa è la realtà».
Sorridendo fece fare una giravolta a Potter, giusto per dimostrargli che sapesse ballare, a differenza sua.
Harry rise e si aggrappò di nuovo alle spalle di Draco, appoggiandogli poi il mento sulla spalla.
«Finirà mai?» domandò quindi, colpito al petto da una stilettata di malinconia.
Forse il rapporto era bello per quello. Non erano due semplici amici, il loro passato era talmente burrascoso e particolare che li portava sempre in altre direzioni.
Draco, a quella domanda, abbassò un po' la testa per fronteggiare gli occhi di Harry.
«Vuoi che finisca?» gli domandò. I suoi occhi grigi si fecero improvvisamente più cupi.
NO! Si ritrovò a pensare Harry, gridando nella propria mente, stringendosi poi un poco di più. Gli piaceva la sua rivalità con Malfoy, gli piaceva stare con lui come amico, ma gli piaceva anche battibeccarci insieme. Quella era la verità: non ne poteva fare a meno.
«No. E come si fa?» disse quindi, poi gli sventolò di fronte il bouquet che aveva tenuto con una mano. «Dobbiamo sposarci!»
Draco esplose in una fragorosa risata e cacciò la testa all'indietro. «Finché Weasley non ci separi!»
Anche Harry scoppiò a ridere e, a proposito di Weasley, non passarono molti secondi prima che Ron e Hermione si avvicinassero loro con espressioni furbe dipinte in volto.
«Ok, questa finisce nella lista delle cose più disturbanti che io abbia mai visto» asserì Ron, in una finta smorfia di disgusto.
«Subito dopo le tue sopracciglia, Weasley» ribatté Draco, allentando un poco la presa su Harry, il quale iniziò a staccarsi.
«Oh, ma guardatevi! E pensare che vi picchiavate sempre» cinguettò elettrizzata Hermione.
La verità era che aveva passato metà ballo a confabulare con Pansy su quanto diamine fossero carini.
Draco e Harry si lanciarono un'occhiata e un sorriso compiaciuto. Poco ci era mancato che si picchiassero, ma era acqua passata. Per il momento.

 


 

Trascorsero ciò che rimase della serata a fumare sigarette di Frullobulbo, bere e giudicare quanto cavolo potesse essere profonda la gola di Pansy per ospitare tutta la lunghezza della lingua di Adam.
Il matrimonio si concluse poco dopo le dieci di sera, ma la spiaggia non si svuotò affatto dei corpi collassati di molti dei loro amici. Uno sposalizio che aveva mietuto più vittime del Vaiolo di Drago, insomma.
I cinque inquilini della Palazzina Augurey - e Adam - tornarono a Diagon Alley ciondolando e canticchiando per strada, sorreggendosi l'un altro come nelle migliori serate post campionato di Quidditch.
La passione tra Pansy e Adam si riaccese sulla prima rampa di scale e, per emulazione, si accese nella rampa successiva anche quella di Ron e Hermione.
Entrambe le coppiette si riversarono ognuna nel proprio appartamento, lasciando Harry e Draco sul pianerottolo senza nemmeno congedarsi da loro. Forse quello era un momento buono per andare in terrazza e finire ogni scorta di Frullobulbo.
«Beh, alla fine è stato divertente, questo matrimonio di fricchettoni» rise Harry, costretto ad appoggiarsi alle porte dell'ascensore per non perdere l'equilibrio. Colpa del Mojito.
«Te ne devo dare atto, sì» ridacchiò Malfoy, poi gli sventolò il bouquet di Luna davanti agli occhi. «Che facciamo, lo tengo io o lo rivuoi tu?»
Harry si sporse un poco per afferrarlo, ma Draco giochicchiò un po' e glielo tolse da davanti.
«Se lo prendo poi tu mi dovrai comprare un anello, lo sai...» gli ricordò Harry, ammiccante.
«Come vai di fretta! Neanche il tempo di un primo appuntamento e già pretendi l'anello al dito, Potter?» lo redarguì Draco, nascondendo il bouquet dietro la schiena.
Harry rise, poi si avvicinò di più a lui.
«Allora esci con me» soffiò e, con un gesto goffo, lo imprigionò tra le braccia e l'ascensore.
«Ahah» ridacchiò Draco, rabbuiandosi poi tutto di colpo quando si accorse che il suo interlocutore fosse pericolosamente serio.
«Sul serio... esci con me» ribadì Harry. Le sue guance si tinsero di un rosso scarlatto.
Cosa cazzo?!

Draco spalancò gli occhi grigi annebbiati dall'alcol, e si rese quindi conto di dove stesse per andare a parare.
«Potter, il Mojito ti fa male».
Harry si accigliò per un attimo e aggrottò le sopracciglia.
«Sarebbe così strano?» domandò quindi, confuso.
Draco avvertì la terra sotto i piedi sciogliersi, o forse erano le sue gambe che stavano cedendo?
Cosa diamine stava succedendo a quel cretino di Potter? E, soprattutto, cosa diavolo stava succedendo a lui? La parte razionale del suo cervello stava continuando a ripetere "CHE IDEA DI MERDA, CHE IDEA DI MERDA!" e invece quella irrazionale gli suggeriva che "no, non sarebbe strano, perché non lo facciamo davvero?" .
Era colpa del Mojito. E del Frullobulbo.
«Sì... sì, decisamente strano, Harry» si costrinse quindi a dire, non trovando però le forze di spingere via Potter da quella posizione fin troppo compromettente.
Oh, se suo padre fosse stato un contadino del Texas avrebbe preso il fucile a canne mozze e li avrebbe ammazzati all'istante. E invece era un nobile mago del Wiltshire, si sarebbe limitato all'Avada Kedavra.
Fortuna – più o meno – volle che Potter decise di rinsavire all'improvviso. Si allontanò di qualche passo e si portò una mano sulla fronte. Poi rise tra sé e sé.
«Uhmpf... mi sa... mi sa che sono proprio ubriaco. 'Notte, Draco».
E, detto ciò, barcollò fino al proprio appartamento e si chiuse la porta alle spalle.
Draco rimase lì, contro l'ascensore, con un bouquet di hibiscus bianchi tra le mani e il cuore in gola.
Cosa cazzo era appena successo?




 
Continua...

ANGOLO DI EEVAA:
Festa?! Festaaaa! 
Finalmente c'è stato un bel passo in avanti. 
C'è da dire che io non sono una grande estimatrice della coppia LunaxNeville, ma me li sono immaginati entrambi abbastanza bene per prendere parte ad un matrimonio fricchettone. Che dite, vi è piaciuto? Alla fine è piaciuto anche a Draco xD 
Pansy sempre sul pezzo, se lo merita tutto il bel fusto avvinghiato addosso. Specialmente perché così facendo l'ha levato di torno ai due piccioncini che non sanno ancora di essere piccioncini. 
E ora? E ora dovranno convivere con l'imbarazzo e i postumi. Come se la caveranno? Meh. Solo un piccolo indizio per la prossima puntata: si intitolerà "L'Homo Sapiens e il totem indiano". A voi l'immaginazione!
Grazie per il supporto a tutti coloro che stanno seguendo questa storia e, soprattutto, grazie alla mia cara Pally93 per avermi deliziato ancora una volta di commenti esilaranti durante il beta-reading. 
A presto,
Eevaa
  
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